Il maggiore dei quali

Gentile dottor Santoro,
ho 38 anni, sono alla 26° settimana della mia prima gravidanza e vorrei un Suo parere in merito all’opportunità di praticare un parto naturale od un taglio cesareo in caso di utero miomatoso. Premetto che tali miomi sono stati sempre asintomatici prima della gravidanza; alla 11° settimana sono stata a letto per un dolore sopportabile e diffuso durato circa 2 giorni; alla 24° settimana ho avuto per circa 5 giorni un episodio di contrazione dolorosa, sembra collocata a livello dell’ovaio destro o della cicatrice della appendice, che diventava vera colica (con contrazioni a distanza di poche decine di secondi) se mi coglieva mentre ero in piedi o seduta, e che poi si è attenuata successivamente, non impedendomi più di muovermi o camminare, senza però mai sparire del tutto; alla 25° settimana ho sentito una sorta di contrattura muscolare sul lato sinistro, e su consiglio del ginecologo ho iniziato una cura di spasmex per 5 giorni, da ripetere ciclicamente qualora i dolori dovessero ripresentarsi (in realtà il mio ginecologo mi ha consigliato una copertura costante col farmaco, sono io che preferirei non assumere troppe sostanze “non naturali”…); alla visita di controllo della 26° settimana il collo dell’utero risultava chiuso ma morbido, leggermente svasato, perciò il ginecologo mi ha consigliato riposo; attualmente la contrattura muscolare a sinistra si è risolta, il dolore a destra compare brevemente come leggero fastidio varie volte durante la giornata.

Quanto ai miomi, questi i dati della mia specifica situazione:

LUGLIO 2007
A livello del 3° corporale posteriore, fibroma intramurale sottosieroso di mm 23x22.7
A livello del 3° medio corporale posteriore, fibroma intramurale sottosieroso di mm 31.6x25.5
A livello fundico corporale posteriore, fibroma prevalentemente intramurale di mm 39x34

Dall’isteroscopia risulta che tali formazioni non improntano la cavità uterina.

GIUGNO 2008
Su parete posteriore, mioma intramurale sottosieroso di diametro mm 40 circa
Su parete posteriore, miomi intramurali istmici contigui di diametro mm 30 e 20 circa
Su parete fundica, mioma intramurale di diametro mm 70 circa
Su parete anteriore, miomi intramurali sottosierosi contigui di diametro mm 25x20 circa

AGOSTO 2008
Su parete posteriore, mioma intramurale di diametro mm 39 circa
Su parete posteriore, mioma intramurale istmico di diametro mm 35
Su parete posteriore fundica, mioma sottosieroso del diametro mm 62
Su parete posteriore fundica, mioma sottosieroso del diametro mm 20
Su parete anteriore, mioma intramurale di diametro mm 28 circa

SETTEMBRE 2008
1) Su parete postero-laterale sinistra, mioma sottosieroso di diametro mm 41x44 circa, con alcune note colliquative
2) Su parete posteriore, mioma sovraistmico di diametro mm 32
3) Su parete fundica laterale sinistra, mioma sottosieroso di diametro mm 46
4) Su parete anteriore, serie di piccoli miomi il maggiore dei quali di diametro mm 30 circa

Nella mia ignoranza e a causa del mio carattere ansioso, ho paura che con un parto naturale l’utero, con tutti questi miomi diffusi, per quanto di dimensioni forse non consistenti, non si contragga a sufficienza, col rischio di emorragie.
La ringrazio anticipatamente per il tempo che potrà eventualmente dedicarmi e la saluto cordialmente.
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 283
Il Taglio Cesareo per utero miomatoso si pratica in genere per motivi del tutto specifici, quali:
a) presenza di uno o più miomi che si dispongono davanti alla parte presentata del feto, impedendo di fatto a quest'ultimo di fuoriuscire dal canale del parto (miomi praevi)
b) presentazioni anomale del feto (feto in podice, feto in trasversa), collegate direttamente alla presenza dei miofibromi che alterano la regolarità della cavità del corpo uterino, così da obbligare il feto a disporsi in una determinata situazione e posizione.

In tutti gli altri casi, la scelta può dipendere da fattori specifici di quella determinata paziente o gravidanza (eventuali patologie correlate alla presenza dei miomi o presenza di stati morbosi materni associati ma non direttamente legati da un rapporto di causa/effetto rispetto al o ai mioma/i).

Credo, quindi, sia prematuro dare una risposta in questo senso.
In genere i miomi in gravidanza aumentano il proprio volume nel primo trimestre, restano alquanto stabili o incrementano DI POCO il proprio volume nel corso del secondo trimestre, addirittura tendono a diminuire di volume nel corso del terzo trimestre.

Circa la possibilità di incrementata possibilità di emorragia nel periodo del post-partum, la conoscenza della presenza dei miomi generalmente induce chi le assiste il parto (anche Cesareo, però) ad eseguire misure preventive in tal senso (infusione di prostaglandine specifiche o di specifici fattori di coagulazione da poco immessi sul mercato, proprio a scopo profilattico nei confronti di questa temibile evenienza).

In conclusione, credo che una migliore valutazione del caso si possa e si debba fare in prossimità dello scadere dei conti ostetrici.

Cordialmente.

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli

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Egregio Dott. Santoro,
come sempre, Lei è stato illuminante e "tranquillizzante" nella sua precisione, chiarezza e competenza. La ringrazio ancora infinitamente per la Sua celere risposta e Le auguro buona giornata.
Alessandra