Candida
Buongiorno,
Sono una ragazza di 20 anni e le scrivo perché da circa 5 mesi non riesco a liberarmi dalla candida. All’inizio dopo visita ginecologica mi è stata prescritta la cura con crema antimicotica con applicazioni esterne ed interne e lavande vaginali per una settimana. Al termine del trattamento la candida si è ripresentata e per altre due volte (circa 1/2 episodi al mese) ho ripetuto la cura secondo consiglio della ginecologa, con scomparsa delle perdite ma il prurito è rimasto. All’ennesimo episodio (con perdite) ho effettuato il tampone vaginale con ricerca di streptococco, stafilococco, Gardnerella e miceti vari, risultato positivo solo a Candida Albicans; a seguito del quale mi è stato prescritto fluconazolo 200mg, uno al giorno per tre giorni, uno a settimana per due settimane e uno ogni dieci giorni per due volte. Arrivata a termine della terapia, le perdite caratteristiche sembrano essere sparite ma il prurito è rimasto tale dall’ultimo episodio curato con crema micotica. Le chiedo se è un episodio frequente, oppure se è possibile che il ceppo sia diventato resistente all’antimicotico che sto usando. Aggiungo che sto cercando di evitare il più possibile pasta, pane, pizza e dolci e che sto assumendo compresse di estratto di semi di pompelmo dopo i pasti.
Sono una ragazza di 20 anni e le scrivo perché da circa 5 mesi non riesco a liberarmi dalla candida. All’inizio dopo visita ginecologica mi è stata prescritta la cura con crema antimicotica con applicazioni esterne ed interne e lavande vaginali per una settimana. Al termine del trattamento la candida si è ripresentata e per altre due volte (circa 1/2 episodi al mese) ho ripetuto la cura secondo consiglio della ginecologa, con scomparsa delle perdite ma il prurito è rimasto. All’ennesimo episodio (con perdite) ho effettuato il tampone vaginale con ricerca di streptococco, stafilococco, Gardnerella e miceti vari, risultato positivo solo a Candida Albicans; a seguito del quale mi è stato prescritto fluconazolo 200mg, uno al giorno per tre giorni, uno a settimana per due settimane e uno ogni dieci giorni per due volte. Arrivata a termine della terapia, le perdite caratteristiche sembrano essere sparite ma il prurito è rimasto tale dall’ultimo episodio curato con crema micotica. Le chiedo se è un episodio frequente, oppure se è possibile che il ceppo sia diventato resistente all’antimicotico che sto usando. Aggiungo che sto cercando di evitare il più possibile pasta, pane, pizza e dolci e che sto assumendo compresse di estratto di semi di pompelmo dopo i pasti.
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Ginecologo
La candida recidivante vaginale, costituisce un problema Un po' complicato da risolvere. A quanto pare non si tratta di colonie di candida che infettano l'organismo ospite provenendo dall esterno, ma sono gli gli stessi ceppi di candida, normalmente presenti nell'organismo, che generalmente ci proteggono dalle infezioni batteriche, che ad un certo momento virulantano, a causa di fattori scatenanti, iniziando a produrre tossine, sono poi queste tossine che poi provocano sensazione di bruciore e le tipiche perdite bianche inodori del tipo "a latte cagliato.
In base a questo modo di vedere, si capisce perché risultano vani i tentativi di risolvere il problema ricorrendo solo ad antimicotico, è necessario agire, prima di tutto, su questi fattori scatenanti . Quali sono questi fattori ? Innanzitutto il ph vaginale troppo acido, la
presenza di serbatoi di candida, quali ad esempio quello intestinale, e un certo dismicrobismo locale che risulta essere frequentemente presente nelle candidosi recidivanti . Fatta questa premessa, Il mio consiglio quindi è quello di osservare bene il risultato del tampone vaginale controllando se c'è o meno la presenza di flora lactobacillare, misurare il ph vaginale, controllare quali molecole risultano più attive contro quel ceppo di candida. L'intervento terapeutico sara finalizzato a normalizzare, mediante cicli ripetuti nel tempo, i fattori scatenanti, nonché l'utilizzo di antimicotici sensibili, eseguendo periodicamente eseguendo batteriologici vaginali con antimicogramma e misurazione ph vaginale.
In base a questo modo di vedere, si capisce perché risultano vani i tentativi di risolvere il problema ricorrendo solo ad antimicotico, è necessario agire, prima di tutto, su questi fattori scatenanti . Quali sono questi fattori ? Innanzitutto il ph vaginale troppo acido, la
presenza di serbatoi di candida, quali ad esempio quello intestinale, e un certo dismicrobismo locale che risulta essere frequentemente presente nelle candidosi recidivanti . Fatta questa premessa, Il mio consiglio quindi è quello di osservare bene il risultato del tampone vaginale controllando se c'è o meno la presenza di flora lactobacillare, misurare il ph vaginale, controllare quali molecole risultano più attive contro quel ceppo di candida. L'intervento terapeutico sara finalizzato a normalizzare, mediante cicli ripetuti nel tempo, i fattori scatenanti, nonché l'utilizzo di antimicotici sensibili, eseguendo periodicamente eseguendo batteriologici vaginali con antimicogramma e misurazione ph vaginale.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2k visite dal 10/05/2018.
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