Mio padre ha l'epatite c da più di 25 anni
salve,
il mio dubbio è più di tipo etico ma mi rivolgo a voi ugualmente. Mio padre ha l'epatite c da più di 25 anni. Sta bene e vive la sua vita normalmente. Siamo a conoscenza della sua malattia in pochi, solo persone della famiglia. Tra poco nascerà mia figlia e quando rientrerò a lavoro sarò aiutata dai miei genitori nel suo accudimento. Quello che mi domando è se sia giusto o no dirlo a mio marito che attualmente non sa niente. Ne ho parlato con i miei: mi hanno accusata di aver paura del contagio; in realtà non è tanto questo quanto la correttezza verso mio marito che mi solleva questo dubbio. vorrei avere dei pareri in merito. So che nessuno può dirmi cosa devo fare ma ho bisogno di consigli. Non credo neanche che mio marito reagirebbe male sapendolo ma non ne ho la certezza. Grazie in anticipo.
il mio dubbio è più di tipo etico ma mi rivolgo a voi ugualmente. Mio padre ha l'epatite c da più di 25 anni. Sta bene e vive la sua vita normalmente. Siamo a conoscenza della sua malattia in pochi, solo persone della famiglia. Tra poco nascerà mia figlia e quando rientrerò a lavoro sarò aiutata dai miei genitori nel suo accudimento. Quello che mi domando è se sia giusto o no dirlo a mio marito che attualmente non sa niente. Ne ho parlato con i miei: mi hanno accusata di aver paura del contagio; in realtà non è tanto questo quanto la correttezza verso mio marito che mi solleva questo dubbio. vorrei avere dei pareri in merito. So che nessuno può dirmi cosa devo fare ma ho bisogno di consigli. Non credo neanche che mio marito reagirebbe male sapendolo ma non ne ho la certezza. Grazie in anticipo.
[#1]
La domanda che pone implica scelte personali che intersecano valori ed ideali importanti.
Prendo una sua frase che mi colpisce molto:
<<Siamo a conoscenza della sua malattia in pochi, solo persone della famiglia>>
Pertanto le chiedo se lei ed i membri della vostra famiglia abbiate mai fatto un controllo dei markers.
Fermo restanto che l'unica a decidere per la scelta è lei,
le porgo, anche se magari già li conosce alcune informazioni:
- L’epatite C viene definita anche “epidemia silenziosa” perché tra il momento dell’infezione e l’insorgenza dei primi sintomi possono passare decenni, “anche 30 anni”,
- Per evitare il contagio dell'epatite C è sempre meglio evitare lo scambio di oggetti personali (soprattutto se vi è un malato in famiglia) quali rasoi, spazzolini da denti, pettini, forbicine, pinzette.
Se non perfettamente sterilizzati il rischio rimane per tutti gli strumenti taglienti di uso chirurgico, odontoiatrico e paramedico.
Cordialità
Prendo una sua frase che mi colpisce molto:
<<Siamo a conoscenza della sua malattia in pochi, solo persone della famiglia>>
Pertanto le chiedo se lei ed i membri della vostra famiglia abbiate mai fatto un controllo dei markers.
Fermo restanto che l'unica a decidere per la scelta è lei,
le porgo, anche se magari già li conosce alcune informazioni:
- L’epatite C viene definita anche “epidemia silenziosa” perché tra il momento dell’infezione e l’insorgenza dei primi sintomi possono passare decenni, “anche 30 anni”,
- Per evitare il contagio dell'epatite C è sempre meglio evitare lo scambio di oggetti personali (soprattutto se vi è un malato in famiglia) quali rasoi, spazzolini da denti, pettini, forbicine, pinzette.
Se non perfettamente sterilizzati il rischio rimane per tutti gli strumenti taglienti di uso chirurgico, odontoiatrico e paramedico.
Cordialità
Primario di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva - Ospedale "Mater Dei" - Bari
www.enterologia.it
www.transnasale.it
[#2]
Ex utente
Gentile Sott. Quatraro,
la ringrazio per la tempestiva risposta. Sia io che io miei familiari ci siamo sottoposti al test dell'epatite C quando abbiamo scoperto la malattia di mio padre. Tutti negativi per fortuna. Io ho ripetuto il test all'inizio della gravidanza ed era ancora negativo. Mio fratello è diventato donatore di sangue e anche mia madre so che si controlla regolarmente ma per fortuna è tutto ok. Del resto, quando si conosce la malattia bastano delle piccole accortezze per evitare il contagio. Per questo io non ho paura che la mia bambina venga contagiata, anche perchè conoscendo mio padre so con quanta attenzione si prenderebbe cura della piccola. So anche che lui ha paura a far sapere a persone "estranee" della sua malattia, perchè...si sa. La paura e la non conoscenza, spesso portano ad isolare le persone malate senza motivo. Il fatto è che pensandomi a ruoli incrociati, ossia io nei panni di mio marito avrei piacere a saperla una cosa del genere, senza per questo impedire a nessuno di fare il nonno. Credo che sarebbe così anche per mio marito, ma non ne ho l'effettiva certezza. Per questo sono assillata da questo dubbio. Senza contare che se venisse a saperlo per vie traverse, allora si che la cosa diventerebbe un problema. Non so chi proteggere a questo punto: mio padre? O il mio rapporto con mio marito? So che non può dirmi cosa devo fare, la scelta è personalissima e molto delicata. La ringrazio comumque della risposta.
Saluti.
la ringrazio per la tempestiva risposta. Sia io che io miei familiari ci siamo sottoposti al test dell'epatite C quando abbiamo scoperto la malattia di mio padre. Tutti negativi per fortuna. Io ho ripetuto il test all'inizio della gravidanza ed era ancora negativo. Mio fratello è diventato donatore di sangue e anche mia madre so che si controlla regolarmente ma per fortuna è tutto ok. Del resto, quando si conosce la malattia bastano delle piccole accortezze per evitare il contagio. Per questo io non ho paura che la mia bambina venga contagiata, anche perchè conoscendo mio padre so con quanta attenzione si prenderebbe cura della piccola. So anche che lui ha paura a far sapere a persone "estranee" della sua malattia, perchè...si sa. La paura e la non conoscenza, spesso portano ad isolare le persone malate senza motivo. Il fatto è che pensandomi a ruoli incrociati, ossia io nei panni di mio marito avrei piacere a saperla una cosa del genere, senza per questo impedire a nessuno di fare il nonno. Credo che sarebbe così anche per mio marito, ma non ne ho l'effettiva certezza. Per questo sono assillata da questo dubbio. Senza contare che se venisse a saperlo per vie traverse, allora si che la cosa diventerebbe un problema. Non so chi proteggere a questo punto: mio padre? O il mio rapporto con mio marito? So che non può dirmi cosa devo fare, la scelta è personalissima e molto delicata. La ringrazio comumque della risposta.
Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.5k visite dal 12/03/2012.
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