Vestibolodinia, menopausa ed estrogeni topici
Buongiorno, ho 54 anni e da circa due e mezzo sono in menopausa. Non ho avuto problemi particolari, e non mi sembra neanche di avere una grave secchezza vaginale, ma ho notato che da circa un anno si è molto aggravata una condizione da cui soffro da vent'anni, e cioè la vestibolodinia. Per quest'ultimo disturbo ho fatto anni e anni di analisi, prelievi, tamponi, biopsia, tutte con esito negativo, fino a che non sono approdata presso uno specialista che mi ha curata con venlafaxina, integratori, riabilitazione del pavimento pelvico e trinitroglicerina per uso topico sulla zona vestibolare dolente. La cosa sembrava migliorata, ma ultimamente (circa dodici mesi), se prima i rapporti sessuali erano resi difficili da un atroce dolore in un punto ben preciso del vestibolo, che diminuiva con il procedere del rapporto, ora si è aggiunta una dispareunia profonda, soprattutto in zona parauretrale, ed è aumentata la dolorabilità al solito punto (ore 17,25 a sinistra), che rende i rapporti impossibili.
Il quesito è questo: il mio ginecolo "di controllo" sostiene che la responsabilità è del diminuito trofismo delle mucose, e suggerisce estrogeni in crema intravaginali, che impedirebbero anche il restringimento dell'ostio vaginale (???? aiuto). Il ginecologo che mi segue per la vestibolodinia da quattro anni sostiene che gli estrogeni per via topica possono scatenare ancora di più la neuropatia, che in effetti peggiorava in periodo premestruale, e che la trinitroglicerina serve anche (sebbene la quantità sia minima, minore di quella utilizzata per le ragadi anali) a mantenere il trofismo mediante una buona irrorazione. Inoltre rileva il fatto che avendo io la mutazione del gene MTHR in omozigosi, seppure con livelli di omocisteina a 12, risulta controindicata anche una terapia locale con estrogeni.
Per tagliare la testa al toro, mi è stata prescritta la pomata Natur2, diluizione D6, con risultati assolutamente sovrapponibili allo zero.
Io uso lubrificanti, e uso anche terapie locali con acido ialuronico, ma di fatto, anche se da tempo non ho più disturbi spontanei (punture di spillo, sindromi uretritiche senza infezioni, erosione a 17,25 ) la mia vita sessuale si è azzerata e mi sto deprimendo, essendo la mia libido del tutto conservata.
Vi pregherei di dirmi se esistono terapie per rendere di nuovo possibile una normale vita sessuale (o quasi normale) tenendo conto di tutti questi elementi. Grazie mille
Il quesito è questo: il mio ginecolo "di controllo" sostiene che la responsabilità è del diminuito trofismo delle mucose, e suggerisce estrogeni in crema intravaginali, che impedirebbero anche il restringimento dell'ostio vaginale (???? aiuto). Il ginecologo che mi segue per la vestibolodinia da quattro anni sostiene che gli estrogeni per via topica possono scatenare ancora di più la neuropatia, che in effetti peggiorava in periodo premestruale, e che la trinitroglicerina serve anche (sebbene la quantità sia minima, minore di quella utilizzata per le ragadi anali) a mantenere il trofismo mediante una buona irrorazione. Inoltre rileva il fatto che avendo io la mutazione del gene MTHR in omozigosi, seppure con livelli di omocisteina a 12, risulta controindicata anche una terapia locale con estrogeni.
Per tagliare la testa al toro, mi è stata prescritta la pomata Natur2, diluizione D6, con risultati assolutamente sovrapponibili allo zero.
Io uso lubrificanti, e uso anche terapie locali con acido ialuronico, ma di fatto, anche se da tempo non ho più disturbi spontanei (punture di spillo, sindromi uretritiche senza infezioni, erosione a 17,25 ) la mia vita sessuale si è azzerata e mi sto deprimendo, essendo la mia libido del tutto conservata.
Vi pregherei di dirmi se esistono terapie per rendere di nuovo possibile una normale vita sessuale (o quasi normale) tenendo conto di tutti questi elementi. Grazie mille
[#1]
Queste situazioni cliniche vanno gestite con controlli clinici (vulvoscopici) ravvicinati .
Il restringimento dell'ostio vulvo-vaginale è tipico delle forme di lichen sclerosus , non della vulvo(vestibolo) dinia.
Sono d'accordo sulla inutilità degli estrogeni topici in queste condizioni cliniche.
Nella pratica clinica ho avuto riscontri terapeutici efficaci con gli endocannabinoidi ,nuova frontiera nella terapia delle sindromi algiche.
SALUTI
Il restringimento dell'ostio vulvo-vaginale è tipico delle forme di lichen sclerosus , non della vulvo(vestibolo) dinia.
Sono d'accordo sulla inutilità degli estrogeni topici in queste condizioni cliniche.
Nella pratica clinica ho avuto riscontri terapeutici efficaci con gli endocannabinoidi ,nuova frontiera nella terapia delle sindromi algiche.
SALUTI
dott.Nicola Blasi
specialista in Ginecologia e Ostetricia. Patologia Cervico-vaginale e vulvare.
BARI
[#2]
Utente
Grazie della risposta; scusi la totale ignoranza, gli endocannabinoidi sono per uso topico o generale? Vorrei sapere inoltre se esiste qualcosa di alternativo agli estrogeni per mantenere il "trofismo", visto che mi è stato prospettato questo spauracchio di assottigliamento e fragilità delle mucose progressivo e limitante, che soprattutto parteciperà al dolore e al mantenimento dell'abrasione che ogni tanto si forma. Premetto che una vulvoscopia con biopsia su questo punto ha escluso sia la presenza di affezioni virali sia di lichen. Ho notato che non si rimargina se non in maniera del tutto imprevedibile, a prescindere dai vari cicatrizzanti (tipo Connettivina Plus, Finderm, e perfino Saginil in cui riponevo grandi speranze e che si è dimostrato perfettamente inutile )che il più delle volte non migliorano minimamente la situazione.
[#4]
Utente
Buongiorno, avrei bisogno di aggiornare il mio consulto. Purtroppo l'aggravamento dei miei disturbi è risultato dovuto a un modico prolasso uretrale (ecco spiegata la nuova localizzazione della dispareunia). Tale prolasso può essere stato influenzato dalla terapia rilassamento pelvico fatta per la vulvodinia. Ho applicato estrogeni topici (gelistrol) , ma a distanza di poco tempo si è sviluppata una candidosi florida che sembra, insieme agli imidazolici, aver riattivato la vestibolodinia. Attualmente il "cuscinetto" un po' sporgente presenta piccole chiazze ed è ovviamente dolorabile agli stimoli tattili e pressori. Sono sinceramente molto demoralizzata: sembra che curando una cosa io nuoccia all'altra. Vi chiedo, che rischi si corrono nell'avere rapporti con un modico prolasso uretrale (non sintomi urinari, solo presenza di cuscinetto infiammabile). Può danneggiarsi l'uretra? Lacerarsi la mucosa o peggio l'uretra stessa? Io dovrei fare i Kegel Reverse per la vestibolodinia, e invece i Kegel normali per l'uretrocele; applicare estrogeni per l'uretra e bandirli per la VV. Quale può essere il male minore? La mia vita sessuale ormai è destinata a concludersi?
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 14.8k visite dal 04/03/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.