Sindrome aderenziale pelvica

Ciao. Sono qui per richiedervi un parere circa la mia situazione.

A seguito di una normale visita ginecologica, mi è stata diagnosticata la presenza di una normale cisti follicolare che periodicamente (fortunatamente) andava via per poi ricrearsi (sempre dalla parte destra). Mi sono ritrovata incinta ma nella quarta settimana ho abortito spontaneamente. Dopo circa una anno, non vedendo risultati (anzi, la cisti follicolare destra galoppava alla grande), ho deciso di sottopormi ad una laparoscopia diagnostica-cromosalpinografia-adesiolisi per capire meglio se c'era qualcosa che non andava.

Forse non ci crederete, ma la mattina dell'intervento la cisti destra era scomparsa (lo scopo iniziale dell'operazione era proprio rimuoverla...), ma ho deciso lo stesso di seguire l'intervento.

In effetti qualcosa c'era. La lettera di dimissione riporta come diagnosi, INFERTILITA' SINDROME ADERENZIALE PELVICA. Di seguito, la diagnosi chirurgica:

"Si evidenzia la presenza di numerose aderenze pelviche del sigma e del circo con la parte addominale che vengono rimosse per evidenziare gli organi pelvici. La tuba sinistra appare accartocciata, A destra si evidenzia l'ovaio ma non la normale anatomia tubarica. SI esegue la cromosalpinografia che da esito negativo con fuoriuscita di blu dall'artio vulvare. Non si evidenzia il recesso vescico uterino ed il Douglas con difficoltà. Di volume ridotto rispetto alla norma per l'età appare l'utero"

Ora, questo invece è quanto scrive il mio gine (che ha assistito e collaborato all'operazione):

"Utero mediano AVF di forma e dimensioni normali. Endometrio di aspetto peovulatorio. Le ovaie appaiono normali per volume ed ecostruttura.
(mi scuso se ho frainteso qualche termine medico, ma la vostra scrittura a volte è geroglifica…)

Le domande nascono spontanee:

1) Il mio utero; possibile che il mio gine non si è mai accorto dell'utero di dimensioni ridotte? Penso che il chirurgo abbia preso un abbaio dal momento che ha avuto difficoltà nell'eseguire l'operazione proprio a causa delle aderenze (anche perchè mi ha detto che non è riuscito a vederlo per le aderenze presenti).

2) La causa delle aderenze rimane ignota ( si dice tubercolosi non curata..). Francamente sono frenata dal fare una fivet anche perchè il mio gine ha riferito che l'aderenza potrebbe essere stata la causa dell'aborto proprio perchè potrebbe frenare lo sviluppo del feto. Mi ha consigliato altresì di passare da un bravo laparoscopista di Verona ( il nome francamente mi sfugge) per capire il da farsi (immagino asportazione dell'aderenza).

Che fare? Mi consigliate di rischiare con una Fivet o realmente le aderenze pelviche sono da disturbo per una eventuale gravidanza?

Grazie in anticipo a tutti i medici che vorranno dire la loro.

P.S. Rimane per inciso che ho fatto tutte (ma proprio tutte!!) le analisi che c'erano da fare (io e mio marito). Finanche il cariotipo a seguito del primo aborto spontaneo e sono tutte ok.
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 284
Data l'estrema differenza fra quanto da Lei riportato come esito dell'intervento e ciò che, invece, Le ha relazionato il Collega curante, credo sia opportuna una seconda valutazione obiettiva, prima di prendere qualsivoglia altra decisione in materia.
Cordialmente.

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli

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Utente
Utente
Quindi non sono stata chiara?

In ogni caso, c'è qualche gine che ci legge che si è imbattuto in situazioni simili alla mia? è rischioso fare una fivet con le aderenze?

Grazie!
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 284
Non è che LEI non sia stata chiara...semmai non sono stati molto chiari e soprattutto CONCORDI i Colleghi che Le hanno relazionato sull'esito dell'intervento eseguito.
Per questo motivo le avevo sollecitato un controllo presso un ulteriore centro ospedaliero, semmai rivolgendosi ad un Collega che scrive su queste pagine delle Sue zone, per essere meglio guidata e consigliata sul da farsi.
Certo che aderenze particolarmente numerose e tenaci, specie con anse intestinali circonvolute sulle gonadi (come in un caso di mia conoscenza personale), sono a forte rischio, anche in caso di FIVET, dato che il prelievo ovocitario avviene, di regola, per via transvaginale sotto controllo ecografico.
Nel caso in questione, ho dovuto inviare la paziente presso un Centro per la Fecondazione assistita di II livello dove, su mio espresso consiglio, hanno eseguito il prelievo ovocitario sotto guida laparoscopica, per evitare di pungere le anse intestinali della paziente, letteralmente avvolgenti le due ovaia.

Cordialmente.