Un successivo esame

Carissimi dottori, scusatemi se approfitto della vostra disponibilità.
Mia moglie (anni 39) è alla quindicesima settimana di gravidanza.
Sono disperato poiché questo bambino è stato fortemente voluto sia da me che da mia moglie. Ha effettuato il primo controllo ematico alla dodicesima settimana di gravidanza. Al ritiro dell’esito ha appreso di essere infetta da toxoplasmosi. L’esito era il seguente:

IgG >200 UI/ml (positive > 9 pos. Immune negativo)
IgM è risultato positivo (Il valore non è stato precisato).

Abbiamo interpellato sia il ginecologo che l’infettivologo, ha iniziato con l’assunzione di un antibiotico (spiramicina ogni 8 ore). Ha fatto un successivo esame di sangue alla tredicesima settimana e ci è stato comunicato che mia moglie è affetta da toxoplasmosi da oltre 4 mesi.
I valori del secondo esame è il seguente: IgG CLIA >> 400; IgG ELFA 1184; IgM CLIA POS; IgM ISAGA 12+; IgA ELISA NEG; IgG Avidity BM 0.375

Adesso ci è stato chiesto se vogliamo sospendere l’antibiotico e tenere sotto controllo la situazione con delle ecografie.
Le mie preoccupazioni e/o domande sono:
1. Sospendere l’antibiotico sarà la scelta giusta?
2. L’antibiotico danneggia in qualche modo il bambino?
3. Le speranze che nascerà un bimbo sano, quante sono?
4. Mi è stato detto che fino all’età di 10 anni questo bambino dovrà effettuare continui controlli sanitari;
5. Mi è stato anche detto che in caso di nascita sana, nella maggiore età in ogni caso questi bambini subiscono danni celebrali o addirittura la perdita della vista (cecità)?
6. Mi è stato detto anche che il parassita si ferma nei muscoli e nel cervello, pertanto quando le difese immunitarie vengono meno (influenza, anzianità etc….), il parassita torna ad essere aggressivo, e induce nuovi danni (es. hictus cerebrale), ma tutto questo vale sia per il bambino che per la madre?.


Quanto c’è di vero in tutto questo? Che consigli possiate darmi?
Grazie, per la cortese attenzione.
[#1]
Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 283
Credo sia opportuna una Amniocentesi precoce, con ricerca dei determinanti antigenici del parassita nel liquido amniotico.
Questo dato potrebbe essere tenuto in grande considerazione per ciò che riguarda l'effettivo passaggio del protozoo dalla madre al feto.
Auguri.

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli

[#2]
Utente
Utente
Abbiamo già fissato un appuntamento per l'Amniocentasi, per quanto riguarda la ricerca nel liquido amniotico ne parlerò subito con il ns. ginecologo. Molto gentile. Grazie
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