Fibromioma

Ho da poco compiuto 34 anni e da una ecografia fatta nei giorni scorsi mi è stato riscontrato un voluminoso mioma uterino in sede posteriore del diametro di 11cm x 10cm, che tuttavia non mi ha dato particolari problemi, ciclo abbastanza regolare forse leggermente più lungo ultimamente.
Sono stata messa in lista (30/40gg di attesa) per un intervento in minilaparotomia assistita dalla laparoscopia, con una permanenza in ospedale di 3gg. In pratica mi è stato detto che si serviranno della laparoscopia per 'tagliare in più parti' il fibroma e quindi praticare un taglio indicativamente di 5 cm per l'asportazione.
Non ho ancora figli, ma non vorrei precludermi la possibilita di averne in futuro... questa scelta è, secondo voi, quella più adatta o potrebbero esserci alternative?

Grazie per l'attenzione.
Cordiali saluti.
[#1]
Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 284
Il caso da Lei illustrato si presta, ahimè, ad una serie infinita di "interpretazioni" sul piano terapeutico chirurgico.
I fautori della Laparoscopia ad oltranza (come io sono solito definirli), asseriscono che non v'è limite all'asportabilità chirurgica dei miomi uterini attraverso questa tecnica. Altri, si danno dei limiti di praticabilità per l'exeresi laparoscopica, superati i quali, ricorrono all'intervento chirurgico tradizionale (fra cui chi scrive).

La mia risposta, quindi, può considerarsi "di parte", per cui la tenga in debito conto nella valutazione del caso.
Ovviamente, la praticabilità laparoscopica non può essere relegata al solo volume del fibroma (o mioma, sono la stessa cosa): vi possono essere voluminosissimi fibromi, tutti "esterni", per esempio, al viscere uterino, con peduncolo d'attacco all'utero di pochi mm o pochi cm, per cui la praticabilità laparoscopica davvero è senza limiti.
Il volume da solo, quindi, non basta per poter dare una risposta esauriente.
La cosa migliore, sarebbe quella di praticare una RNM dello scavo pelvico con mdc, per poter meglio definire i rapporti che il mioma posiede nei confronti di utero, peritoneo pelvico, anse intestinali, ureteri ecc.ecc., prima di dare un giudizio davvero sensato sull'argomento.

Moltissimo, poi, dipende dall'esperienza dell'equipe operatoria; se il team chirurgico è bene allenato alla tecnica laparoscopica, ovviamente i limti di praticabilità dell'intervento endoscopico si dilatano notevolmente, rispetto ad un gruppo di chirurghi che eseguono la laparoscopia con minore frequenza e con molte più limitazioni concettuali e pratiche. Il fatto che i Colleghi le abbiano proposto questo intervento, depone, credo, per una loro particolare propensione verso questa tecnica chirurgica già utilizzata molte altre volte per condizioni similari alla Sua, per cui, ovviamente, non posso dirLe altro.

In conclusione: si affidi all'equipe che ha scelto e richieda anche qualche dettaglio tecnico in più al momento del colloquio pre-intervento che avrà senz'altro con un membro del team chirurgico.



Cordialmente

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli

[#2]
Attivo dal 2008 al 2020
Ex utente
Grazie per le gentili risposte, ho atteso un po' nella speranza di poter inserire ulteriori dettagli emersi durante l'incontro preliminare al ricovero, che tuttavia non ha avuto ancora luogo.
Mi rimangono alcuni interrogativi soprattutto per quanto riguarda la possibilità, in futuro, di avere figli se e quanto può risultare compromessa... e per quanto riguarda il periodo post-operatorio come è consigliabile comportarsi per giungere ad una guarigione completa, senza 'complicazioni'?
Grazie ancora, cordiali saluti.
[#3]
Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 284
Cara amica
alcune delle risposte alle sue domande, ovviamente, dipenderanno dalla tecnica chirurgica che i Colleghi vorranno applicare e dal quadro anatomico che essi si troveranno ad affrontare all'atto dell'intervento stesso.
Se opteranno per la tecnica Laparoscopica, il periodo di tempo con assenza delle funzioni intestinali, il dolore post-chirurgico, il danno alla parete addominale saranno (a meno di complicanze) inferiori rispetto alla via chirurgica tradizionale.

Un mioma prevalentemte sottosieroso, una volta decapsulato ed asportato (per via laparoscopica o per via laparotomica classica), senza intaccare l'interno della cavità uterina, percentualmente si associerà a minori rischi sulla futura fertilità rispetto ad un mioma che ha dovuto, per esempio, richiedere un'ampia apertura della cavità endometriale.

Un mioma che ha necessitato, per la sua asportazione, di un'incisione vasta, darà maggiori problemi di "tenuta" delle fibrocellule muscolari uterine in una successiva gravidanza, indipendentemente dalla tecnica chirurgica utilizzata, rispetto ad un mioma che, per la sua ablazione, ha richiesto, invece, un'incisione più piccola, incidendo, anche, sulle modalità del parto (parto vaginale o parto cesareo).

Preliminarmente, quindi, possono solo farsi delle supposizioni, com'è giusto che sia.
La realtà dell'atto chirurgico, invece, farà luce definitiva sulla situazione anatomica pre e post-intervento del Suo caso particolare, consentendo, a posteriori e solo a posteriori, di esprimere delle valutazioni di merito, secondo scienza e coscienza.

Per il momento, Le formulo i miei più cari auguri di una felice riuscita del Suo caso.

Cordialmente.
[#4]
Attivo dal 2008 al 2020
Ex utente
Grazie ancora per la risposta.
L'intervento non è ancora stato fatto, ma ho fatto gli esami del sangue (potassio leggermente più basso), delle urine (ph leggermente inferiore),il colloquio preliminare con il medico e l'anestesista. Dall'esame obiettivo ginecologico risulta una voluminosa formazione dura (11 cm circa) che provoca una retrodeviazione dell'utero, con spostamento in alto (in sede retropubica) della cervice.
L'intervento in minilaparotomia assistita da vls è in programma per il giorno 20 marzo.
Purtroppo subito dopo l'incontro preliminare, mi è venuto mal di gola ed il mio medico curante ha prescritto antibiotici in quanto, mi ha detto, non contrastano con l'intervento. Questo mi ha fatto passare il mal di gola, ma in compenso si sono manifestati da subito episodi di diarrea, proseguiti fino a questa mattina, a questo punto ho interrotto l'assunzione di antibiotici, mi auguro che questo non interferisca con l'intervento...
Infine le ultime mestruazioni risalgono al 16 di febbraio e a questo punto non vorrei che si presentassero a ridosso dell'intervento e questo potrebbe essere un motivo per rinviare il tutto...

Spero proprio di riuscire a togliermi il pensiero entro la settimana! Grazie, cordiali saluti.
[#5]
Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 284
Le formulo i miei auguri per la buona riuscita dell'intervento.
[#6]
Attivo dal 2008 al 2020
Ex utente
Buona Sera,
Il 20 marzo mi hanno operato, sono andata anche meglio del previsto in quanto, ha detto il medico, hanno utilizzato una tecnica particolare di videolaparoscopia, non quella tradizionale, che ha previsto l'applicazione di due lacci (di cosa si tratta???) ma che ha evitato la laparotomia. Anche dopo l'operazione non ho avuto grossi dolori.

Purtroppo però non sono riuscita a parlare più con il medico, che rivedrò solo alla visita di controllo, dopo il 20 aprile, e quindi non so esattamente come comportarmi ora. Infatti dopo la dimissione dall'ospedale mi fu detto che per i primi 10 giorni dovevo stare solamente a letto e in poltrona, poi mi avrebbero detto come proseguire quando toglievo i punti.
Il medico però non c'era e non mi è stato detto più niente... come è meglio procedere?

In particolare quando posso riprendere il lavoro considerando che starò seduta ad una scrivania o in macchina per circa 12 ore consecutive?

Grazie mille.

Cordiali saluti.
[#7]
Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 284
Credo che un periodo di riposo/convalescenza di 30 giorni sia davvero indispensabile.
Per i provvedimenti da adottare sul piano comportamentale, ovviamente vanno evitati gli sforzi massivi, i rapporti sessuali, i servizi in casa.
Adotti una dieta leggera, ricca in fibre per la regolarià intestinale, eviti periodi di stipsi (eventualmente con l'uso di supposte alla Glicerina), beva abbondantemente e controlli la quantità e qualità dlle urine.
Prenda la temperatura corporea ogni pomeriggio, intorno alle 16,00 - 17,00 ed esegua un emocromo di controllo ogni 10 giorni fino al controllo successivo.
Assuma gli integratori e le vitamine che Le hanno prescritto (con eventualmente gli antibiotici) e prenoti un'ecografia pelvica di controllo dopo 30 giorni circa dall'intervento.

Cordialmente.
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