Quantità e qualita' latte materno
Mia figlia ha due mesi e l'ho sempre allattata solo al seno. Da qualche tempo dorme tutta la notte e ha concentrato le poppate nell'arco delle restanti ore del giorno e forse per questo, ho notato che il latte è calato, tanto che qualche sera ho dovuto darle un'aggiunta per l'ultima o la peultima poppata. Ora mi tolgo il latte una volta a notte anche se lei dorme sperando di riaumetare la produzione, è corretto? Ma il vero problema è un altro: anche se il seno è molto più vuoto a sera, non mi pare del tutto svutato, infatti stringendo il latte esce (non sempre, ma a volte sì), la piccola però chiede il seno sempre più spesso, si innervosisce molto, la devo passare da un seno all'altro più volte e più va avanti la giornata più spesso mi chiede il seno, tanto che perdo completamente ogni ritmo. La prima poppata del mattino invece, la sazia per tre ore.
Mi chiedo: è possibile che insieme alla quantità del latte si stia abbassando anche la QUALITA'? Forse è meno nutriente? E forse in particolare la sera? E' possibile?
Mi chiedo: è possibile che insieme alla quantità del latte si stia abbassando anche la QUALITA'? Forse è meno nutriente? E forse in particolare la sera? E' possibile?
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La qualità del latte materno inizia a declinare in maniera variabile dai 4 ai 6 mesi dal parto, pur con oscillazioni personali, da donna a donna.
Importante mi sembra, in questi casi come il Suo, agire di concerto con lo Specialista Pediatra che dovrebbe avvalorare la quali/quantità della crescita della piccola, valutandone le esigenze nutrizionali in base ai percentili di peso e lunghezza, in base all'idratazione, alla quantità/qualità relativa di feci emesse, alla diuresi ed in base al ritmo sonno/veglia sul quale, pur se si tratta di una piccola lattantina, la bambina sembra si sia attestata, pur se con variabilità molto elevata.
Un vecchio metodo, mutuato dalla saggezza popolare delle "comari" delle mie parti, vedeva nella valutazione macroscopica del latte materno estratto con tiralatte, una sorta di "congruità nutrizionale" in base al suo colore ed alla sua densità dopo averlo mescolato in un bicchiere, facendone cadere alcune gocce su di un tovagliolo bianco; quanto più denso e di colore giallognolo fosse stato il latte, maggiormente accreditato sarebbe stato, di valore nutrizionale.
Non so se questo metodo empirico sia o meno efficace: fatto sta che, di solito, "centrava" il problema, indicando a quali lattanti sarebbe stata indicata un'aggiunta al latte materno fatta con latte vaccino o in polvere, a seconda dei casi.
Cordialmente.
Importante mi sembra, in questi casi come il Suo, agire di concerto con lo Specialista Pediatra che dovrebbe avvalorare la quali/quantità della crescita della piccola, valutandone le esigenze nutrizionali in base ai percentili di peso e lunghezza, in base all'idratazione, alla quantità/qualità relativa di feci emesse, alla diuresi ed in base al ritmo sonno/veglia sul quale, pur se si tratta di una piccola lattantina, la bambina sembra si sia attestata, pur se con variabilità molto elevata.
Un vecchio metodo, mutuato dalla saggezza popolare delle "comari" delle mie parti, vedeva nella valutazione macroscopica del latte materno estratto con tiralatte, una sorta di "congruità nutrizionale" in base al suo colore ed alla sua densità dopo averlo mescolato in un bicchiere, facendone cadere alcune gocce su di un tovagliolo bianco; quanto più denso e di colore giallognolo fosse stato il latte, maggiormente accreditato sarebbe stato, di valore nutrizionale.
Non so se questo metodo empirico sia o meno efficace: fatto sta che, di solito, "centrava" il problema, indicando a quali lattanti sarebbe stata indicata un'aggiunta al latte materno fatta con latte vaccino o in polvere, a seconda dei casi.
Cordialmente.
Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.5k visite dal 27/02/2011.
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