Calo desiderio sessuale pillola yaz depressione
Ho 30 anni e da alcuni mesi accuso un fortissimo calo del desiderio sessuale. Non ho mai voglia di fare l'amore e provo disagio e fastidio solo al pensiero. Non ho neppure nessuna voglia di praticare l'autoerotismo: mi sento come se fossi completamente "spenta". Ho sofferto (in periodi diversi della mia vita) di due episodi di depressione maggiore, curati con un sostegno farmacologico, di cui l'ultimo poco meno di un anno fa. Questa patologia non ha però mai inciso in maniera così significativa sulla mia sessualità: avevo difficoltà a raaggiungere l'orgasmo, ma non questo rifiuto apatico e assoluto verso il sesso. L'esordio di questa situazione (che si protrae da circa 6 mesi) è coinciso con alcuni episodi specifici: la chiusura soffertissima di una relazione precedente, l'inizio di un nuovo rapporto di coppia non particolarmente sereno e l'assunzione della pillola Yaz, che all'inizio mi ha dato moltissimi effetti collaterali (acne, aumento di peso, mal di testa, ecc.) che ora sembrano essersi un po' stemperati.
Ma è possibile che il calo del desiderio sia dovuto alla Yaz?
Oppure potrebbe essere un segnale di ricaduta nella depressione?
In passato ho alternato diverse forme di contraccezione e ho assunto (negli anni) le pillole Milvane, Fedra e Yasminelle, senza mai alcun problema.
Non so come comportarmi perché non capisco cosa mi succede e il mio attuale compagno non capisce il mio disagio e mi fa molte pressioni al riguardo, perché dice che non è normale.
Vi ringrazio anticipatamente per la vostra cortese risposta.
Ma è possibile che il calo del desiderio sia dovuto alla Yaz?
Oppure potrebbe essere un segnale di ricaduta nella depressione?
In passato ho alternato diverse forme di contraccezione e ho assunto (negli anni) le pillole Milvane, Fedra e Yasminelle, senza mai alcun problema.
Non so come comportarmi perché non capisco cosa mi succede e il mio attuale compagno non capisce il mio disagio e mi fa molte pressioni al riguardo, perché dice che non è normale.
Vi ringrazio anticipatamente per la vostra cortese risposta.
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Gentile Signorina,
la pillola può far ridurre il desiderio sessuale ed essere associata ad un calo dell'umore.
Ne riparlerei con il ginecologo, e con lo specialista psicoterapeuta.
la pillola può far ridurre il desiderio sessuale ed essere associata ad un calo dell'umore.
Ne riparlerei con il ginecologo, e con lo specialista psicoterapeuta.
Dr.ssa Valentina Pontello
Ginecologa Fitoterapeuta Counsellor Consulente in sessualità tipica e atipica
https://linktr.ee/vvpginecologa
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Gentile Utente,
oltre al farmaco, tenga presente che tutti gli esseri umani sono vulnerabili davanti alle separazioni, soprattutto se difficili e dolorose.
Inoltre definisce la nuova relazione "non serena". Cosa intende?
oltre al farmaco, tenga presente che tutti gli esseri umani sono vulnerabili davanti alle separazioni, soprattutto se difficili e dolorose.
Inoltre definisce la nuova relazione "non serena". Cosa intende?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
Gentili dottoresse,
grazie per le vostre gentili e tempestive risposte.
Non avevo aggiunto dettagli sulla mia situazione personale perché temevo di andare "fuori tema" rispetto alla categoria in cui ho inserito il quesito.
Con il mio attuale compagno non vado d'accordo: non c'è comunicazione, non c'è ascolto reciproco, discutiamo spessissimo. Lui dice che sono una persona con la quale è impossibile avere uno scambio emotivo perché sono "sempre con la testa altrove", e forse ha ragione, ma non ce la faccio più a subire le sue critiche su di me, sul mio carattere, sulle mie scelte di vita e soprattutto i continui confronti con i sentimenti che provavo per il ragazzo precedente. Quel rapporto si è chiuso con uno strascico molto doloroso, ovvero una gravidanza indesiderata che si è interrotta (non so dire se purtroppo o per fortuna) con un microaborto spontaneo nelle primissime settimane. Sto ancora soffrendo per quell'esperienza e ho ricominciato appena possibile ad assumere la pillola per proteggermi da rischi analoghi, anche perché la persona che frequento ora è molto restia a utilizzare il preservativo.
Tuttavia il sesso è progressivamente scomparso dai miei interessi. Non solo con il partner attuale: con chiunque. Medito di chiudere questo legame, anche se voglio molto bene a questa persona, perché la pressione è per me davvero insostenibile. Però, a prescindere da questo, vorrei conoscere e risolvere le cause del problema, perché mi sento completamente "morta" da questo punto di vista e non vivo bene così, non mi riconosco più.
Grazie ancora per il vostro interessamento.
grazie per le vostre gentili e tempestive risposte.
Non avevo aggiunto dettagli sulla mia situazione personale perché temevo di andare "fuori tema" rispetto alla categoria in cui ho inserito il quesito.
Con il mio attuale compagno non vado d'accordo: non c'è comunicazione, non c'è ascolto reciproco, discutiamo spessissimo. Lui dice che sono una persona con la quale è impossibile avere uno scambio emotivo perché sono "sempre con la testa altrove", e forse ha ragione, ma non ce la faccio più a subire le sue critiche su di me, sul mio carattere, sulle mie scelte di vita e soprattutto i continui confronti con i sentimenti che provavo per il ragazzo precedente. Quel rapporto si è chiuso con uno strascico molto doloroso, ovvero una gravidanza indesiderata che si è interrotta (non so dire se purtroppo o per fortuna) con un microaborto spontaneo nelle primissime settimane. Sto ancora soffrendo per quell'esperienza e ho ricominciato appena possibile ad assumere la pillola per proteggermi da rischi analoghi, anche perché la persona che frequento ora è molto restia a utilizzare il preservativo.
Tuttavia il sesso è progressivamente scomparso dai miei interessi. Non solo con il partner attuale: con chiunque. Medito di chiudere questo legame, anche se voglio molto bene a questa persona, perché la pressione è per me davvero insostenibile. Però, a prescindere da questo, vorrei conoscere e risolvere le cause del problema, perché mi sento completamente "morta" da questo punto di vista e non vivo bene così, non mi riconosco più.
Grazie ancora per il vostro interessamento.
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Gentile Utente, da qui si possono soltanto avanzare delle ipotesi. In linea generale, tuttavia, poichè Lei dice che l'esperienza dell'aborto l'ha segnata molto (ed è comprensibile) e tuttora non è stata elaborata, è chiaro che anche la sessualità venga messa da parte in quanto sta ancora vivendo un momento di tristezza legato al lutto. Questo sentimento è incompatibile o comunque tende a spegnere il desiderio sessuale. Da un punto di vista evolutivo ha senso stare così.
Il mio consiglio è di rivolgersi ad uno psicologo, non tanto per il calo del desiderio sessuale, che sembrerebbe conseguenza del suo disagio, quanto per ricevere aiuto nell'elaborare la perdita subita.
Saluti,
Il mio consiglio è di rivolgersi ad uno psicologo, non tanto per il calo del desiderio sessuale, che sembrerebbe conseguenza del suo disagio, quanto per ricevere aiuto nell'elaborare la perdita subita.
Saluti,
[#5]
Utente
Care Dottoresse,
vi ringrazio ancora di vero cuore.
Ammetto che per me l'esperienza dell'aborto è tutt'altro che superata, nonostante siano trascorsi ormai diversi mesi e l'interruzione si sia verificata nelle primissime settimane di gestazione, in pratica appena poco dopo aver avuto conferma del sospetto di gravidanza. Non era stata una maternità cercata, né le condizioni erano delle più felici: l'evento è stato frutto di un legame con un partner che non desiderava in alcun modo considerare l'ipotesi di una paternità, e che è scomparso dalla mia vita in maniera traumatica. Anche la reazione della mia famiglia, cui mi sono rivolta per avere sostegno, è stata di pieno rifiuto e negazione. Io non ho mai voluto considerare l'opzione dell'IVG, ma una forte leucocitosi e un'infezione concomitante alle prime fasi della gravidanza hanno (presumibilmente: nessuno mi ha saputo dare spiegazioni "certe") determinato la risoluzione naturale della stessa.
Da allora, l'argomento è tabù e non ne ho mai parlato più con nessuno. Né con il mio nuovo compagno, che è a conoscenza dell'episodio e che nutre fortissimi sentimenti di gelosia verso il mio ex. Né con la famiglia, che ha considerato l'aborto spontaneo "un bene". Né con gli amici più intimi, che mi hanno fatto presente che quello che è accaduto a me succede ogni giorno a milioni di donne, e razionalmente so che è vero e che sono eventi che si superano. Tuttavia penso a quell'esperienza ancora ogni giorno, e quasi ogni giorno mi concedo uno sfogo solitario di pianto. Sono divorata dai sensi di colpa e di inadeguatezza. Ho pudore a condividere un dolore così forte e così irrazionale, e difficoltà a spiegare quanto mi pesi, quanto il mio desiderio di maternità sia forte e il dolore vivo, anche se quell'ipotetico figlio avrebbe sconvolto la mia vita attuale. La sessualità è scomparsa dai miei interessi e dai miei pensieri, faccio l'amore per sforzo e sempre più sporadicamente. Assumo la pillola malvolentieri, solo perché dopo l'esperienza vissuta non sono più disposta a concedermi il rischio del coito interrotto. Provo un grande malessere a sentirmi definire dal mio partner attuale come una "donna non normale", incapace di appagare i bisogni di un uomo.
Ho sempre vissuto, anche nei momenti di depressione, la sessualità con partecipazione e desiderio. Ora qualcosa si è rotto.
Mi ero orientata sulle possibili cause "cliniche", cercando una soluzione rapida e concreta al mio disagio. Vi ringrazio per avermi aperto uno spunto di riflessione che non avevo considerato.
Parlerò con la mia ginecologa, ma valuterò l'opportunità di chiedere un sostegno psicologico, nonostante tutte le difficoltà e le resistenze emotive al riguardo.
E' molto difficile dare forma al dolore quando tutti, proprio tutti, ripetono che "meno male, è stato molto meglio così".
Grazie ancora per la vostra disponibilità, professionalità e - soprattutto - per l'inattesa e preziosa sensibilità umana.
vi ringrazio ancora di vero cuore.
Ammetto che per me l'esperienza dell'aborto è tutt'altro che superata, nonostante siano trascorsi ormai diversi mesi e l'interruzione si sia verificata nelle primissime settimane di gestazione, in pratica appena poco dopo aver avuto conferma del sospetto di gravidanza. Non era stata una maternità cercata, né le condizioni erano delle più felici: l'evento è stato frutto di un legame con un partner che non desiderava in alcun modo considerare l'ipotesi di una paternità, e che è scomparso dalla mia vita in maniera traumatica. Anche la reazione della mia famiglia, cui mi sono rivolta per avere sostegno, è stata di pieno rifiuto e negazione. Io non ho mai voluto considerare l'opzione dell'IVG, ma una forte leucocitosi e un'infezione concomitante alle prime fasi della gravidanza hanno (presumibilmente: nessuno mi ha saputo dare spiegazioni "certe") determinato la risoluzione naturale della stessa.
Da allora, l'argomento è tabù e non ne ho mai parlato più con nessuno. Né con il mio nuovo compagno, che è a conoscenza dell'episodio e che nutre fortissimi sentimenti di gelosia verso il mio ex. Né con la famiglia, che ha considerato l'aborto spontaneo "un bene". Né con gli amici più intimi, che mi hanno fatto presente che quello che è accaduto a me succede ogni giorno a milioni di donne, e razionalmente so che è vero e che sono eventi che si superano. Tuttavia penso a quell'esperienza ancora ogni giorno, e quasi ogni giorno mi concedo uno sfogo solitario di pianto. Sono divorata dai sensi di colpa e di inadeguatezza. Ho pudore a condividere un dolore così forte e così irrazionale, e difficoltà a spiegare quanto mi pesi, quanto il mio desiderio di maternità sia forte e il dolore vivo, anche se quell'ipotetico figlio avrebbe sconvolto la mia vita attuale. La sessualità è scomparsa dai miei interessi e dai miei pensieri, faccio l'amore per sforzo e sempre più sporadicamente. Assumo la pillola malvolentieri, solo perché dopo l'esperienza vissuta non sono più disposta a concedermi il rischio del coito interrotto. Provo un grande malessere a sentirmi definire dal mio partner attuale come una "donna non normale", incapace di appagare i bisogni di un uomo.
Ho sempre vissuto, anche nei momenti di depressione, la sessualità con partecipazione e desiderio. Ora qualcosa si è rotto.
Mi ero orientata sulle possibili cause "cliniche", cercando una soluzione rapida e concreta al mio disagio. Vi ringrazio per avermi aperto uno spunto di riflessione che non avevo considerato.
Parlerò con la mia ginecologa, ma valuterò l'opportunità di chiedere un sostegno psicologico, nonostante tutte le difficoltà e le resistenze emotive al riguardo.
E' molto difficile dare forma al dolore quando tutti, proprio tutti, ripetono che "meno male, è stato molto meglio così".
Grazie ancora per la vostra disponibilità, professionalità e - soprattutto - per l'inattesa e preziosa sensibilità umana.
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Gentile Signora,
i suoi sentimenti del tutto comprensibili.
Se vuole, dia un'occhiata al sito www.ciaolapo.it , che riguarda il sostegno dopo una perdita in gravidanza, e comprende un utile forum, dove chi vuole può condividere la sua esperienza.
Vedrà che la sua situazione è tutt'altro che rara, così come la reazione egoistica delle persone che la circondano. Non è semplice, infatti, confrontarsi con la perdita di una gravidanza, nella nostra cultura la morte è tabù, e quando avviene la perdita di qualcosa di prezioso bisogna subito dimenticare e passare oltre. Inutile dire che questo atteggiamento alla fine produce l'effetto opposto, impedendo una corretta elaborazione del lutto.
i suoi sentimenti del tutto comprensibili.
Se vuole, dia un'occhiata al sito www.ciaolapo.it , che riguarda il sostegno dopo una perdita in gravidanza, e comprende un utile forum, dove chi vuole può condividere la sua esperienza.
Vedrà che la sua situazione è tutt'altro che rara, così come la reazione egoistica delle persone che la circondano. Non è semplice, infatti, confrontarsi con la perdita di una gravidanza, nella nostra cultura la morte è tabù, e quando avviene la perdita di qualcosa di prezioso bisogna subito dimenticare e passare oltre. Inutile dire che questo atteggiamento alla fine produce l'effetto opposto, impedendo una corretta elaborazione del lutto.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 20k visite dal 29/05/2011.
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