Idoneità e protocollo per controllare l'alcolemia

Salve, Vorrei sapere qual'è il protocollo giusto per controllare l'alcolemia nei lavoratori.
Faccio presente che svolgo una mansione che non rientra tra quelle a rischio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

L'alcolemia non è il parametro che ha senso controllare, a meno che si voglia, volta per volta, verificare che la persona non abbia recentemente assunto alcol (cosa peraltro diversa dal concetto di essere intossicati).

Se lo scopo è quello di verificare se sia un'assunzione di alcol "durante il lavoro" può aver senso l'alcolemia a sorpresa (peraltro l'alito alcolico va di pari passo), per verificare se la persona sia un bevitore abituale (indipendentemente dalla valutazione delle sue prestazioni) sono invece indicati altri esami. Ancor meglio se lo scopo è valutare se, a partire da un problema (diagnosi di abuso o dipendenza da alcol) la persona sta o meno facendo progressi in termini di controllo (variazione dei parametri nel corso del tempo).

Ma perché chiede Lei a proposito di questo ? Non esiste un protocollo ? Quale è la sua situazione ?

Dr.Matteo Pacini
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Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Salve dottore,
Dove lavoro il MC effettua tramite la sorveglianza sanitaria i controlli periodici alcolimetrici per alcoldipendenza e tossicodipendenza a tutti solo determinati con il CDT e con alnalisi delle rurine. Svolgo una mansione che non è a rischio infortuni cioè che non rientra nelle mansioni dell'allegato 1 cioè tra accordo Stato, regioni e le provincie autonome.Qualche mese fa sono stato reso non idoneo con un esame improvviso solo con CDT. Mi spiego meglio. Il MC applica in sorveglianza sanitaria periodica per controllare se un operaio di qualsiasi mansione fa abuso cronico di alcol solo con il CDT e per la tossicodipendeza viene controllato solo con analisi delle urine.
Per quanto riguarda l'abuso acuto sono stato controllato, tramite un esame a sorpresa,
sempre e solo con il CDT dandomi la non idoneità alla mansione.
Gentile dottore vorrei sapere se possibile, se i protocolli effettuati sono leciti, oppure quali possono essere quelli ritenuti leciti dalla legge 125/01 e dalla legge 81/08, infine se sono obbligato ad essere sottoposto a degli esami del genere sottolineando che sono un moderato consumatore di alcol cioè qualche bicchiere di vino o di birra solo la sera e mai prima e durante il lavoro. Concludo che non sono stato informato in merito ai procedimenti e protocolli medici circa la valutazione del tasso alcolemico e di tossicodipendenza sia acauto che cronico, cioè l'azienda e il MC hanno effettuato tutto questo da circa tre anni senza effettuare informazione e formazione in merito
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Francamente non so che senso possa avere fare l'alcolemia a campione. Se ci sono mansioni a rischio tutti vanno controllati, però non capisco cosa si voglia controllare, soltanto se uno ha bevuto nelle ore precedenti e in maniera consistente, altrimenti che senso può avere l'alcolemia. Quindi può aver senso se Lei deve fare un lavoro per cui deve essere sobrio mentre lo fa, o meglio il test dice solo che la persona è sobria prima di farlo. Il CDT dà idea di quanto uno beva, ma è sempre meglio averne i valori precedenti in una situazione nota, pena la produzione di falsi positivi.
Il CDT non indica né l'abuso né la dipendenza, soltanto il consumo. Così come le analisi tossicologiche, indicano il consumo, non fanno nessuna diagnosi clinica sul fatto che il consumo sia controllato o non-controllato. Certo che se la persona lo sa e si fa trovare positiva si presume che non abbia controllo oppure che non ritenga importante moderarsi con l'alcol anche se è richiesto dalle mansioni lavorative, e questo può fondare un giudizio di non idoneità.
La richiesta dovrebbe però esser chiara, perché per esempio un cdt alto indica un consumo alcolico frequente di una certa entità, il che non signfiica che la persona quando lavora sia ubriaco o sotto l'effetto dell'alcol, lì servirebbe l'alcolemia "sul posto".
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Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Salve dottore,
la legge 125/01 parla chiaro, cioè dice che è vietato assumere bevande alcoliche prima e durante gli orari di lavoro. Ma non vieta la completa assunzione dell'alcol anche per le mansioni a rischio. Voglio dire, che se voglio bere un bicchiere di vino o di birra la sera nessuno lo vieta. Le voglio chiedere un'altra cosa. La legge 125/01 dice che per i controlli vanno fatti i controlli tramite etilometro e anche se risultasse positivo non è previsto la non idoneità.Allora chiedo perchè il MC mi ha esaminato con il CDT e mi ha dato la non idoneità?. Le ricordo che la mia mansione non è tra quelle a rischio infortuni.
Credo che il MC e l'azienda abbiano abusato ed esercitato il loro potere violando regole e leggi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

"prima e durante gli orari" significherebbe sempre, per tutta la vita lavorativa. Bisogna specificare in che senso "prima", cioè cosa è biologicamente richiesto, visto che questo è l'oggetto dell'accertamento (un parametro biologico). La cosa è poi tradotta in livelli di consumo in maniera che la persona si regoli, più o meno.

A Lei è stato fatto il cdt, è una stima del consumo medio. Se le sue mansioni prevedono il fatto che Lei non sia un consumatore abituale di alcol è un conto, se prevedono che gli esami siano negativi con il presupposto che Lei è stato informato di quanto devono essere effettuati è diverso (è come se si valutasse la sua capacità di sospendere temporaneamente l'assunzione).

Non capisco il discorso sull'alcolemia, anche perché risolve solo il momento che valuta senza fornire informazioni sulla tendenza generale.

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Attivo dal 2011 al 2015
Ex utente
Salve dottore
Siccome finisco di lavorare alle 18:00, la sera a cena mi bevo un bicchiere di vino o di birra, precisando che la mattina inizio a lavorare alle 8:00. Oppure se il sabato sera vado a ballare con la mia ragazza non significa che non posso bere una birra media. Il CDT rivela l'assunzione di alcol degli ultimi venti giorni o forse di più. La legge dice che per le mansioni a rischio "che non faccio parte" è vietato l'assunzione di bevande alcoliche e superalcoliche prima "cioè che non bisogna mangiare e bere alcolici e andare o ritornare a lavorare" e durante le ore lavorative. Inoltre la legge dice che bisogna controllare i lavoratori, a sorpresa, tramite Etilometro. Allora mi domando a che cosa serve esaminare gli operai con il solo CDT?.
Anche se, il MC, volesse verificare lo stato cronico non è quello il protocollo, ma c'è bisogno , secondo me, di un monitoraggio più ampio, che comunque a tutti gli esami previsti fatti in ospedale sono sempre risultato negativo. La sorveglianza sanitaria, cioè controlli periodici, il MC la effettua con solo ed esclusivamente con il CDT come gli esami a sorpresa. Ricordo che non sono stato informato su tutte le procedure e controlli che secondo la Legge vanno fatti solo a mansioni a rischio. Gentile dottore vorrei , se possibile, chiarezza su questo argomento.
Distintamente La saluto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Il cdt non rivela qualsiasi grado e frequenza di uso, diciamo che tende a individuare il consumo medio-elevato e regolare. Però vede, questi test nascono per seguire gli alcolisti in trattamento, poi purtroppo sono applicati a fini medico-legali, e questo crea diversi problemi, perché ci sono falsi positivi. Purtroppo la ricaduta sul caso singolo è pesante, e i chiarimenti vengono sempre dopo. L'alcolemia ha senso che sia "a sorpresa" perché valuta come uno si presenta sul lavoro (non c'è equivoco), mentre quanto uno beva abitualmente può però coincidere con la sobrietà in orario di lavoro (alcolemia negativa, cdt positivo).
Il rischio della mansione può derivare sia dagli effetti acuti che da quelli abituali, cioè sia da quelli dell'ubriachezza sia da quelli ritardati e cumulativi.

La valutazione di una positività del cdt in una popolazione di cui non si conosce già la prevalenza di positività vera (cioè per intendersi tra persone di cui non si sa chi è bevitore e chi no) ha un margine di errore abbastanza ampio da rendere a mio avviso non accettabile l'immediata conseguenza sul piano lavorativo, a meno che non sia combinata con altri test e che in caso di positività concorde non si valuti esattamente quale rischio di deve prevenire e su che base biologica.