Acufeni e contratture muscolari
Gentili Dottori,
all’età di circa 11 anni ho utilizzato un apparecchio per spingere indietro l’arcata superiore un po’ sporgente. Non saprei dire, però, se sia stato valutato per il mio problema se si dovesse agire, invece, sulla mandibola. Oggi, all’età di 30 anni, in seguito a due sedute ravvicinate dal dentista (per sostituire otturazioni) in cui in ciascuna sono stata per ben un’ora e mezza con la bocca molto aperta, ho cominciato ad accusare un acufene bilaterale. La visita dall’otorino non ha messo nulla in evidenza. Sono passati, così, mesi e nel frattempo ho già sciolto con la fisioterapia una forte contrattura cervicale, ho estratto tutti i denti del giudizio poiché non in posizione corretta, ma nessun risultato. Nella muscolatura facciale avverto, inoltre, una zona molto contratta: in entrambi i lati sembra ci sia un cordone che va dall’articolazione mandibolare fino alla parte centrale inferiore dello zigomo. In posizione di riposo non tendo a stringere i denti, anzi sono aperti, e mi sembra che la mandibola preferisca stare più avanti e che scivoli indietro nell’occlusione. Ho un click da un solo lato. Ho iperlordosi cervicale e lombare che dovrei risolvere con la ginnastica posturale. Il mio dentista, ipotizzando che la causa degli acufeni possa essere un difetto di occlusione (credo si dica morso profondo), mi sta proponendo di utilizzare un apparecchio funzionale per aprire il morso e modificare le altezze dei denti posteriori. Non ritiene necessari studi preventivi particolari e la cosa mi lascia perplessa. Che possibilità ci sono di collegare i miei acufeni con le problematiche citate e quali sono i passi per giungere alle corrette diagnosi e terapia? Grazie per la Vostra attenzione.
all’età di circa 11 anni ho utilizzato un apparecchio per spingere indietro l’arcata superiore un po’ sporgente. Non saprei dire, però, se sia stato valutato per il mio problema se si dovesse agire, invece, sulla mandibola. Oggi, all’età di 30 anni, in seguito a due sedute ravvicinate dal dentista (per sostituire otturazioni) in cui in ciascuna sono stata per ben un’ora e mezza con la bocca molto aperta, ho cominciato ad accusare un acufene bilaterale. La visita dall’otorino non ha messo nulla in evidenza. Sono passati, così, mesi e nel frattempo ho già sciolto con la fisioterapia una forte contrattura cervicale, ho estratto tutti i denti del giudizio poiché non in posizione corretta, ma nessun risultato. Nella muscolatura facciale avverto, inoltre, una zona molto contratta: in entrambi i lati sembra ci sia un cordone che va dall’articolazione mandibolare fino alla parte centrale inferiore dello zigomo. In posizione di riposo non tendo a stringere i denti, anzi sono aperti, e mi sembra che la mandibola preferisca stare più avanti e che scivoli indietro nell’occlusione. Ho un click da un solo lato. Ho iperlordosi cervicale e lombare che dovrei risolvere con la ginnastica posturale. Il mio dentista, ipotizzando che la causa degli acufeni possa essere un difetto di occlusione (credo si dica morso profondo), mi sta proponendo di utilizzare un apparecchio funzionale per aprire il morso e modificare le altezze dei denti posteriori. Non ritiene necessari studi preventivi particolari e la cosa mi lascia perplessa. Che possibilità ci sono di collegare i miei acufeni con le problematiche citate e quali sono i passi per giungere alle corrette diagnosi e terapia? Grazie per la Vostra attenzione.
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Esistono diversi articoli che correlano disturbi otorino con malocclusione. Decisamente nell'adulto l'ortodonzia "facile" non esiste, specie in presenza di dolore. Assolutamente prima si deve fare diagnosi cefalometrica (teleradiografia latero-laterale del cranio) ed attraverso kinesiografo. Comunque tutte le volte che si sottoporrà a sedute odontoiatriche lunghe è possibile un peggioramento. Il mio consiglio è di fare un bite immediatamente, raccomandandogli di non spostare i denti in presenza di dolore.
Saluti
Dr. Daniele Tonlorenzi
Prof. A.C "fisiologia e Patologia del movimento e della Postura"
Dipartimento di Fisiologia Università di Pisa
dtonlorenzi@mcarrara.com
Saluti
Dr. Daniele Tonlorenzi
Prof. A.C "fisiologia e Patologia del movimento e della Postura"
Dipartimento di Fisiologia Università di Pisa
dtonlorenzi@mcarrara.com
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"Non ritiene necessari studi preventivi particolari e la cosa mi lascia perplessa."
Anche a me.
Prima la diagnosi, poi la terapia.
Se invece c'è una urgenza, può essere proposto un semplicissimo presidio anticontratturante della muscolatura, giusto il tempo per poter procedere con i necessari accertamenti diagnostici.
Le scuole gnatologiche sono tante, con accertamenti (e a volte soluzioni) diversissime.
Non c'è probabilmente una scuola migliore dell'altra.
La cosa fondamentale, indipendentemente dal percorso formativo, è che si raggiunga una diagnosi certa e che la terapia funzioni.
In altre parole, non importa di che colore sia il gatto.
Basta che prenda i topi.
Cordiali saluti
Anche a me.
Prima la diagnosi, poi la terapia.
Se invece c'è una urgenza, può essere proposto un semplicissimo presidio anticontratturante della muscolatura, giusto il tempo per poter procedere con i necessari accertamenti diagnostici.
Le scuole gnatologiche sono tante, con accertamenti (e a volte soluzioni) diversissime.
Non c'è probabilmente una scuola migliore dell'altra.
La cosa fondamentale, indipendentemente dal percorso formativo, è che si raggiunga una diagnosi certa e che la terapia funzioni.
In altre parole, non importa di che colore sia il gatto.
Basta che prenda i topi.
Cordiali saluti
www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)
[#3]
Per quanto riguarda la mia esperienza, mi sono trovato frequentemente a rilevare la correlazione tra acufeni e dislocamento posteriore della mandibola, spesso risolti con il corretto riposizionamento di quest'ultima. Debbo dire che l'inizio della storia clinica ("un apparecchio per spingere indietro l'arcata inferiore") mi induce al sospetto che nel caso in questione ci troviamo di fronte ad una dislocazione mandibolare; questa andrebbe valutata con strumenti diagnostici adeguati quali potrebbero essere i tracciati elettromiografici e kinesiografici dopo elettrostimolazione(tens) per il preventivo rilassamento dei muscoli elevatori della mandibola. Senza tali indagini, mi permetto di sconsigliarle avventure con bites che definirei "casuali" .
Cordialita'
Dr. Lorenzo Alberti Roma
Cordialita'
Dr. Lorenzo Alberti Roma
Dr Lorenzo Alberti
www.drlorenzoalberti.it
www.miolabroma.it
[#4]
La paziente ha scritto: "all’età di circa 11 anni ho utilizzato un apparecchio per spingere indietro l’arcata superiore un po’ sporgente", non inferiore. La TENS è di sicuro un ottimo ausilio che ho usato a lungo. Attualmente utilizzo una tecnica diversa, il bite in iperestensione, che mi ha insegnato il Prof Marcello Brunelli un neuroscienziato del Dipartimento di Fisiologia dell'Università di Pisa. Gentile signora provi a prendere un rotolo di carta e ad usare un foglio. Lo pieghi ripetutamente ed infili in bocca la parte più alta in maniera da tenere la bocca nella massima estensione (per 10 minuti). Lo tolga e ci faccia sapere le modifiche che percepisce, purtroppo stimolando per 10 minuti la durata è breve, il tempo sarà lungo solo con un bite che mantenga la bocca in massima apertura, da portare tutta la notte.
Saluti
Daniele Tonlorenzi
Saluti
Daniele Tonlorenzi
[#5]
Utente
...innanzitutto un grazie di cuore per la Vostra disponibilità...sapere di poter contare su un team di esperti come il Vostro dà speranza e coraggio. Sono stata di recente in un centro di gnatologia della mia città. Non mi hanno sottoposto, con mia delusione, ai test consigliati (teleradioscopia e kinesiografo), in più nessuna attenzione alla storia clinica. Hanno semplicemente rilevato al tatto una zona contratta e mi hanno proposto una cura con farmaci miorilassanti. Non l'ho iniziata anche perchè mi sembra di aver capito che posso ricorrere ad altre soluzioni per decontrarre la muscolatura. Gentile Dott. Tonlorenzi, mi piacerebbe molto eseguire il test che mi ha descritto, mi deve perdonare ma non ho ben capito come effettuarlo (quale rotolo di carta usare e cosa è corretto intendere con l'espressione "infilare la parte più alta in bocca"). Ho notato che in alcuni risvegli (di notte e al mattino) per pochi secondi gli acufeni sono talmente attenuati che mi sembra di non avvertirli, ma poi riprendono la loro intensità (pur respirando dal naso, dormo spesso con la bocca aperta e ho la mandibola rilassata). Le contratture possone essere causate da stress? In caso affermativo, il bite è sempre d'aiuto?
I miei più cordiali saluti
I miei più cordiali saluti
[#6]
Quale carta, una rigida tipo rotolone. Come metterla, dalla parte più alta (dopo averla piegata e ripiegata) per mantenere la bocca in massima apertura. In alternativa uno di quegli "stecchi" che si usa dentro i gelati, tagliato lungo per tenere la bocca in massima apertura. Fare diagnosi per pc non è possibile. Questo bite in caso di stress? non lo so dire senza aver fatto una diagnosi più precisa.
Saluti
Daniele Tonlorenzi
Saluti
Daniele Tonlorenzi
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 22.6k visite dal 22/10/2007.
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Approfondimento su Acufeni
L'acufene (o tinnito) è un disturbo dell'orecchio che si manifesta sotto forma di ronzio o fischio costante o pulsante. Scopri i sintomi, le cause e i rimedi.