Vaginismo, vulvodinia, vestibulite e lichen
Gentili professori,
Chiedo cortesemente un parere sul mio caso. Sono una ragazza di 21 anni. Dall’inizio del 2008 ho constatato l’impossibilità di riuscire ad affrontare un rapporto sessuale completo. Il dolore era tremendo, ogni volta che il mio ragazzo tentava la penetrazione, sembrava una coltellata il solo tentativo di ingresso e dopo, era impossibile proseguire. Non ho mai avuto paura dell’atto sessuale, ne traumi ne un’educazione sessuale restrittiva. In seguito ogni tentativo finiva con un bruciore tremendo a cui seguivano spasmi alle gambe e brividi. Dopo diversi ginecologi, sono in cura da una dottoressa considerata una luminare in materia, la quale ha rilevato la presenza di vaginismo, vulvodinia, vestibulite, contrazione del muscolo elevatore dell’ano (che si manifestava ad ogni tentativo di atto sessuale, contraendosi e facendo da barriera all’ingresso) e lichen. Da settembre ho quindi iniziato una terapia fatta attraverso un cambiamento dello stile di vita (non più zuccheri e lieviti nella dieta, solo gonne, calze di lana e cotone puri e mutande in cotone bianco, niente bicicletta, niente accavallamento delle gambe), attraverso la totale astinenza da rapporti sessuali ed esercizi autonomi (di rilassamento del muscolo elevatore dell’ano e di maggiore apertura della vagina), attraverso manipolazioni di allargamento dell’imene e della vagina tramite dita in seduta ginecologa e attraverso i seguenti farmaci:
• Normast 600 mg
• Flukimex 150 mg
• Regolazione del ciclo doloroso e irregolare con cerotto “Evra”
• Laroxyl
• Vatran 2 mg
• Eutimil 20 mg
• Gabapentin 300 mg
• Florberry bustine
• Peroxen crema
• Clobesol crema
• Testosterone in crema
• Saginil gel
• Saginil Sapone per l’igiene intima
• Lavande di acqua e sale ogni mattina
Il vaginismo sembra aver fatto progressi, cosi pure il fastidio durante le manipolazioni ginecologiche. La vestibulite e una forte irritazione delle mucose che mi ha sempre accompagnato nell’arco della terapia e anche prima, invece no. Anzi l’irritazione che prima si scatenava solo durante i tentativi di rapporti sessuali, ora è peggiorata e mi da fastidio anche durante la giornata manifestandosi con fitte acute di bruciore. Dopo circa 5 mesi dalla terapia mi è stata effettuata un’incisione dell’imene, troppo spesso per poter avere rapporti. Dopo questo, la terapia è proseguita attraverso esercizi autonomi con i dilatatori: pur usando solo il dilatatore di misura più piccolo, ho dovuto smettere dopo un solo mese, mi dava fastidio e mi irritava ancora di più. In quali altri modi si sarebbe potuta condurre la terapia ginecologica che sto affrontando da settembre? Mi era stato detto che in un anno al massimo sarei guarita, ora invece si parla di anni e io sono sempre più preoccupata. Questa mia perenne infiammazione impedisce infatti il proseguimento della terapia con i dilatatori. Siete d’accordo con le diagnosi che mi sono state fatte e con le terapie che mi sono state prescritte?
Grazie in anticipo
Chiedo cortesemente un parere sul mio caso. Sono una ragazza di 21 anni. Dall’inizio del 2008 ho constatato l’impossibilità di riuscire ad affrontare un rapporto sessuale completo. Il dolore era tremendo, ogni volta che il mio ragazzo tentava la penetrazione, sembrava una coltellata il solo tentativo di ingresso e dopo, era impossibile proseguire. Non ho mai avuto paura dell’atto sessuale, ne traumi ne un’educazione sessuale restrittiva. In seguito ogni tentativo finiva con un bruciore tremendo a cui seguivano spasmi alle gambe e brividi. Dopo diversi ginecologi, sono in cura da una dottoressa considerata una luminare in materia, la quale ha rilevato la presenza di vaginismo, vulvodinia, vestibulite, contrazione del muscolo elevatore dell’ano (che si manifestava ad ogni tentativo di atto sessuale, contraendosi e facendo da barriera all’ingresso) e lichen. Da settembre ho quindi iniziato una terapia fatta attraverso un cambiamento dello stile di vita (non più zuccheri e lieviti nella dieta, solo gonne, calze di lana e cotone puri e mutande in cotone bianco, niente bicicletta, niente accavallamento delle gambe), attraverso la totale astinenza da rapporti sessuali ed esercizi autonomi (di rilassamento del muscolo elevatore dell’ano e di maggiore apertura della vagina), attraverso manipolazioni di allargamento dell’imene e della vagina tramite dita in seduta ginecologa e attraverso i seguenti farmaci:
• Normast 600 mg
• Flukimex 150 mg
• Regolazione del ciclo doloroso e irregolare con cerotto “Evra”
• Laroxyl
• Vatran 2 mg
• Eutimil 20 mg
• Gabapentin 300 mg
• Florberry bustine
• Peroxen crema
• Clobesol crema
• Testosterone in crema
• Saginil gel
• Saginil Sapone per l’igiene intima
• Lavande di acqua e sale ogni mattina
Il vaginismo sembra aver fatto progressi, cosi pure il fastidio durante le manipolazioni ginecologiche. La vestibulite e una forte irritazione delle mucose che mi ha sempre accompagnato nell’arco della terapia e anche prima, invece no. Anzi l’irritazione che prima si scatenava solo durante i tentativi di rapporti sessuali, ora è peggiorata e mi da fastidio anche durante la giornata manifestandosi con fitte acute di bruciore. Dopo circa 5 mesi dalla terapia mi è stata effettuata un’incisione dell’imene, troppo spesso per poter avere rapporti. Dopo questo, la terapia è proseguita attraverso esercizi autonomi con i dilatatori: pur usando solo il dilatatore di misura più piccolo, ho dovuto smettere dopo un solo mese, mi dava fastidio e mi irritava ancora di più. In quali altri modi si sarebbe potuta condurre la terapia ginecologica che sto affrontando da settembre? Mi era stato detto che in un anno al massimo sarei guarita, ora invece si parla di anni e io sono sempre più preoccupata. Questa mia perenne infiammazione impedisce infatti il proseguimento della terapia con i dilatatori. Siete d’accordo con le diagnosi che mi sono state fatte e con le terapie che mi sono state prescritte?
Grazie in anticipo
[#1]
Gentile utente,
è difficile esprimere un parere in questo caso, soprattutto se consideriamo i limiti della consulenza medica on line..
I sintomi che ha descritto sono compatibili con la diagnosi che le è stata fatta, e le terapie sono appropriate per questo tipo di diagnosi.
C'è da dire comunque che i tempi di guarigione per questo tipo di patologia sono lunghi, e la risposta ai tipi di terapia è variabile da paziente a paziente.
Non si scoraggi, e informi costantemente la sua ginecologa di quello che le accade.
Un caro saluto.
è difficile esprimere un parere in questo caso, soprattutto se consideriamo i limiti della consulenza medica on line..
I sintomi che ha descritto sono compatibili con la diagnosi che le è stata fatta, e le terapie sono appropriate per questo tipo di diagnosi.
C'è da dire comunque che i tempi di guarigione per questo tipo di patologia sono lunghi, e la risposta ai tipi di terapia è variabile da paziente a paziente.
Non si scoraggi, e informi costantemente la sua ginecologa di quello che le accade.
Un caro saluto.
Dott.ssa Vincenza De Falco, Ginecologa, Roma
www.menopausaserena.org
[#2]
Gentile Ragazza,
mi associo alla Dottoressa De Falco nella risposta.
Il vaginismo, ha solitamente cause poliedriche e sfaccettate, che abitano nella storia di vita, emozionale, familiare, retaggi educativi ricevuti e nella coppia della paziente.
La diagnosi precoce del vaginismo, ed una successiva terapia psico-sessuologica, diviene la strada maestra per l’accesso meritato alla sfera del piacere,ed il percorso verso una buona qualità di vita della donna e della coppia.
All’interno del percorso terapeutico, si lavora con tre istanze:
corpo , psiche e relazione.
Si insegna alla donna ed alla coppia a decondizionare lo spasmo involontario , con mansioni di conoscenza e familiarità della spesso sconosciuta genitalità; durante le sedute, si lavora sugli aspetti psichici correlati alla sessualità, sull’immaginario, sui meccanismi di difesa associati all’intimità ed alla sessualità, sugli aspetti intra- psichici in generale; per ultima, ma non per importanza si lavora sulla coppia, palcoscenico e contenitore, delle dinamiche che hanno contribuito all’insorgenza ed al mantenimento delle disfunzioni sessuali, al fine di riportare la sessualità della coppia, nella stanza dei giochi e, garantire loro, la possibilità di un possibile percorso riproduttivo spontaneo.
sarebbe interessante sapere cosa intende con il dire che non ha mai avuto paura del rapporto sessuale, solitamente il vaginismo è caratterizzato proprio dalla paura quasi fobica dell'aspetto intimo e penetrativo.
Ci faccia sapere, se crede
cari saluti
mi associo alla Dottoressa De Falco nella risposta.
Il vaginismo, ha solitamente cause poliedriche e sfaccettate, che abitano nella storia di vita, emozionale, familiare, retaggi educativi ricevuti e nella coppia della paziente.
La diagnosi precoce del vaginismo, ed una successiva terapia psico-sessuologica, diviene la strada maestra per l’accesso meritato alla sfera del piacere,ed il percorso verso una buona qualità di vita della donna e della coppia.
All’interno del percorso terapeutico, si lavora con tre istanze:
corpo , psiche e relazione.
Si insegna alla donna ed alla coppia a decondizionare lo spasmo involontario , con mansioni di conoscenza e familiarità della spesso sconosciuta genitalità; durante le sedute, si lavora sugli aspetti psichici correlati alla sessualità, sull’immaginario, sui meccanismi di difesa associati all’intimità ed alla sessualità, sugli aspetti intra- psichici in generale; per ultima, ma non per importanza si lavora sulla coppia, palcoscenico e contenitore, delle dinamiche che hanno contribuito all’insorgenza ed al mantenimento delle disfunzioni sessuali, al fine di riportare la sessualità della coppia, nella stanza dei giochi e, garantire loro, la possibilità di un possibile percorso riproduttivo spontaneo.
sarebbe interessante sapere cosa intende con il dire che non ha mai avuto paura del rapporto sessuale, solitamente il vaginismo è caratterizzato proprio dalla paura quasi fobica dell'aspetto intimo e penetrativo.
Ci faccia sapere, se crede
cari saluti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 14.5k visite dal 18/08/2011.
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