Secondamento problematico
Buongiorno, ho 36 anni e sono alla 27° settimana della mia terza gravidanza. Vorrei un Vostro parere su una questione che mi preoccupa molto parlandovi brevemente delle mie precedenti esperienze.
La prima gravidanza si è conclusa alla 22° settimana con un parto abortivo. Dopo il parto, “per precauzione”, dissero, mi fecero un raschiamento in sala operatoria, ma al controllo effettuato dopo un mese l’utero non era ancora pulito e si è reso necessario un secondo raschiamento..
2 anni dopo, alla 36° settimana della seconda gravidanza mi si sono rotte le acque e ho partorito la mia bambina. È stato un parto piuttosto veloce e senza troppe difficoltà, è nata in poco più di 2 ore, ma i problemi si sono presentati nel secondamento: la placenta espulsa non era completa ed ho avuto una forte emorragia (1300 ml), pertanto la ginecologa presente in sala parto mi ha praticato subito un currettage di emergenza (senza anestesia). sono stata tenuta in osservazione per tutta la giornata, con flebo di ossitocina. Le perdite si sono regolarizzate, ma vista l’anemia (l’emoglobina era scesa a 6.6), il giorno seguente mi hanno fatto due trasfusioni di sangue (2 sacche). Due giorni dopo, dall’eco di controllo, si è visto che nell’utero erano presenti ancora grossi coaguli ed hanno proceduto ad una “spremitura” manuale, qualcosa è uscito, ma non tutto. Quattro giorni dopo il parto mi hanno fatto un raschiamento in sala operatoria (ed ecoguidato). Il materiale estratto è stato esaminato (in quanto sospettavano una placenta accreta), ma l’esame istologico ha dato esito positivo: “lembi deciduali e villi coriali con aspetti regressivi frammisti a materiale ematico coagulato”.
È seguita una iperpiressia curata in un paio di giorni con antibiotici e finalmente sono stata dimessa. A casa le lochiazioni sono continuate normali, anche piuttosto scarse, a un certo punto sembravano terminate poi sono riprese, così dopo 30 gg dal parto ho fatto un’eco di controllo che ha evidenziato ancora la presenza di un coagulo, risoltosi poi da sé somministrando metthergin per una decina di giorni.
Ora, 3 anni dopo, a poco più di due mesi dal parto, sono molto angosciata che tutto questo possa riaccadere o addirittura andare peggio.. Per quanto so che non è possibile prevedere come andranno le cose questa volta, le domande che rivolgo a Voi sono queste: da che cosa può essere dovuto questa difficoltà di “pulizia” del mio utero? (l’ostetrica ha ipotizzato una sorta di pigrizia dell’utero, nel senso che fino all’espulsione le contrazioni si sono susseguite veloci poi è come se di colpo si fosse fermato ostacolando così un normale secondamento), Ci può essere una correlazione tra la prima triste esperienza e il secondo parto? E alla luce di tutto, è maggiormente probabile che il problema si ripresenti anche questa volta? C’è qualcosa che si può fare (da parte mia e/o del personale sanitario) per cercare di prevenirlo? Vi ringrazio di cuore per le risposte che vorrete darmi, cordiali saluti
La prima gravidanza si è conclusa alla 22° settimana con un parto abortivo. Dopo il parto, “per precauzione”, dissero, mi fecero un raschiamento in sala operatoria, ma al controllo effettuato dopo un mese l’utero non era ancora pulito e si è reso necessario un secondo raschiamento..
2 anni dopo, alla 36° settimana della seconda gravidanza mi si sono rotte le acque e ho partorito la mia bambina. È stato un parto piuttosto veloce e senza troppe difficoltà, è nata in poco più di 2 ore, ma i problemi si sono presentati nel secondamento: la placenta espulsa non era completa ed ho avuto una forte emorragia (1300 ml), pertanto la ginecologa presente in sala parto mi ha praticato subito un currettage di emergenza (senza anestesia). sono stata tenuta in osservazione per tutta la giornata, con flebo di ossitocina. Le perdite si sono regolarizzate, ma vista l’anemia (l’emoglobina era scesa a 6.6), il giorno seguente mi hanno fatto due trasfusioni di sangue (2 sacche). Due giorni dopo, dall’eco di controllo, si è visto che nell’utero erano presenti ancora grossi coaguli ed hanno proceduto ad una “spremitura” manuale, qualcosa è uscito, ma non tutto. Quattro giorni dopo il parto mi hanno fatto un raschiamento in sala operatoria (ed ecoguidato). Il materiale estratto è stato esaminato (in quanto sospettavano una placenta accreta), ma l’esame istologico ha dato esito positivo: “lembi deciduali e villi coriali con aspetti regressivi frammisti a materiale ematico coagulato”.
È seguita una iperpiressia curata in un paio di giorni con antibiotici e finalmente sono stata dimessa. A casa le lochiazioni sono continuate normali, anche piuttosto scarse, a un certo punto sembravano terminate poi sono riprese, così dopo 30 gg dal parto ho fatto un’eco di controllo che ha evidenziato ancora la presenza di un coagulo, risoltosi poi da sé somministrando metthergin per una decina di giorni.
Ora, 3 anni dopo, a poco più di due mesi dal parto, sono molto angosciata che tutto questo possa riaccadere o addirittura andare peggio.. Per quanto so che non è possibile prevedere come andranno le cose questa volta, le domande che rivolgo a Voi sono queste: da che cosa può essere dovuto questa difficoltà di “pulizia” del mio utero? (l’ostetrica ha ipotizzato una sorta di pigrizia dell’utero, nel senso che fino all’espulsione le contrazioni si sono susseguite veloci poi è come se di colpo si fosse fermato ostacolando così un normale secondamento), Ci può essere una correlazione tra la prima triste esperienza e il secondo parto? E alla luce di tutto, è maggiormente probabile che il problema si ripresenti anche questa volta? C’è qualcosa che si può fare (da parte mia e/o del personale sanitario) per cercare di prevenirlo? Vi ringrazio di cuore per le risposte che vorrete darmi, cordiali saluti
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Gentilissima Signora
le patologie del secondamento rappresentano purtroppo situazioni cliniche molte volte difficili con complicanze importanti.La sua esperienza purtroppo non permette di poter prevedere quale sarà il suo secondamento .Sulla base della sua storia ostetrica sarà sicuramente importante da parte della struttura a cui farà riferimento per il parto di attivare tutte le modalità di monitoraggio e prevenzione necessarie a correggere eventuali possibili complicanze.
Auguri
le patologie del secondamento rappresentano purtroppo situazioni cliniche molte volte difficili con complicanze importanti.La sua esperienza purtroppo non permette di poter prevedere quale sarà il suo secondamento .Sulla base della sua storia ostetrica sarà sicuramente importante da parte della struttura a cui farà riferimento per il parto di attivare tutte le modalità di monitoraggio e prevenzione necessarie a correggere eventuali possibili complicanze.
Auguri
Dr. Giampietro Gubbini
[#2]
Utente
la ringrazio per la cortese risposta e per gli auguri.
le chiedo inoltre se secondo lei sarebbe meglio programmare un parto indotto, cosa che personalmente non vorrei fare.
ringrazio chiunque vorrà rispondermi, purtroppo il pensiero mi angoscia e mi rattrista moltissimo facendomi vivere male quest'ultimo periodo di gravidanza.
le chiedo inoltre se secondo lei sarebbe meglio programmare un parto indotto, cosa che personalmente non vorrei fare.
ringrazio chiunque vorrà rispondermi, purtroppo il pensiero mi angoscia e mi rattrista moltissimo facendomi vivere male quest'ultimo periodo di gravidanza.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 11.5k visite dal 24/01/2013.
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