Tos, opportunità
Buongiorno,
Da molti anni soffro di miomi che nel tempo hanno provocato flussi semi-emorragici.
A 51 anni (2019) avevo ancora cicli regolari e avendo riscontrato emoglobina a 8, su consiglio della ginecologa ho iniziato ad assumere KLAIRA (+ ferro e acido folico).
Nel giro di qualche mese, sono stata meglio e tutti i valori si sono regolarizzati.
A parte la mammografia per la quale aderisco allo screening, per 4 anni ho continuato con klaira controllando solo emocromo.
Quest'anno finalmente ho eseguito visita ginecologica ed esami del sangue completi (tutto ok, tranne colesterolo 200 mg/dl con HDL 56 e trigliceridi nella norma).
Dalla visita è emerso quadro sostanzialmente invariato, l'utero ha la dimensione come a 12 settimane di gravidanza, un fibroma sembra in via di necrosi.
Le ovaie non sono risultate visibili (sembra che siano finite posteriormente all'utero).
La ginecologa mi ha suggerito di passare ad un prodotto a minor dosaggio ormonale PAUDIEN ma con identica formulazione di Klaira.
L'ipotesi tendenzialmente mi aggraderebbe perché con gli ormoni sono stata molto bene in questi anni e francamente mi disturba l'idea di dover affrontare la menopausa con (eventuali, non ne ho idea) disturbi associati.
Tuttavia temo l'aumento rischio imputabile alla Tos, in particolare per ictus e per embolia polmonare.
Ho 55, quasi 56 anni e quindi i rischi già di per sè aumentano.
La ginecologa mi ha rassicurato dicendomi che trattandosi della stessa identica molecola (sia per estradiolo che per progesterone) tra klaira e paudien, risulterebbe continuità e quindi il rischio si mantiene ai livelli a cui si è assestato, senza quel peggioramento che si registra di solito il primo anno di assunzione.
Fattori di rischio, in teoria nessuno, tranne che mia mamma dopo tra i 65 e i 90 anni (i miei sono entrambi ultranovantenni) ha avuto 4 episodi di tia, risolti.
Egregi dottori, mi potete dare un vostro parere sulla opportunità di proseguire il trattamento ormonale?
Grazie mille
Da molti anni soffro di miomi che nel tempo hanno provocato flussi semi-emorragici.
A 51 anni (2019) avevo ancora cicli regolari e avendo riscontrato emoglobina a 8, su consiglio della ginecologa ho iniziato ad assumere KLAIRA (+ ferro e acido folico).
Nel giro di qualche mese, sono stata meglio e tutti i valori si sono regolarizzati.
A parte la mammografia per la quale aderisco allo screening, per 4 anni ho continuato con klaira controllando solo emocromo.
Quest'anno finalmente ho eseguito visita ginecologica ed esami del sangue completi (tutto ok, tranne colesterolo 200 mg/dl con HDL 56 e trigliceridi nella norma).
Dalla visita è emerso quadro sostanzialmente invariato, l'utero ha la dimensione come a 12 settimane di gravidanza, un fibroma sembra in via di necrosi.
Le ovaie non sono risultate visibili (sembra che siano finite posteriormente all'utero).
La ginecologa mi ha suggerito di passare ad un prodotto a minor dosaggio ormonale PAUDIEN ma con identica formulazione di Klaira.
L'ipotesi tendenzialmente mi aggraderebbe perché con gli ormoni sono stata molto bene in questi anni e francamente mi disturba l'idea di dover affrontare la menopausa con (eventuali, non ne ho idea) disturbi associati.
Tuttavia temo l'aumento rischio imputabile alla Tos, in particolare per ictus e per embolia polmonare.
Ho 55, quasi 56 anni e quindi i rischi già di per sè aumentano.
La ginecologa mi ha rassicurato dicendomi che trattandosi della stessa identica molecola (sia per estradiolo che per progesterone) tra klaira e paudien, risulterebbe continuità e quindi il rischio si mantiene ai livelli a cui si è assestato, senza quel peggioramento che si registra di solito il primo anno di assunzione.
Fattori di rischio, in teoria nessuno, tranne che mia mamma dopo tra i 65 e i 90 anni (i miei sono entrambi ultranovantenni) ha avuto 4 episodi di tia, risolti.
Egregi dottori, mi potete dare un vostro parere sulla opportunità di proseguire il trattamento ormonale?
Grazie mille
[#1]
È chiaro che non può continuare con la Klaira che ha un dosaggio ormonale per contraccezione ,quindi con un rischio tromboembolico maggiore rispetto alla TOS ( Paudien).
La valutazione del rischio tromboembolico la eseguirà il Collega in base alla anamnesi personale e familiare ed eventualmente dopo valutazione dei fattori della coagulazione, dei fattori di rischio : fumo obesità , ipertensione ed altro.
Saluti
La valutazione del rischio tromboembolico la eseguirà il Collega in base alla anamnesi personale e familiare ed eventualmente dopo valutazione dei fattori della coagulazione, dei fattori di rischio : fumo obesità , ipertensione ed altro.
Saluti
dott.Nicola Blasi
specialista in Ginecologia e Ostetricia. Patologia Cervico-vaginale e vulvare.
BARI
[#2]
Utente
Grazie
Certamente con la ginecologa c'è già stata una valutazione del rischio soggettivo.
Mi interessava sentire se il fatto di continuare con la stessa molecola (anche se con dose estradiolo dimezzato) possa essere effettivamente considerato un po meno rischioso rispetto ad un cambiamento totale.
Comunque grazie e buona giornata
Certamente con la ginecologa c'è già stata una valutazione del rischio soggettivo.
Mi interessava sentire se il fatto di continuare con la stessa molecola (anche se con dose estradiolo dimezzato) possa essere effettivamente considerato un po meno rischioso rispetto ad un cambiamento totale.
Comunque grazie e buona giornata
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.8k visite dal 02/07/2023.
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