Visita urologica e hiv
Salve a tutti, a settembre ho effettuato una visita urologica per una possibile prostatite in un centro ospedaliero; dopo la visita, quando sono tornato a casa ho cercato su internet, solo per curiosità, informazioni riguardo l'urologo che mi ha visitato: per caso ho scoperto che, qualche mese prima della visita, ha avuto, proprio in ospedale, uno spiacevole inconveniente con un tossicodipendente (quindi potenzialmente sieropositivo) che potrebbe (spero vivamente di no), in qualche modo, averlo contagiato. Ora non vorrei diventare ipocondriaco, però è da quando ho fatto questa "scoperta" che ci ripenso in continuazione: il medico mi ha visitato la prostata per via rettale con il guanto, quindi non dovrei preoccuparmi, però volevo sapere se effettivamente è stata una situazione a rischio, anche perchè, se non sbaglio, ha spalmato il gel lubrificante sul guanto con l'altra mano scoperta...
Grazie per l'attenzione e scusate in anticipo se è solo una mia "fissazione", il fatto è che riguarda un argomento con cui non si scherza...
Cordiali saluti.
Grazie per l'attenzione e scusate in anticipo se è solo una mia "fissazione", il fatto è che riguarda un argomento con cui non si scherza...
Cordiali saluti.
[#2]
Ex utente
Gentile Dr.essa Bascià,
grazie innanzitutto per la risposta.
Volevo giusto chiarire che se mi sono "impressionato" leggendo di quell'episodio capitato all'urologo che mi ha visitato, è perchè sull'articolo che ho letto (preso dal sito di un famoso quotidiano) c'era scritto che il medico dopo l'accaduto si è subito sottoposto al test dell'HIV proprio a causa del rischio occorso. Quello che vorrei capire è: nel caso in cui l'urologo fosse stato contagiato dal virus ed ancora non lo sapesse, visti i tempi ancora prematuri per la certezza assoluta dei risultati del test, la visita della prostata per via rettale rappresenta effettivamente una situazione a rischio o è praticamente impossibile infettare il paziente?
Grazie per la disponibilità.
Cordiali saluti.
grazie innanzitutto per la risposta.
Volevo giusto chiarire che se mi sono "impressionato" leggendo di quell'episodio capitato all'urologo che mi ha visitato, è perchè sull'articolo che ho letto (preso dal sito di un famoso quotidiano) c'era scritto che il medico dopo l'accaduto si è subito sottoposto al test dell'HIV proprio a causa del rischio occorso. Quello che vorrei capire è: nel caso in cui l'urologo fosse stato contagiato dal virus ed ancora non lo sapesse, visti i tempi ancora prematuri per la certezza assoluta dei risultati del test, la visita della prostata per via rettale rappresenta effettivamente una situazione a rischio o è praticamente impossibile infettare il paziente?
Grazie per la disponibilità.
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.3k visite dal 04/10/2010.
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