Amenorrea secondaria dopo pillola e dimagrimento
Buongiorno,
sono una ragazza di vent'anni; sono alta 1,60 m e attualmente peso circa 46/47 kg.
Le scrivo per chiedere ulteriori chiarimenti (specifico infatti che sono seguita dal mio ginecologo e dal mio medico di base) e una possibile soluzione circa la condizione in cui mi trovo, ossia amenorrea secondaria da un periodo di quasi otto mesi.
Premetto che, dal primo menarca, il mio ciclo è stato sempre irregolare (superiore ai 40 giorni) e doloroso e, per le stesse ragioni, il ginecologo mi ha prescritto una pillola da 21 giorni (con i sette di pausa) all'età di 17 anni.
Dopo sei mesi di assunzione (durante i quali il ciclo era abbondante e regolare), ho sospeso il farmaco perché non contribuiva alla diminuzione del dolore durante la mestruazione.
Su prescrizione medica, dopo circa due mesi di pausa, ho iniziato ad assumere la pillola Zoely (blister da 28 giorni) che ho continuato per poco più di un anno. Con la nuova pillola il ciclo era inizialmente regolare (per i primi due mesi); poi è diminuito progressivamente (con mestruazioni dalla durata massima di due giorni, scarse e perlopiù indolori) fino a sparire completamente.
Non essendo stata informata che tale effetto era dovuto al tipo di pillola e spaventata dalla situazione, ho deciso di sospenderla a fine Agosto 2015.
Alla sospensione sono seguite perdite marroncine della durata di circa una decina di giorni.
Da allora (inizio Settembre 2015) non ho più avuto il ciclo, né alcun sintomo di ovulazione (dolori al basso ventre e alla schiena assenti).
Aggiungo che, nel corso di quest'ultimo anno, ho avuto un calo ponderale di peso (di circa una decina di kg) dovuto ad un'iniziale riduzione e successiva eliminazione dei carboidrati dalla dieta (dopo essermi accorta che, evitando cibi quali il pane e la pasta, avevo eliminato il problema persistente della cefalea). Ho eseguito inoltre specifiche analisi del sangue, dalle quali è emerso un lieve ipotiroidismo con un valore TSH di 4,4 (ad Agosto 2015) che è risultato poi nella norma al momento della ripetizione delle stesse (valore di 3,7 a Dicembre 2015).
Attualmente ho reintegrato i carboidrati nella mia alimentazione, avendo cura di sostituire pane e pasta comuni con quelli integrali e sono seguita da un medico che mi sta aiutando a recuperare una sana educazione alimentare.
Consapevole che il drastico e veloce calo di peso possa avere contribuito in larga parte a peggiorare la situazione (motivo per cui mi sono già attivata per fare al più presto ritorno al mio peso consueto), vorrei chiederLe se tale amenorrea sia in qualche modo collegata alla sospensione della pillola. Recentemente, ho anche chiesto il parere di un endocrinologo, il quale mi ha consigliato il MAP test: cinque giorni di progesterone, ai termini dei quali dovrebbero comparire le mestruazioni nell'arco di una settimana. Lo specialista mi ha informata che, qualora ciò non dovesse accadere, la cura da intraprendere sarà più lunga.
Le scrivo per chiedere a Lei un ulteriore parere perché, anche se non dovrei, penso continuamente al problema e non riesco a stare tranquilla, dato che il ciclo non torna. Non ho ancora intrapreso la terapia progestinica perché sono spaventata dall'idea che le mestruazioni possano non ricomparire anche se indotte. Sono molto preoccupata e ho una forte paura che tale situazione possa compromettere la mia fertilità. È possibile che le mie ovaie abbiano avuto un “blocco” post-pillola?
Se sì, quanto dovrò attendere prima che si regolarizzino? Il ciclo potrà tornare ad essere, se non puntuale, quantomeno presente? Ultimamente la questione è diventata per me un problema, dal momento che vorrei che le cose si sistemassero al più presto, anche se ciò non sembra accadere.
RingraziandoLa per la cortese attenzione, attendo un Suo riscontro e
porgo cordiali saluti.
sono una ragazza di vent'anni; sono alta 1,60 m e attualmente peso circa 46/47 kg.
Le scrivo per chiedere ulteriori chiarimenti (specifico infatti che sono seguita dal mio ginecologo e dal mio medico di base) e una possibile soluzione circa la condizione in cui mi trovo, ossia amenorrea secondaria da un periodo di quasi otto mesi.
Premetto che, dal primo menarca, il mio ciclo è stato sempre irregolare (superiore ai 40 giorni) e doloroso e, per le stesse ragioni, il ginecologo mi ha prescritto una pillola da 21 giorni (con i sette di pausa) all'età di 17 anni.
Dopo sei mesi di assunzione (durante i quali il ciclo era abbondante e regolare), ho sospeso il farmaco perché non contribuiva alla diminuzione del dolore durante la mestruazione.
Su prescrizione medica, dopo circa due mesi di pausa, ho iniziato ad assumere la pillola Zoely (blister da 28 giorni) che ho continuato per poco più di un anno. Con la nuova pillola il ciclo era inizialmente regolare (per i primi due mesi); poi è diminuito progressivamente (con mestruazioni dalla durata massima di due giorni, scarse e perlopiù indolori) fino a sparire completamente.
Non essendo stata informata che tale effetto era dovuto al tipo di pillola e spaventata dalla situazione, ho deciso di sospenderla a fine Agosto 2015.
Alla sospensione sono seguite perdite marroncine della durata di circa una decina di giorni.
Da allora (inizio Settembre 2015) non ho più avuto il ciclo, né alcun sintomo di ovulazione (dolori al basso ventre e alla schiena assenti).
Aggiungo che, nel corso di quest'ultimo anno, ho avuto un calo ponderale di peso (di circa una decina di kg) dovuto ad un'iniziale riduzione e successiva eliminazione dei carboidrati dalla dieta (dopo essermi accorta che, evitando cibi quali il pane e la pasta, avevo eliminato il problema persistente della cefalea). Ho eseguito inoltre specifiche analisi del sangue, dalle quali è emerso un lieve ipotiroidismo con un valore TSH di 4,4 (ad Agosto 2015) che è risultato poi nella norma al momento della ripetizione delle stesse (valore di 3,7 a Dicembre 2015).
Attualmente ho reintegrato i carboidrati nella mia alimentazione, avendo cura di sostituire pane e pasta comuni con quelli integrali e sono seguita da un medico che mi sta aiutando a recuperare una sana educazione alimentare.
Consapevole che il drastico e veloce calo di peso possa avere contribuito in larga parte a peggiorare la situazione (motivo per cui mi sono già attivata per fare al più presto ritorno al mio peso consueto), vorrei chiederLe se tale amenorrea sia in qualche modo collegata alla sospensione della pillola. Recentemente, ho anche chiesto il parere di un endocrinologo, il quale mi ha consigliato il MAP test: cinque giorni di progesterone, ai termini dei quali dovrebbero comparire le mestruazioni nell'arco di una settimana. Lo specialista mi ha informata che, qualora ciò non dovesse accadere, la cura da intraprendere sarà più lunga.
Le scrivo per chiedere a Lei un ulteriore parere perché, anche se non dovrei, penso continuamente al problema e non riesco a stare tranquilla, dato che il ciclo non torna. Non ho ancora intrapreso la terapia progestinica perché sono spaventata dall'idea che le mestruazioni possano non ricomparire anche se indotte. Sono molto preoccupata e ho una forte paura che tale situazione possa compromettere la mia fertilità. È possibile che le mie ovaie abbiano avuto un “blocco” post-pillola?
Se sì, quanto dovrò attendere prima che si regolarizzino? Il ciclo potrà tornare ad essere, se non puntuale, quantomeno presente? Ultimamente la questione è diventata per me un problema, dal momento che vorrei che le cose si sistemassero al più presto, anche se ciò non sembra accadere.
RingraziandoLa per la cortese attenzione, attendo un Suo riscontro e
porgo cordiali saluti.
[#1]
Importante valutare la sua situazione di irregolarità già prima dell'uso della pillola , quindi parliamo di una predisposizione naturale.Solitamente le amenorree post pillola (5% della totalità delle amenorree riscontrate nella popolazione generale) guariscono spontaneamente.
Quando ciò non accade è necessario fare una serie di accertamenti per vedere il perché .
- valutazione ecografica della ovulazione
- eliminare il dubbio di un microadenoma ipofisario con una RMN sella turcica
- stimolazione con progestinici e cortisonici
- eventuale uso di induttori della ovulazione (soprattutto se la donna desidera una gravidanza)
SALUTI
Quando ciò non accade è necessario fare una serie di accertamenti per vedere il perché .
- valutazione ecografica della ovulazione
- eliminare il dubbio di un microadenoma ipofisario con una RMN sella turcica
- stimolazione con progestinici e cortisonici
- eventuale uso di induttori della ovulazione (soprattutto se la donna desidera una gravidanza)
SALUTI
dott.Nicola Blasi
specialista in Ginecologia e Ostetricia. Patologia Cervico-vaginale e vulvare.
BARI
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.6k visite dal 31/03/2016.
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