Irritazione incontrollata, perdite anomale e annessi
Salve, ho 30 anni e vi scrivo per un problema che mi sta tormentando ormai da mesi. Spero di essere precisa e mi scuso per la lunghezza.
Premetto che in passato ho sofferto spesso di candida e cistite, e che le mie difese immunitarie sono sempre state piuttosto basse a causa della mia anemia mediterranea.
Più o meno tra marzo e aprile di quest'anno, io e il mio ragazzo abbiamo avuto un rapporto in macchina. Titubante e cercando di toccare il meno possibile i sedili per una questione di igiene, temevo comunque che mi sarebbe venuta la cistite, invece ho iniziato ad avvertire i sintomi di quella che ho classificato da esperienze passate come candida (prurito, bruciore, perdite biancastre a fiocchi). Di lì a poco ho avuto il ciclo, che ha sedato i sintomi, pertanto ho lasciato perdere.
Un mesetto dopo, sempre a seguito di un rapporto avvenuto non a casa nostra (divano di amici, con cane in casa), temevo ancora di rischiare una cistite, e ho avuto di nuovo lo stesso problema di (presunta) candida, che stavolta ho curato con un ciclo completo di Meclon ovuli e lavande come in passato (acquistati comunque su mia idea in farmacia, e non a seguito di prescrizione medica. Colgo l'occasione per specificare che vivo e lavoro in una regione diversa dalla mia, quindi non ho la possibilità di farmi visitare dal mio medico curante, specializzata peraltro in ginecologia). La terapia ha avuto effetto positivo, ma dopo un altro mesetto il problema si è ripresentato con una sorta di via vai una settimana sì e una no, a volte più intenso, a volte meno.
Non mi dilungherò su tutto quello che ho cercato di fare per capire e rimuovere le cause di queste recidive: usare sempre il preservativo, massima igiene di mani e genitali; attenzione nel controllo di alimenti e bevande eliminando gli zuccheri; utilizzare indumenti traspiranti; non utilizzare detergenti aggressivi (sono arrivata al punto di utilizzare solo acqua nei momenti di esasperazione dovuta al costante prurito e dolore).
Alla fine, ad agosto, ho preso la decisione di andare al pronto soccorso di zona per una visita. Il ginecologo ha sostenuto, dopo visita locale ed ecografia, di non essere sicuro che si trattasse di candida, per la quale avrei dovuto fare un tampone; nell'attesa, ha provato a darmi una terapia (non interna, per evitare di scombussolare ulteriormente la mia flora) da seguire per eliminare quantomeno l'irritazione e il rossore creatosi. Questa volta, ho perciò utilizzato Sanigil detergente, Sanigil gel, Lenicort crema, una pillola di Flukimex fluconazolo per via orale e fermenti lattici per via orale per due settimane. La terapia ha fatto effetto: tuttavia, dopo una decina di giorni, il problema si è ripresentato.
*CONTINUA* (chiedo un gentile riscontro che mi permetta di postare la seconda parte, grazie)
Premetto che in passato ho sofferto spesso di candida e cistite, e che le mie difese immunitarie sono sempre state piuttosto basse a causa della mia anemia mediterranea.
Più o meno tra marzo e aprile di quest'anno, io e il mio ragazzo abbiamo avuto un rapporto in macchina. Titubante e cercando di toccare il meno possibile i sedili per una questione di igiene, temevo comunque che mi sarebbe venuta la cistite, invece ho iniziato ad avvertire i sintomi di quella che ho classificato da esperienze passate come candida (prurito, bruciore, perdite biancastre a fiocchi). Di lì a poco ho avuto il ciclo, che ha sedato i sintomi, pertanto ho lasciato perdere.
Un mesetto dopo, sempre a seguito di un rapporto avvenuto non a casa nostra (divano di amici, con cane in casa), temevo ancora di rischiare una cistite, e ho avuto di nuovo lo stesso problema di (presunta) candida, che stavolta ho curato con un ciclo completo di Meclon ovuli e lavande come in passato (acquistati comunque su mia idea in farmacia, e non a seguito di prescrizione medica. Colgo l'occasione per specificare che vivo e lavoro in una regione diversa dalla mia, quindi non ho la possibilità di farmi visitare dal mio medico curante, specializzata peraltro in ginecologia). La terapia ha avuto effetto positivo, ma dopo un altro mesetto il problema si è ripresentato con una sorta di via vai una settimana sì e una no, a volte più intenso, a volte meno.
Non mi dilungherò su tutto quello che ho cercato di fare per capire e rimuovere le cause di queste recidive: usare sempre il preservativo, massima igiene di mani e genitali; attenzione nel controllo di alimenti e bevande eliminando gli zuccheri; utilizzare indumenti traspiranti; non utilizzare detergenti aggressivi (sono arrivata al punto di utilizzare solo acqua nei momenti di esasperazione dovuta al costante prurito e dolore).
Alla fine, ad agosto, ho preso la decisione di andare al pronto soccorso di zona per una visita. Il ginecologo ha sostenuto, dopo visita locale ed ecografia, di non essere sicuro che si trattasse di candida, per la quale avrei dovuto fare un tampone; nell'attesa, ha provato a darmi una terapia (non interna, per evitare di scombussolare ulteriormente la mia flora) da seguire per eliminare quantomeno l'irritazione e il rossore creatosi. Questa volta, ho perciò utilizzato Sanigil detergente, Sanigil gel, Lenicort crema, una pillola di Flukimex fluconazolo per via orale e fermenti lattici per via orale per due settimane. La terapia ha fatto effetto: tuttavia, dopo una decina di giorni, il problema si è ripresentato.
*CONTINUA* (chiedo un gentile riscontro che mi permetta di postare la seconda parte, grazie)
[#1]
Gent. Sig., in questo casi è opportuno scegliere un ginecologo di fiducia per poter innanzitutto confermare la diagnosi attraverso la visita e, se sara' necessario, l' espletamento del tampone vaginale con antibiogramma. Se sarà confermata la diagnosi di infezione da Candida bisognerà effettuare la cura specifica per un periodo di tempo abbastanza lungo, in quanto questo microrganismo si può trasformare in spore, piuttosto difficili da debellare, poiché si annidano negli epiteli. Sara' necessario ricorrere anche ad opportune misure igieniche e dietetiche ed effettuare controllli ed aggiustamenti terapeutici. Sconsiglio assolutamente la pratica del fai da te, che non può che aggravare il problema è ritardare la guarigione, come dimostra chiaramente il suo caso. Cordiali saluti e auguri.
Dr. Lucia Vecoli
[#2]
Utente
Gent.ma Dr. Vecoli, La ringrazio per la risposta. Vado comunque a postare la seconda parte, così da darLe un quadro completo.
Ho continuato a usare gel, creme e detergente nei momenti di dolore maggiore (ribadisco che l'andamento era altanenante, delle volte sembrava essere tutto risolto, per poi tornare a intensificarsi).
A fine settembre, tornando nella mia città natale per delle ferie, ho approfittato per una visita dalla mia ginecologa. Anche lei ha sostenuto, dopo esame con speculum, che apparentemente sembrava trattarsi di candida, ma che la certezza avrei potuto averla solo con tampone. Terapia: fermenti lattici interni (Femì) e pillola di Trimikos fluconazolo. Questa volta, il problema non è nemmeno passato.
A questo punto, ho tentato con l'unica cosa che ancora non avevo fatto: eliminare del tutto i salvaslip, di cui faccio ahimè uso costante e quotidiano da quando ho avuto la prima mestruazione. Questo ha eliminato il problema per ben tre settimane (un record, da marzo), dopodiché la trafila è ricominciata.
Tuttavia, cercando di analizzarmi con calma, ho notato che non avevo più il classico dolore interno associato alla candida (quella sensazione pulsante interna alla vagina, come se le pareti si gonfiassero); piuttosto, il tutto partiva da un'irritazione localizzata tra il clitoride e l'uretra, che rendeva la zona dolorante e ipersensibile al tocco. Ho provato ancora con le creme rinfrescanti. L'irritazione si è però lentamente estesa alla vulva e alle piccole labbra (che, specifico, nel giro di tutti questi mesi sono diventate sporgenti - in particolare il sinistro - e spesso - ma non sempre - doloranti). Il liquido, di solito biancastro e a fiocchi, è più simile a crema, biancastro (quasi giallino molto chiaro), assolutamente privo di alcun odore. Nessun dolore interno, bensì soprattutto esterno. Ho provato a pensare e a informarmi su vulvite, vulvovaginite, vulvodinia e quant'altro, ma non voglio prendere altri farmaci arbitrariamente, per non rischiare di fare danni maggiori e di sensibilizzare la zona. Come sempre, l'andamento è altalenante (tanto da non saper più se nel frattempo sono io a non sentire più dolore perché mi sono abituata).
Il 30 ottobre scorso, in un momento di relativa "calma vaginale" e giusto perché piove sempre sul bagnato, ho avuto un incidente stradale con ferita lacero contusa alla gamba. Ho dovuto pertanto seguire una terapia antibiotica. Inoltre, trovandomi in bicicletta, devo specificare che l'asta del mezzo mi è rimbalzata proprio contro il pube, per fortuna non al centro, ma esternamente a sinistra, con conseguente escoriazione ed ematomi vari (al momento entrambi spariti: unico strascico ancora in corso lì, una sorta di gonfiore/pallina sottocutanea). Naturalmente questo (mi riferisco presumibilmente alla terapia antibiotica) ha fatto esplodere in modo incontrollato il problema: prurito e bruciore tali da non riuscire a dormire la notte. Per i giorni di malattia otttenuti, ho dovuto chiaramente tornare a casa mia, e ho approfittato nuovamente per far visita alla mia ginecologa, che ha sorvolato in modo superficiale attribuendo il tutto agli antibiotici e senza prescrivermi nient'altro. Ho preteso finalmente il tampone (per miceti, batteri, germi comuni): ho avuto i risultati un paio di giorni dopo: assolutamente negativo. Inutile specificare la mia frustrazione.
La settimana scorsa si è verificato un ulteriore sviluppo che è un po' il motivo per cui vi sto scrivendo. Io e il mio ragazzo non abbiamo fatto sesso per un mesetto circa, tra ferie e irritazione locale. Due sere fa però ci siamo lasciati andare. Internamente (in vagina, intendo), nessun problema. Un lievissimo dolore solo alla prima penetrazione a causa dello sfregamento con le piccole labbra, ma poi nulla. Il rapporto non ha creato problemi di sorta, se non quando mi sono accorta di essere un po' troppo lubrificata (normalmente, il mio grado di lubrificazione è assolutamente nella norma, con secrezione vischiosa e trasparente), con scivolamenti eccessivi del pene. Ho avvertito anche il bagnato sul letto, qualcosa di nuovo. Quando abbiamo finito e mi sono alzata per andare in bagno e detergermi (lo faccio sempre, dopo un rapporto, prioprio a causa della mia delicatezza e all'essere soggetta a problemi), c'è stata questa "cascata" dalla vagina di quella che definirei "acqua". Era una perdita totalmente liquida, trasparente e inodore, davvero simile all'acqua. Va da sè che non mi era mai successo. Per quanto il mio ragazzo abbia scherzato sul fatto che era pura eccitazione dovuta al fatto che non lo facevamo da un po', non posso prescindere dal fatto che l'irritazione è in corso (di solito, abbiamo cercato di fare sesso quando non avvertivo nessun sintomo). Ho collegato la perdita acquosa al problema e ammetto di essermi spaventata. Ho pensato di tutto, addirittura di avere delle bolle d'acqua interne (ma è mai possibile?) che si fossero rotte a causa delle spinte.
Considerando che il tampone è risultato negativo, non ho idea di cos'abbia e che terapia seguire, e vorrei ovviamente che il problema si risolva una volta per tutte (sono veramente, veramente, veramente esausta). Vi sto pertanto scrivendo per avere qualche delucidazione in generale sul problema (anche solo vostre ipotesi) e in particolare su quanto accaduto la settimana scorsa in seguito al rapporto. Aggiungo infine che, al momento, non ho alcun dolore, soltanto un vago prurito quando le labbra (sporgenti, come detto) sfregano contro gli slip. Anche il rossore sembra essersi attenuat ma, ripeto, nel corso dei mesi è già capitato di avere momenti di calma prima di ricominciare il tutto.
Mi scuso ancora per il disturbo, vi ringazio a prescindere per l'attenzione, e spero in una cortese risposta.
Ho continuato a usare gel, creme e detergente nei momenti di dolore maggiore (ribadisco che l'andamento era altanenante, delle volte sembrava essere tutto risolto, per poi tornare a intensificarsi).
A fine settembre, tornando nella mia città natale per delle ferie, ho approfittato per una visita dalla mia ginecologa. Anche lei ha sostenuto, dopo esame con speculum, che apparentemente sembrava trattarsi di candida, ma che la certezza avrei potuto averla solo con tampone. Terapia: fermenti lattici interni (Femì) e pillola di Trimikos fluconazolo. Questa volta, il problema non è nemmeno passato.
A questo punto, ho tentato con l'unica cosa che ancora non avevo fatto: eliminare del tutto i salvaslip, di cui faccio ahimè uso costante e quotidiano da quando ho avuto la prima mestruazione. Questo ha eliminato il problema per ben tre settimane (un record, da marzo), dopodiché la trafila è ricominciata.
Tuttavia, cercando di analizzarmi con calma, ho notato che non avevo più il classico dolore interno associato alla candida (quella sensazione pulsante interna alla vagina, come se le pareti si gonfiassero); piuttosto, il tutto partiva da un'irritazione localizzata tra il clitoride e l'uretra, che rendeva la zona dolorante e ipersensibile al tocco. Ho provato ancora con le creme rinfrescanti. L'irritazione si è però lentamente estesa alla vulva e alle piccole labbra (che, specifico, nel giro di tutti questi mesi sono diventate sporgenti - in particolare il sinistro - e spesso - ma non sempre - doloranti). Il liquido, di solito biancastro e a fiocchi, è più simile a crema, biancastro (quasi giallino molto chiaro), assolutamente privo di alcun odore. Nessun dolore interno, bensì soprattutto esterno. Ho provato a pensare e a informarmi su vulvite, vulvovaginite, vulvodinia e quant'altro, ma non voglio prendere altri farmaci arbitrariamente, per non rischiare di fare danni maggiori e di sensibilizzare la zona. Come sempre, l'andamento è altalenante (tanto da non saper più se nel frattempo sono io a non sentire più dolore perché mi sono abituata).
Il 30 ottobre scorso, in un momento di relativa "calma vaginale" e giusto perché piove sempre sul bagnato, ho avuto un incidente stradale con ferita lacero contusa alla gamba. Ho dovuto pertanto seguire una terapia antibiotica. Inoltre, trovandomi in bicicletta, devo specificare che l'asta del mezzo mi è rimbalzata proprio contro il pube, per fortuna non al centro, ma esternamente a sinistra, con conseguente escoriazione ed ematomi vari (al momento entrambi spariti: unico strascico ancora in corso lì, una sorta di gonfiore/pallina sottocutanea). Naturalmente questo (mi riferisco presumibilmente alla terapia antibiotica) ha fatto esplodere in modo incontrollato il problema: prurito e bruciore tali da non riuscire a dormire la notte. Per i giorni di malattia otttenuti, ho dovuto chiaramente tornare a casa mia, e ho approfittato nuovamente per far visita alla mia ginecologa, che ha sorvolato in modo superficiale attribuendo il tutto agli antibiotici e senza prescrivermi nient'altro. Ho preteso finalmente il tampone (per miceti, batteri, germi comuni): ho avuto i risultati un paio di giorni dopo: assolutamente negativo. Inutile specificare la mia frustrazione.
La settimana scorsa si è verificato un ulteriore sviluppo che è un po' il motivo per cui vi sto scrivendo. Io e il mio ragazzo non abbiamo fatto sesso per un mesetto circa, tra ferie e irritazione locale. Due sere fa però ci siamo lasciati andare. Internamente (in vagina, intendo), nessun problema. Un lievissimo dolore solo alla prima penetrazione a causa dello sfregamento con le piccole labbra, ma poi nulla. Il rapporto non ha creato problemi di sorta, se non quando mi sono accorta di essere un po' troppo lubrificata (normalmente, il mio grado di lubrificazione è assolutamente nella norma, con secrezione vischiosa e trasparente), con scivolamenti eccessivi del pene. Ho avvertito anche il bagnato sul letto, qualcosa di nuovo. Quando abbiamo finito e mi sono alzata per andare in bagno e detergermi (lo faccio sempre, dopo un rapporto, prioprio a causa della mia delicatezza e all'essere soggetta a problemi), c'è stata questa "cascata" dalla vagina di quella che definirei "acqua". Era una perdita totalmente liquida, trasparente e inodore, davvero simile all'acqua. Va da sè che non mi era mai successo. Per quanto il mio ragazzo abbia scherzato sul fatto che era pura eccitazione dovuta al fatto che non lo facevamo da un po', non posso prescindere dal fatto che l'irritazione è in corso (di solito, abbiamo cercato di fare sesso quando non avvertivo nessun sintomo). Ho collegato la perdita acquosa al problema e ammetto di essermi spaventata. Ho pensato di tutto, addirittura di avere delle bolle d'acqua interne (ma è mai possibile?) che si fossero rotte a causa delle spinte.
Considerando che il tampone è risultato negativo, non ho idea di cos'abbia e che terapia seguire, e vorrei ovviamente che il problema si risolva una volta per tutte (sono veramente, veramente, veramente esausta). Vi sto pertanto scrivendo per avere qualche delucidazione in generale sul problema (anche solo vostre ipotesi) e in particolare su quanto accaduto la settimana scorsa in seguito al rapporto. Aggiungo infine che, al momento, non ho alcun dolore, soltanto un vago prurito quando le labbra (sporgenti, come detto) sfregano contro gli slip. Anche il rossore sembra essersi attenuat ma, ripeto, nel corso dei mesi è già capitato di avere momenti di calma prima di ricominciare il tutto.
Mi scuso ancora per il disturbo, vi ringazio a prescindere per l'attenzione, e spero in una cortese risposta.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 8.6k visite dal 10/11/2017.
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Approfondimento su Cistite
La cistite è un'infiammazione della vescica che si avverte con frequente bisogno di urinare, con bruciore o dolore. Si può curare con farmaci o rimedi naturali.