Parto cesareo quasi obbligato,come accettarlo psicologicamente ?
Salve,sono arrivata alla tanto attesa gravidanza dopo anni,ed un percorso di fecondazione assistita. Stavo ancora digerendo mentalmente tutto ciò,il fatto di essere dovuti ricorrere,di fatto "sine causa" a queste procedure perchè non si riusciva ne si capiva il perchè...quando poi,finalmente in gravidanza,una gravidanza che si è sviluppata benissimo,senza sintomi,problemi,naturale che più non si potrebbe chiedere...che,dicevo,mi è stato detto che quasi sicuramente dovrò fare cesareo a causa di una miectomia laparoscopica (asportazione di fibromi) che praticamente avendo lasciato delle cicatrici,non rende più integro e sicuro l'utero,ma al contrario c'è rischio seppur minimo che le cicatrici interne in travaglio o parto si rompano e diano il via ad emorragia...
Ecco,mi accorgo che non riesco a mandar giù questo dover fare quasi sicuramente,senza possibilità di scelta,senza potermi affidare alla natura come avrei voluto...mi sento come in colpa,come se togliessi qualcosa al momento,al bambino,al padre che non potrà condividere il tutto se avverrà chirurgicamente; sono arrabbiata anche col chirurgo che mi operò,che non mi accennò minimamente alla questione eventuale parto successivo alla laparoscopia,fatta più per indagare sulla infertilità che sulla reale necessità di asportare quei fibromi...
Non voglio dettagliare l'aspetto ginecologico,quanto piuttosto questa mia reticenza ad accettare che parto cesareo sia. So che dovrei essere grata che il figlio sia arrivato,e l'importante è che nasca e sia sano non come viene tirato fuori... però questo stato d'animo mi accompagna.
Per giunta nessuno sa dell'intervento che subii in famiglia,quindi dovrei anche accampare una scusa valida su come sono finita a cesareo con una gravidanza cosi splendida e senza problemi...il male minore,lo so,però c'è anche questo nella mia testa.
Ecco,mi accorgo che non riesco a mandar giù questo dover fare quasi sicuramente,senza possibilità di scelta,senza potermi affidare alla natura come avrei voluto...mi sento come in colpa,come se togliessi qualcosa al momento,al bambino,al padre che non potrà condividere il tutto se avverrà chirurgicamente; sono arrabbiata anche col chirurgo che mi operò,che non mi accennò minimamente alla questione eventuale parto successivo alla laparoscopia,fatta più per indagare sulla infertilità che sulla reale necessità di asportare quei fibromi...
Non voglio dettagliare l'aspetto ginecologico,quanto piuttosto questa mia reticenza ad accettare che parto cesareo sia. So che dovrei essere grata che il figlio sia arrivato,e l'importante è che nasca e sia sano non come viene tirato fuori... però questo stato d'animo mi accompagna.
Per giunta nessuno sa dell'intervento che subii in famiglia,quindi dovrei anche accampare una scusa valida su come sono finita a cesareo con una gravidanza cosi splendida e senza problemi...il male minore,lo so,però c'è anche questo nella mia testa.
[#1]
Gentile Sig.ra, sembra che il controllare la situazione, ovvero la perdita del controllo, sia il tema che, tra le righe, le causa più angoscia; forse l'idea della futura maternità la sta mettendo alla prova da un punto di vista emotivo poiché è stata fortemente ricercata, poiché è un passaggio fondamentale nel ciclo evolutivo, di ogni donna, anche molto delicato, per questo il sostegno dei propri cari è di fondamentale importanza; cerchi di parlare con i suoi familiari in modo aperto "partorendo una sincera verità" ..
Cordiali saluti e auguri
Cordiali saluti e auguri
Dr. Cristina Finocchiaro
Dottore in Psicologia Clinica, Specializzata in Psicoterapia sistemica e relazionale e psicodiagnostica - Roma
[#2]
Gentile utente,
"..come se togliessi qualcosa al momento,al bambino,al padre.."
Se per proteggere il prezioso "prodotto" di una prolungata PMA - il bambino - è prudente fare un cesareo,
perchè mettere a rischio tutto per salvaguardare
una Sua idea,
o peggio quello che potrebbero pensare i famigliari?
Non Le dirò di parlare con loro:
la gravidanza PMA e il parto sono "Suoi" e della coppia.
Sono tanti i motivi per cui si fa un cesareo (più del 20% dei parti in Italia), uno di questi potrà essere il Suo.
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Gentile signora,
ogni donna ha in mente l'idea ben precisa di come dovrebbe essere la gravidanza, di come dovrebbe essere il parto, l'allattamento, e addirittura di come debba essere il proprio bimbo.
Tuttavia, a volte può capitare che le cose vadano diversamente da come vorremmo o da come ce le aspetteremmo.
Ad esempio, nei corsi di accompagnamento alla nascita spesso alcune mamme sostengono di voler assolutamente allattare al seno perchè è la cosa più naturale.
Verissimo, ma talvolta non è possibile (o non è possibile per un periodo di tempo che la mamma vorrebbe) e questo finisce per far sentire la mamma inadeguata.
La stessa cosa accade per il cesareo: spesso la donna si sente una mamma deludente (verso il marito, la suocera, ecc...).
Oppure per il bimbo stesso, immaginandolo in un certo modo e poi tenendolo tra le braccia e guardando un figlio diverso dalle aspettative.
Nulla di male a provare tutto ciò, ma la cosa più importante è tirare fuori queste perplessità e pensieri, facendosi aiutare proprio nel percorso di accompagnamento alla nascita.
E' presente uno psicologo nel corso?
Certamente le ostetriche sono molto ferrate perchè Lei non è certo la sola mamma che si sente così e spesso condividere queste sensazioni con altre persone e soprattutto con altre mamme ci rende più ..."umane" e normalizza le nostre paure.
Dall'esterno anche io la penso come la Collega dott.ssa Brunialti, cioè il cesareo a tutela della Sua salute e del bimbo, ma capisco che un conto è razionalizzare questo punto, di cui Lei è già consapevole, ben altra cosa è rielaborare i propri vissuti e le proprie emozioni, anche rispetto le proprie aspettative.
Cordiali saluti,
ogni donna ha in mente l'idea ben precisa di come dovrebbe essere la gravidanza, di come dovrebbe essere il parto, l'allattamento, e addirittura di come debba essere il proprio bimbo.
Tuttavia, a volte può capitare che le cose vadano diversamente da come vorremmo o da come ce le aspetteremmo.
Ad esempio, nei corsi di accompagnamento alla nascita spesso alcune mamme sostengono di voler assolutamente allattare al seno perchè è la cosa più naturale.
Verissimo, ma talvolta non è possibile (o non è possibile per un periodo di tempo che la mamma vorrebbe) e questo finisce per far sentire la mamma inadeguata.
La stessa cosa accade per il cesareo: spesso la donna si sente una mamma deludente (verso il marito, la suocera, ecc...).
Oppure per il bimbo stesso, immaginandolo in un certo modo e poi tenendolo tra le braccia e guardando un figlio diverso dalle aspettative.
Nulla di male a provare tutto ciò, ma la cosa più importante è tirare fuori queste perplessità e pensieri, facendosi aiutare proprio nel percorso di accompagnamento alla nascita.
E' presente uno psicologo nel corso?
Certamente le ostetriche sono molto ferrate perchè Lei non è certo la sola mamma che si sente così e spesso condividere queste sensazioni con altre persone e soprattutto con altre mamme ci rende più ..."umane" e normalizza le nostre paure.
Dall'esterno anche io la penso come la Collega dott.ssa Brunialti, cioè il cesareo a tutela della Sua salute e del bimbo, ma capisco che un conto è razionalizzare questo punto, di cui Lei è già consapevole, ben altra cosa è rielaborare i propri vissuti e le proprie emozioni, anche rispetto le proprie aspettative.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
Utente
Gentili dottoresse,vi ringrazio tutte delle risposte molto centrate e pertinenti.Sono contenta che mi abbiano risposto delle professioniste donne,poichè oltre da psicologhe potete capirmi presumibilmente anche da donne e mamme...!
Al corso di accompagnamento alla nascita c'è un solo incontro con la psicologa,fatto,inerente più che altro la tematica dei cambiamenti della vita di coppia.Certo,la professionista credo sia sempre e comunque a disposizione,ma devo dire che non mi ha trasmesso molta empatia per prenderla in disparte e parlarle di questo...
La parte in cui meno concordo nelle vostre affermazioni,l'unica direi, è quando la dott.ssa Finocchiaro mi parla di "perdita di controllo": a ben pensarci mi sembra l'esatto contrario,poichè non c'è nulla di più incontrollato ed imprevedibile del parto naturale che tanto vorrei...al contrario il cesareo,essendo un parto medicalizzato,nel mio caso programmato,sarebbe molto "controllato",mi toglierebbe le emozioni,i dolori,la condivisione col papà,la naturalezza appunto...
A ben riflettere,le mie "colpe" le farei risalire a monte,a quando ho fatto la laparoscopia : il chirurgo non mi ha minimamente accennato al fatto che se poi restavo in attesa,l'aver tolto i fibromi mi avrebbe compromesso l'utero fino a questo punto...ecco,me la prendo con la poca informazione e col mio essermi fidata cosi,senza tante informazioni,senza prendere altri pareri...trattavasi tra l'altro di una persona per niente empatica,che ho sostituito nel mio percorso poco dopo l'intervento perchè non mi sembrava mi aiutasse a raggiungere l'obiettivo maternità,ma mi rimandasse inutilmente di visita in visita dicendo "tutto apposto","fatelo nei giorni giusti"...come se ci provassimo da poco e non da anni. Ecco,mi chiedo se quell'intervento era proprio necessario,o semplicemente se essendo il suo campo principale di operatività lui non spinga troppo facilmente a farlo,o se avrei potuto bypassarlo ed affrontare comunque la pma che poi mi ha portata dove sono...
Lo so che con i ma e con i se non si arriva da nessuna parte,e che dovrei essere felice e basta che tra pochi mesi vedrò mio figlio,naturale o cesareo che sia il parto...
Devo fidarmi ora del ginecologo che mi "costringe" al cesareo, quando già quell'altro professionista precedentemente mi ha lasciato questi forti dubbi ?
Al corso di accompagnamento alla nascita c'è un solo incontro con la psicologa,fatto,inerente più che altro la tematica dei cambiamenti della vita di coppia.Certo,la professionista credo sia sempre e comunque a disposizione,ma devo dire che non mi ha trasmesso molta empatia per prenderla in disparte e parlarle di questo...
La parte in cui meno concordo nelle vostre affermazioni,l'unica direi, è quando la dott.ssa Finocchiaro mi parla di "perdita di controllo": a ben pensarci mi sembra l'esatto contrario,poichè non c'è nulla di più incontrollato ed imprevedibile del parto naturale che tanto vorrei...al contrario il cesareo,essendo un parto medicalizzato,nel mio caso programmato,sarebbe molto "controllato",mi toglierebbe le emozioni,i dolori,la condivisione col papà,la naturalezza appunto...
A ben riflettere,le mie "colpe" le farei risalire a monte,a quando ho fatto la laparoscopia : il chirurgo non mi ha minimamente accennato al fatto che se poi restavo in attesa,l'aver tolto i fibromi mi avrebbe compromesso l'utero fino a questo punto...ecco,me la prendo con la poca informazione e col mio essermi fidata cosi,senza tante informazioni,senza prendere altri pareri...trattavasi tra l'altro di una persona per niente empatica,che ho sostituito nel mio percorso poco dopo l'intervento perchè non mi sembrava mi aiutasse a raggiungere l'obiettivo maternità,ma mi rimandasse inutilmente di visita in visita dicendo "tutto apposto","fatelo nei giorni giusti"...come se ci provassimo da poco e non da anni. Ecco,mi chiedo se quell'intervento era proprio necessario,o semplicemente se essendo il suo campo principale di operatività lui non spinga troppo facilmente a farlo,o se avrei potuto bypassarlo ed affrontare comunque la pma che poi mi ha portata dove sono...
Lo so che con i ma e con i se non si arriva da nessuna parte,e che dovrei essere felice e basta che tra pochi mesi vedrò mio figlio,naturale o cesareo che sia il parto...
Devo fidarmi ora del ginecologo che mi "costringe" al cesareo, quando già quell'altro professionista precedentemente mi ha lasciato questi forti dubbi ?
[#5]
Gentile utente,
Ho esperienza di cesarei,
e Le assicuro che - quando fatti per motivi di necessità e non di estetica vulvare - non tolgono nulla alla "naturalezza" della relazione che si instaura col bambino.
Forse vorrebbe "riparare" in questo modo alla artificiosità della PMA?
Se però Le è stato fatto presente un rischio dovuto alle cicatrici dell'utero
- di cui può anche chiedere un secondo parere qui in area medico-ginecologica -
a fronte del sia pur minimo "maggiore rischio" nel parto naturale,
fossi al posto Suo non vorrei difendere a tutti i costi una presenta naturalità.
Se ritiene,
posso girare il consulto in area medico-ginecologica.
Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
[#6]
Utente
Gentile dottoressa Brunialti,sarebbe cosa davvero gradita se potesse girare lei il quesito nell'area ginecologica,si,poichè ci ho già provato a porla ma risulta sempre impossibile poichè c'è troppa coda...
Credo che abbia perfettamente ragione,che a livello inconscio cerco di "riparare" alla pma con la naturalezza del parto naturale... in effetti del percorso che ho fatto,fino ad arrivare alla PMA, non ho messo al corrente nessuno se non i miei genitori. Ne suoceri,ne fratelli,ne amici,nessuno. So di non aver mai accettato fino in fondo il percorso,neanche mentre lo affrontavo,perchè ci hanno rivoltato come calzini ma non è uscito nessun impedimento oggettivo alla gravidanza che comunque non arrivava,e poichè l'età avanzava,comunque siamo finiti passo dopo passo a questo.
Ho una tendenza a rimuovere le cose negative,eventi,persone,ricordi...ed in effetti ora quei ricordi sono cosi lontani,anche se in realtà non è passato tanto tempo! Complice la tranquillità di questa gravidanza,che s'è posta davvero come magnifica,senza neanche i minimi problemi che si lamentano solitamente,la mia mente è riuscita a viverla nel modo più naturale possibile,per giunta mi segue un'altro ginecologo,di un'altra struttura non di quella dove ho fatto la pma...insomma,ho voltato pagina!
Solo il cesareo "obbligato" da quel precedente intervento,mi riporta a ciò che ho passato per arrivare fino qui...
Credo che abbia perfettamente ragione,che a livello inconscio cerco di "riparare" alla pma con la naturalezza del parto naturale... in effetti del percorso che ho fatto,fino ad arrivare alla PMA, non ho messo al corrente nessuno se non i miei genitori. Ne suoceri,ne fratelli,ne amici,nessuno. So di non aver mai accettato fino in fondo il percorso,neanche mentre lo affrontavo,perchè ci hanno rivoltato come calzini ma non è uscito nessun impedimento oggettivo alla gravidanza che comunque non arrivava,e poichè l'età avanzava,comunque siamo finiti passo dopo passo a questo.
Ho una tendenza a rimuovere le cose negative,eventi,persone,ricordi...ed in effetti ora quei ricordi sono cosi lontani,anche se in realtà non è passato tanto tempo! Complice la tranquillità di questa gravidanza,che s'è posta davvero come magnifica,senza neanche i minimi problemi che si lamentano solitamente,la mia mente è riuscita a viverla nel modo più naturale possibile,per giunta mi segue un'altro ginecologo,di un'altra struttura non di quella dove ho fatto la pma...insomma,ho voltato pagina!
Solo il cesareo "obbligato" da quel precedente intervento,mi riporta a ciò che ho passato per arrivare fino qui...
[#7]
Prima di "girarLa" all'area medica,
Le raccomando vivamente di fare i conti con quanto riconosciuto con grande lucidità qui sopra (#6):
"..dove ho fatto la pma...insomma, ho voltato pagina!.."
Voltare pagina,
facendo però i conti con il passato.
Se ritiene, ci tenga al corrente su come è andata dentro di sè e con il parto. Ne saremo lieti.
Saluti cari.
Carlamaria Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 4.2k visite dal 20/03/2018.
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