Parto o tortura?

Salve,
Recentemente ho saputo di una conoscente incinta che ha perso il bambino a pochi giorni dal parto. E' stata costretta comunque a partorire in modo naturale, con tutta la tempistica e l'attesa e l'ansia del caso, pur sapendo che non avrebbe comunque mai dato la vita al suo bimbo...Ora, non me ne intendo, non sono mamma, ecc.. ma si parla tanto di violenza sulle donne, di femminicidio ecc.. poi però non si guarda molto alla vita reale delle donne con le loro piccole grandi tragedie quotidiane. Mi chiedo, com'è possibile che nel 2013 non si sia trovata una soluzione alternativa, per tutelare la donna anche psicologicamente, in un momento della sua vita così importante e delicato, come la maternità, e evitarle questa specie di tortura? Non mi risulta che ci sia uno psicologo in maternità... ma spesso personale molto sbrigativo e poco sensibile che fanno sentire la donna inadeguata alla maternità...e questo è abbastanza frequente se si parla con chi c'è passata...E com'è possibile che in maternità, nella stessa stanza, siano ricoverate donne che hanno appena partorito, con donne in fase di travaglio e donne che hanno già subìto la perdita del loro bimbo? Com'è possibile che nel 2013 l'ostetricia e la ginecologia siano ancora indietro rispetto ad altre discipline, come ad esempio la chirurgia cardio-vascolare che ha fatto passi da gigante... ? E' possibile interrogare il ministero della salute o delle politiche sociali che prendano finalmente in mano la situazione...al posto di riempirsi la bocca con sterili slogan come tutela della donna e lotta al femminicidio ... Mi sembra paradossale che i reparti di maternità e ostetricia, più importanti di altri, dal punto di vista, sociale, demografico, se vogliamo - da lì parte tutto il futuro di un paese- siano spesso in queste condizioni disumane, direi.
Vorrei sapere il Vostro giudizio rispetto a tutto questo?
Grazie
Cordialmente
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Dr.ssa Valentina Pontello Ginecologo, Perfezionato in medicine non convenzionali 8.1k 179
Gentile Signora,

lei pone un problema, che, a mio parere, è di grande rilevanza ed attualità.
La violenza di genere si esplica su vari livelli, e il mancato ascolto di un'esigenza può essere una violenza, quando la persona si sente maggiormente vulnerabile. La sua amica stava vivendo una tragedia, mentre accanto a lei c'erano genitori festanti per il proprio neonato. Questo non dovrebbe succedere mai e in nessun ospedale.

Già da tempo altri paesi hanno sviluppato una sensibilità verso la situazione delicata dell'aborto e della morte in utero, mentre da noi si stanno muovendo ora i primi passi. Questo grazie all'azione di sensibilizzazione di una associazione, CiaoLapo, con cui collaboro ormai da diversi anni. CiaoLapo organizza eventi per formare gli operatori sanitari (medici, infermieri, ostetriche) in relazione al lutto, e fornisce linee guida, che sono mutuate dalle società internazionali (ad esempio International stillbirth alliance). CiaoLapo fornisce materiale informativo, che gli ospedali possono richiedere gratuitamente, come depliant e memory box per i genitori.

Riguardo al parto, la modalità ritenuta migliore per il parto è quella vaginale, assistita con analgesia. Infatti, in caso contrario la sua amica si sarebbe trovata a fare un intervento chirurgico, con possibili complicanze sia per lei che per la sua fertilità. In particolare, se lei, avendo fatto un taglio cesareo, avesse avuto una ferita sull'utero, avrebbe dovuto aspettare almeno un anno prima di tentare un nuovo concepimento, e non potrebbe avere la potenzialità di fare più di altri due figli. A volte il taglio cesareo sembra la strada più semplice, ma così non è.

Invito la sua amica a consultare il sito CiaoLapo, e di segnalare l'associazione anche ai medici dell'ospedale, in modo che ci sia una maggiore attenzione e sensibilità nei confronti di un evento purtroppo non rarissimo.

Dr.ssa Valentina Pontello
Ginecologa Fitoterapeuta Counsellor Consulente in sessualità tipica e atipica
https://linktr.ee/vvpginecologa

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Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Pontello
La ringrazio per l'attenzione e Le dico, conosco questa associazione, ne ho sentito parlare e ho curiosato anche nel loro sito recentemente che trovo tra l'altro molto interessante. Il mio era semplicemente uno sfogo, nulla di personale verso quanti lavorano con impegno e dedizione... Solo che sentendo parlare in continuazione di femminicidio e violenza sulle donne (un classico in Italia quando le notizie sono di prima pagina), e poi vedere e sentire quanto succede in alcuni reparti di maternità, senza dimenticare la ginecologia che ha spesso lati oscuri, mi è venuto spontaneo chiedere l'opinione di un "addetto ai lavori" come si dice in questi casi... Tutto qui.
La ringrazio per il riscontro e spero veramente di poter vedere cambiato anche questo mondo, per tutte le donne.
Buona giornata e buon lavoro.
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Dr.ssa Valentina Pontello Ginecologo, Perfezionato in medicine non convenzionali 8.1k 179
Grazie a lei per il suo contributo!