Tos
Gentile Dottore,
Ho 42 anni, sono in menopausa precoce spontanea ed assumo la TOS da circa sette anni. Purtroppo dopo circa un anno di assunzione sembra che l’efficacia venga a scemare e devo passare ad un altro prodotto. Ho assunto Trisequens, Climen, Estalis Sequis, Menorest 75 ed attualmente sono in cura con Demestril 75. Mi chiedevo se è normale questa “assuefazione” e se il continuo cambiamento puo’ essere dannoso. La cosa strana è che la terapia all’inizio funziona, poi, con il passare del tempo perde la sua efficacia. Ho aumentato il dosaggio arrivando anche ad assumere Menorest 100 ma, anche in questo caso, si ripresenta il problema “assuefazione”.
Conosco donne che seguono cicli di terapia da diversi anni senza mai cambiarli, ricavandone importanti benefici. Le vampate non dovevano forse calare con il passare degli anni ?
Grazie per il Suo prezioso aiuto.
Ho 42 anni, sono in menopausa precoce spontanea ed assumo la TOS da circa sette anni. Purtroppo dopo circa un anno di assunzione sembra che l’efficacia venga a scemare e devo passare ad un altro prodotto. Ho assunto Trisequens, Climen, Estalis Sequis, Menorest 75 ed attualmente sono in cura con Demestril 75. Mi chiedevo se è normale questa “assuefazione” e se il continuo cambiamento puo’ essere dannoso. La cosa strana è che la terapia all’inizio funziona, poi, con il passare del tempo perde la sua efficacia. Ho aumentato il dosaggio arrivando anche ad assumere Menorest 100 ma, anche in questo caso, si ripresenta il problema “assuefazione”.
Conosco donne che seguono cicli di terapia da diversi anni senza mai cambiarli, ricavandone importanti benefici. Le vampate non dovevano forse calare con il passare degli anni ?
Grazie per il Suo prezioso aiuto.
[#1]
Anzitutto complimenti per la scelta di praticare la TOS: molte altre donne ne sono (ingiustamente) terrorizzate.
BRAVA!!!
Alcuni dei preparati da Lei citati, sono solo a base di Estrogeni, senza Progestinici (Menorest, Dermestril), mentre altri presentano nella loro formaulazione dei progestinici (Trisequens, Climen, Estalis Sequi).
Può spiegarci il motivo di questo cambiamento?
Questa scelta, tra l'altro, può essere motivo della riduzione dell'efficacia dei prodotti sulla sintomatologia.
BRAVA!!!
Alcuni dei preparati da Lei citati, sono solo a base di Estrogeni, senza Progestinici (Menorest, Dermestril), mentre altri presentano nella loro formaulazione dei progestinici (Trisequens, Climen, Estalis Sequi).
Può spiegarci il motivo di questo cambiamento?
Questa scelta, tra l'altro, può essere motivo della riduzione dell'efficacia dei prodotti sulla sintomatologia.
Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli
[#2]
Utente
In effetti ho involontariamente omesso di specificare che la terapia con Menorest e Dermestril é sempre associata a Progeffik 200 ( dal 12 al 24 giorno del mese). Tutto cio' mi permette di "mestruare" regolarmente ma non di ridurre i fastidiossimi disturbi vasomotori. Sono davvero affranta anche perché ai sopra citati problemi si aggiunge il fatto che ho il cervello spesso in tilt. Ho infatti ripetuti cali di memoria e sono frequentemente molto stanca. Il mio ginecologo mi ha consigliato di assumente Estracomb TTS. Mi chiedo pero' se ne vale davvero la pena. Come infatti gia'detto tutti questi cambi di prodotti mi arrecano un beneficio di alcuni mesi poi tutto torna come prima se non peggio.
La ringrazio per il suo prezioso aiuto.
La ringrazio per il suo prezioso aiuto.
[#4]
Utente
Gentile Dottore,
Faro' sicuramente tesoro dei suoi preziosi consigli e non manchero' di metterli in pratica nell'effettuare i prossimi esami del sangue. Mi conforta constatare che ci sono medici che sostengono con convinzione la TOS. Non nascondo che in questi ultimi anni mi sono confrontata con due scuole di pensiero diametralmente opposte, cosa che ha generato in me non poche preoccupazioni. Mi incuriosisce a questo punto sapere se, a parer suo, il continuo cambiamento di medicinali per minimizzare i disturbi puo' essere pericoloso. Fondamentalmente mi é stato riferito che una tempesta ormonale soggetta a continue modifiche non arreca sempre e solo benefici. Questo onesamente mi preoccupa. Mi piacerebbe davvero conoscere il suo autorevole parere. GRAZIE
Faro' sicuramente tesoro dei suoi preziosi consigli e non manchero' di metterli in pratica nell'effettuare i prossimi esami del sangue. Mi conforta constatare che ci sono medici che sostengono con convinzione la TOS. Non nascondo che in questi ultimi anni mi sono confrontata con due scuole di pensiero diametralmente opposte, cosa che ha generato in me non poche preoccupazioni. Mi incuriosisce a questo punto sapere se, a parer suo, il continuo cambiamento di medicinali per minimizzare i disturbi puo' essere pericoloso. Fondamentalmente mi é stato riferito che una tempesta ormonale soggetta a continue modifiche non arreca sempre e solo benefici. Questo onesamente mi preoccupa. Mi piacerebbe davvero conoscere il suo autorevole parere. GRAZIE
[#5]
Le riporto alcuni commenti di chi Le scrive, del Prof. Sismondi e del Prof. Veronesi sull'argomento TOS.
Dr. Ivanoe Santoro:
Le posizioni allarmistiche sulla terapia ormonale sostitutiva derivano essenzialmente da due studi pubblicati sul finire degli anni '90. Entrambi questi studi sono un esempio inverecondo che, guarda caso, giunge proprio dalle patrie della statistica sanitaria, dai gonfaloni della percentuale, dai portabandiera del rigore scientifico: gli USA & C.
Entrambi questi studi, infatti, sembrano vere e proprie barzellette.
Anziane di 70 - 80 anni trattate con estrogeni; donne in menopausa da oltre 20 anni, in terapia sostitutiva; persone con indice di massa corporea ai limiti della vergogna che assumono estroprogestinici di sintesi o derivati dagli equini e così via.
E su queste basi si sono portati, in giro per il mondo, le cavolate più incredibili!
Alla faccia della serietà professionale.
Le vendite dei prodotti per la terapia ormonale sostitutiva sono crollate; numerose case farmaceutiche che avevano investito miliardi di vecchie lire in ricerca e sperimentazione serie, mandate sul lastrico...roba da cataclisma.
Fortunatamente qualcuno, a distanza di anni, sta mettendo ordine in quelle carte, in quei dati, con occhio vigile, con critica e sale in zucca!
L'odierna tendenza della Ginecologia, è quella di prescrivere la terapia ormonale sostitutiva alle donne che non hanno controindicazioni sul piano metabolico, oncologico, emostatico, immunologico, cardiovascolare (di un certo tipo), valutando caso per caso i benefici che la terapia potrebbe apportare in termini di miglioramento sintomatologico, eseguendo controlli seriati clinici, biochimici e strumentali nelle donne che assumono ormoni per la terapia ormonale sostitutiva, scegliendo preparati perfettamente identici a quelli naturali, senza radicali aggiunti (e, quindi, non di sintesi).
Prof. Sismondi
Lo studio WHI ( Women's Health Initiative- Study) era stato ideato per valutare gli effetti della terapia ormonale sostitutiva nelle donne in menopausa di tutte le fasce di età ed in tutte le condizioni di salute. Di conseguenza l’età media era molto elevata (63 anni), con il 45% delle donne tra 60 e 69 anni ed il 21% tra i 70 e i 79 anni. Al contrario in Italia l’età media di inizio della terapia ormonale è situata tra i 50 e i 55 anni, cioè nell’immediato periodo postmenopausale.
Ma ancor peggio ai fini della valutazione del rischio cardiovascolare è il fatto che la maggioranza delle donne americane dello studio WHI fosse in forte soprappeso. Infatti solo il 30% di queste donne aveva un BMI (body mass index, cioè un indice di massa corporea) normale, a fronte del 34% di donne francamente obese, con BMI superiore a 30. Per dare un’idea concreta del peso di questi soggetti si pensi che il BMI medio era di 28.5 che indica, per una altezza di cm 160, un peso di circa 73 kg. Ovviamente, trattandosi di donne in gran parte anziane ed obese, molte erano anche ipertese (il 35,7% del campione) o affette da disordini dismetabolici, come diabete o eccesso di grassi nel sangue (23.8% del campione).
E’ ben noto che l’effetto protettivo degli estrogeni sull’apparato cardiovascolare si può esplicare solo se i vasi non sono già profondamente e irrimediabilmente danneggiati, come accade nelle donne anziane, ipertese ed in sovrappeso. La somministrazione di estrogeni a donne con un apparato vascolare così compromesso non può che portare ad effetti sfavorevoli, come l’aumento delle trombosi venose e comunque ben difficilmente riuscirà a ridurre gli eventi coronarici, come è effettivamente accaduto nello studio americano.
Questa è la posizione di Veronesi:
Una soluzione ottima per i sintomi da menopausa è la terapia ormonale sostituiva: la somministrazione di ormoni è stata usata per anni nei Paesi del Nord Europa e degli Stati Uniti, poi alcuni studi clinici hanno gettato qualche ombra sull’assunzione di estrogeni (uniti o meno al progesterone).
I dubbi sollevati sul possibile rischio di tumore mammario durante terapia sostitutiva hanno creato un enorme danno alle donne: l'atteggiamento medico è passato dal totale e libero favore a questa terapia al proibizionismo più assoluto con l’evidente conseguenza di una perdita di strumenti preziosi per la qualità di vita.
Il danno è stato doppio: da un lato si è avuta la privazione di una terapia utile, dall’altro è nata l’idea di un rischio esagerato per la salute, con paure spesso immotivate e atteggiamenti di rifiuto.
La realtà è che il bilancio rischio/beneficio nell’uso della terapia sostitutiva è decisamente a favore del beneficio, soprattutto nelle donne per le quali esistano le indicazioni alla somministrazione di ormoni. Bisogna ricordare che all’aumento lieve di rischio di tumore mammario corrisponde in alcuni studi una riduzione del rischio di tumore del colon, e un effetto positivo indubbio sulla mineralizzazione delle ossa.
Un elemento importante è che nessuno studio ha mai dimostrato un aumento della mortalità in donne che hanno fatto uso di terapia ormonale sostitutiva! Un problema da ricordare, purtroppo, è l’esigenza di conciliare i bisogni delle donne con la produzione e la commercializzazione dei farmaci da parte delle case farmaceutiche e la necessità di risparmiare da parte delle aziende sanitarie: talvolta il dibattito sulla terapia ormonale sostitutiva non ha contemplato la partecipazione attiva delle donne e ha mantenuto livelli estranei alla realtà femminile. Ciò che dobbiamo ricercare è la personalizzazione delle terapie, ma anche un sempre maggiore coinvolgimento delle donne nelle decisioni mediche perché davvero la nostra azione si riveli totalmente incisiva ed efficace.
Spero di aver fugato, così, ogni suo dubbio in proposito sui notevoli benefici della TOS, quando quest'ultima si pratica con rigore, con capacità, con controlli seriati.
Come Le dicevo, gli esami ormonali che Le avevo consigliato, sono a mio parere, fondamentali.
Servono a farci capire se la tipologia di terapia da noi instaurata è utile o meno: se i livelli di Estradiolo plasmatico sono compresi sia nella fase di assunzione dei soli estrogeni sia in quella mista di estrogeni + progestinici fra 40 e 100 pg/ml, possiamo solo avere effetti protettivi.
Idem con valori di progesterone compresi fra 0,5 e 1 pg/ml.
Se i valori ottenuti sono più bassi o più alti di questi, allora la terapia va cambiata, non nel senso della tipologia dei prodotti, ma nelle dosi degli stessi.
Cordialmente.
Dr. Ivanoe Santoro:
Le posizioni allarmistiche sulla terapia ormonale sostitutiva derivano essenzialmente da due studi pubblicati sul finire degli anni '90. Entrambi questi studi sono un esempio inverecondo che, guarda caso, giunge proprio dalle patrie della statistica sanitaria, dai gonfaloni della percentuale, dai portabandiera del rigore scientifico: gli USA & C.
Entrambi questi studi, infatti, sembrano vere e proprie barzellette.
Anziane di 70 - 80 anni trattate con estrogeni; donne in menopausa da oltre 20 anni, in terapia sostitutiva; persone con indice di massa corporea ai limiti della vergogna che assumono estroprogestinici di sintesi o derivati dagli equini e così via.
E su queste basi si sono portati, in giro per il mondo, le cavolate più incredibili!
Alla faccia della serietà professionale.
Le vendite dei prodotti per la terapia ormonale sostitutiva sono crollate; numerose case farmaceutiche che avevano investito miliardi di vecchie lire in ricerca e sperimentazione serie, mandate sul lastrico...roba da cataclisma.
Fortunatamente qualcuno, a distanza di anni, sta mettendo ordine in quelle carte, in quei dati, con occhio vigile, con critica e sale in zucca!
L'odierna tendenza della Ginecologia, è quella di prescrivere la terapia ormonale sostitutiva alle donne che non hanno controindicazioni sul piano metabolico, oncologico, emostatico, immunologico, cardiovascolare (di un certo tipo), valutando caso per caso i benefici che la terapia potrebbe apportare in termini di miglioramento sintomatologico, eseguendo controlli seriati clinici, biochimici e strumentali nelle donne che assumono ormoni per la terapia ormonale sostitutiva, scegliendo preparati perfettamente identici a quelli naturali, senza radicali aggiunti (e, quindi, non di sintesi).
Prof. Sismondi
Lo studio WHI ( Women's Health Initiative- Study) era stato ideato per valutare gli effetti della terapia ormonale sostitutiva nelle donne in menopausa di tutte le fasce di età ed in tutte le condizioni di salute. Di conseguenza l’età media era molto elevata (63 anni), con il 45% delle donne tra 60 e 69 anni ed il 21% tra i 70 e i 79 anni. Al contrario in Italia l’età media di inizio della terapia ormonale è situata tra i 50 e i 55 anni, cioè nell’immediato periodo postmenopausale.
Ma ancor peggio ai fini della valutazione del rischio cardiovascolare è il fatto che la maggioranza delle donne americane dello studio WHI fosse in forte soprappeso. Infatti solo il 30% di queste donne aveva un BMI (body mass index, cioè un indice di massa corporea) normale, a fronte del 34% di donne francamente obese, con BMI superiore a 30. Per dare un’idea concreta del peso di questi soggetti si pensi che il BMI medio era di 28.5 che indica, per una altezza di cm 160, un peso di circa 73 kg. Ovviamente, trattandosi di donne in gran parte anziane ed obese, molte erano anche ipertese (il 35,7% del campione) o affette da disordini dismetabolici, come diabete o eccesso di grassi nel sangue (23.8% del campione).
E’ ben noto che l’effetto protettivo degli estrogeni sull’apparato cardiovascolare si può esplicare solo se i vasi non sono già profondamente e irrimediabilmente danneggiati, come accade nelle donne anziane, ipertese ed in sovrappeso. La somministrazione di estrogeni a donne con un apparato vascolare così compromesso non può che portare ad effetti sfavorevoli, come l’aumento delle trombosi venose e comunque ben difficilmente riuscirà a ridurre gli eventi coronarici, come è effettivamente accaduto nello studio americano.
Questa è la posizione di Veronesi:
Una soluzione ottima per i sintomi da menopausa è la terapia ormonale sostituiva: la somministrazione di ormoni è stata usata per anni nei Paesi del Nord Europa e degli Stati Uniti, poi alcuni studi clinici hanno gettato qualche ombra sull’assunzione di estrogeni (uniti o meno al progesterone).
I dubbi sollevati sul possibile rischio di tumore mammario durante terapia sostitutiva hanno creato un enorme danno alle donne: l'atteggiamento medico è passato dal totale e libero favore a questa terapia al proibizionismo più assoluto con l’evidente conseguenza di una perdita di strumenti preziosi per la qualità di vita.
Il danno è stato doppio: da un lato si è avuta la privazione di una terapia utile, dall’altro è nata l’idea di un rischio esagerato per la salute, con paure spesso immotivate e atteggiamenti di rifiuto.
La realtà è che il bilancio rischio/beneficio nell’uso della terapia sostitutiva è decisamente a favore del beneficio, soprattutto nelle donne per le quali esistano le indicazioni alla somministrazione di ormoni. Bisogna ricordare che all’aumento lieve di rischio di tumore mammario corrisponde in alcuni studi una riduzione del rischio di tumore del colon, e un effetto positivo indubbio sulla mineralizzazione delle ossa.
Un elemento importante è che nessuno studio ha mai dimostrato un aumento della mortalità in donne che hanno fatto uso di terapia ormonale sostitutiva! Un problema da ricordare, purtroppo, è l’esigenza di conciliare i bisogni delle donne con la produzione e la commercializzazione dei farmaci da parte delle case farmaceutiche e la necessità di risparmiare da parte delle aziende sanitarie: talvolta il dibattito sulla terapia ormonale sostitutiva non ha contemplato la partecipazione attiva delle donne e ha mantenuto livelli estranei alla realtà femminile. Ciò che dobbiamo ricercare è la personalizzazione delle terapie, ma anche un sempre maggiore coinvolgimento delle donne nelle decisioni mediche perché davvero la nostra azione si riveli totalmente incisiva ed efficace.
Spero di aver fugato, così, ogni suo dubbio in proposito sui notevoli benefici della TOS, quando quest'ultima si pratica con rigore, con capacità, con controlli seriati.
Come Le dicevo, gli esami ormonali che Le avevo consigliato, sono a mio parere, fondamentali.
Servono a farci capire se la tipologia di terapia da noi instaurata è utile o meno: se i livelli di Estradiolo plasmatico sono compresi sia nella fase di assunzione dei soli estrogeni sia in quella mista di estrogeni + progestinici fra 40 e 100 pg/ml, possiamo solo avere effetti protettivi.
Idem con valori di progesterone compresi fra 0,5 e 1 pg/ml.
Se i valori ottenuti sono più bassi o più alti di questi, allora la terapia va cambiata, non nel senso della tipologia dei prodotti, ma nelle dosi degli stessi.
Cordialmente.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 6.3k visite dal 20/02/2009.
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