Dolore da sovraccarico agli arti inferiori

Buongiorno, sono un lavoratore dell'industria alimentare da 18 anni.
Ultimamente, nell'assolvimento della mia mansione, accuso dolori alle ginocchia durante e alla fine della giornata lavorativa.
Poiché sono prossimo alla visita medica annuale vorrei sapere (dato che nello svolgimento della mia mansione mi occupo di movimentazione interna con un transpallet elettrico, ma a piedi, per cui percorro, nelle otto ore lavorative, circa 22000/24000 passi al giorno) se è il caso di chiedere al medico competente se ho contratto una malattia professionale.
Più precisamente, ho fatto recentemente una risonanza magnetica da cui risulta che sono affetto da meniscopatia degenerativa bilaterale e tendinopatia inserzionale del quadricipite.
Vorrei inoltre sapere, nel caso, se la denuncia di malattia professionale è un obbligo per il medico competente oppure se devo rivolgermi ad un patronato.
Vorrei anche sapere cortesemente se posso richiedere la mia cartella sanitaria lavorativa dato che ad ogni visita, negli ultimi 8 anni, ho fatto sempre presente il disagio, poi "degenerato" in malattia, alle ginocchia al medico aziendale.
Per ultimo, se esiste un termine di legge, decorrente dalla data della richiesta, entro il quale il medico competente deve consegnare la cartella sanitaria o in caso contrario se appare ragionevole il termine di 30 giorni.
Vi ringrazio infinitamente per la risposta che Vorrete darmi e vi auguro un buono e proficuo lavoro.
Cordialmente
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Dr. Gilberto Marcello Boschiroli Medico del lavoro 219 12
Buona sera,
il medico competente ha l'obbligo di denuncia di malattia professionale se , in scienza e coscienza, riscontra un nesso causale almeno possibile tra la malattia e il lavoro svolto.
Il medico quindi può rifiutarsi di fare la denuncia se non riscontra un nesso di causalità tra le Sue condizioni patologiche e il lavoro svolto sinora.
La malattia da Lei riportata infatti non è presente nella tabella delle malattie professionali pubblicata per legge. Per le malattie tabellate il processo di denuncia è più semplice in quanto il nesso di casualità è dato per presunto.
Nel Suo caso invece, l'onere della prova che la malattia è di origine professionale spetta al lavoratore.
Se il medico competente non fa denuncia, può rivolgersi a qualsiasi medico disposto a redigere un primo certificato medico di malattia professionale e trasmetterlo a INAIL, compresi i medici dei patronati sindacali, che può sempre consultare per avere anche il loro parere.
Tenga conto tuttavia che fare denuncia non significa affatto che INAIL la riconosca; da come descrive la situazione, nella mia esperienza, viste le condizioni di lavoro e la malattia da Lei riportata, temo che ben difficilmente INAIL riconoscerà la malattia professionale anche a seguito della eventuale denuncia. Corre il rischio di spendere non pochi quattrini e un sacco di tempo per nulla.
Se invece ritiene di averne diritto, deve trovare un medico che rediga il primo certificato di malattia professionale e lo inoltri all'INAIL.

Dr. Gilberto Marcello Boschiroli

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Utente
Utente
Buonasera dottore, la ringrazio infinitamente per la risposta puntuale ed esauriente. Volevo solo precisare che, nei 15 anni precedenti, nella stessa azienda, ho svolto la mansione di magazziniere carrellista per poi essere trasferito ad altro incarico per questi motivi. Ritengo di aver contratto la malattia professionale nella mansione precedente e di subirne ancora i postumi in quella attuale. Di conseguenza, dato che, nella mansione di magazziniere, ero un lavoratore soggetto a sorveglianza sanitaria obbligatoria, volevo chiedere la cartella sanitaria. Volevo anche sapere se esiste un termine dalla richiesta entro il quale deve essere consegnata, su richiesta del lavoratore.
La ringrazio ancora e la saluto cordialmente
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Dr. Gilberto Marcello Boschiroli Medico del lavoro 219 12
Lei può chiedere la Sua cartella sanitaria di rischio quando vuole, non c'è un termine di scadenza, quanto è ancora dipendente della stessa azienda. Tenendo conto che l'azienda ha comunque tenuta conservare per almeno 10 anni Le cartelle sanitarie dopo la cessazione del rapporto di lavoro.

Cordialmente

Dr. Gilberto Marcello Boschiroli