Gravidanza e psicofarmaci
gentile dottore,volevo un consulto anche se cmq nn mi fermero qui ma sentiro tanti altri medici di persona ,xche ho bisogno di sentirmi sicura. qualche hanno fa mi sono ammalata da depressione accompagnata da agorafobia con forti attacchi di panico ,avevo 27 anni,mi e stato prescritto efexor 75 mg con qui mi sono trovata benissimo e ho cominciato a vivere come tutte le ragazze della mia eta. dopo 2 anni di mantenimento cura la mia psichiatra ha deciso che era ora di sospenderlo gradualmente fino a nn assumerlo piu. una volta sospeso stavo bene come nn mai. dopo 9 mesi un altra ricaduta ,la mia dottoressa era incinta e nn poteva piu seguirmi. ho trovato un altro dottore molto bravo mi ha prescritto anche lui efexor . ho iniziato a prenderlo x 5 mesi poi ha deciso di toglierlo sempre gradualmente,ma adesso..passata una settimana sto di nuovo male cosi oggi me lo ha riprescritto in minima dose in capsula a rilascio prolungato,praticamente prendo 15 mg che a me sono sufficenti x nn avere crisi .vedendomi molto giu mi ha detto che devo vivere serena xche sto male x paura di nn poter smettere mai. lui mi ha detto che efexor nn da dipendenza e che il mio corpo ha bisogno di questa minima parte x stare in equilibrio ,mi ha detto che posso avere una gravidanza tranquilla come tutte le donne normali xche efexor nn causa problemi al feto,ma questa cosa mi terorizza e io desidero un figlio piu che mai. chiedo a lei se e davvero fondato che efexor nn causa problemi ,e tenendo controllata la gravidanza piu del dovuto potro farcela anch'io. la ringrazio anticipatamente.
[#1]
Gentile utente,
Le riporto quanto, credo, già letto sul "bugiardino" del farmaco alla voce "gravidanza ed allattamento":
"Uso in gravidanza Non è stata valutata la sicurezza della somministrazione di venlafaxina durante la gravidanza nella specie umana.
La venlafaxina deve essere somministrata alle donne in stato di gravidanza soltanto se i benefici potenziali sono superiori a qualsiasi possibile rischio. La paziente deve essere informata che è necessario consultare il proprio medico nel caso essa sospetti di essere incinta o abbia intenzione di intraprendere una gravidanza durante il trattamento con EFEXOR. In uno studio sulla teratogenesi sui ratti, la venlafaxina è stata data per via orale a dosaggi fino a 80 mg/kg/die (circa 11 volte la dose umana massima consigliata).
Tossicità fetale caratterizzata da ritardo della crescita è stata osservata al dosaggio di 80 mg/Kg/die; ciò può essere correlato alla tossicità materna a questi livelli di dosaggio.
La sopravvivenza fetale e lo sviluppo morfologico non sono stati influenzati da alcun dosaggio. Dopo la somministrazione della venlafaxina in ratti dal 15° giorno di gravidanza al 20° giorno dopo il parto è stata notata una diminuzione dose-correlata della sopravvivenza e del peso corporeo della prole in fase di pre-svezzamento nei gruppi trattati con la venlafaxina a dosaggi di 30 mg/kg e 80 mg/kg (approssimativamente 4 e 11 volte, rispettivamente la dose umana massima raccomandata). Questa osservazione è stata messa in relazione alle ridotte cure materne, farmaco-correlate.
La dose senza effetto per la mortalità della prole è stata circa 1,4 volte la dose massima umana consigliata espressa in mg/kg. In un altro studio sulla teratogenesi la venlafaxina è stata somministrata a conigli a dosaggi fino a 90 mg/kg/die (circa 12 volte la dose umana massima consigliata).
La tossicità fetale sotto forma di riassorbimento e perdita del feto è risultata leggermente aumentata al dosaggio di 90 mg/kg/die; questi effetti potrebbero essere correlati con la tossicità materna. Non sono stati osservati effetti teratogeni associati a venlafaxina. Sulla base del numero limitato di gravidanze verificatesi durante gli studi di pre e post-marketing EFEXOR non sembra prevenire il concepimento.
Sono stati riportati 14 casi di gravidanza (1,1%) verificatesi in donne che hanno assunto EFEXOR negli studi clinici di fase II e III.
Non si sono verificati casi di gravidanza in donne al di sopra di 40 anni di età.
Non ci sono studi con EFEXOR adeguati e ben controllati su donne gravide. Uso durante l'allattamento La venlafaxina e la o-demetilvenlafaxina vengono escrete nel latte umano; perciò si deve scegliere se interrompere l'allattamento al seno o la somministrazione della venlafaxina"
Da questo si deducono alcuni punti chiave:
a) non vi sono studi molto estesi sull'uso del farmaco in gravidanza
b) la dose teratogena negli animali da esperimento è molto più elevata della dose terapeutica
c) l'uso in gravidanza non è assolutamente controindicato, ma il farmaco è da utilizzarsi quando i rischi di non assumerlo superano quelli di un suo uso effettivo .
Per cui si sento di dare il cosniglio che dò sempre in questi casi: cerchi di non assumerlo nel periodo in cui ricerca una gravidanza e nei primi 3 mesi di questa o di sostituirlo con farmaci più sicuri (es. benzodiazepine). Dal 4° mese in poi, l'assunzione del farmaco nelle dose più basse efficaci, invece, può essere permessa, su parere dello specialista, qualora ve ne sia necessità clinica. Prima del parto, almeno 2 settimane prima, è bene sospenderlo, avvertendo l'anestesista e/o il pediatra che è presente in sala parto dell'assunzione del farmaco fino alla 38ma settimana (se ciò è stato).
Cordialmente.
Le riporto quanto, credo, già letto sul "bugiardino" del farmaco alla voce "gravidanza ed allattamento":
"Uso in gravidanza Non è stata valutata la sicurezza della somministrazione di venlafaxina durante la gravidanza nella specie umana.
La venlafaxina deve essere somministrata alle donne in stato di gravidanza soltanto se i benefici potenziali sono superiori a qualsiasi possibile rischio. La paziente deve essere informata che è necessario consultare il proprio medico nel caso essa sospetti di essere incinta o abbia intenzione di intraprendere una gravidanza durante il trattamento con EFEXOR. In uno studio sulla teratogenesi sui ratti, la venlafaxina è stata data per via orale a dosaggi fino a 80 mg/kg/die (circa 11 volte la dose umana massima consigliata).
Tossicità fetale caratterizzata da ritardo della crescita è stata osservata al dosaggio di 80 mg/Kg/die; ciò può essere correlato alla tossicità materna a questi livelli di dosaggio.
La sopravvivenza fetale e lo sviluppo morfologico non sono stati influenzati da alcun dosaggio. Dopo la somministrazione della venlafaxina in ratti dal 15° giorno di gravidanza al 20° giorno dopo il parto è stata notata una diminuzione dose-correlata della sopravvivenza e del peso corporeo della prole in fase di pre-svezzamento nei gruppi trattati con la venlafaxina a dosaggi di 30 mg/kg e 80 mg/kg (approssimativamente 4 e 11 volte, rispettivamente la dose umana massima raccomandata). Questa osservazione è stata messa in relazione alle ridotte cure materne, farmaco-correlate.
La dose senza effetto per la mortalità della prole è stata circa 1,4 volte la dose massima umana consigliata espressa in mg/kg. In un altro studio sulla teratogenesi la venlafaxina è stata somministrata a conigli a dosaggi fino a 90 mg/kg/die (circa 12 volte la dose umana massima consigliata).
La tossicità fetale sotto forma di riassorbimento e perdita del feto è risultata leggermente aumentata al dosaggio di 90 mg/kg/die; questi effetti potrebbero essere correlati con la tossicità materna. Non sono stati osservati effetti teratogeni associati a venlafaxina. Sulla base del numero limitato di gravidanze verificatesi durante gli studi di pre e post-marketing EFEXOR non sembra prevenire il concepimento.
Sono stati riportati 14 casi di gravidanza (1,1%) verificatesi in donne che hanno assunto EFEXOR negli studi clinici di fase II e III.
Non si sono verificati casi di gravidanza in donne al di sopra di 40 anni di età.
Non ci sono studi con EFEXOR adeguati e ben controllati su donne gravide. Uso durante l'allattamento La venlafaxina e la o-demetilvenlafaxina vengono escrete nel latte umano; perciò si deve scegliere se interrompere l'allattamento al seno o la somministrazione della venlafaxina"
Da questo si deducono alcuni punti chiave:
a) non vi sono studi molto estesi sull'uso del farmaco in gravidanza
b) la dose teratogena negli animali da esperimento è molto più elevata della dose terapeutica
c) l'uso in gravidanza non è assolutamente controindicato, ma il farmaco è da utilizzarsi quando i rischi di non assumerlo superano quelli di un suo uso effettivo .
Per cui si sento di dare il cosniglio che dò sempre in questi casi: cerchi di non assumerlo nel periodo in cui ricerca una gravidanza e nei primi 3 mesi di questa o di sostituirlo con farmaci più sicuri (es. benzodiazepine). Dal 4° mese in poi, l'assunzione del farmaco nelle dose più basse efficaci, invece, può essere permessa, su parere dello specialista, qualora ve ne sia necessità clinica. Prima del parto, almeno 2 settimane prima, è bene sospenderlo, avvertendo l'anestesista e/o il pediatra che è presente in sala parto dell'assunzione del farmaco fino alla 38ma settimana (se ciò è stato).
Cordialmente.
Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 11k visite dal 25/01/2011.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Gravidanza
Gravidanza: test, esami, calcolo delle settimane, disturbi, rischi, alimentazione, cambiamenti del corpo. Tutto quello che bisogna sapere sui mesi di gestazione.