Locale uso ufficio produzione requisiti

Buonasera,
vorrei sapere gentilmente se un ufficio, realizzato all'interno dell'unità produttiva, con suddivisione in pareti in cartongesso fisse (anche il solaio è stato ribassato), può essere privo di finestre apribili.
Ci sono solo finestre fisse, e un impianto di condizionamento per raffrescare e riscaldare l'ambiente.
Sono una impiegata, attualmente in maternità a rischio lavorativo, poiché il dottore del lavoro ha considerato insalubre l'ambiente.
Il mio titolare ritiene che molte aziende abbiano gli uffici all'interno di Box prefabbricati privi di ricambio d'aria e secondo lui non c'è nulla di fuori norma.
Possibile che il mio ufficio sia un laboratorio ad uso ufficio?
A breve dovrò fare la domanda di allattamento a rischio, perché il certificato di inabilità fatto dal medico competente mi copre fino al settimo mese dalla nascita del bambino e sto cercando di capire sul come muovermi, dato che l'azienda non concordando con il dottore lo ha dispensato dalla sua attività e ne ha assunto un altro che non ritiene valido il mio certificato vecchio (che mi ha attivato l'interdizione da maternità a rischio lavorativo).
Aggiungo che il mio ufficio si trova all'interno di una unità produttiva, dove vengono utilizzate vernici e diluenti, praticamente è tutto uno stesso blocco strutturale, un capannone industriale unico.
Naturalmente il mio ufficio è separato con delle porte.
Ringrazio anticipatamente
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Dr. Domenico Spinoso Medico del lavoro 1.2k 117 7
Gentile utente,
Per quanto a mia conoscenza, oltre il settimo mese dal parto, non è possibile richiedere ulteriori astensioni dal lavoro per attività a rischio. È invece possibile, per uno dei due genitori, ottenere congedi parentali facoltativi che comportano decurtazione dallo stipendio.
Le consiglio comunque, per avere migliore consulenza in questo campo, di rivolgersi ad un patronato.
Venendo ai locali dove lei opera, la legge non impone necessariamente una ventilazione/areazione naturale.
L’allegato IV del Dlgs 81/08 prevede che .. Nei luoghi di lavoro chiusi, è necessario far sì che tenendo conto dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici ai quali sono sottoposti i lavoratori, essi dispongano di aria salubre in quantità sufficiente anche ottenuta con impianti di areazione.
Quindi il suo datore di lavoro deve garantirle (e dimostrarle) che in quegli uffici ci sia aria salubre.
Cordiali saluti

Dr. Domenico Spinoso
Medico del Lavoro

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Utente
Utente
Grazie della gentile risposta, quindi può mancare sia Aria naturale che artificiale e forzata? Attualmente il dottore mi ha fornito una certificato e una relazione di astensione dal lavoro fino al 7 mese dopo il parto, dove specifica che la dislocazione dei locali non permette aria salubre e che questa
è contaminata da diluenti e vernici. Sono infatti in maternità anticipata, appena nascerà la bimba dovrò presentare la domanda di allattamento a rischio per gli altri 7 mesi, solo che il titolare ha modificato il DVR e dispensato il vecchio dottore del lavoro, quindi sicuramente mi dirà di rientrare. In questo caso il vecchio certificato medico non vale più? Oppure il titolare deve dimostrare di aver preso realmente dei provvedimenti per migliorare la situazione? ringrazio
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Dr. Domenico Spinoso Medico del lavoro 1.2k 117 7
Gentile utente,
Avevo capito male. Non sta allattando. Allora dovrà fare richiesta della prosecuzione dell’astensione a tutto il periodo di puerperio, 7 mesi.
Ritengo che l’ispettorato, alla luce della precedente concessione dell’anticipo dell’astensione, non dovrebbe dare diverso parere indipendentemente dal parere del nuovo medico competente.
I locali di lavoro devono sempre garantire areazione che può essere naturale o forzata
Cordiali saluti

Dr. Domenico Spinoso
Medico del Lavoro

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Utente
Utente
Grazie mille dottore per la risposta! Spero proprio che abbia ragione... teoricamente insieme alla mia domanda di allattamento a rischio dovrei allegare una nuova dichiarazione del datore dove viene scritto che non posso essere ricollocata e che sussistono gli stessi rischi (ma questa già è stata inviata con la prima domanda di interdizione). Inoltre penso che l'ispettorato con in mano un certificato medico e una relazione dove viene spiegato che ci sono pericoli, causa rischio chimico fino al 7 mese post parto, non dia parere contrario, oppure richieda delle prove concrete sulla modifica dell'ambiente di lavoro, modifiche che non ci sono state perché il mio ufficio/laboratorio rimane sempre senza una finestra e una areazione forzata, ed è collegato alla produzione con le porte che sono praticamente sempre aperte, oltre al fatto che è proprio all'interno del capannone della produzione. Grazie per il suo parere