Capannone amianto

Salve,
Lavoro da 10 anni in un capannone con copertura in Eternit realizzata negli anni '70. Premetto che il capannone è di mia proprietà e che a giugno è prevista la rimozione del tetto ad opera di ditta specializzata in concomitanza con il restauro dell'immobile programmato da tempo. Sinceramente fino ad oggi non mi ero preoccupato troppo perchè sapevo che non ci potevano essere contaminazioni a meno di inalare polveri e fibre in seguito alla rottura dei pannelli. Ed io non ho mai avuto contatti con il tetto ed in più il capannone è alto circa 7 metri e molto areato. Però in questi giorni, anche a seguito della sentenza "Eternit", si sta trattando molto l'argomento (giustamente) a livello mediatico ed ho visto e sentito servizi televisivi in cui si diceva che basta l'inalazione di poche particelle per poter contrarre malattie tumorali connesse con l'amianto che possono comparire anche dopo molti anni.
Il tetto non è fatiscente ma la mia attenzione è comunque finita su alcune crepe e macchie a cui prima non avevo dato importanza proprio perchè pensavo che non toccandole non avrebbero dato problema fino alla rimozione dei pannelli.
Non vorrei invece che siano state emesse delle fibre e che si siano diffuse in tutto il capannone e questo per una decina di anni.
Questa situazione può ora definirsi ad alto rischio oppure è un "eccesso di informazione televisiva" che può generare delle paranoie?
Potrei avere una percentuale maggiore di ammalarmi anche fra molti anni di patologie connesse all'amianto rispetto ad un semplice cittadino che non lo ha avuto sopra la testa per dieci anni?
Grazie in anticipo per la risposta.
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Dr. Mario Corcelli Medico legale, Medico igienista 3.7k 99
Gentile Signore,

sicuramente basterebbe l'inalazione di poche fibre di amianto per correre il rischio di un mesotelioma pleurico, mentre per il carcinoma polmonare l'esposizione dev'essere più consistente.

Saggia è la sua decisione di fare smantellare la copertura in eternit da parte di una ditta specializzata.
Quanto alla preoccupazione di una eventuale esposizione, la sua situazione, però, è analoga a quella di quasi tutti gli italiani, perché i manufatti in amianto sono purtroppo dappertutto.

Il pericolo concreto non deriva dalla presenza in sé del manufatto, ma dal suo sgretolamento, se questo disperde nell'aria le fibre; non mi pare che questo sia il suo caso.

Cordiali saluti

Mario Corcelli, MD
Milano - specialista Medicina Legale e Igiene-Tecnica Ospedaliera
http://www.medico-legale.it

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Dr. Mario Corcelli Medico legale, Medico igienista 3.7k 99
"i medici a cui ho chiesto hanno sempre parlato che rischi reali sono corsi da chi ha maneggiato questo materiale per molti anni e dai loro parenti stretti che entravano a contatto con le tute impregnate di fibre"

corretto

"l'asl mi suggeri' di non smaltire altre due lastre che erano sul muro (in corrispondenza del tubo della stufa) ma di rivestirle con materiale ignifugo e sigillare con silicone"

corretto

Quanto alla preoccupazione di una eventuale esposizione, la sua situazione è analoga a quella di quasi tutti gli italiani, perché i manufatti in amianto sono dappertutto.
Una significativa maggiore incidenza di mesotelioma pleurico è stato riscontrato soltanto in popolazioni a rischio concreto, come i lavoratori addetti alla lavorazione dell'amianto e i loro familiari e non, fortunatamente, nella popolazione in generale.