Broncopolmonite
[#1]
Medico Chirurgo
Dipende da molti fattori, dallo status performance della persona anziana, dal tipo di Linfoma non Hodking, dalla capacità di risposta immunitaria, dalla natura del focolaio, che può essere anche virale, e dalla sensibilità dei germi (se batterico) alla associazione antibiotica.
Percio, non possiamo formulare una prognosi tanto più che le sue informazioni sono telegrafiche.
Un augurio di pronta guarigione non lo neghiamo però.
Cordialità,
Dott. Caldarola.
Percio, non possiamo formulare una prognosi tanto più che le sue informazioni sono telegrafiche.
Un augurio di pronta guarigione non lo neghiamo però.
Cordialità,
Dott. Caldarola.
[#2]
Ex utente
Gent.mo dottore grazie per la risposta. La terapia, per questa broncopolmonite, è composta da iniezioni di rocefin 2 iniezioni al dì x 2 gg e successivamente 1 al gg x 4 gg, bentlan 2 cps al mattino e 1 alla sera e ciproxin 500 gr. La febbre scende per poi risalire sui 38 gradi. Non riesco a fornire informazioni sul linfoma. Ho però un dubbio: con esame obiettivo di medico di base è possibile stabilire la natura del focolaio? Grazie. Distinti saluti.
[#3]
Medico Chirurgo
Salve,
il Rocefin non abbisogna di una dose di carico per due giorni per passare alla dose di mantenimento.
Tale pratica oltre che irrazionale è dannosa per il paziente perchè seleziona ceppi resistenti in corso di terapia.
Con gli antibatterici non si improvvisa, e nel caso di una persona anziana con un linfoma si deve improvvisare ancora meno.
Anche questa "moda" terapeutica di associare cortisone in pazienti con patologie infettive, magari virali, è priva di qualunque fondamento razionale.
Diagnosticare un focolaio broncopneumonico con la semeiotica fisica è possibile, specie se lo stesso è superficiale e non profondo.
Ma bisogna essere molto esperti, averne diagnosticati tanti, saper rilevare durante la percussione piccole variazioni del "rumore" , saper valutare la espansibilità e la mobilità delle basi polmonari....e mi fermo per amore di sintesi. Ciò comporta un paziente pienamente collaborante.
Se non si è capaci è meglio un Rx del torace a letto.
Cordiali saluti,
Dott. Caldarola.
il Rocefin non abbisogna di una dose di carico per due giorni per passare alla dose di mantenimento.
Tale pratica oltre che irrazionale è dannosa per il paziente perchè seleziona ceppi resistenti in corso di terapia.
Con gli antibatterici non si improvvisa, e nel caso di una persona anziana con un linfoma si deve improvvisare ancora meno.
Anche questa "moda" terapeutica di associare cortisone in pazienti con patologie infettive, magari virali, è priva di qualunque fondamento razionale.
Diagnosticare un focolaio broncopneumonico con la semeiotica fisica è possibile, specie se lo stesso è superficiale e non profondo.
Ma bisogna essere molto esperti, averne diagnosticati tanti, saper rilevare durante la percussione piccole variazioni del "rumore" , saper valutare la espansibilità e la mobilità delle basi polmonari....e mi fermo per amore di sintesi. Ciò comporta un paziente pienamente collaborante.
Se non si è capaci è meglio un Rx del torace a letto.
Cordiali saluti,
Dott. Caldarola.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.8k visite dal 05/01/2017.
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