Gravidanza dopo cesareo: tempi minimi d'attesa
Gentili dottori,
cinque mesi fa, dopo una gravidanza serena, a 38+3 settimane ho perso il mio primo bambino, perfettamente sano, per un distacco di placenta durante il travaglio. Mi è stato praticato un cesareo, purtroppo inutile. Subito dopo, per indagare le cause del tragico evento, sono stata sottoposta a una serie di analisi che però non hanno evidenziato la causa precisa. Ora attendo il momento in cui potrò provare ancora ad avere un bambino. A questo proposito, navigando in rete, ho letto molte storie di donne con un'esperienza analoga alla mia e con un decorso post-operatorio regolare: ad alcune era stato suggerito di riprovare dopo appena 4 mesi dal cesareo, ad altre dopo 10 mesi - un anno. Mi chiedo il motivo di queste differenze: esistono forse "scuole di pensiero" diverse tra i ginecologi? Addirittura ho trovato molti pareri medici che - dopo una gravidanza iniziata a 10 mesi da un cesareo - non escludevano il VBAC. Quest'ultima ipotesi non mi sfiora nemmeno: dopo la tragedia che ho vissuto, se rimanessi di nuovo incinta, vorrei subire comunque un nuovo cesareo. Alla mia età il tempo a disposizione non è molto e temo che siano necessari molti tentativi. La mia intenzione sarebbe di iniziare a riprovare a sette mesi dal cesareo. Se così fosse - a parte un'eventuale rottura d'utero in travaglio - a quali rischi potrei andare incontro?
Ho sentito parlare del rischio di "cedimento d'utero" ma non mi è ben chiaro di che cosa si tratti.
Aggiungo che dall'ultima ecografia fatta una ventina di giorni fa risulta che la cicatrice sull'utero è in buone condizioni.
Vi ringrazio per il consulto
Laura
cinque mesi fa, dopo una gravidanza serena, a 38+3 settimane ho perso il mio primo bambino, perfettamente sano, per un distacco di placenta durante il travaglio. Mi è stato praticato un cesareo, purtroppo inutile. Subito dopo, per indagare le cause del tragico evento, sono stata sottoposta a una serie di analisi che però non hanno evidenziato la causa precisa. Ora attendo il momento in cui potrò provare ancora ad avere un bambino. A questo proposito, navigando in rete, ho letto molte storie di donne con un'esperienza analoga alla mia e con un decorso post-operatorio regolare: ad alcune era stato suggerito di riprovare dopo appena 4 mesi dal cesareo, ad altre dopo 10 mesi - un anno. Mi chiedo il motivo di queste differenze: esistono forse "scuole di pensiero" diverse tra i ginecologi? Addirittura ho trovato molti pareri medici che - dopo una gravidanza iniziata a 10 mesi da un cesareo - non escludevano il VBAC. Quest'ultima ipotesi non mi sfiora nemmeno: dopo la tragedia che ho vissuto, se rimanessi di nuovo incinta, vorrei subire comunque un nuovo cesareo. Alla mia età il tempo a disposizione non è molto e temo che siano necessari molti tentativi. La mia intenzione sarebbe di iniziare a riprovare a sette mesi dal cesareo. Se così fosse - a parte un'eventuale rottura d'utero in travaglio - a quali rischi potrei andare incontro?
Ho sentito parlare del rischio di "cedimento d'utero" ma non mi è ben chiaro di che cosa si tratti.
Aggiungo che dall'ultima ecografia fatta una ventina di giorni fa risulta che la cicatrice sull'utero è in buone condizioni.
Vi ringrazio per il consulto
Laura
[#1]
Gentile Signora,
mi dispiace tanto per la perdita del suo bambino, e per il dolore che questa ha portato alla sua famiglia.
Le consiglio di dare un'occhiata al sito www.ciaolapo.it , un'associazione che si occupa di sostegno dopo la perdita di un bambino, trova materiale informativo ed un forum online.
Se non è venuto fuori niente dagli esami, farei accertamenti più approfonditi, ad esempio la rilettura dell'esame istologico della placenta da un esperto.
In questi casi è bene farsi seguire presso un centro per gravidanze a rischio, in modo da essere monitorizzata in modo dedicato per la prossima gravidanza.
Sento nelle sue parole l'urgenza per riprovarci. Dalla sua scheda leggo che ha 41 anni, e lei sente che il tempo stringe. Le sconsiglio comunque di concepire nei primi 8 mesi dal cesareo per il rischio di rottura di utero, che potrebbe essere fatale per lei e per il bambino che aspetterà.
mi dispiace tanto per la perdita del suo bambino, e per il dolore che questa ha portato alla sua famiglia.
Le consiglio di dare un'occhiata al sito www.ciaolapo.it , un'associazione che si occupa di sostegno dopo la perdita di un bambino, trova materiale informativo ed un forum online.
Se non è venuto fuori niente dagli esami, farei accertamenti più approfonditi, ad esempio la rilettura dell'esame istologico della placenta da un esperto.
In questi casi è bene farsi seguire presso un centro per gravidanze a rischio, in modo da essere monitorizzata in modo dedicato per la prossima gravidanza.
Sento nelle sue parole l'urgenza per riprovarci. Dalla sua scheda leggo che ha 41 anni, e lei sente che il tempo stringe. Le sconsiglio comunque di concepire nei primi 8 mesi dal cesareo per il rischio di rottura di utero, che potrebbe essere fatale per lei e per il bambino che aspetterà.
Dr.ssa Valentina Pontello
Ginecologa Fitoterapeuta Counsellor Consulente in sessualità tipica e atipica
https://linktr.ee/vvpginecologa
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa Pontello,
la ringrazio per la sua vicinanza e per il parere che ha espresso.
Conosco il sito al quale si riferisce, che mi ha aiutato nei primi tempi dopo la tragedia e che mi ha permesso di conoscere altre donne che hanno vissuto la devastante esperienza della perdita di un bambino durante il travaglio.
Mi sono anche fatta sostenere da uno psicologo, perché in momenti del genere non è sempre possibile farcela con le proprie forze; il percorso del lutto è lungo e complesso.
Ogni giorno dedico un po' di tempo a navigare su ciaolapo, sul quale ho letto anche molti dei suoi interventi, perciò - in un certo senso - mi sembra di conoscerla già.: è proprio grazie ai suoi consigli che ho deciso di rivolgermi a un nuovo ginecologo, che mi ha prescritto una serie di esami.
Nell'ospedale dove è avvenuta la tragedia mi avevano detto che sicuramente non si sarebbe trovato il perché, di aspettare alcuni mesi e di riprovare.
Alla fine avevano ragione, però per me è stato importante essere giunti a questa conclusione sulla base di dati certi, dal punto di vista medico in primis e poi dal punto di vista psicologico. Ho già fatto rileggere tutta la cartella - compreso l'esame della placenta - al nuovo ginecologo, che mi è stato indicato come persona molto competente, il quale non vi ha trovato elementi di rilievo.
Aspetterò ancora qualche mese e riproverò; la speranza di poter riprovare è ciò che mi ha più sostenuto in questi lunghi terribili mesi.
La saluto cordialmente
Laura
la ringrazio per la sua vicinanza e per il parere che ha espresso.
Conosco il sito al quale si riferisce, che mi ha aiutato nei primi tempi dopo la tragedia e che mi ha permesso di conoscere altre donne che hanno vissuto la devastante esperienza della perdita di un bambino durante il travaglio.
Mi sono anche fatta sostenere da uno psicologo, perché in momenti del genere non è sempre possibile farcela con le proprie forze; il percorso del lutto è lungo e complesso.
Ogni giorno dedico un po' di tempo a navigare su ciaolapo, sul quale ho letto anche molti dei suoi interventi, perciò - in un certo senso - mi sembra di conoscerla già.: è proprio grazie ai suoi consigli che ho deciso di rivolgermi a un nuovo ginecologo, che mi ha prescritto una serie di esami.
Nell'ospedale dove è avvenuta la tragedia mi avevano detto che sicuramente non si sarebbe trovato il perché, di aspettare alcuni mesi e di riprovare.
Alla fine avevano ragione, però per me è stato importante essere giunti a questa conclusione sulla base di dati certi, dal punto di vista medico in primis e poi dal punto di vista psicologico. Ho già fatto rileggere tutta la cartella - compreso l'esame della placenta - al nuovo ginecologo, che mi è stato indicato come persona molto competente, il quale non vi ha trovato elementi di rilievo.
Aspetterò ancora qualche mese e riproverò; la speranza di poter riprovare è ciò che mi ha più sostenuto in questi lunghi terribili mesi.
La saluto cordialmente
Laura
[#5]
Utente
Gentile dottoressa Pontello,
le scrivo per chiederle un ulteriore parere.
Nel mese di luglio sono rimasta incinta nuovamente, ma il valore del beta hcg era molto basso (è passato da 170 a 483 in una settimana).
Si è trattato quindi di un aborto precoce. Ho avuto una mestruazione (non abbondante) il 28 di agosto, quindi con un ritardo di 19 giorni. Ho monitorato comunque il beta hcg che il 4 settembre risultava 11 e una settimana dopo era sceso a 2.
Adesso quindi la situazione si è normalizzata e attendo il prossimo ciclo.
La domanda che le vorrei rivolgere è questa: se rimanessi di nuovo incinta subito (ammesso che sia possibile) andrei incontro a rischi particolari? Un nuovo aborto sarebbe più probabile?
La ringrazio e la saluto cordialmente
Laura
le scrivo per chiederle un ulteriore parere.
Nel mese di luglio sono rimasta incinta nuovamente, ma il valore del beta hcg era molto basso (è passato da 170 a 483 in una settimana).
Si è trattato quindi di un aborto precoce. Ho avuto una mestruazione (non abbondante) il 28 di agosto, quindi con un ritardo di 19 giorni. Ho monitorato comunque il beta hcg che il 4 settembre risultava 11 e una settimana dopo era sceso a 2.
Adesso quindi la situazione si è normalizzata e attendo il prossimo ciclo.
La domanda che le vorrei rivolgere è questa: se rimanessi di nuovo incinta subito (ammesso che sia possibile) andrei incontro a rischi particolari? Un nuovo aborto sarebbe più probabile?
La ringrazio e la saluto cordialmente
Laura
[#8]
Utente
Gentile Dottoressa Pontello,
le scrivo ancora per aggiornarla sulla mia (sempre sfortunata) situazione e chiederle - se possibile - un altro parere.
Sono rimasta nuovamente incinta nel mese di settembre, la gravidanza è iniziata regolarmente, ma purtroppo la villocentesi ha evidenziato un'anomalia. Da qui la decisione sofferta dell'aborto terapeutico, avvenuto il 10 gennaio, con un travaglio molto veloce (un'ora) e sucessivo raschiamento.
Tra un mese farò la visita dal ginecologo, per valutare la situazione (ecografia, consulto del genetista, esame istologico, etc.).
Nel frattempo mi chiedo se potrò fare un ultimo tentativo di avere un bambino. All'ospedale mi hanno detto di sì, che posso ritentare (consapevole dei rischi di malformazioni legati all'età); alcuni medici mi hanno consigliato di attendere uno o due cicli, altri sono stati più "prudenti".
Chiedo allora a lei: qual è il tempo di attesa indicato per intraprendere una nuova gravidanza dopo una itg alla 16a settimana?
Il fatto che il travaglio sia stato molto veloce ha incidenza sui tempi di attesa?
Quali sarebberi i rischi di una nuova gravidanza ravvicinata?
La ringrazio e la saluto cordialmente
Laura
le scrivo ancora per aggiornarla sulla mia (sempre sfortunata) situazione e chiederle - se possibile - un altro parere.
Sono rimasta nuovamente incinta nel mese di settembre, la gravidanza è iniziata regolarmente, ma purtroppo la villocentesi ha evidenziato un'anomalia. Da qui la decisione sofferta dell'aborto terapeutico, avvenuto il 10 gennaio, con un travaglio molto veloce (un'ora) e sucessivo raschiamento.
Tra un mese farò la visita dal ginecologo, per valutare la situazione (ecografia, consulto del genetista, esame istologico, etc.).
Nel frattempo mi chiedo se potrò fare un ultimo tentativo di avere un bambino. All'ospedale mi hanno detto di sì, che posso ritentare (consapevole dei rischi di malformazioni legati all'età); alcuni medici mi hanno consigliato di attendere uno o due cicli, altri sono stati più "prudenti".
Chiedo allora a lei: qual è il tempo di attesa indicato per intraprendere una nuova gravidanza dopo una itg alla 16a settimana?
Il fatto che il travaglio sia stato molto veloce ha incidenza sui tempi di attesa?
Quali sarebberi i rischi di una nuova gravidanza ravvicinata?
La ringrazio e la saluto cordialmente
Laura
[#9]
Gentile Signora,
mi dispiace molto sapere che le cose non sono andate bene anche stavolta.
Solitamente dopo un aborto terapeutico si consiglia di aspettare almeno 2-3 mesi per permettere al collo dell'utero e soprattutto allo spirito di riprendersi in vista di una nuova gravidanza.
Non ci sono controindicazioni a riprovarci, è importante prima di tutto che voi ve la sentiate di farlo.
mi dispiace molto sapere che le cose non sono andate bene anche stavolta.
Solitamente dopo un aborto terapeutico si consiglia di aspettare almeno 2-3 mesi per permettere al collo dell'utero e soprattutto allo spirito di riprendersi in vista di una nuova gravidanza.
Non ci sono controindicazioni a riprovarci, è importante prima di tutto che voi ve la sentiate di farlo.
[#10]
Utente
Cara Dottoressa,
grazie per la sua risposta; è un conforto adesso per me avere un'ulteriore conferma del fatto che, in generale, non occorre attendere così tanto, sempre se - come dice lei - avremo la forza di riprovare, dopo un'altra esperienza così dura.
Non è una decisione così automatica, anche se alla mia età il tempo è ormai poco.
Un caro saluto
Laura
grazie per la sua risposta; è un conforto adesso per me avere un'ulteriore conferma del fatto che, in generale, non occorre attendere così tanto, sempre se - come dice lei - avremo la forza di riprovare, dopo un'altra esperienza così dura.
Non è una decisione così automatica, anche se alla mia età il tempo è ormai poco.
Un caro saluto
Laura
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 28.8k visite dal 29/05/2013.
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