Isterectomia sovracervicale
Gentili dottori,
sono una donna di 49 anni e dal 2002 mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla. Siccome su questo versante non ho più avuto nessun episodio e sto abbastanza bene, non assumo più alcuna terapia ormai da due anni e mezzo (per più di quattro anni sono stata in cura con interferone).
Nell'ottobre del 2004 sono stata sottoposta a intervento per asportazione di un mioma all'utero (intervento in laparotomia) che mi dava problemi a causa dell'abbondanza del flusso nel periodo mestruale. Ricordo questo intervento come parecchio invasivo e con un difficile e lungo decorso postoperatorio. Dopo poco più di due anni il mioma si è riformato riproponendosi con la medesima sintomatologia. Fino a quindici mesi fa era delle dimensioni 78x59x59 mm. Alla visita ginecologica dell'ottobre scorso il medico non ritenne utile ripetere l'ecografia; lo scorso aprile, a causa dell'imponenza del flusso mestruale, mi sono di nuovo sottoposta a visita: il mioma sembra essere cresciuto molto velocemente: occupa l'intera pelve. Mi si prescrive un'ecografia TV e vengo consigliata di sottopormi a intervento per togliere l'utero.
In un successivo consulto ginecologico, mi si consiglia l'intervento di isterectomia sovracervicale, dicendomi che si tratta di un intervento più conservativo atto a salvaguardare l'equilibrio pelvico. Il mio timore, ora come in occasione del primo intervento, riguarda proprio la vescica: è vero, oggi non ho alcun problema alla vescica, ma temo che la patologia neurologica possa farsi sentire prima o poi e mi è parso di capire che asportare l'utero non sia una buona cosa per il buon funzionamento della vescica medesima.
Oggi ho fatto l'ecografia che ha rilevato le seguenti misure del mioma: 124x111x107 e il ginecologo che ha eseguito l'esame mi ha assicurato che conservare il collo dell'utero non sarebbe affatto una garanzia per mantenere un funzionale equilibrio pervico. Che fare? Da una decina di giorni mi sono decisa ad assumere la pillola (Belara) allo scopo di liberarmi dal ciclo per i prossimi sei mesi ( terapia questa concordata con il ginecologo che in aprile mi aveva già prospettato la necessità dell'intervento).
Il ricordo dell'intervento del 2004 è ancora vivo.
Al di là dell'addome un po' asimmetrico, se tolgo il disagio del flusso abbondante, peraltro controllabile con la pillola, non ho alcun altro disturbo; la vescica non da segni di disagio e io comincio a chiedermi perchè mai dovrei sottopormi a un intervento di cui poi potrei pentirmi.
Insomma, perchè operarmi se posso controllare i sintomi? E qualora decidessi per il sacrificio, non è più certa la possibilità di ritrovarmi poi a gestire un problema urinario che, in virtù dell'intervento e della malattia neurologica
potrebbe radicalizzarsi?
Spero di essere stata sufficientemente esauriente nella descrizione del problema e ringrazio anticipatamente chi avrà la pazienza di leggere ed esprimere un sempre gradito parere.
Grazie!
sono una donna di 49 anni e dal 2002 mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla. Siccome su questo versante non ho più avuto nessun episodio e sto abbastanza bene, non assumo più alcuna terapia ormai da due anni e mezzo (per più di quattro anni sono stata in cura con interferone).
Nell'ottobre del 2004 sono stata sottoposta a intervento per asportazione di un mioma all'utero (intervento in laparotomia) che mi dava problemi a causa dell'abbondanza del flusso nel periodo mestruale. Ricordo questo intervento come parecchio invasivo e con un difficile e lungo decorso postoperatorio. Dopo poco più di due anni il mioma si è riformato riproponendosi con la medesima sintomatologia. Fino a quindici mesi fa era delle dimensioni 78x59x59 mm. Alla visita ginecologica dell'ottobre scorso il medico non ritenne utile ripetere l'ecografia; lo scorso aprile, a causa dell'imponenza del flusso mestruale, mi sono di nuovo sottoposta a visita: il mioma sembra essere cresciuto molto velocemente: occupa l'intera pelve. Mi si prescrive un'ecografia TV e vengo consigliata di sottopormi a intervento per togliere l'utero.
In un successivo consulto ginecologico, mi si consiglia l'intervento di isterectomia sovracervicale, dicendomi che si tratta di un intervento più conservativo atto a salvaguardare l'equilibrio pelvico. Il mio timore, ora come in occasione del primo intervento, riguarda proprio la vescica: è vero, oggi non ho alcun problema alla vescica, ma temo che la patologia neurologica possa farsi sentire prima o poi e mi è parso di capire che asportare l'utero non sia una buona cosa per il buon funzionamento della vescica medesima.
Oggi ho fatto l'ecografia che ha rilevato le seguenti misure del mioma: 124x111x107 e il ginecologo che ha eseguito l'esame mi ha assicurato che conservare il collo dell'utero non sarebbe affatto una garanzia per mantenere un funzionale equilibrio pervico. Che fare? Da una decina di giorni mi sono decisa ad assumere la pillola (Belara) allo scopo di liberarmi dal ciclo per i prossimi sei mesi ( terapia questa concordata con il ginecologo che in aprile mi aveva già prospettato la necessità dell'intervento).
Il ricordo dell'intervento del 2004 è ancora vivo.
Al di là dell'addome un po' asimmetrico, se tolgo il disagio del flusso abbondante, peraltro controllabile con la pillola, non ho alcun altro disturbo; la vescica non da segni di disagio e io comincio a chiedermi perchè mai dovrei sottopormi a un intervento di cui poi potrei pentirmi.
Insomma, perchè operarmi se posso controllare i sintomi? E qualora decidessi per il sacrificio, non è più certa la possibilità di ritrovarmi poi a gestire un problema urinario che, in virtù dell'intervento e della malattia neurologica
potrebbe radicalizzarsi?
Spero di essere stata sufficientemente esauriente nella descrizione del problema e ringrazio anticipatamente chi avrà la pazienza di leggere ed esprimere un sempre gradito parere.
Grazie!
[#1]
Cara utente
con un mioma di quelle dimensioni, la scelta può essere solo chirurgica ed ablativa totale per via laparotomica.
Conservare il collo dell'utero, per alcuni, avrebbe importanza nella conservazione della statica pelvica, visto che il complesso cervice/istmo costituisce quasi come il perno centrale di una ruota, i cui raggi si dipanano verso la pelvi ossea in tutte le direzioni (anteriore, laterale e posteriore). Questo complesso e complicato insieme di strutture leganti, conosciuto sotto il nome omnicomprensivo di connettivo sottoperitoneale, insieme ad un elemento sostenitore qual'è il muscolo elevatore dell'ano, è responsabile della statica e della normale posizione di visceri quali utero stesso, vescica/uretra pelvica e retto pelvico che, deprivati di questo sistema di ancoraggio e, ancor più di quello di sostegno (sebbene quest'ultimo non direttamente in relazione all'intervento stesso), inizierebbero a discendere dalla loro sede originaria, prolassando nell'area perineale (isterocele, cisto-uretrocele, rettocele) con gradi ed intensità differenti cui si associano sintomi diversificati per tipologia, frequenza ed importanza.
In altre parole, la scelta dell'isterectomia sopracervicale, con conservazione del collo dell'utero, sarebbe in grado di non "sezionare importanti elementi di ancoraggio di questi visceri pelvici alle pareti ossee.
Nella mia personale esperienza di chirurgo ginecologo "classico", tuttavia ritengo maggiormente importante, a questi fini, l'integrità e la normalità dell'elemento sostenitore costituito dalle fibre dell'elevatore dell'ano, ed in particolare dal fascio pubo.coccigeo di questo importante e complicato sistema muscolare.
Avnedo cura di consigliare un adeguato periodo di riabilitazione del pavimento pelvico, si potrebbe senz'altro eseguire una isterectomia totale e star tranquilli per la statica pelvica.
Il problema dell'innervazione vescicale, oggi, si può prevenire in parte, eseguendo una sezione particolare dei legamenti utero-sacrali come certamento il Collega conosce.
Avendo, Lei, una malattia che compromette il sistema di trasmissione neuromuscolare, il danno vescicale potrebbe intervenire indipendentemente dall'atto chirurgico o anche in presenza di una isterectomia sopracervicale.
Cordialmente.
con un mioma di quelle dimensioni, la scelta può essere solo chirurgica ed ablativa totale per via laparotomica.
Conservare il collo dell'utero, per alcuni, avrebbe importanza nella conservazione della statica pelvica, visto che il complesso cervice/istmo costituisce quasi come il perno centrale di una ruota, i cui raggi si dipanano verso la pelvi ossea in tutte le direzioni (anteriore, laterale e posteriore). Questo complesso e complicato insieme di strutture leganti, conosciuto sotto il nome omnicomprensivo di connettivo sottoperitoneale, insieme ad un elemento sostenitore qual'è il muscolo elevatore dell'ano, è responsabile della statica e della normale posizione di visceri quali utero stesso, vescica/uretra pelvica e retto pelvico che, deprivati di questo sistema di ancoraggio e, ancor più di quello di sostegno (sebbene quest'ultimo non direttamente in relazione all'intervento stesso), inizierebbero a discendere dalla loro sede originaria, prolassando nell'area perineale (isterocele, cisto-uretrocele, rettocele) con gradi ed intensità differenti cui si associano sintomi diversificati per tipologia, frequenza ed importanza.
In altre parole, la scelta dell'isterectomia sopracervicale, con conservazione del collo dell'utero, sarebbe in grado di non "sezionare importanti elementi di ancoraggio di questi visceri pelvici alle pareti ossee.
Nella mia personale esperienza di chirurgo ginecologo "classico", tuttavia ritengo maggiormente importante, a questi fini, l'integrità e la normalità dell'elemento sostenitore costituito dalle fibre dell'elevatore dell'ano, ed in particolare dal fascio pubo.coccigeo di questo importante e complicato sistema muscolare.
Avnedo cura di consigliare un adeguato periodo di riabilitazione del pavimento pelvico, si potrebbe senz'altro eseguire una isterectomia totale e star tranquilli per la statica pelvica.
Il problema dell'innervazione vescicale, oggi, si può prevenire in parte, eseguendo una sezione particolare dei legamenti utero-sacrali come certamento il Collega conosce.
Avendo, Lei, una malattia che compromette il sistema di trasmissione neuromuscolare, il danno vescicale potrebbe intervenire indipendentemente dall'atto chirurgico o anche in presenza di una isterectomia sopracervicale.
Cordialmente.
Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli
[#2]
Utente
Gentile dottore, la ringrazio per l'esauriente e tempestiva risposta, tuttavia mi piacerebbe aver un ulteriore Suo parere visto i dati esperienziali di cui dispone; qualora decidessi di non sottopormi ad alcun intervento quali potrebbero essere i rischi per la salute? E nel caso in cui l'intervento fosse necessario, Le pare che sia anche urgente? E, estrema razio, è assurdo pensare a una terapia medica che riduca il mioma in vista di una miectomia, decisamente più conservativa?
Grazie e mille!
Grazie e mille!
[#3]
Una miomectomia in un utero fibromatoso di quelle dimensioni è un controsenso chirurgico.
La terapia cirurgica non è urgente nel Suo caso (lo diventerebbe per emorragie continue e/o infezioni del mioma). Alcuni sostengono l'opportunità di procedere ad una terapia di blocco ormonale con Analoghi del GnRh almeno4 - 6 settimane prima dell'intervento dal momento che ciò ridurrebbe (ma non tutti sono d'accordo) la perdita di sangue intra-operatoria.
Ovviamente sull'opportunità o meno di praticare l'intervento l'ultima parola spetta a lei ed all'equipe che La segue.
Personalmente l'intervento chirurgico ablativo totale l'avrei proposto se Lei fosse una mia paziente.
La terapia cirurgica non è urgente nel Suo caso (lo diventerebbe per emorragie continue e/o infezioni del mioma). Alcuni sostengono l'opportunità di procedere ad una terapia di blocco ormonale con Analoghi del GnRh almeno4 - 6 settimane prima dell'intervento dal momento che ciò ridurrebbe (ma non tutti sono d'accordo) la perdita di sangue intra-operatoria.
Ovviamente sull'opportunità o meno di praticare l'intervento l'ultima parola spetta a lei ed all'equipe che La segue.
Personalmente l'intervento chirurgico ablativo totale l'avrei proposto se Lei fosse una mia paziente.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.8k visite dal 07/05/2009.
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Approfondimento su Sclerosi multipla
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