Codeina e guida automezzo
Buongiorno Egregi Professori.
Da anni soffro di dolore al tratto cervicale per spondilodiscortrosi, ernie, building discale.
Per questi dolori assumo spesso della codeina (Tachidol) prescritti dal mio medico curante, e devo dire che solo con questo farmaco riesco a far calmare i dolori e stare meglio.
La mia domanda è: per lavoro guido anche automezzi per trasporto persone e/o cose, visto che quando prendo tale farmaco non posso mettermi alla guida sia perché realmente mi sento in uno stato di alterazione (un po' come se fossi drogato), sia perchè indipendentemente non riuscirei a mettermi alla guida per i forti dolori che ho, che si irradiano fino a dietro l'occhio.
Ho fatto presente il tutto al mio medico del lavoro all'atto del rinnovo della patente, dove ha detto che doveva pensarci se rinnovarmi la patente oppure no, alla fine me l'ha rinnovata.
Come posso io tutelarmi se per lavoro devo mettermi alla guida, e non posso perchè sto male?.
PS: oltre ai dolori cervicali, e farmaci che assumo sopra descritti, aggiungo che da entrambi gli occhi vedo delle macchie nere, che si accentuano quando ho tali dolori, e all'occhio sinistro ho una leggera distrofia maculare, (dico leggera perché il mio oculista questo mi disse) ma di fatto dall'occhio sinistro vedo le linee rette leggermente ondulate come se avessi una leggera patina avanti all'occhio, anche questo riferito all'atto della visita al medico del lavoro competente.
Come posso tutelarmi visto che il medico del lavoro mi ha riconfermato la patente (tra l'altro senza farmi nessuna visita se non quella di leggere le lettere nella tabella luminosa) , ma avendola riconfermata, sta di fatto che se vengo comandato per svolgere un lavoro che comprende guidare (talaltro non è la mia mansione principale) e sto male, o ho preso il farmaco, come mi tutelo dicendo al mio capo che non posso svolgere quell'incarico, se mi metto alla guida in uno stato alterato per via del farmaco, cosa rischio?
Spero di essermi spiegato bene.
Ringrazio a tutti Voi per il lavoro che svolgete, e spero che possiate indirizzarmi su come fare.
Grazie.
Da anni soffro di dolore al tratto cervicale per spondilodiscortrosi, ernie, building discale.
Per questi dolori assumo spesso della codeina (Tachidol) prescritti dal mio medico curante, e devo dire che solo con questo farmaco riesco a far calmare i dolori e stare meglio.
La mia domanda è: per lavoro guido anche automezzi per trasporto persone e/o cose, visto che quando prendo tale farmaco non posso mettermi alla guida sia perché realmente mi sento in uno stato di alterazione (un po' come se fossi drogato), sia perchè indipendentemente non riuscirei a mettermi alla guida per i forti dolori che ho, che si irradiano fino a dietro l'occhio.
Ho fatto presente il tutto al mio medico del lavoro all'atto del rinnovo della patente, dove ha detto che doveva pensarci se rinnovarmi la patente oppure no, alla fine me l'ha rinnovata.
Come posso io tutelarmi se per lavoro devo mettermi alla guida, e non posso perchè sto male?.
PS: oltre ai dolori cervicali, e farmaci che assumo sopra descritti, aggiungo che da entrambi gli occhi vedo delle macchie nere, che si accentuano quando ho tali dolori, e all'occhio sinistro ho una leggera distrofia maculare, (dico leggera perché il mio oculista questo mi disse) ma di fatto dall'occhio sinistro vedo le linee rette leggermente ondulate come se avessi una leggera patina avanti all'occhio, anche questo riferito all'atto della visita al medico del lavoro competente.
Come posso tutelarmi visto che il medico del lavoro mi ha riconfermato la patente (tra l'altro senza farmi nessuna visita se non quella di leggere le lettere nella tabella luminosa) , ma avendola riconfermata, sta di fatto che se vengo comandato per svolgere un lavoro che comprende guidare (talaltro non è la mia mansione principale) e sto male, o ho preso il farmaco, come mi tutelo dicendo al mio capo che non posso svolgere quell'incarico, se mi metto alla guida in uno stato alterato per via del farmaco, cosa rischio?
Spero di essermi spiegato bene.
Ringrazio a tutti Voi per il lavoro che svolgete, e spero che possiate indirizzarmi su come fare.
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
probabilmente ho male compreso: lei dice che il medico del lavoro le ha riconfermato la patente. Ma non è il medico del lavoro che ha questo ruolo ma medici con una precisa abilitazione (es. medici militari in spe).
Detto questo, io ritengo che nel momento in cui lei patisce dello stato che descrive a causa dei sintomi ed a causa degli effetti dei farmaci, si trova in una situazione patologica acuta e, come tale, deve essere gestita dal suo medico curante che dovrà metterla in malattia con specifico certificato INPS.
Se nel corso della giornata lavorativa compaiono questi sintomi, non soltanto è legittimato ad allontanarsi dal lavoro ma, a mio parere deve farlo per non generare condizioni di pericolo per lei stesso, per i suoi colleghi e per gli impianti.
Se questa sua situazione dovesse oltremodo permanere, le consiglio di richiedere allo specialista che la segue una dettagliata relazione sulle sue condizioni di salute e sui pericoli che possono derivare a causa di tali condizioni e dei farmaci che assume. Richieda quindi al suo datore di lavoro una visita straordinaria con il medico competente a cui porterà all'attenzione quanto relazionato dallo specialista al fine di una rivalutazione della sua idoneità alla mansione specifica.
cordiali saluti
Cordiali Saluti
probabilmente ho male compreso: lei dice che il medico del lavoro le ha riconfermato la patente. Ma non è il medico del lavoro che ha questo ruolo ma medici con una precisa abilitazione (es. medici militari in spe).
Detto questo, io ritengo che nel momento in cui lei patisce dello stato che descrive a causa dei sintomi ed a causa degli effetti dei farmaci, si trova in una situazione patologica acuta e, come tale, deve essere gestita dal suo medico curante che dovrà metterla in malattia con specifico certificato INPS.
Se nel corso della giornata lavorativa compaiono questi sintomi, non soltanto è legittimato ad allontanarsi dal lavoro ma, a mio parere deve farlo per non generare condizioni di pericolo per lei stesso, per i suoi colleghi e per gli impianti.
Se questa sua situazione dovesse oltremodo permanere, le consiglio di richiedere allo specialista che la segue una dettagliata relazione sulle sue condizioni di salute e sui pericoli che possono derivare a causa di tali condizioni e dei farmaci che assume. Richieda quindi al suo datore di lavoro una visita straordinaria con il medico competente a cui porterà all'attenzione quanto relazionato dallo specialista al fine di una rivalutazione della sua idoneità alla mansione specifica.
cordiali saluti
Cordiali Saluti
Dr. Domenico Spinoso
Medico del Lavoro
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 156 visite dal 10/10/2024.
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