Convivenza con un amico sieropositivo - ruduzione del rischio infettivo e precauzioni
Gentile Infettivologo,
sono uno studente di medicina, ipocondriaco per deformazione professionale e per vocazione, e uno dei miei più cari amici è un ragazzo sieropositivo...ironia della sorte, vero?!
Il rapporto che ci lega è forte e duraturo, ho sempre saputo della sua condizione di salute sin dagli albori della nostra conoscenza, e, in quanto studente della materia, conosco bene il virus e le modalità di trasmissione dello stesso.
Da un paio di mesi, io e il mio caro amico, abbiamo deciso di prendere insieme in affitto una casa e conviviamo vicino al nostro ateneo.
Cerco di non avere contatti con i suoi liquidi biologici, sono scrupoloso nell'igiene degli ambienti comuni, ovviamente tra noi non c'è condivisione di oggetti taglienti come forbicine per unghie, rasoi e quant'altro.
A volte mi capita di finire il suo drink al bar, fumare la sua stessa sigaretta o bere dal suo stesso bicchiere...un po' perchè suppongo sia ormai acclarato che la saliva non è veicolo di infezione sia perchè, a lungo andare, dimentico che è sieropositivo. E' una brutta abitudine?
La convivenza tuttavia è una esperienza nuova per noi, non voglio rendergli la vita impossibile con misure di prevenzione esagerate o ridicole, tantomeno voglio ricordargli con ogni mio gesto o azione la malattia, però voglio prestare la massima attenzione alla mia salute, anche perchè mi basta un raffreddore per pensare ad una sindrome da sieroconversione e corro a farmi una antigenemia p24, sempre e puntualmente negativa...
Mi sento sufficientemente informato sull'argomento "dinamiche di trasmissione dell'infezione" ma leggerlo sui libri non è come sentirselo dire da un esperto, in cui più confido.
Le chiedo quindi, un po' per tranquillizzarmi, un po' per cultura, come mi consiglia di comportarmi nella mia convivenza? Quali cose assolutamente evitare? Quali gli accorgimenti corretti da intraprendere?
Le persone sieropositive non sono altro che persone portatrici di un virus sulle quali poggia una stigmata sociale molto forte. Per me conoscere questo amico è stato un regalo della vita e nonostante la mia incredibile paura delle malattie trasmissibili, sono riuscito a far vincere il buon senso e la gioia della condivisione dell'esperienza umana. Tuttavia, vorrei un suo suggerimento su ciò che ho appena intrapreso.
Certo della considerazione che vorrà porre al mio quesito, La ringrazio e saluto con cordialità.
sono uno studente di medicina, ipocondriaco per deformazione professionale e per vocazione, e uno dei miei più cari amici è un ragazzo sieropositivo...ironia della sorte, vero?!
Il rapporto che ci lega è forte e duraturo, ho sempre saputo della sua condizione di salute sin dagli albori della nostra conoscenza, e, in quanto studente della materia, conosco bene il virus e le modalità di trasmissione dello stesso.
Da un paio di mesi, io e il mio caro amico, abbiamo deciso di prendere insieme in affitto una casa e conviviamo vicino al nostro ateneo.
Cerco di non avere contatti con i suoi liquidi biologici, sono scrupoloso nell'igiene degli ambienti comuni, ovviamente tra noi non c'è condivisione di oggetti taglienti come forbicine per unghie, rasoi e quant'altro.
A volte mi capita di finire il suo drink al bar, fumare la sua stessa sigaretta o bere dal suo stesso bicchiere...un po' perchè suppongo sia ormai acclarato che la saliva non è veicolo di infezione sia perchè, a lungo andare, dimentico che è sieropositivo. E' una brutta abitudine?
La convivenza tuttavia è una esperienza nuova per noi, non voglio rendergli la vita impossibile con misure di prevenzione esagerate o ridicole, tantomeno voglio ricordargli con ogni mio gesto o azione la malattia, però voglio prestare la massima attenzione alla mia salute, anche perchè mi basta un raffreddore per pensare ad una sindrome da sieroconversione e corro a farmi una antigenemia p24, sempre e puntualmente negativa...
Mi sento sufficientemente informato sull'argomento "dinamiche di trasmissione dell'infezione" ma leggerlo sui libri non è come sentirselo dire da un esperto, in cui più confido.
Le chiedo quindi, un po' per tranquillizzarmi, un po' per cultura, come mi consiglia di comportarmi nella mia convivenza? Quali cose assolutamente evitare? Quali gli accorgimenti corretti da intraprendere?
Le persone sieropositive non sono altro che persone portatrici di un virus sulle quali poggia una stigmata sociale molto forte. Per me conoscere questo amico è stato un regalo della vita e nonostante la mia incredibile paura delle malattie trasmissibili, sono riuscito a far vincere il buon senso e la gioia della condivisione dell'esperienza umana. Tuttavia, vorrei un suo suggerimento su ciò che ho appena intrapreso.
Certo della considerazione che vorrà porre al mio quesito, La ringrazio e saluto con cordialità.
[#1]
salve,
direi che le precauzioni che adotta sono più che sufficienti.
Bastano alcune semplici e banali norme igieniche per evutare il contagio, quindi, se le cose stanno davvero come dice lei, nonm penso proprio possa avere problemi, ma se è uno sttudente in medicina non avrebbe avuto neppure bisogno di chiedercelo, sapendolo già.
saluti
Mocci
direi che le precauzioni che adotta sono più che sufficienti.
Bastano alcune semplici e banali norme igieniche per evutare il contagio, quindi, se le cose stanno davvero come dice lei, nonm penso proprio possa avere problemi, ma se è uno sttudente in medicina non avrebbe avuto neppure bisogno di chiedercelo, sapendolo già.
saluti
Mocci
Luigi Mocci MD
[#2]
Utente
Gentile Dott.Mocci,
l'esperienza accademica di uno studente di medicina non è paragonabile all'esperienza di un clinico che giornalmente si misura con casi del genere.
Io posso aver letto anche buona parte delle monografie sulla materia, ma non ho mai lavorato in un reparto di malattie infettive, se non come breve meteora tirocinante e non faccio l'epidemiologo.
E nella stessa letteratura, le opinioni sono spesso discordanti. Ci sono esimi scienziati che sostengono fermamente il rischio, definito teorico, del contagio tramite saliva, pur senza tracce ematiche visibili...e altri che lo escludono con altrettanta fermezza.
Il CDC riferisce di un unico caso al mondo di contagio attraverso il bacio profondo, ma solo perchè i due partner solevano avere l'abitudine di baciarsi dopo la routine di pulizia dentale.
Io mi accingo non semplicemente a condividere una cena con un ragazzo sieropositivo, ma la casa...e per mia stessa ammissione, sono ipocondriaco e spaventato.
Tanto mi sarebbe utile se altri esperti come Lei volessero dare il loro parere...
l'esperienza accademica di uno studente di medicina non è paragonabile all'esperienza di un clinico che giornalmente si misura con casi del genere.
Io posso aver letto anche buona parte delle monografie sulla materia, ma non ho mai lavorato in un reparto di malattie infettive, se non come breve meteora tirocinante e non faccio l'epidemiologo.
E nella stessa letteratura, le opinioni sono spesso discordanti. Ci sono esimi scienziati che sostengono fermamente il rischio, definito teorico, del contagio tramite saliva, pur senza tracce ematiche visibili...e altri che lo escludono con altrettanta fermezza.
Il CDC riferisce di un unico caso al mondo di contagio attraverso il bacio profondo, ma solo perchè i due partner solevano avere l'abitudine di baciarsi dopo la routine di pulizia dentale.
Io mi accingo non semplicemente a condividere una cena con un ragazzo sieropositivo, ma la casa...e per mia stessa ammissione, sono ipocondriaco e spaventato.
Tanto mi sarebbe utile se altri esperti come Lei volessero dare il loro parere...
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 11.4k visite dal 11/10/2010.
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