Peso al basso ventre
Buongiorno sono una donna di 30 anni, da qualche giorno accuso una sensazione di fastidio e pesantezza al basso ventre associato a un dolore lieve all' ovaio o appendice (Non lo capisco). Il dolore non è forte e non è fisso perché a volte mi punge pure l ovaio sx, a volte il dolore si sposta più in alto...ma prevalentemente in basso e a dx . Ho eseguito l ultima visita ginecologa lo scorso anno ed era tutto ok. Adesso non capisco se il mio fastidio sia di natura ginecologica o cistite o addirittura colon visto che questo ultimo mi da sempre problemi. Dovrei ripetere l ecografia? Voi cosa pensate sia?
[#1]
Tutti i problemi uroginecologici dipendono da un intestino infiammato o colon irritabile (vedi dolore pelvico stanghellini you tube)
QUANDO gli alimenti favoriscono il colon irritabile e la sindrome metabolica, patologie uroginecologiche, disfunzioni ormonali o, menopausa precoce, adenomi ipofisari, malattie autoimmuni, alopecia e caduta capelli, artrite reumatoide, diabete, disfunzioni della tiroide, disfunzioni degli ormoni femminili e maschili, infarto e tumori ecc.
Per chi soffre della classica "colite" - con questo termine viene definito volgarmente il colon irritabile - occorrerebbe
fare attenzione anche ai carboidrati. In particolare a quelli a catena corta, che entrano in diretto contatto con il
microbiota intestinale e quindi vengono "sottoposti" a trattamenti specifici da parte dei batteri eubiotici. Il risultato
può essere un eccesso di fermentazione, che provoca la formazione di gas, la successiva tensione dell'intestino che
quindi provoca dolori addominali. Sarebbe questo il meccanismo fisiopatologico alla base del colon irritabile, almeno
stando a quanto riporta una ricerca condotta all'Università di Melbourne, apparsa su Gastroenterology.
L'indagine ha preso in esame trenta pazienti con colon irritabile confrontando gli effetti di una dieta a basso contenuto
di alimenti ricchi in carboidrati a catena corta, in confronto a quanto avveniva in una popolazione di controllo del tutto
normale. In seguito alla dieta la situazione clinica dei pazienti è migliorata, con una diminuzione dei disturbi legati al
colon già dopo pochi giorni di trattamento. Il problema è che per arrivare ad un'alimentazione povera di carboidrati
occorre eliminare dall'alimentazione quotidiana numerosi alimenti, a partire dai derivati del frumento per arrivare fino
ai formaggi freschi e a vegetali come quelli della famiglia delle crocifere e a frutta di uso diffuso, come mele e pere
soggetti che soffrono di ipersensibilità al glutine (gluten sensitivity) mostrano sintomi molto simili a quelli
prodotti dalla sindrome del colon irritabile ( gonfiore, dolori addominali, mal di testa, ecc.) per cui tale
nuova entità clinica può consentire finalmente un corretto inquadramento di quei pazienti che per molti
anni sono stai considerati come affetti da colon irritabile o con problematiche di tipo psicologico ed
ansioso–depressivo o pazienti da sorvegliare per il possibile sviluppo in futuro di celiachia.
Il glutine causa infiammazione intestinale detta colite o sindrome da overgrowth batterico Questa alterazione cronica
della flora batterica intestinale è caratterizzata da eccessiva proliferazione di germi nel lume del piccolo intestino.
L’abnorme proliferazione di batteri nel lume del piccolo intestino è secondaria a modificazioni dell’“ecosistema intestinale”, a sua volta regolato da un equilibrio tra meccanismi di difesa, fattori ambientali ed interazioni microbiche:
non si riconosce uno specifico microrganismo responsabile, benché nei casi conclamati si assista all’invasione batterica
della parete intestinale (traslocazionebatterica - BT) da parte di batteri ,o, ancora più frequentemente, dal
lipopolisaccaride di parete (LPS) fino alle stazioni linfonodali periviscerali e/o ad altre sedi extraintestinali tra cui
vagina utero ovaia prostata vescica.
Questo fenomeno detta sindrome dell’aumentata permeabilità intestinale si accompagna ad aumento del numero dei
linfociti intraepiteliali (IEL) responsabili dell’attivazione dell’infiammazione di parete, una vasta proporzione di
pazienti presenta, inoltre, un numero di cellule infiammatorie mucosali significativamente maggiore rispetto agli
individui sani di controllo, in particolare di mastociti, cellule fondamentali per l’ecosistema intestinale.
I mastociti sono in grado di liberare, sulla base di stimoli differenti, mediatori quali istamina, serotonina, triptasi,
leucotrieni, citochine, prostaglandine, sostanza P, NGF ed altri fattori di crescita.
Tali mediatori, a propria volta, sono in grado di sensibilizzare ed attivare le fibre nervose viscerali afferenti ed i
nocicettori silenti attraverso la stimolazione di specifici recettori, determinando
uno stato di ipersensibilità viscerale che, soprattutto nei pazienti affetti da colite o sindrome del colon irritabile, svolge
un ruolo chiave nel determinare la soglia di insorgenza dei sintomi.
– L’alterata integrità della barriera intestinale, favorita dal microambiente infiammatorio locale e dalla ialuronidasi
batterica, favorisce la comparsa di leaky gut syndrome (intestino tenue permeabile) in cui un ruolo centrale nel controllo
dei meccanismi di permeabilità è giocato dalle giunzioni serrate tra le cellule epiteliali (Tight Junctions -TJ).
La progressiva attivazione di mediatori infiammatori e l'invasione batterica a livello dell’area pelvica travalica i confini
dell’intestino coinvolgendo in toto gli organi pelvici e crea un meccanismo tendente all’auto-mantenimento
denominato “fenomeno di wind up” (termine traducibile con l’espressione “caricare avvolgendo”, come avviene, per
esempio con la molla di un orologio); ciò rende ragione del fatto che pazienti affetti da colite possano presentare episodi
di cistite interstiziale, prostatite, annessite, vaginite, dolore pelvico cronico.
La mucosa dell’intestino, oltre a permettere l’assorbimento dei nutrienti attraverso i capillari presenti nei villi, deve
anche impedire che sostanze dannose vengano anch’esse trasferite nel sangue; la parete dell'intestino ha quindi
anche l’importante funzione di fungere da barriera per le sostanze tossiche e patogene presenti nei cibi, che non
devono assolutamente entrare nel circolo sanguigno, perché altrimenti esporrebbero tutti i distretti del corpo ad
intossicazioni e contaminazioni. E’ per questo motivo che la mucosa intestinale deve essere impermeabile, o meglio,
selettivamente permeabile: i micronutrienti, scomposti durante le digestione, devono poter attraversare la mucosa,
mentre le sostanze di scarto e gli agenti patogeni, di dimensioni molto maggiori, devono rimanere all’interno del
lume intestinale. Immaginate si tratti di un colino a trama molto molto fine, che permette il passaggio solo di
particelle piccolissime.
In caso di aumentata permeabilità intestinale la trama di questo immaginario colino diviene più rada e la mucosa
dell'intestino non riesce più a filtrare adeguatamente le sostanze da immettere nel circolo sanguigno. Quando
l’intestino diviene “poroso”, infatti, tossine, batteri, virus, miceti, parassiti ed altre sostanze che dovrebbero
rimanere all’interno del tratto gastro-intestinale per essere eliminate, passano invece nel sangue e nella linfa e,
attraverso la circolazione, in moltissimi altri distretti, causando una miriade di disturbi, prevalentemente dovuti ad
una attivazione anomala del sistema immunitario, che attacca queste particelle “estranee” generando una reazione
immunitaria ed infiammatoria.
Una volta entrate nel sangue, batteri, tossine e cellule infiammatorie possono dare origine a vari disturbi da sovraccarico tossinico:
· stanchezza· cefalea· confusione mentale, perdita di memoria· forme reumatiche ed artrosiche (possono essere
favorite ed aggravate dalla presenza nel sangue di queste sostanze che, quando non adeguatamente eliminate dal
fegato, si depositano nei tessuti e nelle articolazioni, generando infiammazione e dolore
· cistite recidiva (oltre alle sostanze trasportate dal circolo sanguigno, quando la mucosa intestinale è diventata
porosa, c’è una trasmissione di sostanze e batteri ai distretti vicini anche solo per contatto diretto, e questa è una
delle ragioni per cui si hanno infezioni continue dell’apparato urinario)
· candida recidiva (oltre alle sostanze trasportate dal circolo sanguigno, quando la mucosa intestinale è diventata
porosa, c’è una trasmissione di sostanze ai distretti vicini anche solo per contatto diretto, e questa è una delle ragioni
per cui si hanno episodi di candida così violenti e recidivanti)
· vaginiti recidive e persistenti (per le stesse ragioni indicate per cistite e candida, cioè la adiacenza dei tessuti)
· psoriasi· dermatite atopica· patologie della pelle in genere (eczemi, dermatiti)· fibromialgia
Questo meccanismo spiega l’origine tipica della mastopatia fibrocistica dell’infiammazione ovarica che può portare a
disfunzione e iperstimolazione ovarica da parte dell’ipofisi e quindi iperestrogenismo e/o carenza di progesterone
con conseguente effetto iperstimolante della struttura fibroghiandolare mammaria.
L’aumentata permeabilità intestinale può causare ingresso di batteri e virus nel circolo linfatico ed ematico: n
definitiva – aggiunge il professor Antonio Gasbarrini- le scoperte effettuate negli ultimi anni sul ruolo svolto
dall'helicobacter pylori e altri batteri nello sviluppo di malattie extragastriche stanno rivoluzionando le nostre
conoscenze sulle cause di molte malattie. infatti, è verosimile – conclude Gasbarrini -, che in condizioni
particolari frammenti batterici di microbi innocui e in alcuni casi utili presenti nell'apparato digerente
(microbiota intestinale) passino nel circolo sanguigno, attivando sia una risposta infiammatoria generalizzata
(infiammazione sistemica) che una risposta immune che può indirizzarsi verso tessuti dell'ospite
La celiachia e l’aumentata permeabilità intestinale giustificano la presenza nelle pazienti con mastopatia fibrocistica di
diverse patologie associate.noi medici dovremmo informare con più chiarezza le nostre pazienti sul concreto rischio che la celiachia comporti un più precoce esaurimento dell’ovaio, con due conseguenze: infertilità, per la più rapida riduzione della “riserva ovarica”, ossia della quantità di ovociti, le cellule riproduttive femminili; e menopausa precoce, con tutti i sintomi relativi.
La celiachia (o morbo celiaco) è causata da un’intolleranza permanente alla gliadina, una sostanza contenuta nel glutine. Quest’ultimo è un insieme di proteine contenute nel frumento, nell’avena, nell’orzo, nella segale, nel farro, nel kamut e in altri cereali meno noti, come la spelta e il triticale. Nei soggetti affetti queste sostanze attivano uno stato infiammatorio cronico della parete intestinale e la produzione di autoanticorpi che attaccano i tessuti dell’intestino tenue, danneggiando progressivamente i villi e riducendo la superficie intestinale di assorbimento.
In Italia circa 600.000 persone sono affette da celiachia, con una prevalenza quasi tripla fra le donne. Purtroppo, quando il sistema immunitario comincia a “sbagliare bersaglio”, attaccando i propri tessuti con gli autoanticorpi, tende a sbagliare sempre di più. Ecco che allora, in corso di celiachia, possono comparire autoanticorpi contro la tiroide, causando ipotiroidismo, o contro l’ovaio, causando una rapida riduzione della cosiddetta “riserva ovarica”.
QUANDO gli alimenti favoriscono il colon irritabile e la sindrome metabolica, patologie uroginecologiche, disfunzioni ormonali o, menopausa precoce, adenomi ipofisari, malattie autoimmuni, alopecia e caduta capelli, artrite reumatoide, diabete, disfunzioni della tiroide, disfunzioni degli ormoni femminili e maschili, infarto e tumori ecc.
Per chi soffre della classica "colite" - con questo termine viene definito volgarmente il colon irritabile - occorrerebbe
fare attenzione anche ai carboidrati. In particolare a quelli a catena corta, che entrano in diretto contatto con il
microbiota intestinale e quindi vengono "sottoposti" a trattamenti specifici da parte dei batteri eubiotici. Il risultato
può essere un eccesso di fermentazione, che provoca la formazione di gas, la successiva tensione dell'intestino che
quindi provoca dolori addominali. Sarebbe questo il meccanismo fisiopatologico alla base del colon irritabile, almeno
stando a quanto riporta una ricerca condotta all'Università di Melbourne, apparsa su Gastroenterology.
L'indagine ha preso in esame trenta pazienti con colon irritabile confrontando gli effetti di una dieta a basso contenuto
di alimenti ricchi in carboidrati a catena corta, in confronto a quanto avveniva in una popolazione di controllo del tutto
normale. In seguito alla dieta la situazione clinica dei pazienti è migliorata, con una diminuzione dei disturbi legati al
colon già dopo pochi giorni di trattamento. Il problema è che per arrivare ad un'alimentazione povera di carboidrati
occorre eliminare dall'alimentazione quotidiana numerosi alimenti, a partire dai derivati del frumento per arrivare fino
ai formaggi freschi e a vegetali come quelli della famiglia delle crocifere e a frutta di uso diffuso, come mele e pere
soggetti che soffrono di ipersensibilità al glutine (gluten sensitivity) mostrano sintomi molto simili a quelli
prodotti dalla sindrome del colon irritabile ( gonfiore, dolori addominali, mal di testa, ecc.) per cui tale
nuova entità clinica può consentire finalmente un corretto inquadramento di quei pazienti che per molti
anni sono stai considerati come affetti da colon irritabile o con problematiche di tipo psicologico ed
ansioso–depressivo o pazienti da sorvegliare per il possibile sviluppo in futuro di celiachia.
Il glutine causa infiammazione intestinale detta colite o sindrome da overgrowth batterico Questa alterazione cronica
della flora batterica intestinale è caratterizzata da eccessiva proliferazione di germi nel lume del piccolo intestino.
L’abnorme proliferazione di batteri nel lume del piccolo intestino è secondaria a modificazioni dell’“ecosistema intestinale”, a sua volta regolato da un equilibrio tra meccanismi di difesa, fattori ambientali ed interazioni microbiche:
non si riconosce uno specifico microrganismo responsabile, benché nei casi conclamati si assista all’invasione batterica
della parete intestinale (traslocazionebatterica - BT) da parte di batteri ,o, ancora più frequentemente, dal
lipopolisaccaride di parete (LPS) fino alle stazioni linfonodali periviscerali e/o ad altre sedi extraintestinali tra cui
vagina utero ovaia prostata vescica.
Questo fenomeno detta sindrome dell’aumentata permeabilità intestinale si accompagna ad aumento del numero dei
linfociti intraepiteliali (IEL) responsabili dell’attivazione dell’infiammazione di parete, una vasta proporzione di
pazienti presenta, inoltre, un numero di cellule infiammatorie mucosali significativamente maggiore rispetto agli
individui sani di controllo, in particolare di mastociti, cellule fondamentali per l’ecosistema intestinale.
I mastociti sono in grado di liberare, sulla base di stimoli differenti, mediatori quali istamina, serotonina, triptasi,
leucotrieni, citochine, prostaglandine, sostanza P, NGF ed altri fattori di crescita.
Tali mediatori, a propria volta, sono in grado di sensibilizzare ed attivare le fibre nervose viscerali afferenti ed i
nocicettori silenti attraverso la stimolazione di specifici recettori, determinando
uno stato di ipersensibilità viscerale che, soprattutto nei pazienti affetti da colite o sindrome del colon irritabile, svolge
un ruolo chiave nel determinare la soglia di insorgenza dei sintomi.
– L’alterata integrità della barriera intestinale, favorita dal microambiente infiammatorio locale e dalla ialuronidasi
batterica, favorisce la comparsa di leaky gut syndrome (intestino tenue permeabile) in cui un ruolo centrale nel controllo
dei meccanismi di permeabilità è giocato dalle giunzioni serrate tra le cellule epiteliali (Tight Junctions -TJ).
La progressiva attivazione di mediatori infiammatori e l'invasione batterica a livello dell’area pelvica travalica i confini
dell’intestino coinvolgendo in toto gli organi pelvici e crea un meccanismo tendente all’auto-mantenimento
denominato “fenomeno di wind up” (termine traducibile con l’espressione “caricare avvolgendo”, come avviene, per
esempio con la molla di un orologio); ciò rende ragione del fatto che pazienti affetti da colite possano presentare episodi
di cistite interstiziale, prostatite, annessite, vaginite, dolore pelvico cronico.
La mucosa dell’intestino, oltre a permettere l’assorbimento dei nutrienti attraverso i capillari presenti nei villi, deve
anche impedire che sostanze dannose vengano anch’esse trasferite nel sangue; la parete dell'intestino ha quindi
anche l’importante funzione di fungere da barriera per le sostanze tossiche e patogene presenti nei cibi, che non
devono assolutamente entrare nel circolo sanguigno, perché altrimenti esporrebbero tutti i distretti del corpo ad
intossicazioni e contaminazioni. E’ per questo motivo che la mucosa intestinale deve essere impermeabile, o meglio,
selettivamente permeabile: i micronutrienti, scomposti durante le digestione, devono poter attraversare la mucosa,
mentre le sostanze di scarto e gli agenti patogeni, di dimensioni molto maggiori, devono rimanere all’interno del
lume intestinale. Immaginate si tratti di un colino a trama molto molto fine, che permette il passaggio solo di
particelle piccolissime.
In caso di aumentata permeabilità intestinale la trama di questo immaginario colino diviene più rada e la mucosa
dell'intestino non riesce più a filtrare adeguatamente le sostanze da immettere nel circolo sanguigno. Quando
l’intestino diviene “poroso”, infatti, tossine, batteri, virus, miceti, parassiti ed altre sostanze che dovrebbero
rimanere all’interno del tratto gastro-intestinale per essere eliminate, passano invece nel sangue e nella linfa e,
attraverso la circolazione, in moltissimi altri distretti, causando una miriade di disturbi, prevalentemente dovuti ad
una attivazione anomala del sistema immunitario, che attacca queste particelle “estranee” generando una reazione
immunitaria ed infiammatoria.
Una volta entrate nel sangue, batteri, tossine e cellule infiammatorie possono dare origine a vari disturbi da sovraccarico tossinico:
· stanchezza· cefalea· confusione mentale, perdita di memoria· forme reumatiche ed artrosiche (possono essere
favorite ed aggravate dalla presenza nel sangue di queste sostanze che, quando non adeguatamente eliminate dal
fegato, si depositano nei tessuti e nelle articolazioni, generando infiammazione e dolore
· cistite recidiva (oltre alle sostanze trasportate dal circolo sanguigno, quando la mucosa intestinale è diventata
porosa, c’è una trasmissione di sostanze e batteri ai distretti vicini anche solo per contatto diretto, e questa è una
delle ragioni per cui si hanno infezioni continue dell’apparato urinario)
· candida recidiva (oltre alle sostanze trasportate dal circolo sanguigno, quando la mucosa intestinale è diventata
porosa, c’è una trasmissione di sostanze ai distretti vicini anche solo per contatto diretto, e questa è una delle ragioni
per cui si hanno episodi di candida così violenti e recidivanti)
· vaginiti recidive e persistenti (per le stesse ragioni indicate per cistite e candida, cioè la adiacenza dei tessuti)
· psoriasi· dermatite atopica· patologie della pelle in genere (eczemi, dermatiti)· fibromialgia
Questo meccanismo spiega l’origine tipica della mastopatia fibrocistica dell’infiammazione ovarica che può portare a
disfunzione e iperstimolazione ovarica da parte dell’ipofisi e quindi iperestrogenismo e/o carenza di progesterone
con conseguente effetto iperstimolante della struttura fibroghiandolare mammaria.
L’aumentata permeabilità intestinale può causare ingresso di batteri e virus nel circolo linfatico ed ematico: n
definitiva – aggiunge il professor Antonio Gasbarrini- le scoperte effettuate negli ultimi anni sul ruolo svolto
dall'helicobacter pylori e altri batteri nello sviluppo di malattie extragastriche stanno rivoluzionando le nostre
conoscenze sulle cause di molte malattie. infatti, è verosimile – conclude Gasbarrini -, che in condizioni
particolari frammenti batterici di microbi innocui e in alcuni casi utili presenti nell'apparato digerente
(microbiota intestinale) passino nel circolo sanguigno, attivando sia una risposta infiammatoria generalizzata
(infiammazione sistemica) che una risposta immune che può indirizzarsi verso tessuti dell'ospite
La celiachia e l’aumentata permeabilità intestinale giustificano la presenza nelle pazienti con mastopatia fibrocistica di
diverse patologie associate.noi medici dovremmo informare con più chiarezza le nostre pazienti sul concreto rischio che la celiachia comporti un più precoce esaurimento dell’ovaio, con due conseguenze: infertilità, per la più rapida riduzione della “riserva ovarica”, ossia della quantità di ovociti, le cellule riproduttive femminili; e menopausa precoce, con tutti i sintomi relativi.
La celiachia (o morbo celiaco) è causata da un’intolleranza permanente alla gliadina, una sostanza contenuta nel glutine. Quest’ultimo è un insieme di proteine contenute nel frumento, nell’avena, nell’orzo, nella segale, nel farro, nel kamut e in altri cereali meno noti, come la spelta e il triticale. Nei soggetti affetti queste sostanze attivano uno stato infiammatorio cronico della parete intestinale e la produzione di autoanticorpi che attaccano i tessuti dell’intestino tenue, danneggiando progressivamente i villi e riducendo la superficie intestinale di assorbimento.
In Italia circa 600.000 persone sono affette da celiachia, con una prevalenza quasi tripla fra le donne. Purtroppo, quando il sistema immunitario comincia a “sbagliare bersaglio”, attaccando i propri tessuti con gli autoanticorpi, tende a sbagliare sempre di più. Ecco che allora, in corso di celiachia, possono comparire autoanticorpi contro la tiroide, causando ipotiroidismo, o contro l’ovaio, causando una rapida riduzione della cosiddetta “riserva ovarica”.
Dr.ssa Daniela Pelotti
[#2]
Utente
Grazie per la sua risposta gentile dottoressa. Nello specifico le avevo posto un quesito circa la mia situazione . Se è normale avere dolore all' appendice e basso ventre in seguito ad una infiammazione e se dovrei fare dei controlli più specifici per accertsrmi della natura di essi.grazie anticipatamente
[#4]
No di certo comunque se avessi un tumore ovarico per verificarlo dovresti fare i marcatori tumorali CA 125 CA 19-9 CA 15-3 e se correggendo l'alimentazione il dolore scompare significa che è solo colon irritabile ed è il colon irritabile che se non provvedi causa il tumore all'intestino!!!
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 56.8k visite dal 04/08/2016.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Cistite
La cistite è un'infiammazione della vescica che si avverte con frequente bisogno di urinare, con bruciore o dolore. Si può curare con farmaci o rimedi naturali.