Gravidanza anembrionale
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In realtà il termine di gravidanza an-embrionica è frutto, per così dire, dei Ginecologi che si occupano in specifico di ecografia ostetrica.
Ragionando a memoria embriologica, il termine di gravidanza, presuppone sempre e comunque, la presenza di un embrione.
Ogni gravidanza inizia dalla fusione dei pronuclei dello spermatozoo fecondante e dell'ovocita fecondato, per dar luogo allo zigote, che Moore e Persaud chiamano, (e bene) "embrione unicellulare" (quindi embrione è fin dall'inizio).
Dopo le prime riproduzioni di quest'unica cellula (fenomeno della segmentazione), le cellule figlie si dispongono all'interno di uno specifico "involucro" (la membrana pellucida), secondo piani equatoriali diversi, dando vita a due "poli", da cui prenderanno vita, da un lato il "bambino" futuro (la massa cellulare interna), dall'altro la "placenta" futura (il trofoblasto, genericamente definito).
Durante questa fase di replicazioni successive, le cellule figlie del primitivo zigote (che hanno dato origine, ora alla "morula"), sempre avvolte dalla membrana pellucida, vengono trasportate dalla tuba (la sede della fecondazione per tutte le gravidanze) alla cavità dell'utero.
Qui il concepito (ora alla fase di "blastocisti") si libera della membrana che lo ha avvolto fino a quel momento (la membrana pellucida) e si ipianta nell'utero (nella mucosa uterina in particolare, detta decidua) e si sviluppa progressivamente.
Può accadere che, però, anomalie del numero, della forma o della struttura dei cromosomi o anomalie della composizione dei "geni" (piccoli "pezzi di cromosomi"), possano interferire negativamente sulla possibilità che la massa cellulare interna possa trasformarsi in disco germinale bilaminare o che questo possa dar luogo al disco germinale trilaminare (le prime "forme" di "bambino") o, ancora, che la successive trasformazioni non si compiano.
Tutto dipende da quale anomalia è o è stata in atto, dal momento che lo sviluppo e le trasformazioni che coinvolgono ogni embrione, dipendono da una serie ben definita e codificata di eventi che interessano, in sequenza, i vari geni preposti alle varie fasi di tali progressivi accrescimenti e trasformazioni.
L'embrione/futuro bimbo (perchè embrione è anche la placenta, almeno nelle fasi iniziali), può, quindi, interrompere la sua propria evoluzione, mentre il tessuto trofoblastico (che si accresce per effetto di altri geni) potrebbe non essere "inficiato" dalle trasformazioni negative a carico della "parte" embrione/bimbo e continuare il suo sviluppo.
Ben presto, per effetto di sostanze ad effetto "litico" prodotte dalle stesse cellule embrionali ("bimbo") in preda a fenomeni di "necrosi" (la morte cellulare), l'embrione/bimbo si riassorbe (viene praticamente disintegrato), mentre possono continuare a svilupparsi le cellule embrionali/placentari.
Va da sè che l'embrione/bimbo che può aver arrestato la sua crescita ed il suo sviluppo in fase precoce, non sarà mai evidenziato ecograficamente, quello che ha visto arrestare il suo sviluppo e la sua crescita in fase più tardiva, sarà anche evidenziato ecograficamente per un certo tempo 8semmai anche col battito) e poi, di punto in bianco "scomparire" o essere ancora evidente come embrione senza battito.
Come le ho tentato di spiegare, tutto dipende dal momento in cui le anomalie genetiche si sono manifestate.
Spero che questa spiegazione possa aver fatto luce sulla sua sete di conoscenza, portandola, alfine, a pensare che queste anomalie, per lo più, sono frutto di situazioni contingenti la gravidanza trascorsa e che, statisticamente, hanno pochissime probabilità di ripresentarsi in gravidanze successive.
Per cui...CORAGGIO. Non si perda d'animo e riprovi.
Vedrà che la prossima volta riuscirà a portare a casa un bel bimbo/a che le darà la gioia di vivere com'è giusto che sia.
Cordialmente.
Ragionando a memoria embriologica, il termine di gravidanza, presuppone sempre e comunque, la presenza di un embrione.
Ogni gravidanza inizia dalla fusione dei pronuclei dello spermatozoo fecondante e dell'ovocita fecondato, per dar luogo allo zigote, che Moore e Persaud chiamano, (e bene) "embrione unicellulare" (quindi embrione è fin dall'inizio).
Dopo le prime riproduzioni di quest'unica cellula (fenomeno della segmentazione), le cellule figlie si dispongono all'interno di uno specifico "involucro" (la membrana pellucida), secondo piani equatoriali diversi, dando vita a due "poli", da cui prenderanno vita, da un lato il "bambino" futuro (la massa cellulare interna), dall'altro la "placenta" futura (il trofoblasto, genericamente definito).
Durante questa fase di replicazioni successive, le cellule figlie del primitivo zigote (che hanno dato origine, ora alla "morula"), sempre avvolte dalla membrana pellucida, vengono trasportate dalla tuba (la sede della fecondazione per tutte le gravidanze) alla cavità dell'utero.
Qui il concepito (ora alla fase di "blastocisti") si libera della membrana che lo ha avvolto fino a quel momento (la membrana pellucida) e si ipianta nell'utero (nella mucosa uterina in particolare, detta decidua) e si sviluppa progressivamente.
Può accadere che, però, anomalie del numero, della forma o della struttura dei cromosomi o anomalie della composizione dei "geni" (piccoli "pezzi di cromosomi"), possano interferire negativamente sulla possibilità che la massa cellulare interna possa trasformarsi in disco germinale bilaminare o che questo possa dar luogo al disco germinale trilaminare (le prime "forme" di "bambino") o, ancora, che la successive trasformazioni non si compiano.
Tutto dipende da quale anomalia è o è stata in atto, dal momento che lo sviluppo e le trasformazioni che coinvolgono ogni embrione, dipendono da una serie ben definita e codificata di eventi che interessano, in sequenza, i vari geni preposti alle varie fasi di tali progressivi accrescimenti e trasformazioni.
L'embrione/futuro bimbo (perchè embrione è anche la placenta, almeno nelle fasi iniziali), può, quindi, interrompere la sua propria evoluzione, mentre il tessuto trofoblastico (che si accresce per effetto di altri geni) potrebbe non essere "inficiato" dalle trasformazioni negative a carico della "parte" embrione/bimbo e continuare il suo sviluppo.
Ben presto, per effetto di sostanze ad effetto "litico" prodotte dalle stesse cellule embrionali ("bimbo") in preda a fenomeni di "necrosi" (la morte cellulare), l'embrione/bimbo si riassorbe (viene praticamente disintegrato), mentre possono continuare a svilupparsi le cellule embrionali/placentari.
Va da sè che l'embrione/bimbo che può aver arrestato la sua crescita ed il suo sviluppo in fase precoce, non sarà mai evidenziato ecograficamente, quello che ha visto arrestare il suo sviluppo e la sua crescita in fase più tardiva, sarà anche evidenziato ecograficamente per un certo tempo 8semmai anche col battito) e poi, di punto in bianco "scomparire" o essere ancora evidente come embrione senza battito.
Come le ho tentato di spiegare, tutto dipende dal momento in cui le anomalie genetiche si sono manifestate.
Spero che questa spiegazione possa aver fatto luce sulla sua sete di conoscenza, portandola, alfine, a pensare che queste anomalie, per lo più, sono frutto di situazioni contingenti la gravidanza trascorsa e che, statisticamente, hanno pochissime probabilità di ripresentarsi in gravidanze successive.
Per cui...CORAGGIO. Non si perda d'animo e riprovi.
Vedrà che la prossima volta riuscirà a portare a casa un bel bimbo/a che le darà la gioia di vivere com'è giusto che sia.
Cordialmente.
Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 7.2k visite dal 14/02/2008.
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