Orgasmo vaginale
dopo essere uscita da una storia (bella e serena) di sette anni, ora convivo da piu di un anno col mio attuale ragazzo.
Il motivo per cui vi scrivo è che da sempre sono riuscita a raggiungere l'orgasmo solo tramite la stimolazione del clitoride, che quasi sempre faccio io stessa durante il rapporto.
Sono innamoratissima del mio ragazzo ed estremamente eccitata e stimolata da lui, tant'è che ho continuamente voglia di intimità.
Io non mi sono mai posta come problema il fatto che non riuscissi a raggiungere l'orgasmo vaginale, ma ho notato che per lui invece lo è.. non me lo fa pesare, ma entrando in argomento mi ha spiegato che si sente di non riuscire a farmi godere, lo infastidisce tantissimo il fatto che io venga tramite l'autostimolazione e non tramite la penetrazione. Eppure mi piace tantissimo fare l'amore con lui, mai il sesso è stato così emozionante.. ma vedo che purtroppo per lui al momento in cui 'tocca a me' si avvilisce e capita a volte che perda un po' l'eccitazione.
Tenendo presente che ho l'utero retroverso, c'è qualche metodo o consiglio per riuscire a raggiungere l'orgasmo solo tramite la penetrazione?
Grazie anticipatamente
<<Io non mi sono mai posta come problema il fatto che non riuscissi a raggiungere l'orgasmo vaginale, ma ho notato che per lui invece lo è [...] si sente di non riuscire a farmi godere, lo infastidisce tantissimo il fatto che io venga tramite l'autostimolazione e non tramite la penetrazione>>
Gentile Ragazza,
se cerca sul motore di ricerca di questo sito troverà le tante risposte fornite in merito all'inesistenza di differenze tra orgasmo clitorideo e orgasmo vaginale (uno dei tanti miti duri da estinguere), pertanto non mi ripeto.
Come ha ben osservato, questa situazione non costituisce "di per sé" un problema (tant'è che fino ad ora andava benissimo così e nessun altro partner si è mostrato disturbato da ciò), ma lo è invece per il suo ragazzo. Forse (faccio un'ipotesi, non conoscendo direttamente la situazione) questo deriva da un'interpretazione errata che viene data a quanto accade: si sente in un certo senso escluso poiché vive il suo gesto come un'attività autoerotica e non si sente fonte del suo piacere. Il fatto di veder la propria donna godere, essendo consapevoli di essere la causa di quel piacere, risulta molto eccitante e gratificante e, probabilmente, di questo il suo ragazzo si sente privato. Non perchè le cose stiano così, ma perché lui le vive in questo modo.
Di questo val la pena discutere e fornirgli rassicurazioni.
In terapia sessuologica, a volte, si consiglia di introdurre tale modalità di stimolazione (definita manovra ponte) proprio per dar modo alla donna di raggiungere l'orgasmo, ma ciò non significa che l'uomo debba sentir sminuito il suo ruolo nel contesto del rapporto.
Tra l'altro, l'intensità dell'orgasmo ottenuto tramite stimolazione clitoridea è più intenso di quello ricavato dalla sola stimolazione vaginale (le pareti della vagina sono scarsamente innervate, altrimenti il parto sarebbe intollerabile; il clitoride invece è ricco di terminazioni nervose, molto più del glande maschile) e sarebbe dunque un po' egoistico chiederle di rinunciarvi.
Rispetto all'anorgasmia coitale, ritiene che se la penetrazione durasse di più, riuscirebbe a raggiungere l'orgasmo? Sente che il piacere e l'eccitazione aumentano parallelamente al protrarsi delle spinte coitali?
Sente qualche fastidio o dolore nel corso della penetrazione? Si sente contratta?
Cordiali saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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la ringrazio per la sua risposta.
Non provo ne fastidio ne dolore durante la pentrazione, solo esclusivamente sensazioni positive.. e anche nel caso di rapporti estremamente lunghi non sono mai riuscita a raggiungere l'orgasmo esclusivamente con la penetrazione. E' capitato alcune volte che ci andassi veramente vicino, ma senza riuscire a concludere.
Ho effettivamente letto (sul web) di ragazze che hanno iniziato a raggiungere l'orgasmo coitale anche dopo i 30-40 anni, quindi mi viene da pensare che potrebbe essere un fatto psicologico piu che fisico.. ma non riesco a immaginare di desiderare di piu di cosi una persona, o che mi possa piacere di piu l'atto, perchè veramente mi trovo molto bene con lui.
Cordiali saluti,
grazie ancora!
In parte ciò può essere vero: si tratta di arrivare ad erotizzare questa parte del nostro corpo, cosa che effettivamente molte raggiungono dopo i 30 (non certo per una questione anagrafica, ma per maggior esperienza e capacità di lasciar fuori dal letto tanti pensieri disturbanti).
Da ciò che scrive mi pare che fortunatamente Lei abbia un buon rapporto con il suo corpo e con la sessualità in genere, perciò non rischi di guastare tutto ciò con eventuali ansie od ostinazioni a raggiungere a tutti i costi determinate "prestazioni".
Dal punto di vista fisico, invece, un aiuto potrebbe essere l'avere una buona tonicità dei muscoli pelvi-perineali, in modo da accompagnare la penetrazione con ritmiche contrazioni della vagina, che dovrebbe arrivare ad avvolgere il pene in un "abbraccio" stimolante per entrambi.
Come gli altri muscoli del nostro corpo, anche questi possono essere allenati e, in alcune culture, ciò si insegna alle ragazze sia in funzione della loro vita sessuale sia come prevenzione per eventuali problematiche uro-ginecologiche. Da noi se ne parla sì e no prima di un parto e in periodo perimenopausale, medicalizzando la cosa e tralasciando volentieri gli aspetti sessuologici.
Polemiche a parte, se vuole può leggere in proposito il seguente articolo, dove potrà trovare ulteriori indicazioni:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1675-i-controversi-esercizi-di-kegel.html
Cordialità.
Non vorrei assolutamente guarstare tutto per questo 'problema' per questo ci tenevo ad avere un consulto, vedendo che per lui era invece motivo di turbamento..
Grazie ancora per gli ottimi consigli e buon lavoro,
saluti
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