Ginecologia all'estero
Cari Dottori,
vorrei sottoporvi una questione abbastanza spinosa e spero di ricevere dei saggi consigli. Mi sono trasferita in Olanda da qualche anno, sono sposata con un cittadino Olandese e ricado in tutto e per tutto sotto la giurisdizione del sistema sanitario del paese in cui vivo.
Con mia grande sorpresa (e anche sconcerto iniziale) mi sono scontrata con la seguente realtá:
- le donne olandesi non vanno dal ginecologo se non sono incinte o se non presentano sintomatologie che impediscono loro di condurre una vita normale o quasi;
- in farmacia non sono reperibili ovuli, candelette, creme vaginali di uso comune in Italia, e nemmeno le comunissime lavande vaginali disinfettanti a base di betadine;
- l’unico rimedio utilizzato sono le lavande di “Lactacyd” che hanno come fine il ristabilimento delle condizioni ottimali del ph vaginale;
- il pap-test viene solitamente eseguito dal medico curante, e in ogni modo le suddette lavande sono l’unico rimedio adoperato.
E qui sorge il mio problema. Quattro giorni fa ho cominciato ad avvertire un fastidioso prurito vaginale e mi è assolutamente impossibile in questo sistema sanitario decidere di andare a farmi visitare da un ginecologo senza passare prima per il medico curante, aspettare i risultati dello striscio e scontrarmi con un sistema farmaceutico in cui non esistono neanche le lavande vaginali monouso.
Non essendo una persona che ama le medicine e certamente non il fai–da-te, durante la mia ultima visita in Italia ho fatto una scorta di tavolette vaginali Norfem C, essendo consapevole del fatto che non si tratta di un medicinale, ma solo di una tavoletta di Vitamina C.
Inoltre, in seguito all’ultima visita con la mia ginecologa italiana risalente all’anno scorso (effettuata in
vista del nostro desiderio di gravidanza), mi è stato prescritto un trattamento antibiotico abbastanza massiccio contro un paio di semplici infezioni (tricomonas e miceti non meglio specificati) del tutto asintomatiche, cioè senza perdite bianche o fastidi. Il trattamento includeva Diflucan per me e mio marito una volta al mese per 6 mesi, Triclose compresse nonché candelette per 3 giorni, Ecorex ovuli per 5 giorni. Il tutto accompagnato da lavande a base di Betadine e infine una crema vaginale (miconal ECOBI).
Io e mio marito abbiamo preso il diflucan solo per due mesi, io ho fatto tutti i trattamenti e mi è avanzato il tubetto di crema vaginale sigillato, anche perché con tutto quello che ho preso non avevo capito esattamente quando avrei dovuto usare ANCHE quella crema.
Insomma, adesso sto avendo questo prurito, ho il Miconal a casa, sto cercando di rimanere incinta ma non posso sapere se lo sono giá.
Che cosa mi consigliate di fare?
vorrei sottoporvi una questione abbastanza spinosa e spero di ricevere dei saggi consigli. Mi sono trasferita in Olanda da qualche anno, sono sposata con un cittadino Olandese e ricado in tutto e per tutto sotto la giurisdizione del sistema sanitario del paese in cui vivo.
Con mia grande sorpresa (e anche sconcerto iniziale) mi sono scontrata con la seguente realtá:
- le donne olandesi non vanno dal ginecologo se non sono incinte o se non presentano sintomatologie che impediscono loro di condurre una vita normale o quasi;
- in farmacia non sono reperibili ovuli, candelette, creme vaginali di uso comune in Italia, e nemmeno le comunissime lavande vaginali disinfettanti a base di betadine;
- l’unico rimedio utilizzato sono le lavande di “Lactacyd” che hanno come fine il ristabilimento delle condizioni ottimali del ph vaginale;
- il pap-test viene solitamente eseguito dal medico curante, e in ogni modo le suddette lavande sono l’unico rimedio adoperato.
E qui sorge il mio problema. Quattro giorni fa ho cominciato ad avvertire un fastidioso prurito vaginale e mi è assolutamente impossibile in questo sistema sanitario decidere di andare a farmi visitare da un ginecologo senza passare prima per il medico curante, aspettare i risultati dello striscio e scontrarmi con un sistema farmaceutico in cui non esistono neanche le lavande vaginali monouso.
Non essendo una persona che ama le medicine e certamente non il fai–da-te, durante la mia ultima visita in Italia ho fatto una scorta di tavolette vaginali Norfem C, essendo consapevole del fatto che non si tratta di un medicinale, ma solo di una tavoletta di Vitamina C.
Inoltre, in seguito all’ultima visita con la mia ginecologa italiana risalente all’anno scorso (effettuata in
vista del nostro desiderio di gravidanza), mi è stato prescritto un trattamento antibiotico abbastanza massiccio contro un paio di semplici infezioni (tricomonas e miceti non meglio specificati) del tutto asintomatiche, cioè senza perdite bianche o fastidi. Il trattamento includeva Diflucan per me e mio marito una volta al mese per 6 mesi, Triclose compresse nonché candelette per 3 giorni, Ecorex ovuli per 5 giorni. Il tutto accompagnato da lavande a base di Betadine e infine una crema vaginale (miconal ECOBI).
Io e mio marito abbiamo preso il diflucan solo per due mesi, io ho fatto tutti i trattamenti e mi è avanzato il tubetto di crema vaginale sigillato, anche perché con tutto quello che ho preso non avevo capito esattamente quando avrei dovuto usare ANCHE quella crema.
Insomma, adesso sto avendo questo prurito, ho il Miconal a casa, sto cercando di rimanere incinta ma non posso sapere se lo sono giá.
Che cosa mi consigliate di fare?
[#1]
Per sapere se è gravida deve avere un ritardo mestruale di almeno 10 gg e poi dosare le betaHCG.Per quanto riguarda la vaginite aspetti l'esito del test e poi si adegua la terapia.
dott.Nicola Blasi
specialista in Ginecologia e Ostetricia. Patologia Cervico-vaginale e vulvare.
BARI
[#2]
Ex utente
Caro dottore,
intanto la ringrazio per la sua pronta risposta, e mi scuso per l'imprecisione del mio messaggio, ma essendo il mio primo post l'ho inviato per errore prima di poterlo rileggere.
Senza dubbio posso fare un tampone vaginale dal mio medico curante. Il mio problema é che qui nei Paesi Bassi qualsiasi infezione (dalla piú blanda alla piú grave) viene curata con le lavande di lactacyd, che sono prodotti parafarmaceutici e si comprano senza ricetta.
Se non le ho ancora usate é perché c'é una possibilitá che io sia nelle prime settimane di gestazione.
Quindi, se posso permettermi di essere piú specifica le mie domande sono due:
- trattamenti finalizzati ad "aggiustare" il ph possono essere sufficienti a contenere un'infezione nei primi stadi?
- possono le lavande vaginali compromettere l'impianto di un embrione? A questo proposito aggiungo che lo scorso giugno ho avuto un aborto spontaneo alla sesta settimana (primo tentativo in vita mia di restare incinta).
Grazie per la sua attenzione.
intanto la ringrazio per la sua pronta risposta, e mi scuso per l'imprecisione del mio messaggio, ma essendo il mio primo post l'ho inviato per errore prima di poterlo rileggere.
Senza dubbio posso fare un tampone vaginale dal mio medico curante. Il mio problema é che qui nei Paesi Bassi qualsiasi infezione (dalla piú blanda alla piú grave) viene curata con le lavande di lactacyd, che sono prodotti parafarmaceutici e si comprano senza ricetta.
Se non le ho ancora usate é perché c'é una possibilitá che io sia nelle prime settimane di gestazione.
Quindi, se posso permettermi di essere piú specifica le mie domande sono due:
- trattamenti finalizzati ad "aggiustare" il ph possono essere sufficienti a contenere un'infezione nei primi stadi?
- possono le lavande vaginali compromettere l'impianto di un embrione? A questo proposito aggiungo che lo scorso giugno ho avuto un aborto spontaneo alla sesta settimana (primo tentativo in vita mia di restare incinta).
Grazie per la sua attenzione.
[#4]
Ex utente
Grazie per il consiglio. La mia situazione dopo un paio di brutti quarti d'ora e 5 giorni di regime igienico severissimo si e' via via normalizzata. Stando cosi' le cose aspettero' una decina di giorni per sapere qualcosa in piu' sulle mie condizioni e poi andro' comunque dal medico. Tante grazie e CREPI il LUPO!
[#6]
Ex utente
Caro dottore,
rieccomi di nuovo a chiederle un consiglio di buon senso.
Come le ho scritto in uno dei miei messaggi, stiamo cercando di avere un bambino. Dopo il primo aborto, per due volte (una a Settembre e l'ultima proprio in questo periodo) ho avuto la fortissima sensazione che una gravidanza fosse iniziata e che in qualche modo l'impianto non sia avvenuto.
In particolare per tutta la settimana scorsa ho avuto fortissimi i sintomi che avevo riscontrato la prima volta: seno gigantesco, sonnolenza, fame spropositata, digestione rallentata, e in piú anche nausee. Inoltre a 12 giorni dal supposto concepimento ho cominciato ad avere delle esigue perdite di sangue, interrottesi dopo 3 giorni. A distanza di 24 ore da tale interruzione mi sono venute le mestruazioni, molto abbondanti e dolorose fin da subito.
E adesso viene il problema: in Olanda non fanno analisi del sangue per rilevare i livelli di HCG. Neanche se sei incinta.
Le prime analisi del sangue (e la prima ecografia) le fanno al terzo mese di gravidanza, se non ci sono problemi particolari.
Uno dei problemi che loro considerano “particolari” è il non riuscire a restare incinta entro un anno. Allora forse ti puoi rivolgere a un centro per problemi di fertilitá.
Ma anche in quel caso, non ci sono prove certificate di quello che io dico, per quello che ne sanno loro io potrei aver provato a restare incinta per 10 anni.
Io non disapprovo l’approccio naturalistico alla gravidanza che sembra esserci in questo paese, ma a 32 anni mi preoccupo un pó quando mi dicono di rilassarmi e provare e riprovare, e che ti faranno ecografie prima del terzo mese solo dopo il terzo aborto. Dall’altra parte rivolgermi a centri specializzati mi farebbe sentire un caso “patologico” che probabilmente non sono. Ma mi darebbe accesso a tutti i controlli che in Italia sono una pratica standard, come le analisi del sangue ogni mese (inclusi i primi).
Mi scusi lo sfogo, ma sono un pó sconfortata e mi sento abbandonata a me stessa.
Da parte mia ho deciso di cominciare a monitorare la mia ovulazione con degli stick che vendono al supermercato, cosí almeno potró farmi un idea meno vaga di quello che succede.
Alla fine di tutto la mia domanda potrebbe essere: considerando la casistica delle sue pazienti, sono io che sono iper-apprensiva in questa situazione, o si preoccuperebbe anche lei se sua sorella vivesse in Olanda?
rieccomi di nuovo a chiederle un consiglio di buon senso.
Come le ho scritto in uno dei miei messaggi, stiamo cercando di avere un bambino. Dopo il primo aborto, per due volte (una a Settembre e l'ultima proprio in questo periodo) ho avuto la fortissima sensazione che una gravidanza fosse iniziata e che in qualche modo l'impianto non sia avvenuto.
In particolare per tutta la settimana scorsa ho avuto fortissimi i sintomi che avevo riscontrato la prima volta: seno gigantesco, sonnolenza, fame spropositata, digestione rallentata, e in piú anche nausee. Inoltre a 12 giorni dal supposto concepimento ho cominciato ad avere delle esigue perdite di sangue, interrottesi dopo 3 giorni. A distanza di 24 ore da tale interruzione mi sono venute le mestruazioni, molto abbondanti e dolorose fin da subito.
E adesso viene il problema: in Olanda non fanno analisi del sangue per rilevare i livelli di HCG. Neanche se sei incinta.
Le prime analisi del sangue (e la prima ecografia) le fanno al terzo mese di gravidanza, se non ci sono problemi particolari.
Uno dei problemi che loro considerano “particolari” è il non riuscire a restare incinta entro un anno. Allora forse ti puoi rivolgere a un centro per problemi di fertilitá.
Ma anche in quel caso, non ci sono prove certificate di quello che io dico, per quello che ne sanno loro io potrei aver provato a restare incinta per 10 anni.
Io non disapprovo l’approccio naturalistico alla gravidanza che sembra esserci in questo paese, ma a 32 anni mi preoccupo un pó quando mi dicono di rilassarmi e provare e riprovare, e che ti faranno ecografie prima del terzo mese solo dopo il terzo aborto. Dall’altra parte rivolgermi a centri specializzati mi farebbe sentire un caso “patologico” che probabilmente non sono. Ma mi darebbe accesso a tutti i controlli che in Italia sono una pratica standard, come le analisi del sangue ogni mese (inclusi i primi).
Mi scusi lo sfogo, ma sono un pó sconfortata e mi sento abbandonata a me stessa.
Da parte mia ho deciso di cominciare a monitorare la mia ovulazione con degli stick che vendono al supermercato, cosí almeno potró farmi un idea meno vaga di quello che succede.
Alla fine di tutto la mia domanda potrebbe essere: considerando la casistica delle sue pazienti, sono io che sono iper-apprensiva in questa situazione, o si preoccuperebbe anche lei se sua sorella vivesse in Olanda?
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Certo!In OLANDA seguono rigorosamente le linee guida e i protocolli terapeutici,per ridurre le spese sanitarie(secondo il loro parere)ma a volte bisogna rimuovere i paraocchi.Ho difficoltà a darle un consiglio adeguato,dal punto di vista burocratico naturalmente!
[#8]
Ex utente
Mi rendo conto che il mio post é soprattutto uno sfogo, e che voi non potete risolvere il mio problema.
Dopo attenta riflessione, avendo sentito il parere di amiche italiane che hanno partorito qui ho raggiunto la seguente conclusione: la cosa importante é riuscire a by-passare il medico curante, che di solito (ma non sempre) si oppone agli accertamenti.
Quindi la prossima volta, al primo dolorino, o alla prima goccia di sangue fuori posto, io andró dal ginecologo in ospedale.
Per fortuna in occasione del mio aborto, dopo la fine del'emorragia, sono riuscita a forzare la mia dottoressa a prescrivermi una ecografia (cosa che lei riteneva superflua se non mi fosse venuta la febbre alta!) quindi sono inserita nel sistema di un ospedale grande, bello ed efficiente.
Una volta li, se mi fanno problemi faró un pó la finta tonta e fingero'di non capire fino a quando non mi fissano un appuntamento con chi dico io! E cosí spero di risolvere il problema burocratico.
Forzeró un pó il sistema, ma a mali estremi...
Probabilmente peró in futuro vi chiederó nuovamente qualche consulto, perché non c'é niente di peggio che non potersi fidare delle cure che si ricevono, soprattutto per me che ho una formazione scientifica e lavoro nella ricerca e riesco a vedere chiaramente le mancanze di questo sistema dovute a scelte imposte dall'alto.
Sicuramente'integreró con degli esami fatti in Italia, ma nelle prime fasi e per le emergenze non ho scelta e devo fare tutto qui.
Grazie per l'ascolto e buon lavoro a tutti.
Dopo attenta riflessione, avendo sentito il parere di amiche italiane che hanno partorito qui ho raggiunto la seguente conclusione: la cosa importante é riuscire a by-passare il medico curante, che di solito (ma non sempre) si oppone agli accertamenti.
Quindi la prossima volta, al primo dolorino, o alla prima goccia di sangue fuori posto, io andró dal ginecologo in ospedale.
Per fortuna in occasione del mio aborto, dopo la fine del'emorragia, sono riuscita a forzare la mia dottoressa a prescrivermi una ecografia (cosa che lei riteneva superflua se non mi fosse venuta la febbre alta!) quindi sono inserita nel sistema di un ospedale grande, bello ed efficiente.
Una volta li, se mi fanno problemi faró un pó la finta tonta e fingero'di non capire fino a quando non mi fissano un appuntamento con chi dico io! E cosí spero di risolvere il problema burocratico.
Forzeró un pó il sistema, ma a mali estremi...
Probabilmente peró in futuro vi chiederó nuovamente qualche consulto, perché non c'é niente di peggio che non potersi fidare delle cure che si ricevono, soprattutto per me che ho una formazione scientifica e lavoro nella ricerca e riesco a vedere chiaramente le mancanze di questo sistema dovute a scelte imposte dall'alto.
Sicuramente'integreró con degli esami fatti in Italia, ma nelle prime fasi e per le emergenze non ho scelta e devo fare tutto qui.
Grazie per l'ascolto e buon lavoro a tutti.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 17.7k visite dal 31/10/2007.
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