Vertigine parossistica posizionale e acufene
Buongiorno vi scrivo per avere un vostro parere.
Ho sempre avuto una sensazione di leggero ronzio alle orecchie, quasi impercettibile, che sento solo in assoluto silenzio con dei clic quando deglutisco, come se fossero ovattate le orecchie.
Per questo disturbo, anni fa feci delle visite dall'otorino che mi prescrisse un'esame audiometrico che non ha evidenziato problemi all'udito. Il medico mi consigliò di provare a sentire un dentista.
Il dentista trovò una malocclusione mandibolare con digrignamento dei denti notturno e mi consigliò un bite notturno.
Premesso questo, e vengo al problema, circa 3 mesi fa ho avuto il mio primo episodio di VPPB durante la notte che colpì l'orecchio sx.
Fatte le manovre dall'otorino le vertigini passarono nell'arco di qualche settimana ma da quella notte ho avvertito un peggioramento del ronzio nell'orecchio sx che avverto in maniera più marcata rispetto a prima che sentivo solo in assoluto silenzio. Questo peggioramento del ronzio all'orecchio sx ancora oggi non mi è passato.
Il mio medico di base mi ha tranquillizzato dicendo che ci vuole tempo perché potrebbe essere solo un problema di pressione sanguigna nell'orecchio.
Secondo voi è il caso di fare degli accertamenti?
E' possibile che l'episodio di vertigine abbia leso l'udito in maniera irreversibile causandomi il peggioramento del ronzio?
Sono un po' preoccupato...
Grazie
Ho sempre avuto una sensazione di leggero ronzio alle orecchie, quasi impercettibile, che sento solo in assoluto silenzio con dei clic quando deglutisco, come se fossero ovattate le orecchie.
Per questo disturbo, anni fa feci delle visite dall'otorino che mi prescrisse un'esame audiometrico che non ha evidenziato problemi all'udito. Il medico mi consigliò di provare a sentire un dentista.
Il dentista trovò una malocclusione mandibolare con digrignamento dei denti notturno e mi consigliò un bite notturno.
Premesso questo, e vengo al problema, circa 3 mesi fa ho avuto il mio primo episodio di VPPB durante la notte che colpì l'orecchio sx.
Fatte le manovre dall'otorino le vertigini passarono nell'arco di qualche settimana ma da quella notte ho avvertito un peggioramento del ronzio nell'orecchio sx che avverto in maniera più marcata rispetto a prima che sentivo solo in assoluto silenzio. Questo peggioramento del ronzio all'orecchio sx ancora oggi non mi è passato.
Il mio medico di base mi ha tranquillizzato dicendo che ci vuole tempo perché potrebbe essere solo un problema di pressione sanguigna nell'orecchio.
Secondo voi è il caso di fare degli accertamenti?
E' possibile che l'episodio di vertigine abbia leso l'udito in maniera irreversibile causandomi il peggioramento del ronzio?
Sono un po' preoccupato...
Grazie
[#1]
Gentile Paziente, sul problema degli acufeni e delle vertigini ho spesso risposto a pazienti che hanno questi problemi. Per non ripetermi, le suggerirei di leggere le mie risposte a questi quesiti:
https://www.medicitalia.it/consulti/otorinolaringoiatria/401408-otite-acufeni.html
https://www.medicitalia.it/consulti/otorinolaringoiatria/666833-vertigini-frequenti.html
Può essere utile avere qualche notizia in più su questi argomenti visitando il mio sito internet alla pagina Patologie trattate- Patologie dell’Orecchio e, leggendo gli 'articoli linkati qui sotto. Eventualmente, se si riconosce nella problematica illustrata, mi faccia sapere.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufene-e-mandibola-quando-il-fischio-nelle-orecchie-dipende-dall-articolazione-temporo-mandibolare.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1408-la-vertigine-di-pertinenza-odontoiatrica.html
Credo che dalla lettura degli articoli ricacerà chi non è l'episodio di vertigine a poterledere l'udito in maniera irreversibile e causarle il peggioramento dell'acufene.
Credo invece che la "malocclusione mandibolare con digrignamento dei denti notturno" difficilmente può essere migliorata con un bite notturno, che probabilmente negli anni ha anche smesso di portare (almeno non dice se lo porta ancora): vertigini e acufeni li ha solo di notte?
Sul problema Bruxismo veda anche questo articolo, e apra il link che trova alla fine del testo (la discussione che ne segue è invece abbastanza inutile).
https://www.medicitalia.it/blog/gnatologia-clinica/7140-il-ruolo-dell-occlusione-nella-patogenesi-del-bruxismo.html
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/consulti/otorinolaringoiatria/401408-otite-acufeni.html
https://www.medicitalia.it/consulti/otorinolaringoiatria/666833-vertigini-frequenti.html
Può essere utile avere qualche notizia in più su questi argomenti visitando il mio sito internet alla pagina Patologie trattate- Patologie dell’Orecchio e, leggendo gli 'articoli linkati qui sotto. Eventualmente, se si riconosce nella problematica illustrata, mi faccia sapere.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufene-e-mandibola-quando-il-fischio-nelle-orecchie-dipende-dall-articolazione-temporo-mandibolare.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1408-la-vertigine-di-pertinenza-odontoiatrica.html
Credo che dalla lettura degli articoli ricacerà chi non è l'episodio di vertigine a poterledere l'udito in maniera irreversibile e causarle il peggioramento dell'acufene.
Credo invece che la "malocclusione mandibolare con digrignamento dei denti notturno" difficilmente può essere migliorata con un bite notturno, che probabilmente negli anni ha anche smesso di portare (almeno non dice se lo porta ancora): vertigini e acufeni li ha solo di notte?
Sul problema Bruxismo veda anche questo articolo, e apra il link che trova alla fine del testo (la discussione che ne segue è invece abbastanza inutile).
https://www.medicitalia.it/blog/gnatologia-clinica/7140-il-ruolo-dell-occlusione-nella-patogenesi-del-bruxismo.html
Cordiali saluti ed auguri.
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
[#2]
gentile utente,
sembra che coesistano due problemi distinti:
1)
Malocclusione (ma sarebbe meglio parlare di malfunzionamento) mandibolare
2)
Bruxismo notturno, e forse anche diurno; serramento o digrignamento.
I due problemi sono indipendenti fra loro ma vanno a dare sintomatologia, con un effetto che possiamo descrivere come moltiplicatorio, a carico dell'articolazione temporo-mandibolare, quella che lei accusa, così ben descritta dal collega che mi ha preceduto.
Il bite notturno serve a risolvere il problema malfunzionamento.
Non vi è però nessuna dimostrazione in letteratura che le placche occlusali (bite) riducano il numero di contrazione bruxistiche.
Però funzionano (spesso).
Ovviamente, un bite notturno potrà funzionare sul bruxismo notturno, ma nulla potrà sulle contrazioni muscolari diurne.
Un bite notturno, se concepito come tale, potrà invece avere effetti sul manfunzionamento sia notturno che diurno, per via della memoria neuromuscolare che si instaura, e portare quindi ad una scomparsa o quanto meno una rapida remissione dei sintomi che lei accusa.
I bite sono molto diversi fra loro.
Quelli comprati in farmacia ben raramente servono a qualcosa, e non poche volte possono essere controproducenti.
Quelli allestiti dallo gnatologo sono costruiti individualmente, e possono essere progettati per essere portati 24h/24 o solo la notte, a seconda della formazione culturale e dell'esperienza del singolo professionista.
E' dibattuta e controversa la superiorità di un metodo rispetto all'altro; personalmente li allestisco per essere portati solo la notte (per la malocclusione).
Quello che conta veramente è la capacità dell'operatore.
Le serve una visita gnatologica.
sembra che coesistano due problemi distinti:
1)
Malocclusione (ma sarebbe meglio parlare di malfunzionamento) mandibolare
2)
Bruxismo notturno, e forse anche diurno; serramento o digrignamento.
I due problemi sono indipendenti fra loro ma vanno a dare sintomatologia, con un effetto che possiamo descrivere come moltiplicatorio, a carico dell'articolazione temporo-mandibolare, quella che lei accusa, così ben descritta dal collega che mi ha preceduto.
Il bite notturno serve a risolvere il problema malfunzionamento.
Non vi è però nessuna dimostrazione in letteratura che le placche occlusali (bite) riducano il numero di contrazione bruxistiche.
Però funzionano (spesso).
Ovviamente, un bite notturno potrà funzionare sul bruxismo notturno, ma nulla potrà sulle contrazioni muscolari diurne.
Un bite notturno, se concepito come tale, potrà invece avere effetti sul manfunzionamento sia notturno che diurno, per via della memoria neuromuscolare che si instaura, e portare quindi ad una scomparsa o quanto meno una rapida remissione dei sintomi che lei accusa.
I bite sono molto diversi fra loro.
Quelli comprati in farmacia ben raramente servono a qualcosa, e non poche volte possono essere controproducenti.
Quelli allestiti dallo gnatologo sono costruiti individualmente, e possono essere progettati per essere portati 24h/24 o solo la notte, a seconda della formazione culturale e dell'esperienza del singolo professionista.
E' dibattuta e controversa la superiorità di un metodo rispetto all'altro; personalmente li allestisco per essere portati solo la notte (per la malocclusione).
Quello che conta veramente è la capacità dell'operatore.
Le serve una visita gnatologica.
www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)
[#3]
Ex utente
Gentili dottori, grazie anzitutto per le vostre risposte.
prof. Bernkopf: ho letto con interesse i vari articoli che mi ha proposto.
Per quanto riguarda gli acufeni come sintomo delle ATM mi riconosco molto.
Per quanto riguarda le vertigini, se pur ho letto che possono essere riconducibili anch'esse ad un disturbo Articolazione Temporo Mandibolare, nel mio caso credo che l'episodio che ho avuto di vertigine sia scollegata da questo fatto.
Gli acufeni li ho sempre sia di giorno che di notte (ma di giorno non sono avvertibili per via dei rumori giornalieri), le vertigini non le ho mai avute salvo quel singolo episodio notturno che mi è stato diagnosticato essere una vertigine parossistica posizionale benigna.
Mi rincuora il fatto che non sia la vertigine a danneggiare l'udito in maniera irreversibile.
Non mi è ancora chiaro però un aspetto.
E cioè perché a partire da quell'episodio di vertigine (causata da uno spostamento degli otoliti) ho notato un sensibile aumento dell'acufene solamente nell'orecchio sinistro, che è proprio quello che è stato interessato dalla VPPB.
Quindi, mentre prima dell'episodio di vertigine avevo un acufene di fondo ad entrambe le orecchie percettibile solo in assoluto silenzio (e probabilmente causata da distrurbo ATM), dopo la vertigine ho sentito e sento tutt'ora che si è amplificata l'acufene all'orecchio sinistro.
Chiedo scusa se mi è sfuggito qualche passaggio delle vostre spiegazioni, però questo punto non mi è ancora chiaro.
Grazie ancora.
prof. Bernkopf: ho letto con interesse i vari articoli che mi ha proposto.
Per quanto riguarda gli acufeni come sintomo delle ATM mi riconosco molto.
Per quanto riguarda le vertigini, se pur ho letto che possono essere riconducibili anch'esse ad un disturbo Articolazione Temporo Mandibolare, nel mio caso credo che l'episodio che ho avuto di vertigine sia scollegata da questo fatto.
Gli acufeni li ho sempre sia di giorno che di notte (ma di giorno non sono avvertibili per via dei rumori giornalieri), le vertigini non le ho mai avute salvo quel singolo episodio notturno che mi è stato diagnosticato essere una vertigine parossistica posizionale benigna.
Mi rincuora il fatto che non sia la vertigine a danneggiare l'udito in maniera irreversibile.
Non mi è ancora chiaro però un aspetto.
E cioè perché a partire da quell'episodio di vertigine (causata da uno spostamento degli otoliti) ho notato un sensibile aumento dell'acufene solamente nell'orecchio sinistro, che è proprio quello che è stato interessato dalla VPPB.
Quindi, mentre prima dell'episodio di vertigine avevo un acufene di fondo ad entrambe le orecchie percettibile solo in assoluto silenzio (e probabilmente causata da distrurbo ATM), dopo la vertigine ho sentito e sento tutt'ora che si è amplificata l'acufene all'orecchio sinistro.
Chiedo scusa se mi è sfuggito qualche passaggio delle vostre spiegazioni, però questo punto non mi è ancora chiaro.
Grazie ancora.
[#4]
La problematica dell'ATM non é la CAUSA galileiana della patologia di confine extra odontoiatrica cui può partecipare, ma una PREDISPOSIZIONE che può anche restare subclinica tutta la vita, ma può anche manifestarsi improvvisamente un brutto giorno, anche grazie ad un elemento scatenante, in se a volte minimale, che però, per il nesso di causalità temporale stretto ( es: ieri sono andato dal dentista e oggi sto male) può essere preso per l'elemento causale più importante.
Lo spostamento degli otoliti sposta il problema sulle cause solo di un gradino, perchè non è risolto il problema del perchè gli otoliti si sono mossi: specie se si muoveranno ancora.
Relativamente ad una sottostante predisposizione nel conflitto ATM-Orecchio, vertigine e acufene sono parenti stretti, e infatti sono spesso presenti in un unico quadro patologico: vedasi ad esempio la Malattia di Meniere.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/745-malattia-di-meniere-e-disfunzioni-dell-articolazione-temporo-mandibolare.html
Cordiali saluti ed auguri
Lo spostamento degli otoliti sposta il problema sulle cause solo di un gradino, perchè non è risolto il problema del perchè gli otoliti si sono mossi: specie se si muoveranno ancora.
Relativamente ad una sottostante predisposizione nel conflitto ATM-Orecchio, vertigine e acufene sono parenti stretti, e infatti sono spesso presenti in un unico quadro patologico: vedasi ad esempio la Malattia di Meniere.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/745-malattia-di-meniere-e-disfunzioni-dell-articolazione-temporo-mandibolare.html
Cordiali saluti ed auguri
[#5]
Già che sta leggendo dia un'occhiata anche a questo
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1466-vertigini-dise-equilibrio-postura-e-malocclusione-dentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1466-vertigini-dise-equilibrio-postura-e-malocclusione-dentale.html
[#8]
Ex utente
Mi scusi dr. Bernkopf ma non vedo perché debba mettere in dubbio il fatto che li ho letti !
Un conto è averli letti, cosa che ho fatto, un altro conto è averli capiti.
Dovrebbe tener conto del fatto che noi pazienti che chiediamo a voi dottori dei pareri spesso non abbiamo tutta quella familiarità con i termini che ha usato.
Le ho detto che non ho capito la sua ultima risposta e le metto anche i punti che non ho capito.
Cioè questa:
****
La problematica dell'ATM non é la CAUSA galileiana della patologia di confine extra odontoiatrica (cosa vuol dire "patologia di confine extra odontoiatrica" ?) cui può partecipare, ma una PREDISPOSIZIONE che può anche restare subclinica (cosa vuol dire "restare subclinica ") tutta la vita, ma può anche manifestarsi improvvisamente un brutto giorno, anche grazie ad un elemento scatenante, in se a volte minimale (cosa vuol dire "in se a volte minimale"), che però, per il nesso di causalità temporale stretto (cosa vuol dire "causalità temporale stretto") ( es: ieri sono andato dal dentista e oggi sto male) può essere preso per l'elemento causale più importante.
****
Mi sarebbe bastata una risposta scritta in maniera più comprensibile per i non addetti ai lavori.
Un conto è averli letti, cosa che ho fatto, un altro conto è averli capiti.
Dovrebbe tener conto del fatto che noi pazienti che chiediamo a voi dottori dei pareri spesso non abbiamo tutta quella familiarità con i termini che ha usato.
Le ho detto che non ho capito la sua ultima risposta e le metto anche i punti che non ho capito.
Cioè questa:
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La problematica dell'ATM non é la CAUSA galileiana della patologia di confine extra odontoiatrica (cosa vuol dire "patologia di confine extra odontoiatrica" ?) cui può partecipare, ma una PREDISPOSIZIONE che può anche restare subclinica (cosa vuol dire "restare subclinica ") tutta la vita, ma può anche manifestarsi improvvisamente un brutto giorno, anche grazie ad un elemento scatenante, in se a volte minimale (cosa vuol dire "in se a volte minimale"), che però, per il nesso di causalità temporale stretto (cosa vuol dire "causalità temporale stretto") ( es: ieri sono andato dal dentista e oggi sto male) può essere preso per l'elemento causale più importante.
****
Mi sarebbe bastata una risposta scritta in maniera più comprensibile per i non addetti ai lavori.
[#9]
Si consoli.
A volte neppure io capisco quello che scrive il collega e amico dr. Bernkopf.
E' un pozzo di scienza, questo è sicuro, di grandi capacità, ma fra le sue innumerevoli doti non brilla quella di comunicatore.
Spero che le mie parole, sicuramente meno esatte e scientifiche, siano state più chiare perchè, in fin dei conti, non diciamo cose diverse.
A volte neppure io capisco quello che scrive il collega e amico dr. Bernkopf.
E' un pozzo di scienza, questo è sicuro, di grandi capacità, ma fra le sue innumerevoli doti non brilla quella di comunicatore.
Spero che le mie parole, sicuramente meno esatte e scientifiche, siano state più chiare perchè, in fin dei conti, non diciamo cose diverse.
[#10]
(cosa vuol dire "patologia di confine extra odontoiatrica" ?)
Che non riguarda i denti: es acufeni e vertigini.
(cosa vuol dire "restare subclinica "): che pur non fiunzionando bene l'ATM, non comporta sintomatologia evidente.
(cosa vuol dire "in se a volte minimale") : sembrerebbe impossibile che una semplice otturazione possa creare grandi problemi.
(cosa vuol dire "causalità temporale stretto") ( es: ieri sono andato dal dentista e oggi sto male): vuol dire che in questi casi sembra che sia tutta colpa del dentista, perchè l'altro ieri stavo benissimo.
Cordiali saluti ed auguri.
Che non riguarda i denti: es acufeni e vertigini.
(cosa vuol dire "restare subclinica "): che pur non fiunzionando bene l'ATM, non comporta sintomatologia evidente.
(cosa vuol dire "in se a volte minimale") : sembrerebbe impossibile che una semplice otturazione possa creare grandi problemi.
(cosa vuol dire "causalità temporale stretto") ( es: ieri sono andato dal dentista e oggi sto male): vuol dire che in questi casi sembra che sia tutta colpa del dentista, perchè l'altro ieri stavo benissimo.
Cordiali saluti ed auguri.
[#11]
Una cosa che può fare da subito, anche ai fini di verifica e chiarimento della problematica, è questa:
www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/2554-l-uso-del-cellulare-per-trattare-il-bruxismo-diurno.html
www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/2554-l-uso-del-cellulare-per-trattare-il-bruxismo-diurno.html
[#12]
Caro Sergio, anche se non ci credo, se davvero non capisci quello che scrivo, fa' come il Paziente: scrivimi esattamente la frase che non capisci, e te la tradurrò in linguaggio ancor più semplice.
Buona continuazione e buon lavoro anche a te.
Buona continuazione e buon lavoro anche a te.
[#13]
Le evidenze scientifiche dicono cose diverse rispetto a quanto affermato dal collega Edoardo.
"Credo invece che la "malocclusione mandibolare con digrignamento dei denti notturno" difficilmente può essere migliorata con un bite notturno"
Il credo è un termine che va benissimo per la fede e la religione in medicina vale "Ho misurato". Facendo il copia incolla del link https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=traina+tonlorenzi troverà il riassunto dello studio scritto. Ho determinato con misure biometriche quanti pazienti dovevo MISURARE per avere una risposta chiara. L'ho comunicato al comitato di bioetica della Università di Pisa, dopo tanti rimpalli (mancava sempre qualcosa) ho
preso un numero statisticamente significativo di pazienti, ho elaborato lo studio con un neuroscienziato molto importante. Trattato i pazienti, misurato le modifiche del dolore con le scale psicometriche (se cerca misurare il dolore sono forse in seconda pagina) sia per il dolore stesso che per le alterazioni che questo provoca nelle attività quotidiane. Preso il punteggio, fatta la statistica, registrato..... il collega sa benissimo di cosa sto parlando e inviato a rivista che compare sulle banche dati che contano. Il problema non è fare gli studi ma è la "sindrome di Belmonte" (la cerchi online)si perde degli anni a misurare e poi ci si sente dire "credo".
Facciamo chiarezza sulle differenze tra medicina (misura) e la reliogione (credo è un atto di fede).
Conclusione: IL BITE NOTTURNO MISURATO E DESCRITTO NELL'ARTICOLO FUNZIONA.
"Credo invece che la "malocclusione mandibolare con digrignamento dei denti notturno" difficilmente può essere migliorata con un bite notturno"
Il credo è un termine che va benissimo per la fede e la religione in medicina vale "Ho misurato". Facendo il copia incolla del link https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=traina+tonlorenzi troverà il riassunto dello studio scritto. Ho determinato con misure biometriche quanti pazienti dovevo MISURARE per avere una risposta chiara. L'ho comunicato al comitato di bioetica della Università di Pisa, dopo tanti rimpalli (mancava sempre qualcosa) ho
preso un numero statisticamente significativo di pazienti, ho elaborato lo studio con un neuroscienziato molto importante. Trattato i pazienti, misurato le modifiche del dolore con le scale psicometriche (se cerca misurare il dolore sono forse in seconda pagina) sia per il dolore stesso che per le alterazioni che questo provoca nelle attività quotidiane. Preso il punteggio, fatta la statistica, registrato..... il collega sa benissimo di cosa sto parlando e inviato a rivista che compare sulle banche dati che contano. Il problema non è fare gli studi ma è la "sindrome di Belmonte" (la cerchi online)si perde degli anni a misurare e poi ci si sente dire "credo".
Facciamo chiarezza sulle differenze tra medicina (misura) e la reliogione (credo è un atto di fede).
Conclusione: IL BITE NOTTURNO MISURATO E DESCRITTO NELL'ARTICOLO FUNZIONA.
[#14]
Caro Edoardo, te l'ho già detto più volte: scrivi troppo difficile.e le persone faticano a capirti.
Non è che non riesco aseguire il tuo ragionamento e la tua prosa, è che devo rileggere due o tre volte per capire il concetto e essere sicuro di non travisarlo.
Perchè lo devo fare?
Ora, un utente non medico te lo ha sparato sul muso in modo efficente e diretto.
Lo dicessero a me per prima cosa lo ringrazierei perchè è un feedback importantissimo che raramente ci viene dato e poi entrerei immediatamente in modalità autoanalisi "mettersi in discussione".
Fai tu.
Non è che non riesco aseguire il tuo ragionamento e la tua prosa, è che devo rileggere due o tre volte per capire il concetto e essere sicuro di non travisarlo.
Perchè lo devo fare?
Ora, un utente non medico te lo ha sparato sul muso in modo efficente e diretto.
Lo dicessero a me per prima cosa lo ringrazierei perchè è un feedback importantissimo che raramente ci viene dato e poi entrerei immediatamente in modalità autoanalisi "mettersi in discussione".
Fai tu.
[#15]
Caro Sergio, rispondo in chiaro, come hai scritto tu in chiaro: sarebbe stato meglio evitarlo.
Come scrivo io è un problema mio. Non scrivo per te, ma per gli utenti di Medicitalia: ti riporto le ultime recensioni che ho ricevute: "ottima spiegazione, Chiaro e conciso, Chiaro e ottimo consiglio, Molto chiaro ed esaustivo, Grazie dottore, è stato molto esplicativo": se hai voglia, vediti le altre 150.
Se un paziente, come in questo caso, (persona garbata che non spara sul muso : queste sono espressioni e modi tuoi) non capisce qualcosa e chiede spiegazioni, gliele fornisco volentieri: Mi dica cosa non ha capito : detto e fatto. Se proprio vuoi leggermi a tutti i costi, il che non è obbligatorio, se non capisci , fa’ così anche tu: chiedi e ti spiegherò.
Si tratta però di un rapporto fra l’utente e me. Come sai , evito di entrare in inutili discussioni, a meno che non mi si tiri dentro per cognome o per nome, come in questo caso.
L’intervento di Daniele è, come spesso gli capita, fuori tema: il quesito riguardava "Vertigine parossistica posizionale e acufene".
Come scrivo io è un problema mio. Non scrivo per te, ma per gli utenti di Medicitalia: ti riporto le ultime recensioni che ho ricevute: "ottima spiegazione, Chiaro e conciso, Chiaro e ottimo consiglio, Molto chiaro ed esaustivo, Grazie dottore, è stato molto esplicativo": se hai voglia, vediti le altre 150.
Se un paziente, come in questo caso, (persona garbata che non spara sul muso : queste sono espressioni e modi tuoi) non capisce qualcosa e chiede spiegazioni, gliele fornisco volentieri: Mi dica cosa non ha capito : detto e fatto. Se proprio vuoi leggermi a tutti i costi, il che non è obbligatorio, se non capisci , fa’ così anche tu: chiedi e ti spiegherò.
Si tratta però di un rapporto fra l’utente e me. Come sai , evito di entrare in inutili discussioni, a meno che non mi si tiri dentro per cognome o per nome, come in questo caso.
L’intervento di Daniele è, come spesso gli capita, fuori tema: il quesito riguardava "Vertigine parossistica posizionale e acufene".
[#16]
Ex utente
dr. Formentelli: se persino lei a volte non capisce quello che scrive il dr. Bernkopf, si figuri io...!
dr. Tonlorenzi: abbia pazienza, ma se adesso mi devo mettere a leggere pure i trattati scientifici in inglese non ne vengo più fuori...
Vedo che ci sono opinioni discordanti sull'utilizzo o meno del bite. Vi confesso che, nella mia beata ignoranza, pensavo di avere da voi medici un'indicazione su quale fosse il professionista a cui rivolgermi per indagare sull'inasprimento dell'acufene a seguito dell'episodio di vertigine.
Mi aspettato risposte semplici del tipo: si rivolga ad un otorino oppure ad un dentista esperto in problemi della masticazione etc. Forse la faccio troppo semplice io ma se provate a mettermi nei miei panni, in tutta questa discussione al di là delle evidenze scientifiche che mi possono interessare solo a livello di conoscenza personale, all'atto pratico poi ad un certo punto vorrei sapere a chi rivolgermi, tralasciando tutte le vostre disquisizioni e contrasti personali...
L'unico parere che ho recepito è quello del dr Formentelli che mi consiglia di fare una visita gnatologica, e che è l'unica indicazione pratica che al momento ho ricevuto.
Non abbiatene a male: so che in questo sito dedicate il vostro tempo gratuitamente per noi pazienti. Forse però servirebbe più semplicità e concretezza nelle risposte in modo che possano essere capite anche da chi non è medico.
Grazie
dr. Tonlorenzi: abbia pazienza, ma se adesso mi devo mettere a leggere pure i trattati scientifici in inglese non ne vengo più fuori...
Vedo che ci sono opinioni discordanti sull'utilizzo o meno del bite. Vi confesso che, nella mia beata ignoranza, pensavo di avere da voi medici un'indicazione su quale fosse il professionista a cui rivolgermi per indagare sull'inasprimento dell'acufene a seguito dell'episodio di vertigine.
Mi aspettato risposte semplici del tipo: si rivolga ad un otorino oppure ad un dentista esperto in problemi della masticazione etc. Forse la faccio troppo semplice io ma se provate a mettermi nei miei panni, in tutta questa discussione al di là delle evidenze scientifiche che mi possono interessare solo a livello di conoscenza personale, all'atto pratico poi ad un certo punto vorrei sapere a chi rivolgermi, tralasciando tutte le vostre disquisizioni e contrasti personali...
L'unico parere che ho recepito è quello del dr Formentelli che mi consiglia di fare una visita gnatologica, e che è l'unica indicazione pratica che al momento ho ricevuto.
Non abbiatene a male: so che in questo sito dedicate il vostro tempo gratuitamente per noi pazienti. Forse però servirebbe più semplicità e concretezza nelle risposte in modo che possano essere capite anche da chi non è medico.
Grazie
[#17]
Gentile Paziente,
"Vi confesso che, nella mia beata ignoranza, pensavo di avere da voi medici un'indicazione su quale fosse il professionista a cui rivolgermi per indagare sull'inasprimento dell'acufene a seguito dell'episodio di vertigine."
in realtà, nella mia prima risposta, se rilegge qui sopra, avevo scritto:
Per non ripetermi, le suggerirei di leggere le mie risposte a questi quesiti:
https://www.medicitalia.it/consulti/archivio/401408-otite_acufeni.html
https://www.medicitalia.it/consulti/otorinolaringoiatria/666833-vertigini-frequenti.html
Se lei ha letto queste due risposte, che ho dato molte volte per il suo medesimo problema, escludo che non abbia trovato l'indicazione che chiede oggi, perchè il ruolo che uno gnatologo può avere relativamente all'acufene e alla vertigine era illustrato compiutamente.
Che qualche utente e qualche collega, fra 4.800 mie risposte, non apprezzino o non ritengano sufficiente o sufficientemente chiaro quello che scrivo è raro, ma è possibile, e me ne faccio una ragione.
Per quel che mi riguarda chiudo.
Cordiali saluti.
"Vi confesso che, nella mia beata ignoranza, pensavo di avere da voi medici un'indicazione su quale fosse il professionista a cui rivolgermi per indagare sull'inasprimento dell'acufene a seguito dell'episodio di vertigine."
in realtà, nella mia prima risposta, se rilegge qui sopra, avevo scritto:
Per non ripetermi, le suggerirei di leggere le mie risposte a questi quesiti:
https://www.medicitalia.it/consulti/archivio/401408-otite_acufeni.html
https://www.medicitalia.it/consulti/otorinolaringoiatria/666833-vertigini-frequenti.html
Se lei ha letto queste due risposte, che ho dato molte volte per il suo medesimo problema, escludo che non abbia trovato l'indicazione che chiede oggi, perchè il ruolo che uno gnatologo può avere relativamente all'acufene e alla vertigine era illustrato compiutamente.
Che qualche utente e qualche collega, fra 4.800 mie risposte, non apprezzino o non ritengano sufficiente o sufficientemente chiaro quello che scrivo è raro, ma è possibile, e me ne faccio una ragione.
Per quel che mi riguarda chiudo.
Cordiali saluti.
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Approfondimento su Acufeni
L'acufene (o tinnito) è un disturbo dell'orecchio che si manifesta sotto forma di ronzio o fischio costante o pulsante. Scopri i sintomi, le cause e i rimedi.