Coliche salivari e malocclusione
Buonasera, circa sette mesi fa durante all'inizio del pasto ho avuto una fitta alla parotide con sensazione di pressione che andava a crescere, la sensazione era di rigonfiamento, ma in realtà non c'era. Il mattino dopo la sensazione è sparita quando mi si è liberata saliva. Ho eseguito eco delle ghiandole che erano perfette. Ad Agosto-Settembre un continuo, sempre ad inizio pasto e questa volta in due episodi mi si è gonfiata la parotide, sempre mi passa dopo la fuoriuscita improvvisa di saliva. Prima di questi due episodi rifatta eco, niente!!! Iniziano a dirmi che è un problema di condilo mandibolare. Faccio l'ortopanoramica e mi dicono di mettere il bite, vado da un altro ortodonzista che mi dice che si tratta di coliche salivari. Vado da uno gnatologo che dopo visita mi dice che ho la mandibola deviata a dx, l'apertura della bocca è rigida, spingeva con le dita per aprire di più, ma nulla. Mi ha detto che i miei denti non combaciano nessuno, che devo fare la tac per vedere i condili, ma che secondo lui la mia sintomatologia non c'entra nulla. Ora da quando mi hanno visitato mi dà fastidio il condilo, però boh...non so che pensare, tra pochi gg devo rifare l'eco...cmq da ottobre ho avuto solo due/tre episodi. Massaggio la parotide facendo uscire saliva, le cose sembrano migliorate, non so....se palpo dietro e appena sotto l'orecchio sento, non sempre, dolore. Ora non so se riguarda la parotide o la mandibola. Che ne pensate? Grazie.
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Gentile Paziente, ritengo che si possa trattare di quel quadro clinico che , a mio parere, va sotto diverse denominazioni a seconda della sua diversa manifestazione clinica: Ipertrofia Parotidea, Ipertrofia Mssetero- Parotidea, Parotite non epidemica (se associata a infiammazione e o infezione) Scialolitiasi se si riscontrano calcoli, Ipertrofia Essenziale del Massetere se questo muscolo assume dimensioni anche esteticamente sgradevoli. Si tratta di quadri definiti abbastanza enigmatici nella letteratura scientifica, con qualche indicazione terapeutica per l'episodio acuto, ma senza spiegazioni per le recidive: ovviamente, se nel suo caso l'episodio rimane unico, credo che ben difficilmente si possano confermare le indicazioni chirurgiche: io mi fermerei lì.
Se invece il problema ricorre o cronicizza, come in tutte le patologie ricorrenti o croniche credo si debba attentamente considerare le condizioni di "terreno". .Per terreno , in questo caso, intendo una struttura sfavorevole, che in questo caso é costituita dall'ipertono del massetere legato alla sfavorevole occlusione dentaria . Il massetere contratto aumenta la dimensione del ventre muscolare e comprime così il dotto escretore della parotide (dotto di Stenone), che decorre in intimo contatto con il muscolo. Ciò causa ristagno salivare e gonfiore: di qui le aree ipoecogene o anecogene riscontrate nell’ecografia, che altro non sono che saliva, con qualche eventuale infiltrazione infiammatoria. L’ostruzione , peraltro, non è quasi mai serrata (a meno di un grosso calcolo, che si può formare per precipitazione a seguito del ristagno salivare), per cui il quadro può risolversi spontaneamente, come nel suo caso , salvo poter ricorrere.
Se il mio sospetto è giusto, la terapia è rivolta ad allentare la tensione del massetere intreressato, ed é semplice e rapidamente risolutiva se il caso é ben inquadrato . La prognosi può invece essere triste se il caso non viene compreso e il danno tissutale si ripropone troppe volte: si va alla parotidectomia , con grave rischio di lesione del nervo Facciale, intervento che forse nel suo caso è stato programmato un po’ frettolosamente.
Ovviamente va sottolineato che una consulenza via internet può solo rappresentare un'ipotesi,che va sempre rivalutata in sede clinica sotto diretto controllo del medico: per dire di più bisognerebbe poter veder direttamente la situazione
Su questa problematica ho recentemente pubblicato uno studio pilota sul bambino :
Bernkopf E. Colleselli P. Broia V De Benedictis F.M.:Is recurrent parotitis in childhood still an enigma? a pilot experience. Acta Paediatrica 2008 97, pp. 478–482 Impact Factor: 1.297
http://www.studiober.com/pdf/Parotite ricorrente con abstract ACTA.pdf
La problematica dell’adulto è, a mio parere , molto simile.
Da quel che riferisce, i medici consultati non hanno idee ben chiare sul suo problema. In particolare la TAC non serve , e nemmeno una nuova eco, visto che, nei periodi intercritici, la ghiandola è normalissima .
Nel mio sito www.studiober.com alla pagina "casi significativi" ci sono descritti alcuni casi:
http://www.studiober.com/category/parotite/
Cordiali saluti ed auguri
Se invece il problema ricorre o cronicizza, come in tutte le patologie ricorrenti o croniche credo si debba attentamente considerare le condizioni di "terreno". .Per terreno , in questo caso, intendo una struttura sfavorevole, che in questo caso é costituita dall'ipertono del massetere legato alla sfavorevole occlusione dentaria . Il massetere contratto aumenta la dimensione del ventre muscolare e comprime così il dotto escretore della parotide (dotto di Stenone), che decorre in intimo contatto con il muscolo. Ciò causa ristagno salivare e gonfiore: di qui le aree ipoecogene o anecogene riscontrate nell’ecografia, che altro non sono che saliva, con qualche eventuale infiltrazione infiammatoria. L’ostruzione , peraltro, non è quasi mai serrata (a meno di un grosso calcolo, che si può formare per precipitazione a seguito del ristagno salivare), per cui il quadro può risolversi spontaneamente, come nel suo caso , salvo poter ricorrere.
Se il mio sospetto è giusto, la terapia è rivolta ad allentare la tensione del massetere intreressato, ed é semplice e rapidamente risolutiva se il caso é ben inquadrato . La prognosi può invece essere triste se il caso non viene compreso e il danno tissutale si ripropone troppe volte: si va alla parotidectomia , con grave rischio di lesione del nervo Facciale, intervento che forse nel suo caso è stato programmato un po’ frettolosamente.
Ovviamente va sottolineato che una consulenza via internet può solo rappresentare un'ipotesi,che va sempre rivalutata in sede clinica sotto diretto controllo del medico: per dire di più bisognerebbe poter veder direttamente la situazione
Su questa problematica ho recentemente pubblicato uno studio pilota sul bambino :
Bernkopf E. Colleselli P. Broia V De Benedictis F.M.:Is recurrent parotitis in childhood still an enigma? a pilot experience. Acta Paediatrica 2008 97, pp. 478–482 Impact Factor: 1.297
http://www.studiober.com/pdf/Parotite ricorrente con abstract ACTA.pdf
La problematica dell’adulto è, a mio parere , molto simile.
Da quel che riferisce, i medici consultati non hanno idee ben chiare sul suo problema. In particolare la TAC non serve , e nemmeno una nuova eco, visto che, nei periodi intercritici, la ghiandola è normalissima .
Nel mio sito www.studiober.com alla pagina "casi significativi" ci sono descritti alcuni casi:
http://www.studiober.com/category/parotite/
Cordiali saluti ed auguri
Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com
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Utente
Grazie per la tempestiva risposta. La prima volta sono andata in visita in una clinica odontoiatrica, dove mi hanno fatto l'ortopanoramica e oltre alle varie cure odontoiatriche mi hanno prescritto il bite. Ho chiesto se il mio fastidio dipendesse dal condilo e loro mi hanno fatto vedere le immagini dove quello di sx appariva normale mentre il dx mi hanno detto che il "foglietto, spazio" era ridotto e chela era inutile fare l'eco perché non avrebbero trovato nulla. Effettivamente avevano ragione. Però io volevo cmq un vero gnatologo. Effettivamente la visita è stata diversa, mi ha sentito il muscolo massetere. A distanza di una settimana come inizio a mangiare sento fastidio al condilo ma continuando la masticazione sparisce. Questo da dopo la visita. Cmq per lui rimane un problema di calcolosi. Ora mi chiedo la tac a cosa serve? Potrei direttamente mettere il bite come mi hanno detto all'inizio? Effettivamente se lo devo mettere andrei da loro, perché nella clinica dove c'è lo gnatologo costa 4 volte di più. Che mi consiglia? Se è importante la tac la faccio, altrimenti preferirei evitare.
[#5]
"Cmq per lui rimane un problema di calcolosi": se ha letto il mio articolo sa già la risposta.
Cosa serve la tac lo dovrebbe chiedere a chi gliel'ha prescritta.
Il costo di un bite è argomento importante, ma dire "un bite" é come dire "una pillola" : rappresenta un trattamento assolutamente individuale, e , come una pillola consiste nello sbocco terapeutico di una diagnosi che deve essere corretta, e corretta deve essere anche la modalità di assunzione, (e solo a queste condizioni QUELLA pillola può risolvere QUELLA patologia), così il bite rappresenta la configurazione tecnica e artigianale di un ragionamento diagnostico e di una ipotesi terapeutica formulata dal dentista-gnatologo che lo prescrive e fa realizzare: è quest’ultima, cioè la prestazione culturale che il paziente acquista, non l''oggetto artigianale che qualunque tecnico realizza in un''ora di lavoro, e che è di infimo valore venale se disgiunto dalla prima.
Uno gnatologo, come ogni professionista, si colloca nella fascia professionale in cui ritiene di potersi collocare, e che i pazienti gli riconoscono, anche per quel che riguarda la parcella richiesta .
Cordiali saluti ed auguri
Cosa serve la tac lo dovrebbe chiedere a chi gliel'ha prescritta.
Il costo di un bite è argomento importante, ma dire "un bite" é come dire "una pillola" : rappresenta un trattamento assolutamente individuale, e , come una pillola consiste nello sbocco terapeutico di una diagnosi che deve essere corretta, e corretta deve essere anche la modalità di assunzione, (e solo a queste condizioni QUELLA pillola può risolvere QUELLA patologia), così il bite rappresenta la configurazione tecnica e artigianale di un ragionamento diagnostico e di una ipotesi terapeutica formulata dal dentista-gnatologo che lo prescrive e fa realizzare: è quest’ultima, cioè la prestazione culturale che il paziente acquista, non l''oggetto artigianale che qualunque tecnico realizza in un''ora di lavoro, e che è di infimo valore venale se disgiunto dalla prima.
Uno gnatologo, come ogni professionista, si colloca nella fascia professionale in cui ritiene di potersi collocare, e che i pazienti gli riconoscono, anche per quel che riguarda la parcella richiesta .
Cordiali saluti ed auguri
[#6]
Utente
La tac me la farebbero come percorso interno, senza rilasciarmi il referto. Se decido di andare altrove me la metterebbero su una pennetta, ma mi hanno già detto che se da chi vado non hanno il programma che hanno loro, non può essere letta. Quindi il bite dipende da quello che uno ha, scusi l'ignoranza ma credevo che vi era solo distinzione tra morbidi e rigidi. Mi ha anche riferito che nel caso in cui vi fossero calcoli alla parotide di non procedere oltre.
[#12]
Utente
Ah ecco, è un chirurgo maxillo facciale! Non me lo hanno detto, mi hanno detto che era uno gnatologo! Quindi che devo fare? Cerco uno gnatologo, ho un maxillo facciale ha le stesse competenze? Se devo andare da uno gnatologo saprebbe indicarmi qualcuno, è impressionante la difficoltà nel reperire tale figura!
[#14]
Utente
Mi rendo conto, grazie lo stesso. Una domanda, quando ho fatto l'eco, l'ho fatta quando ero asintomatica e cmq quando il fastidio arrivava ad inizio pasto e poi masticando andava subito via, durava pochi secondi. Dopo aver eseguito l'eco che il tutto ha iniziato a perdurare delle ore, a rilasciare saliva...l'ingrossamento vero, visibile anche agli altri, è avvenuto dopo aver mangiato una fetta di carne che era dura. Non so se è successo per aver affaticato l'articolazione o per il mezzo litro di limone che ci ho messo sopra. Ora da quando ho imparato a massaggiare la parotide è da un mese e mezzo che ho avuto solo due episodi, passati in pochissimo tempo. Ogni tanto mi capita qualche fitta mentre mangio, con fastidio anche alla guancia, ma niente di che. Devo confessare mi ci sto fissando su questa cosa, sono ipocondriaca ahimè. Cmq...può darsi che dall'eco non si sia visto nulla perché il dolore passava subito mentre mangiavo e se magari la facevo dopo, quando invece il dolore passava dopo un paio di ore, si sarebbe visto qualcosa? C'è relazione con la sindrome di sjogren che ne soffre mia sorella?
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 3.7k visite dal 13/11/2016.
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