Test anticorpi borderline e pcr negativa

gentili dottori,
scrivo per un problema che riguarda una mia amica, che teme di aver contratto l'HIV.

in data 18 marzo ha effettuato una donazione di sangue. La settimana seguente è stata riconvocata in quanto il test degli anticorpi HIV è risultato "reattivo" con valori, le hanno detto, appena superiori alla soglia. La PCR era invece negativa. Ha ripetuto i test, con i medesimi risultati.
Ha parlato con 3 medici del centro trasfusionale e una infettivologa, tutti concordi nell'escludere l'eventualità di un contagio. Le hanno detto di vivere come sempre, anche con il partner, etc. Anche perchè non ci sono stati fattori di rischio. Pensa però che magari, avendo un taglietto sulle mani, è entrata in contatto con sangue altrui, o altre improbabili modalità di contagio.

Ma è piombata in uno stato di ansia atroce. Pensa che gli anticorpi siano reattivi perchè magari il contagio è recente, perchè è nel periodo finestra, perchè la PCR ha una soglia, magari era anche quella al limite, perchè i medici hanno sottovalutato l'eventualità del contagio basandosi sul fatto che non ci siano stati eventi a rischio, e così via. Non si dà pace.

A peggiorare la situazione, a distanza di una-due settimane dal secondo test sono comparsi i seguenti sintomi: astenia e febbre lieve ma continua per una decina di giorni, linfonodo destro molto ingrossato e un po' dolorante. In seguito (persistendo astenia e linfoadenopatia) eruzione cutanea sul lato destro di schiena, e torace, e sulla parte superiore del braccio destro. Si tratta di chiazze rosse leggermente gonfie, dalla forma irregolare e dalla diensione di circa 1-2 centimetri. Nessun dolore nè prurito.
Lei è convinta che siano i sintomi della sieroconversione. Tale dubbio è fondato? I sintomi non dovrebbero presentarsi in concomitanza all'aumento degli anticorpi? quanto tempo si presentano dopo il contagio? E a quel punto, la PCR non dovrebbe aver già rilevato l'eventuale virus???

Non so più come tranquillizzarla, temo che nella convinzione di essere sieropositiva sottovaluti l'insorgere di una delle altre malattie che presentano sintomi simili (mononucleosi, toxoplasmosi, citomegalovirus...)
L'ansia le sta impedendo di vivere! Vorrei solo sapere come giustificare quegli anticorpi "grey-zone" o "borderline": non vuole credere all'ipotesi delle interferenze, come le hanno detto ben 4 medici.

Grazie infinite, e complimenti per il servizio svolto.
[#1]
Anestesista, Infettivologo attivo dal 2007 al 2009
Anestesista, Infettivologo
Gentile paziente il test HIV è fabbricato per avere la massima sensibilità, perchè il suo ruolo è lo screening, cioè l'indagine di massa, avere un ELISA positivo però non fa la diagnosi, occorre un test di conferma che è il Western Blot e non certo la PCR che non è approvata per questo motivo. Se il Western Blot è negativo stia sereno la sua amica è falsa positiva , cioè non ha l'HIV. La sua falsa positività è dovuta ad un antigene self e quindi se la terrà .
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