Arteria ombelicale unica e circonferenza addominale
Buongiorno,
abbiamo fatto oggi l’ecografia del terzo trimestre, siamo a 31 settimane +0 sembrava tutto bene poi il dottore ci ha riferito che presenta l’arteria ombelicale unica sinistra (manca la destra) e che la circonferenza addominale va oltre il 90esimo percentile (è preoccupante??)
ecco i dati:
DBP 79
CC 295
F 60
CA 300
Nelle ecografie precedenti (nemmeno nella morfologica) non ci avevano mai detto che l’arteria era unica, mentre le misure erano sempre di 4-5 giorni più grandi tanto che è stata anticipata di 5 giorni la data parto.
Siamo molto preoccupati per l’arteria unica, anche se durante la visita ci han detto che tutti gli organi sono a posto e che pesa già 2kg…. non sappiamo cosa ciò possa comportare, precedentemente non abbiamo fatto per scelta alcun esame.
Grazie mille per i vostri pareri
abbiamo fatto oggi l’ecografia del terzo trimestre, siamo a 31 settimane +0 sembrava tutto bene poi il dottore ci ha riferito che presenta l’arteria ombelicale unica sinistra (manca la destra) e che la circonferenza addominale va oltre il 90esimo percentile (è preoccupante??)
ecco i dati:
DBP 79
CC 295
F 60
CA 300
Nelle ecografie precedenti (nemmeno nella morfologica) non ci avevano mai detto che l’arteria era unica, mentre le misure erano sempre di 4-5 giorni più grandi tanto che è stata anticipata di 5 giorni la data parto.
Siamo molto preoccupati per l’arteria unica, anche se durante la visita ci han detto che tutti gli organi sono a posto e che pesa già 2kg…. non sappiamo cosa ciò possa comportare, precedentemente non abbiamo fatto per scelta alcun esame.
Grazie mille per i vostri pareri
[#1]
Per definizione, l'arteria ombelicale unica è la presenza di due soli vasi nel cordone ombelicale, per mancanza di un’arteria.
Sappiamo come il cordone ombelicale si formi tra il 13° ed il 38° giorno dal concepimento. Deriva dal dotto allantoideo (primitivo uraco e vescica) che dà origine a 4 vasi: due arterie e due vene. Nel corso dello sviluppo, le due arterie ombelicali si portano verso le arterie iliache, congiungendosi ad esse; delle due vene, la destra diventa atresica e resta solo la sinistra. Dalla 6a alla 8a settimana il cordone aumenta di dimensioni e si spiralizza. Tale crescita continua fino alla 24a settimana circa, per poi arrestarsi.
Diverse sono le teorie che spiegano l'arteria unica. Le più comuni sono:
a) agenesia primaria di un’arteria
b) atresia od atrofia secondaria di un’arteria normalmente presente nelle prime fasi di sviluppo.
Alla luce delle attuali conoscenze sullo sviluppo del sistema vascolare allantoideo, la prima ipotesi sembra meno verosimile.
E' prassi comune, visualizzare i vasi funicolari a partire dal 4° - 5° mese, mandando il Doppler colore ai lati della vescica per verificare il flusso nelle due arterie vescicali anteriori (che diverrano le arterie vescicali obliterate dell'adulto). Vengono segnalati addirittura casi in cui, nell'ambito dello stesso cordone, vi sono tratti a due e tratti ad una sola arteria ombelicale, il che renderebbe verosimile anche la teoria dell’atrofia secondaria.
Spesso l’unica arteria presente ha un calibro superiore a 4 mm per dilatazione compensatoria.
Solo in quest'ultimo caso, il più frequente, si verifica una riduzione delle resistenze ombelicali. Infatti, circa il 75% dei feti con arteria ombelicale singola ha un indice di resistenza dell'arteria ombelicale al di sotto della media per l'epoca gestazionale.
Reperti accessori sono:
- una ridotta spiralizzazione (“coiled index”)
- una ridotta quantità di gelatina di Wharton.
La diagnosi è abitualmente semplice a partire dalla 20a settimana. Solo in pochi casi, cordoni con tre vasi all'eco di routine hanno evidenziato arterie singole alla nascita; ciò significa che per la maggior parte delle volte, l'anomalia viene diagnosticata.
L'arteria ombelicale singola è la più comune anomalia del cordone, con incidenza dello 0,5%. In realtà, la vera incidenza in utero è probabilmente più elevata, in quanto il cordone ombelicale non è studiato di routine da tutti i Centri.
Bisogna poi considerare tutte le gravidanze con arteria ombelicale singola, come potenzialmente interrompentesi nel primo trimestre: secondo alcuni studi l’incidenza è 4 volte superiore a quella riportata in utero.
Nelle gravidanze gemellari la presenza di arteria ombelicale singola è 3-4 volte più frequente.
La classificazione più utilizzata è quella di Blackbourne e Cooley che comprende 4 tipi di arteria ombelicale unica
Molto discussa è la reale incidenza di cromosomopatie ed anomalie associate all’arteria ombelicale singola. In linea generale possiamo affermare che:
- le cromosomopatie incidono per circa il 5-10%; tra esse, le più comuni sono: la trisomia 13, la trisomia 18, la trisomia 21, la sindrome di Turner, le traslocazioni, le duplicazioni cromosomiche.
Tra le anomalie associate all'arteria ombelicale unica:
cardiopatie (15%): difetto interventricolare, canale atrioventricolare, tetralogia di Fallot, cuore sinistro ipoplasico, anomalie gastrointestinali (3%): atresia esofagea, atresia duodenale, anomalie genito-urinarie (9%): agenesia renale monolaterale, idronefrosi, persistenza/estrofia della cloaca, anomalie muscolo-scheletriche (7%): agenesia del sacro fino alla sirenomelia, amelia, focomelia, piede torto
anomalie del SNC (11%), ernia diaframmatica (4%)
anomalie della placenta (3%): placenta marginata, circumvallata, previa, corioangioma.
Il 4-6% dei feti con arteria ombelicale singola in forma isolata, presenta anomalie alla nascita non diagnosticate ecograficamente in epoca prenatale. Si tratta generalmente di anomalie minori, la cui diagnosi ecografica è difficile o impossibile.
E’ stata osservata una maggiore incidenza di arteria ombelicale singola in feti figli di madri diabetiche.
Geipel ha segnalato una diversa incidenza di anomalie associate in rapporto al lato dell’arteria ombelicale mancante: fino al 70% in più per la sinistra rispetto alla destra. Il 25-30% dei feti con arteria ombelicale singola hanno un peso inferiore a 2500 grammi (contro il 5% dei controlli) e circa un quarto di questi nasce prematuramente.
I feti con arteria ombelicale singola hanno un maggiore rischio di morte intrauterina e/o intrapartum (secondo alcuni autori fino al 20 % in più). Questo fenomeno è stato spiegato, almeno in parte, con la ridotta quantità di gelatina di Wharton presente nel cordone. La funzione principale di quest'ultima è impedire che il flusso sanguigno del cordone si possa interrompere a seguito dei movimenti fetali e durante le contrazioni uterine.
Il management ostetrico si può riassumere in alcuni punti fondamentali:
1) ecografia dettagliata per escludere la presenza di anomalie associate
2) ecocardiografia
3) amniocentesi (recentemente, però, è stata messa in discussione l'utilità dello studio del cariotipo in assenza di altre anomalie fetali)
4) attenta sorveglianza con controlli ecografici ogni 3 settimane: lo scopo principale è valutare l’accrescimento fetale e, nel terzo trimestre, valutare il benessere fetale con la flussimetria.
Secondo alcuni autori l’espletamento del parto per le vie naturali deve essere riservato a donne pluripare e con una situazione ostetrica favorevole.
(Tratto da "Schede di Patologia Ostetrica materno-Fetale - Centro Medico Genesys - Dr. Ivanoe Santoro").
Il riscontro di un peso fetale superiore alla norma, nel Suo caso, rende necesario uno studio accurato dell'equilibrio glicemico.
Saluti ed auguri.
Sappiamo come il cordone ombelicale si formi tra il 13° ed il 38° giorno dal concepimento. Deriva dal dotto allantoideo (primitivo uraco e vescica) che dà origine a 4 vasi: due arterie e due vene. Nel corso dello sviluppo, le due arterie ombelicali si portano verso le arterie iliache, congiungendosi ad esse; delle due vene, la destra diventa atresica e resta solo la sinistra. Dalla 6a alla 8a settimana il cordone aumenta di dimensioni e si spiralizza. Tale crescita continua fino alla 24a settimana circa, per poi arrestarsi.
Diverse sono le teorie che spiegano l'arteria unica. Le più comuni sono:
a) agenesia primaria di un’arteria
b) atresia od atrofia secondaria di un’arteria normalmente presente nelle prime fasi di sviluppo.
Alla luce delle attuali conoscenze sullo sviluppo del sistema vascolare allantoideo, la prima ipotesi sembra meno verosimile.
E' prassi comune, visualizzare i vasi funicolari a partire dal 4° - 5° mese, mandando il Doppler colore ai lati della vescica per verificare il flusso nelle due arterie vescicali anteriori (che diverrano le arterie vescicali obliterate dell'adulto). Vengono segnalati addirittura casi in cui, nell'ambito dello stesso cordone, vi sono tratti a due e tratti ad una sola arteria ombelicale, il che renderebbe verosimile anche la teoria dell’atrofia secondaria.
Spesso l’unica arteria presente ha un calibro superiore a 4 mm per dilatazione compensatoria.
Solo in quest'ultimo caso, il più frequente, si verifica una riduzione delle resistenze ombelicali. Infatti, circa il 75% dei feti con arteria ombelicale singola ha un indice di resistenza dell'arteria ombelicale al di sotto della media per l'epoca gestazionale.
Reperti accessori sono:
- una ridotta spiralizzazione (“coiled index”)
- una ridotta quantità di gelatina di Wharton.
La diagnosi è abitualmente semplice a partire dalla 20a settimana. Solo in pochi casi, cordoni con tre vasi all'eco di routine hanno evidenziato arterie singole alla nascita; ciò significa che per la maggior parte delle volte, l'anomalia viene diagnosticata.
L'arteria ombelicale singola è la più comune anomalia del cordone, con incidenza dello 0,5%. In realtà, la vera incidenza in utero è probabilmente più elevata, in quanto il cordone ombelicale non è studiato di routine da tutti i Centri.
Bisogna poi considerare tutte le gravidanze con arteria ombelicale singola, come potenzialmente interrompentesi nel primo trimestre: secondo alcuni studi l’incidenza è 4 volte superiore a quella riportata in utero.
Nelle gravidanze gemellari la presenza di arteria ombelicale singola è 3-4 volte più frequente.
La classificazione più utilizzata è quella di Blackbourne e Cooley che comprende 4 tipi di arteria ombelicale unica
Molto discussa è la reale incidenza di cromosomopatie ed anomalie associate all’arteria ombelicale singola. In linea generale possiamo affermare che:
- le cromosomopatie incidono per circa il 5-10%; tra esse, le più comuni sono: la trisomia 13, la trisomia 18, la trisomia 21, la sindrome di Turner, le traslocazioni, le duplicazioni cromosomiche.
Tra le anomalie associate all'arteria ombelicale unica:
cardiopatie (15%): difetto interventricolare, canale atrioventricolare, tetralogia di Fallot, cuore sinistro ipoplasico, anomalie gastrointestinali (3%): atresia esofagea, atresia duodenale, anomalie genito-urinarie (9%): agenesia renale monolaterale, idronefrosi, persistenza/estrofia della cloaca, anomalie muscolo-scheletriche (7%): agenesia del sacro fino alla sirenomelia, amelia, focomelia, piede torto
anomalie del SNC (11%), ernia diaframmatica (4%)
anomalie della placenta (3%): placenta marginata, circumvallata, previa, corioangioma.
Il 4-6% dei feti con arteria ombelicale singola in forma isolata, presenta anomalie alla nascita non diagnosticate ecograficamente in epoca prenatale. Si tratta generalmente di anomalie minori, la cui diagnosi ecografica è difficile o impossibile.
E’ stata osservata una maggiore incidenza di arteria ombelicale singola in feti figli di madri diabetiche.
Geipel ha segnalato una diversa incidenza di anomalie associate in rapporto al lato dell’arteria ombelicale mancante: fino al 70% in più per la sinistra rispetto alla destra. Il 25-30% dei feti con arteria ombelicale singola hanno un peso inferiore a 2500 grammi (contro il 5% dei controlli) e circa un quarto di questi nasce prematuramente.
I feti con arteria ombelicale singola hanno un maggiore rischio di morte intrauterina e/o intrapartum (secondo alcuni autori fino al 20 % in più). Questo fenomeno è stato spiegato, almeno in parte, con la ridotta quantità di gelatina di Wharton presente nel cordone. La funzione principale di quest'ultima è impedire che il flusso sanguigno del cordone si possa interrompere a seguito dei movimenti fetali e durante le contrazioni uterine.
Il management ostetrico si può riassumere in alcuni punti fondamentali:
1) ecografia dettagliata per escludere la presenza di anomalie associate
2) ecocardiografia
3) amniocentesi (recentemente, però, è stata messa in discussione l'utilità dello studio del cariotipo in assenza di altre anomalie fetali)
4) attenta sorveglianza con controlli ecografici ogni 3 settimane: lo scopo principale è valutare l’accrescimento fetale e, nel terzo trimestre, valutare il benessere fetale con la flussimetria.
Secondo alcuni autori l’espletamento del parto per le vie naturali deve essere riservato a donne pluripare e con una situazione ostetrica favorevole.
(Tratto da "Schede di Patologia Ostetrica materno-Fetale - Centro Medico Genesys - Dr. Ivanoe Santoro").
Il riscontro di un peso fetale superiore alla norma, nel Suo caso, rende necesario uno studio accurato dell'equilibrio glicemico.
Saluti ed auguri.
Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli
[#2]
Utente
Buonasera, ora siamo a 33+5 e il bambino è ancora podalico, sentiamo parlare della cosiddtta manovra da fare eventualmente dopo la 37a settimana al fine di favorire il posizionamento cefalico e quindi un parto naturale. La presenza dell'anomalia dell'arteria unica non associata a altre anomalie evidenti all'ecografia può essere una controindicazione per questa manovra? grazie mille
[#3]
La presenza di un'arteria ombelicale unica non controindica il rivolgimento per manovre esterne.
Molto dipenderà, invece, dalla valutazione dell'opportunità di procedere ad un parto per via vaginale o meno.
La decisione in tal senso dipenderà:
a) dal peso del bambino
b) da eventuali anomalie flussimetriche pre-partum
c) dalla valutazione clinico-radiologica (eventualmente) del bacino in base alle preporzioni del bimbo.
Saluti.
Molto dipenderà, invece, dalla valutazione dell'opportunità di procedere ad un parto per via vaginale o meno.
La decisione in tal senso dipenderà:
a) dal peso del bambino
b) da eventuali anomalie flussimetriche pre-partum
c) dalla valutazione clinico-radiologica (eventualmente) del bacino in base alle preporzioni del bimbo.
Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 76.3k visite dal 29/11/2010.
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