Trasmissione hiv bambino
A chiunque può darmi una risposta:
Gentili Dottori
Sono il papà di un bimbo di sette anni. Un mese fa circa (18 luglio u.s.) mentre era in spiaggia mio figlio giocando con la sabbia ha rinvenuto un ago di siringa, con il quale potrebbe essersi punto. Uso il condizionale perché ad un primo esame da parte di mia moglie, presente al fatto, non risultava sanguinamento o segni evidenti di una puntura. Portato immediatamente al pronto soccorso locale, anche i medici non riuscivano ad individuare evidenti segni di puntura e diagnosticavano “uno sfioramento… senza alcuna evidenza di sanguinamento”. Lo stesso giorno veniva sottoposto a prelievo per tutti i test epatitici e per HIV, che hanno dato esito negativo.
Lunedì scorso (25 agosto) abbiamo ripetuto tutti i test come ci era stato prescritto dal pronto soccorso (test da ripetere a distanza di 1-3-6 mesi).
Successivamente al prelievo, nella mattinata del 26 scorso siamo stati chiamati da un medico del laboratorio di analisi che ha effettuato l’esame, il quale, purtroppo in maniera poco “umana”, ha detto a mia moglie che il bambino risultava positivo e che dovevano fare un ulteriore prelievo per eseguire un: HIV RNA QUALITATIVO E QUANTITATIVO. L’esame che ha evidenziato la positività è un Elfa che ha dato come risultato 8,60 sia per anticorpi anti HIV che per antigene p24, su una scala di POSITIVO > 0,25.
Il medico di laboratorio mi ha poi spiegato, dietro insistenza, che in casi di infezione i valori registrati si aggirano intorno a 200/300 ma che comunque non poteva considerare l’esame negativo.
Ora considerato che il danno è fatto, nel senso che mia moglie è in preda ad uno stato ansioso, che la sta sconvolgendo, volevo capire, conscio che la trasmissione del virus dell’ HIV per mezzo di aghi o siringhe infette è abbastanza rara e in questo caso addirittura improbabile, visto che l’ago risultava anche abbastanza datato, se possono esistere situazioni di falsi positivi di questo tipo. Oggettivamente non immaginiamo altra situazione di rischiosità per il piccolo, oltre a quella descritta. Inoltre volevo chiedere se l’ulteriore esame che stiamo facendo è risolutivo nella risposta, per ora in attesa del prossimo al 100° giorno.
Ringrazio e saluto cordialmente
Gentili Dottori
Sono il papà di un bimbo di sette anni. Un mese fa circa (18 luglio u.s.) mentre era in spiaggia mio figlio giocando con la sabbia ha rinvenuto un ago di siringa, con il quale potrebbe essersi punto. Uso il condizionale perché ad un primo esame da parte di mia moglie, presente al fatto, non risultava sanguinamento o segni evidenti di una puntura. Portato immediatamente al pronto soccorso locale, anche i medici non riuscivano ad individuare evidenti segni di puntura e diagnosticavano “uno sfioramento… senza alcuna evidenza di sanguinamento”. Lo stesso giorno veniva sottoposto a prelievo per tutti i test epatitici e per HIV, che hanno dato esito negativo.
Lunedì scorso (25 agosto) abbiamo ripetuto tutti i test come ci era stato prescritto dal pronto soccorso (test da ripetere a distanza di 1-3-6 mesi).
Successivamente al prelievo, nella mattinata del 26 scorso siamo stati chiamati da un medico del laboratorio di analisi che ha effettuato l’esame, il quale, purtroppo in maniera poco “umana”, ha detto a mia moglie che il bambino risultava positivo e che dovevano fare un ulteriore prelievo per eseguire un: HIV RNA QUALITATIVO E QUANTITATIVO. L’esame che ha evidenziato la positività è un Elfa che ha dato come risultato 8,60 sia per anticorpi anti HIV che per antigene p24, su una scala di POSITIVO > 0,25.
Il medico di laboratorio mi ha poi spiegato, dietro insistenza, che in casi di infezione i valori registrati si aggirano intorno a 200/300 ma che comunque non poteva considerare l’esame negativo.
Ora considerato che il danno è fatto, nel senso che mia moglie è in preda ad uno stato ansioso, che la sta sconvolgendo, volevo capire, conscio che la trasmissione del virus dell’ HIV per mezzo di aghi o siringhe infette è abbastanza rara e in questo caso addirittura improbabile, visto che l’ago risultava anche abbastanza datato, se possono esistere situazioni di falsi positivi di questo tipo. Oggettivamente non immaginiamo altra situazione di rischiosità per il piccolo, oltre a quella descritta. Inoltre volevo chiedere se l’ulteriore esame che stiamo facendo è risolutivo nella risposta, per ora in attesa del prossimo al 100° giorno.
Ringrazio e saluto cordialmente
[#1]
Gentile Utente,
mi sembra molto strano che se non c'è stata puntura e non sanguinamento possa esserci stata contaminazione; tra l'altro occorre anche una certa quantità di sangue per avere contaminazione. Allo stato attuale delle cose deve ripetere il test a 100 giorni e , magari, fin da ora ripetere anche il primo test magari con metodica NAT, rivolgendosi presso una struttura ospedaliera. Mi viene anche da pensare che possa esserci stata una cosiddetta cross reattività verso proteine aspecifiche ( falsa positività ) ecco perchè sarà fondamentale il test a 100 giorni con metodica western blot
mi sembra molto strano che se non c'è stata puntura e non sanguinamento possa esserci stata contaminazione; tra l'altro occorre anche una certa quantità di sangue per avere contaminazione. Allo stato attuale delle cose deve ripetere il test a 100 giorni e , magari, fin da ora ripetere anche il primo test magari con metodica NAT, rivolgendosi presso una struttura ospedaliera. Mi viene anche da pensare che possa esserci stata una cosiddetta cross reattività verso proteine aspecifiche ( falsa positività ) ecco perchè sarà fondamentale il test a 100 giorni con metodica western blot
Un saluto
A. Baraldi
[#2]
Utente
Grazie dott. Baraldi per la cortese risposta.
Mi permetto di chiederle una precisazione: capisco cosa vuol dire test a 100° giorno con metodica western blot. Non capisco invece cosa intende quando dice: "... magari, fin da ora ripetere anche il primo test magari con metodica NAT, rivolgendosi presso una struttura ospedaliera."
Mi scusi se posso sembrarle tedioso e ancora mille Grazie.
Mi permetto di chiederle una precisazione: capisco cosa vuol dire test a 100° giorno con metodica western blot. Non capisco invece cosa intende quando dice: "... magari, fin da ora ripetere anche il primo test magari con metodica NAT, rivolgendosi presso una struttura ospedaliera."
Mi scusi se posso sembrarle tedioso e ancora mille Grazie.
[#3]
E' una metodica diversa dall'EIA ed ELFA, di comune uso nei laboratori per il test di prima istanza, usata nei centri trasfusionali ma anche in altri laboratori che si basa sull'amplificazione degli acidi nucleici , soprattutto usata per la riduzione del periodo finestra.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.6k visite dal 02/09/2008.
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