Fibroma uterino togliere in laparotomia o laparoscopia?
Salve
Ho 31 anni
Ho un fibroma uterino di 56"50mm a sviluppo intramurale e sottosieroso
Utero di volume triplo
Mi hanno consigliato di toglierlo
L ho scoperto già 2 anni fa un anno dopo la gravidanza (parto naturale) ed era di 44mm
Ad agosto ho avuto un aborto spontaneo
Il mio problema principale è che mi porta dei dolori all anca e mi dicono che ha la tendenza a crescere e visto che desideriamo un altro bimbo mi hanno consigliato di toglierlo
Il problema è il metodo un ginecologo mi ha consigliato la laparoscopia e un altro la laparotomia
Qual è il modo giusto per toglierlo?
Grazie
Ho 31 anni
Ho un fibroma uterino di 56"50mm a sviluppo intramurale e sottosieroso
Utero di volume triplo
Mi hanno consigliato di toglierlo
L ho scoperto già 2 anni fa un anno dopo la gravidanza (parto naturale) ed era di 44mm
Ad agosto ho avuto un aborto spontaneo
Il mio problema principale è che mi porta dei dolori all anca e mi dicono che ha la tendenza a crescere e visto che desideriamo un altro bimbo mi hanno consigliato di toglierlo
Il problema è il metodo un ginecologo mi ha consigliato la laparoscopia e un altro la laparotomia
Qual è il modo giusto per toglierlo?
Grazie
[#1]
Gentile Signora
la questione che Lei propone costituisce materia di notevole, anzi, notevolissima bagarre fra i vari Specialisti.
Volendo condensare quanto, attualmente, si conosce possiamo riassumere le risposte in questo modo:
1. la letteratura scientifica è ricca di lavori dai quali emerge la superiorità dell'approccio laparoscopico dei miomi rispetto a quello laparotomico "classico" in termini di compliance, eventuali effetti collaterali, ripresa della paziente, esiti chirurgici a distanza e tempi di ospedalizzazione fino ad un certo limite volumetrico e numerico della massa e di grandezza dell'utero cui la massa/le masse appartiene/appartengono
2. la superiorità della laparoscopia rispetto ad un approccio "mini-laparotomico", pur sempre evidente in letteratura, non è così "palese" come per l'approccio laparotomico "classico" e non convince molti Operatori
3. l'approccio reale, pratico alla risoluzione chirurgica del problema, risente notevolmente della preparazione del Chirurgo nelle due tecniche, dal momento che non è tanto l'asportazione della massa il vero problema, quanto la ricostruzione dell'utero con le suture ed il controllo della perdita ematica a costituire il vero fattore discriminante
4. gli esiti a distanza sulla "ripresa" delle caratteristiche strutturali dell'utero operato sono molto simili nei due approcci, mentre gli esiti cicatriziali o aderenziali risentono molto della bontà dell'emostasi chirurgica e delle eventuali complicanze generate dall'intervento.
5. nella decisione finale, intervengono anche fattori "locali" quali pregressi interventi, obesità della paziente, malattie generali quali diabete, malattie infiammatorie croniche ecc...
Quindi, in buona sostanza, mentre si può dire che la laparoscopia "parte avvantaggiata" sul piano teorico, su quello pratico, poi, la scelta "reale" dipenderà molto dal "contorno" entro cui la scelta si muove.
Saluti ed auguri.
la questione che Lei propone costituisce materia di notevole, anzi, notevolissima bagarre fra i vari Specialisti.
Volendo condensare quanto, attualmente, si conosce possiamo riassumere le risposte in questo modo:
1. la letteratura scientifica è ricca di lavori dai quali emerge la superiorità dell'approccio laparoscopico dei miomi rispetto a quello laparotomico "classico" in termini di compliance, eventuali effetti collaterali, ripresa della paziente, esiti chirurgici a distanza e tempi di ospedalizzazione fino ad un certo limite volumetrico e numerico della massa e di grandezza dell'utero cui la massa/le masse appartiene/appartengono
2. la superiorità della laparoscopia rispetto ad un approccio "mini-laparotomico", pur sempre evidente in letteratura, non è così "palese" come per l'approccio laparotomico "classico" e non convince molti Operatori
3. l'approccio reale, pratico alla risoluzione chirurgica del problema, risente notevolmente della preparazione del Chirurgo nelle due tecniche, dal momento che non è tanto l'asportazione della massa il vero problema, quanto la ricostruzione dell'utero con le suture ed il controllo della perdita ematica a costituire il vero fattore discriminante
4. gli esiti a distanza sulla "ripresa" delle caratteristiche strutturali dell'utero operato sono molto simili nei due approcci, mentre gli esiti cicatriziali o aderenziali risentono molto della bontà dell'emostasi chirurgica e delle eventuali complicanze generate dall'intervento.
5. nella decisione finale, intervengono anche fattori "locali" quali pregressi interventi, obesità della paziente, malattie generali quali diabete, malattie infiammatorie croniche ecc...
Quindi, in buona sostanza, mentre si può dire che la laparoscopia "parte avvantaggiata" sul piano teorico, su quello pratico, poi, la scelta "reale" dipenderà molto dal "contorno" entro cui la scelta si muove.
Saluti ed auguri.
Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli
[#3]
Non so se non toglierlo possa essere la scelta più saggia, dato che ha mostrato di aumentare progressivamente di volume.
Si potrebbe tentare una terapia medica se non vuole immediatamente ricorrere alla chirurgia.
In definitiva: non esiste una risposta UNICA, ma una risposta che si adatti alle caratteristiche del caso ed alle richieste della singola paziente, per cui la risposta che si può dare "dall'esterno" sarà sempre e per forza una risposta parziale, basata solo sui dati dottrinali ma non potrà calarsi nella realtà più di tanto.
Saluti
Si potrebbe tentare una terapia medica se non vuole immediatamente ricorrere alla chirurgia.
In definitiva: non esiste una risposta UNICA, ma una risposta che si adatti alle caratteristiche del caso ed alle richieste della singola paziente, per cui la risposta che si può dare "dall'esterno" sarà sempre e per forza una risposta parziale, basata solo sui dati dottrinali ma non potrà calarsi nella realtà più di tanto.
Saluti
[#4]
Utente
Grazie ancora per la sua risposta
E invece pensare ad una gravidanza e poi magari toglierlo
Perché ho paura che dopo aver fatto quest operazione posso avere dei problemi nell avere un altro bimbo
E poi un ultima cosa leggendo su internet vedo che i tempi di ripresa per la laparotomia sono più lunghi rispetto alla laporoscopia e vale anche per il ricovero giusto?
Grazie
E invece pensare ad una gravidanza e poi magari toglierlo
Perché ho paura che dopo aver fatto quest operazione posso avere dei problemi nell avere un altro bimbo
E poi un ultima cosa leggendo su internet vedo che i tempi di ripresa per la laparotomia sono più lunghi rispetto alla laporoscopia e vale anche per il ricovero giusto?
Grazie
[#5]
Gentile signora
Lei mi pone quesiti cui nessuno può darLe risposta se non chi può visitarla ed ecografarla di persona. Mi spiace, ma sulla scelta di perseguire una gravidanza senza rimuovere preventivamente il mioma, non posso esserLe d'aiuto.
Sui tempi di recupero, in letteratura sono riportati tempi più lunghi di recupero e ricovero più lunghi per gli interventi laparotomici, ma anche qui la differenza dipende da molteplici fattori (i tempi chirurgici, la perdita ematica, le condizioni generali della paziente, l'utilizzo di garze laparotomiche o meno, ecc.) per cui anche in questo caso la risposta non può essere nè netta nè definitiva.
Come Le dicevo .... non esiste una risposta UNICA, ma una risposta che si adatti alle caratteristiche del caso ed alle richieste della singola paziente, per cui la risposta che si può dare "dall'esterno" sarà sempre e per forza una risposta parziale, basata solo sui dati dottrinali ma non potrà calarsi nella realtà più di tanto.
Saluti
Lei mi pone quesiti cui nessuno può darLe risposta se non chi può visitarla ed ecografarla di persona. Mi spiace, ma sulla scelta di perseguire una gravidanza senza rimuovere preventivamente il mioma, non posso esserLe d'aiuto.
Sui tempi di recupero, in letteratura sono riportati tempi più lunghi di recupero e ricovero più lunghi per gli interventi laparotomici, ma anche qui la differenza dipende da molteplici fattori (i tempi chirurgici, la perdita ematica, le condizioni generali della paziente, l'utilizzo di garze laparotomiche o meno, ecc.) per cui anche in questo caso la risposta non può essere nè netta nè definitiva.
Come Le dicevo .... non esiste una risposta UNICA, ma una risposta che si adatti alle caratteristiche del caso ed alle richieste della singola paziente, per cui la risposta che si può dare "dall'esterno" sarà sempre e per forza una risposta parziale, basata solo sui dati dottrinali ma non potrà calarsi nella realtà più di tanto.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 7.8k visite dal 05/03/2021.
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