Frammenti costituiti da carcinoma squamoso moderatamente differenziato della vulva
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Certamente l'intervento è da effettuare.
Il carcinoma squamoso è una neoplasia che origina dalle cellule dell'epitelio cutaneo che, nel suo caso, ancora ricordano, per forma e disposizione, alquanto da vicino la forma e la disposizione che le stesse avevano quando erano del tutto normali (G2). La prognosi a distanza di queste frome neoplastiche dipende da una serie di fattori, in parte biologici, in parte clinici, in parte chirurgici.
L'estensione della malattia è fondamentale. Essa si valuta tenendo conto della grandezza locale (T1, 2, 3), dell'invasione di tessuti od organi vicini (uretra, vescica, retto, vagina), dell'eventuale coinvolgimento di strutture a distanza (linfonodi, organi pelvici ed addominali).
Se la diagnosi viene posta alquanto precocemente, la prognosi di queste lesioni, trattate con metodica mista (in genere chirurgica e radioterapica) è buona con possibilità anche di guarigione definitiva.
Prima dell'intervento, è necessario uno "staging" completo della neoplasia sia a livello locale (vulvoscopia, colposcopia, cistoscopia, rettoscopia) sia a distanza (ecografia epatica, TAC Addominopelvica con mdc o RNM della stessa sede).
L'estensione locale della lesione guiderà il tipo di trattamento chirurgico (escissione della lesione + biopsia bilaterale del linfonodo sentinella; emivulvectomia + linfoadenectomia inguinale; vulvectomia radicale); l'estensione a distanza, guiderà il trattamento adiuvante post-chirurgico (radioterapia, chemioterapia).
Il consiglio migliore è quello di interpellare uno Specialista in Oncologia Ginecologica, quale si può trovare o nell'Ospedale della Sua città, oppure in un Istituto per la diagnosi e terapia dei tumori.
Infiniti auguri.
Il carcinoma squamoso è una neoplasia che origina dalle cellule dell'epitelio cutaneo che, nel suo caso, ancora ricordano, per forma e disposizione, alquanto da vicino la forma e la disposizione che le stesse avevano quando erano del tutto normali (G2). La prognosi a distanza di queste frome neoplastiche dipende da una serie di fattori, in parte biologici, in parte clinici, in parte chirurgici.
L'estensione della malattia è fondamentale. Essa si valuta tenendo conto della grandezza locale (T1, 2, 3), dell'invasione di tessuti od organi vicini (uretra, vescica, retto, vagina), dell'eventuale coinvolgimento di strutture a distanza (linfonodi, organi pelvici ed addominali).
Se la diagnosi viene posta alquanto precocemente, la prognosi di queste lesioni, trattate con metodica mista (in genere chirurgica e radioterapica) è buona con possibilità anche di guarigione definitiva.
Prima dell'intervento, è necessario uno "staging" completo della neoplasia sia a livello locale (vulvoscopia, colposcopia, cistoscopia, rettoscopia) sia a distanza (ecografia epatica, TAC Addominopelvica con mdc o RNM della stessa sede).
L'estensione locale della lesione guiderà il tipo di trattamento chirurgico (escissione della lesione + biopsia bilaterale del linfonodo sentinella; emivulvectomia + linfoadenectomia inguinale; vulvectomia radicale); l'estensione a distanza, guiderà il trattamento adiuvante post-chirurgico (radioterapia, chemioterapia).
Il consiglio migliore è quello di interpellare uno Specialista in Oncologia Ginecologica, quale si può trovare o nell'Ospedale della Sua città, oppure in un Istituto per la diagnosi e terapia dei tumori.
Infiniti auguri.
Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 14.7k visite dal 29/11/2007.
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