Il ginecologo allora le ha prescritto nel caso

Mia moglie è rimasta incinta il mese scorso (ultime mestruazioni il 04/07/2007), lei ha 34 anni e l'anno scorso ha avuto un aborto alla 9 settimana, avendo fatto le dovute analisi e risultata positiva alla protrombina in eterozigosi (credo si scriva così), il ginecologo allora le ha prescritto nel caso di una nuova gravidanza di prendere oltre all'acido folico anche l'aspirinetta.
Fatta questa premessa veniamo ai fatti, il 03/08/2007 avendo dei doloretti alla schiena mia moglie chiama il ginecologo (in ferie) e gli prescrive del progesterone, da applicare due volte al giorno per via vaginale, il giorno dopo inizia il calvario, perdite ematiche di colore marroncino quasi tutti i giorni, facciamo beta sia il 08/08 che il 10/08 e risultano triplicate, facciamo ecografia alla quinta settimana, si vede la camera gestazionale senza embrione, ma la ginecologa ci dice che è normale poichè è ancora presto per vedere l'embrione. il 26/08/2007 mia moglie si accorge di avere perdite rosse abbondanti, corriamo in ospedale, dalla visita non ci sono tracce di sangiue, l'ecografia dice che l'embrione e normale e c'è il battito. mia moglie chiama il ginecologo che gli prescrive dapprima l'amplital 2 volte al giorno e in aggiunta del cortisone al posto dell'aspirinetta. oggi 29/08 mia moglia ha ancora delle lievi perdite rosse ....... tutto ciò è normale?
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 283 6
La base anatomo-patologica dei sanguinamenti in gravidanza legati a patologia placentare o trofoblastica (di placenta "stricto iure" si può parlare solo dopo la 12ma settimana), è il distacco del tessuto coriale dalla parete uterina, con formazione, in loco, dell'ematoma retrocoriale o retroplacentare.
Quindi, al momento dell'ecografia che ha evidenziato l'embrione col suo battito, se non Le hanno parlato di un distacco deciduo-coriale o di un "distacco placentare" o "trofoblastico", il sanguinamento non è dovuto a tale patologia e, pertanto, risulta perfettamente inutile qualunque terapia tesa ad evitare l'incremento dell'area del distacco stesso (cortisonici, aspirinetta, antibiotici ecc.ecc.).
Faccia, quindi, uno sforzo mnemonico, cercando di ricordare le parole del Collega ecografista; se Le hanno parlato di problemi del trofoblasto/placenta, allora la terapia ha un senso. Altrimenti no.
Credo, in quest'ultimo caso, che una buona visita ginecologica, completa di esame speculare, possa essere molto più...illuminante sulle cause (e quindi sulle terapie) da adottare nel caso di Sua moglie.
Cordialmente.

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli

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Utente
Utente
Il 31 agosto abbiamo ripetuto l'ecografia - endovaginale - che ha evidenziato la presenza dell'embrione con attivita' cardiaca e motoria e parametri biometrici regolari per l'eta' gestazionale -8 settimane piu' 2gg - ed inoltre ESITI DI PREGRESSA AREA DI SCOLLAMENTO.
Alla luce di cio', quali consigli puo' fornirci? E' normale che ci siano dopo una settimana circa piccole perdite? L'evento puo' essere stato traumatico?
Cordiali saluti
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 283 6
Le perdite ematiche, quindi, erano dovute a distacco deciduo/coriale, cioè nell'ambito di quell'area dove trofoblasto e parete uterina si accollano.
E' normale che l'area di scollamento determini un sanguinamento che non si esaurisce in uno o due giorni, ma può continuare per alcuni giorni o addirittura per una settimana circa, sempre che non vi siano altri scollamenti o che l'area del distacco primitivo non si allarghi.
I traumi sono raramente in causa quali artefici di tale situazione anatomo-patologica. Lo possono essere traumi alquanto violenti, diretti alla regione addomino-pelvica o perineale (in gravidanza iniziale), ma non i traumi lievi o microtraumi che possono incorrere durante la vita quotidiana. La base fisiopatologica del distacco deciduo/coriale, generalmente, risiede nell'attivazione locale dei processi di emostasi e coagulazione con formazione in situ di trombi che occludono le diramazioni terminali delle arterie uterine (le arterie spiraliformi), con conseguente ischemia/necrosi nel territorio corrispondente, cui fa seguito il distacco del tessuto coriale precedentemente irrorato dai vasi in esame.
Cordialità.