Gravidanza indesiderata
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Credo sia utile, per prima cosa, tentare di chiariLe qualche dubbio ed aiutarla nelle domande che si pone in merito alla vera paternità di questo bambino.
Per far questo, occorrono alcune precisazioni che dovrebbe dare.
La prima è relativa all'epoca di gravidanza: a che epoca di gestazione Lei si trova?
La seconda è relativa alle frequentazioni avute cone le persone che potrebbero essere ciascuno il padre biologico della creatura che porta in grembo: i rapporti si sono svolti in periodi differenti o negli stessi giorni?
Un attribuzione certa di paternità si può fare entro limiti legalitari o meno (test di semplice informazione).
Dalla Sua mail si arguisce come, essendo ancora possibile la scelta dell'aborto, Lei si trovi nei primi 3 mesi di gestazione. Se è così, potrebbe, tecnicamente, ricorrere ad una villocentesi a 10 - 11 settimane, richiedendo un test di paternità confrontando la costituzione genetica del nascituro con quella sua e di suo marito, facendo fare a lui un tampone buccale, per esempio. La risposta sarebbe disponibile in soli 2 o 3 giorni, permettendole di ricorrere, se ciò fosse la sua volontà, all'interruzione volontaria della gravidanza secondo i dettami della legge 194/78.
Se suo marito fosse consenziente, il test avrebbe, fra l'altro, valore legale a tutti gli effetti.
Qualora le interessi un responso che non abbia valore legale ma che, a parità di sicurezza, Le indichi il padre del nascituro al posto del tampone buccale quale fonte di DNA, possono essere utilizzati capelli, urine, liquido seminale, saliva (anche su chewing gum, fazzoletti di carta, cicche di sigaretta), microcampioni di sangue sulla lametta con la quale ci si rade quotidianamente ecc.ecc., ovviamente all'insaputa della persona.
E' ovvio che dovrebbero essere confrontate con la costituzione genetica del bambino, le fonti di DNA di tutti i possibili padri biologici per attribuirlo all'uno o all'altro.
I test genetici consentono di attribuire la paternità od escluderla in modo molto preciso.
Se il profilo genetico del figlio e del padre presunto differiscono per due o più caratteristiche genetiche si è certi che quel bambino NON è stato concepito con quell'uomo.
Al contrario, se il profilo genetico del figlio e del padre presunto sono concordanti per ognuna delle caratteristiche genetiche analizzate, si può attribuire a quell'uomo la PATERNITA' presunta di quel bambino. L sicurezza dipende dal numero delle regioni di DNA analizzate: maggiore sarà il numero delle regioni analizzate e concordanti, più sicura sarà la risposta. In genere un Centro affidabile investiga non meno di 10 - 15 regioni di DNA, attribuendo la paternità con un indice che ha soltanto lo 0,00001% di probabilità di errore (quindi prossimo alla certezza assoluta). Si rammenta che per la legge Italiana, la paternità "legale" si ha quando i test genetici attribuiscono ad un uomo la concordanza dei test genetici di confronto in quantità superiore all 99,8%.
Un altro metodo, valido se si sono avuti rapporti in giorni differenti con uomini diversi è quello della datazione dell'evento ovulatorio attraverso la biometria embrio-fetale.
Con ecografi ad elevata risoluzione, è possibile risalire ad una data di sviluppo embrio-fetale che abbia un margine di errore molto piccolo, di soli 2 o 3 giorni. Considerate anche l'oscillazione fisiologica dello sviluppo embrio-fetale in termini biologici e le caratteristiche ecografiche dell'embrione/feto è necessario:
a) che la donna non abbia avuto più di un rapporto a distanza di 5 o 6 giorni con uomini diversi
b) che l'esame venga praticato nel primo trimestre ed in particolare entro (meglio) la nona settimana di sviluppo, dal momento che a partire dalla nona settimana l'embrione s'incurva e la datazione della gestazione, per lo più basata sul valore della lunghezza cranio-caudale dell'embrione, incrementa il suo margine di sbavatura
c) che la datazione della gestazione avvenga attraverso una analisi multivariata che tenga conto di più parametri ecografici (CRL, diametro del sacco gestazionale, del sacco vitellino) e della costituzione genetica della madre, oltre che di fattori etnici e razziali.
Al di là, poi, dei dettagli tecnici, cara Signora, un figlio è sempre e comunque una scelta d'amore; per entrambi i componenti di una coppia. Un amore che, se vero e forte, non mette in discussione l'errore di un attimo, per una debolezza, per una mancanza. L'amore è tale se supera i confini dell'immanente, di qualunque cosa s'incontri di concreto nel suo cammino, perchè guarda sempre oltre, sempre al di là di ciò che cade sotto i nostri sensi.
Se Lei è sicura dell'amore del suo compagno per Lei, ne parli apertamente; forse, vedrà, che i dettagli tecnici che Le ho fornito, potrebbero rivelarsi del tutto superflui e la vosta unione, addirittura, ne venga fuori più forte che mai.
Ma questa è una mia personalissima opinione....ne tanga in conto per l'importanza che vuole che abbia.
Cordialmente.
Per far questo, occorrono alcune precisazioni che dovrebbe dare.
La prima è relativa all'epoca di gravidanza: a che epoca di gestazione Lei si trova?
La seconda è relativa alle frequentazioni avute cone le persone che potrebbero essere ciascuno il padre biologico della creatura che porta in grembo: i rapporti si sono svolti in periodi differenti o negli stessi giorni?
Un attribuzione certa di paternità si può fare entro limiti legalitari o meno (test di semplice informazione).
Dalla Sua mail si arguisce come, essendo ancora possibile la scelta dell'aborto, Lei si trovi nei primi 3 mesi di gestazione. Se è così, potrebbe, tecnicamente, ricorrere ad una villocentesi a 10 - 11 settimane, richiedendo un test di paternità confrontando la costituzione genetica del nascituro con quella sua e di suo marito, facendo fare a lui un tampone buccale, per esempio. La risposta sarebbe disponibile in soli 2 o 3 giorni, permettendole di ricorrere, se ciò fosse la sua volontà, all'interruzione volontaria della gravidanza secondo i dettami della legge 194/78.
Se suo marito fosse consenziente, il test avrebbe, fra l'altro, valore legale a tutti gli effetti.
Qualora le interessi un responso che non abbia valore legale ma che, a parità di sicurezza, Le indichi il padre del nascituro al posto del tampone buccale quale fonte di DNA, possono essere utilizzati capelli, urine, liquido seminale, saliva (anche su chewing gum, fazzoletti di carta, cicche di sigaretta), microcampioni di sangue sulla lametta con la quale ci si rade quotidianamente ecc.ecc., ovviamente all'insaputa della persona.
E' ovvio che dovrebbero essere confrontate con la costituzione genetica del bambino, le fonti di DNA di tutti i possibili padri biologici per attribuirlo all'uno o all'altro.
I test genetici consentono di attribuire la paternità od escluderla in modo molto preciso.
Se il profilo genetico del figlio e del padre presunto differiscono per due o più caratteristiche genetiche si è certi che quel bambino NON è stato concepito con quell'uomo.
Al contrario, se il profilo genetico del figlio e del padre presunto sono concordanti per ognuna delle caratteristiche genetiche analizzate, si può attribuire a quell'uomo la PATERNITA' presunta di quel bambino. L sicurezza dipende dal numero delle regioni di DNA analizzate: maggiore sarà il numero delle regioni analizzate e concordanti, più sicura sarà la risposta. In genere un Centro affidabile investiga non meno di 10 - 15 regioni di DNA, attribuendo la paternità con un indice che ha soltanto lo 0,00001% di probabilità di errore (quindi prossimo alla certezza assoluta). Si rammenta che per la legge Italiana, la paternità "legale" si ha quando i test genetici attribuiscono ad un uomo la concordanza dei test genetici di confronto in quantità superiore all 99,8%.
Un altro metodo, valido se si sono avuti rapporti in giorni differenti con uomini diversi è quello della datazione dell'evento ovulatorio attraverso la biometria embrio-fetale.
Con ecografi ad elevata risoluzione, è possibile risalire ad una data di sviluppo embrio-fetale che abbia un margine di errore molto piccolo, di soli 2 o 3 giorni. Considerate anche l'oscillazione fisiologica dello sviluppo embrio-fetale in termini biologici e le caratteristiche ecografiche dell'embrione/feto è necessario:
a) che la donna non abbia avuto più di un rapporto a distanza di 5 o 6 giorni con uomini diversi
b) che l'esame venga praticato nel primo trimestre ed in particolare entro (meglio) la nona settimana di sviluppo, dal momento che a partire dalla nona settimana l'embrione s'incurva e la datazione della gestazione, per lo più basata sul valore della lunghezza cranio-caudale dell'embrione, incrementa il suo margine di sbavatura
c) che la datazione della gestazione avvenga attraverso una analisi multivariata che tenga conto di più parametri ecografici (CRL, diametro del sacco gestazionale, del sacco vitellino) e della costituzione genetica della madre, oltre che di fattori etnici e razziali.
Al di là, poi, dei dettagli tecnici, cara Signora, un figlio è sempre e comunque una scelta d'amore; per entrambi i componenti di una coppia. Un amore che, se vero e forte, non mette in discussione l'errore di un attimo, per una debolezza, per una mancanza. L'amore è tale se supera i confini dell'immanente, di qualunque cosa s'incontri di concreto nel suo cammino, perchè guarda sempre oltre, sempre al di là di ciò che cade sotto i nostri sensi.
Se Lei è sicura dell'amore del suo compagno per Lei, ne parli apertamente; forse, vedrà, che i dettagli tecnici che Le ho fornito, potrebbero rivelarsi del tutto superflui e la vosta unione, addirittura, ne venga fuori più forte che mai.
Ma questa è una mia personalissima opinione....ne tanga in conto per l'importanza che vuole che abbia.
Cordialmente.
Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.8k visite dal 16/09/2011.
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