Parto naturale dopo un cesareo (VBAC)

Gentile dottore, sono una mamma di 29 anni e vivo nella provincia di Napoli. Ho una bimba nata l'8/01/2010 a 39 settimane +2 gg con tc programmato a causa di riduzione del liquido amniotico in seguito ad invecchiamento placentare riscontrato alla 35 sett.na. Ora sono in attesa di un'altra bimba, la mia dpp è prevista per il 26 agosto. Io desidero fortemente il parto per via vaginale, anche se la mia ginecologa è contraria al riguardo, sostenendo che sia inutile rischiare un lungo travaglio e/o mancata dilatazione, quindi evitare "inutili sofferenze al feto" ricorrendo direttamente al tc. Sto cercando di documentarmi il più possibile riguardo ai rischi e benefici di entrami i parti. Allo stato posso affermare sotto Sua correzione che rischiamo (io e la mia bambina) di più ricorrendo ad un altro tc. Il rischio di rottura dell'utero dopo 31 mesi dalla mia prima gravidanza è pari allo 0,9% mi conferma questo dato? Cosa rischio realmente con il parto vaginale? Inoltre, se dovessi nuovamente avere un problema di invecchiamento prematuro della placenta dovrei ricorrere necessariamente all'intervento chirurgico? Quali sarebbero le condizioni che lo riterrebbero necessario? La ringrazio anticipatamente, in attesa di un Suo riscontro le porgo i miei più cordiali saluti.
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Dr.ssa Valentina Pontello Ginecologo, Perfezionato in medicine non convenzionali 8.1k 179
Gentile Signora,

le segnalo il seguente approfondimento:

http://www.medicinamaternofetale.it/medicina-materna/parto-naturale-dopo-taglio-cesareo

E' chiaro che il VBAC richiede che la struttura che la ospita sia attrezzata in tale senso, e che la decisione finale spetta al suo medico (salvo la sua possibilità di autodeterminarsi e cambiare ospedale).

Dr.ssa Valentina Pontello
Ginecologa Fitoterapeuta Counsellor Consulente in sessualità tipica e atipica
https://linktr.ee/vvpginecologa

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Dr. Francesco Labate Ginecologo 94 11
Nella sua regione e precisamente all'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia c'è un reparto di Ostetricia dove il parto vaginale dopo pregresso TC è ampiamente praticato e pertanto potrebbe considerare di informarsi presso tale struttura. Il rischio , come penso già saprà, è prevalentemente quello della rottura d'utero. Esiste però un sistema per ridurre tale rischio ( a parte l'adeguatezza della struttura dove si andrà a partorire) e consiste nel selezionare le pazienti da ammettere al "travaglio di Prova".
In altre parole si "ammettono" solo quelle che soddisfino determinati requisiti ( esempio: assenza di sproporzione feto-pelvica o macrosomia fetale, valutazione ecografica dello spessore Segmento Uterino Inferiore a circa 37 settimane con valoti soddisfacenti, etc. ) . Anche nel mio ospedale è adottata tale procedura e le pazienti così selezionate hanno tutte partorito senza problemi. Abbiamo solo atteso l'insorgenza spontanea del travaglio di parto. Logicamente è una situazione da monitorare con grande attenzione.
Posso comunque dire che uno degli elementi più importanti è la motivazione della paziente ( e questa mi sembra che non Le manchi ) e di chi La segue che deve essere in grado si supportarLa con tranquillità e fiducia.
auguri

Dr. Francesco Labate

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Utente
Utente
Buongiorno dott.re
La ringrazio per avermi risposto, nell'attesa del suo parere, ho continuato la mia ricerca e in effetti, tramite amiche ho saputo che a Castellammare di Stabia c'è una struttura favorevole al vbac. Anche l'ospedale evangelico Villa Betania di Napoli è favorevole alla pratica. Ben presto mi attiverò per visitarli entrambi. So che lei non può darmi nello specifico un parere medico sicuro al 100% senza una visita o accurate indagini,ma vorrei un suo giudizio riguardo il mio problema riscontrato nella precedente gravidanza, ossia l'invecchiamento della placenta. In merito vorrei chiederle se Lei ha mai sottoposto una sua paziente al TC solo per aver riscontato mancanza di liquido in seguito ad invecchiamento placentare. La ringrazio per il tempo dedicatomi, le auguro una buona giornata.
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Utente
Utente
Gentile dott.ssa Pontello, grazie per avermi postato il link. Lo avevo già letto in una delle sue tante risposte a questo argomento. Distinti saluti
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Dr. Francesco Labate Ginecologo 94 11
Gentile signora
la definizione di placenta vecchia ( termine in genere usato per definire un particolare aspetto ecografico della placenta) è un dato che appartiene un pò al passato. L'uso dell flussimetria Doppler, del profili biofisico fetale e certo non ultima l'esperienza clinica, ci consentono ormai un quasio sempre efficace monitoraggio della gravidanza nelle sue varie fasi.
Circa la riduzione del L.A. (oligoidramnio più o meno severo): essa non ha gli stessi significati per tutte le pazienti. Ci sono situazioni, come la gravidanza a termine, in cui la progressiva riduzione del liquido è assolutamente fisiologica e spesso indica che il travaglio può essere prossimo. La valutazione del L.A. è argomento delicato sul quale molto si è scritto e dibattuto in quanto una non indifferente quota di Tagli Cesarei è dovuta proprio ad una diagnosi ( non sempre approriata ) di oligoidramios. Certo se la riduzione del liquido è notevole e per vari motivi clinici, , può essere necessario espletare il parto in tempi ragionevolmente brevi se non urgenti. Se non è possibile l'induzione farmacologica del travaglio di parto anche la scelta di ricorrere al TC può essere legittima ; e solo il medico che deve decidere in quel momento può giudicarlo. Molto poi dipende dall'esperienza degli operatori del centro cui ci si rivolge e dalle possibilità assistenziali che questo offre. Un punto nascita dotato di Neonatologia ed esperienza nel trattamento delle Gravidanze a rischio può permettersi scelte che in un centro meno attrezzato sarebbero probabilmente non idonee nell'intyeresse della paziente.
Rispondendo alla sua domanda: dato che lavoro in un centro dove si hanno circa 1750 parti l'anno e trattiamo gravidanze ad alto rischio, in genere di fronte ad una riduzione del liquido amniotico a fine di gravidanza si valutano le condizioni cliniche di madre e feto e, se queste lo consentono e si ritiene necessaria la nascita del bambino, tentiamo prima la soluzione del parto vaginale logicamente con stretto monitoraggio delle condizioni materno-fetali. Qualora durante tale tentativo si presentassero delle complicanze si procederà al TC. Ove invece la situazione fosse non favorevole ( es. oligoidramnios associato a severo ritardo di crescita intrauterino del feto e prematurità) la scelta del TC può essere quella opportuna. Ma, ripeto, le scelte sono sempre fatte sul singolo caso. Quella paziente con quel feto, in quella circostanza ed in quel momento. Le situazioni possono essere simili ma ognuna può avere la sua differente soluzione.
Scusi la lunghezza ma certe cose sono un pò delicate....Tanti auguri per il suo parto. Comunque esso venga espletato ciò che conta è che Lei sia felice col suo bambino in braccio...
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Utente
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Dott.re Labate La ringrazio per le sue esaustive e tempestive risposte. Mi auguro di provare l'esperienza per cui sono stata creata, in caso contrario, come dice anche Lei la cosa più importante è che la bimba nasca sana. Cordiali Saluti.
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