Prolasso

Buongiorno, da recente visita ginecologica risulta che ho un prolasso. Ho 61 anni, utero sano, nessun disturbo.
Il ginecologo mi ha detto che ciò che vedo appena affiorare dalla vagina è la vescica che è spinta in basso dall'utero. La terapia consigliata è isterectomia dell'utero eseguita per via vaginale.
Mi chiedo se la vescica rientrerà nella sede non avendo più pressioni dal momento che l'intervento, a detta del ginecologo, non toccherà affatto la vescica.
L'intervento non mi crea problemi dal punto di vista psicologico ma preoccupazione per eventuali conseguenze , nuovi prolassi, incontinenza ecc.
Chiedo se è meglio effettuare l'intervento prima che il prolasso causi disturbi o peggiori la situazione oppure attendere.
Sono una persona molto dinamica nel lavoro, amo viaggiare e per questo il pensiero di eventuali strascichi mi spaventa. Esistono inoltre altre tecniche (ho letto di retine sospensive) oltre l'isterectomia che diano garanzie migliori e durature nel tempo?
GRAZIE INFINITE
[#1]
Dr. Giampietro Gubbini Ginecologo 1.5k 44
Gentile Signora
esistono una serie di procedure per correggere il prolasso.La terapia che le è stata consigliata è corretta e forse vale la pena affrontare l'intervento prima che i sintomi diventino troppo invalidanti.
Auguri

Dr. Giampietro Gubbini

[#2]
Utente
Utente
Grazie per la cortese risposta.
Ho visto i video delle tecniche di riparazione dei prolassi. Chiedo, se non sottraggo tempo ad altri utenti, se la scelta tra riparazione con retine o isterectomia uterina sia da farsi in base all'età o ad altre motivazioni.
Ancora grazie e complimenti per l'utilità del sito.
[#3]
Dr. Giampietro Gubbini Ginecologo 1.5k 44
La scelta fra le "tante diverse metodiche" è per lo più legata alla specifica esperienza di ciascun operatore in quella procedura garantendo uguali risultati.
Saluti
[#4]
Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.3k 379
Gentile Utente
Mi permetto di intervenire, dopo aver atteso qualche giorno ed altre risposte dei colleghi ginecologi, in merito al trattamento del prolasso genitale e vescicale.
Il consiglio del suo curante confermato anche dal collega Gubini potrebbe essere valido nel suo caso, ma posso confermarle che, da alcuni anni, in base a nuove acquisizioni sulla fisiopatologia dei processi che sono alla base dei difetti della statica pelvica, si è modificato l'approccio chirurgico sostituendo il demolitivo(isterectomia) con il funzionale, specialmente in presenza di un utero "sano".
La chirurgia "funzionale", che prevede il rispetto dell'anatomia, cerca di risolvere il prolasso con la ricostruzione di quelle strutture fasciali che cedendo hanno permesso lo scivolameno verso il basso degli organi pelvici accompagnato o non( come nel suo caso) da disturbi urinari, sessuali o proctologici.
Questa chirurgia ricostruttiva viene eseguita anche con l'ausilio di materiali protesici(quelle che lei definisce retine sospensive).
Partendo dalle considerazioni sulle dinamiche fasciali, che regolano i rapporti tra gli organi pelvici, trova spazio un nuovo intervento tra quelli funzionali che utilizzano questi material protesici ed è la POPS.
Mi permetto di introdurre l'argomento è chiarire che cosa si nasconde sotto questa sigla: POPS(Pelvic Organ Prolapse Suspension)
è una tecnica chirurgica che consente di risolvere contemporaneamente il prolasso dell'utero, della vagina, della vescica e del retto.
La POPS prevede l'inserimento di una benda("fettuccia" di materiale protesico) di sospensione a livello sottoperitoneale che può essere eseguito anche in laparoscopia. In pratica questa benda viene ancorata alla vagina e fissata ai muscoli laterali dell'addome.
In questo modo l'utero viene sempre conservato e riposizionato in alto, nella sua sede anatomica a svolgere la funzione fisiologica di barriera tra retto e vescica, evitando l' espansione della stessa vescica e la compressione del retto, riducendo i rischi di incontinenza urinaria ed di gravi forme di stipsi.
Con questo unico intervento, è possibile risolvere contemporaneamente gli scivolamenti verso il basso di tutti gli organi del bacino.



Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

[#5]
Utente
Utente
La ringrazio della risposta.
Nelle mie riflessioni dei giorni scorsi, ho ritenuto che l'utero anche dopo la menopausa abbia una sua funzione e che l'asportazione risolva solo parzialmente in quanto altri organi, vescica e retto possono essere scesi.
Nel mio caso, se la vescica è in basso, mi è venuto il dubbio che il danno non si corregga solo con l'isterectomia.
Premesso che non mi sono state prescritte indagini sullo stato del pavimento pelvico quindi non so esattamente dirle come stanno le cose. Non so se l'intervento di isterectomia comporta anche una riparazione contemporanea di altri danni.
A quanto Lei mi scrive, sembrerebbe fine a stessa. In tal caso i miei dubbi sulla utilità crescono e non ho convinzione. Credo sia importante.
Seguendo l'ipotesi dell'intervento riparativo con le "retine", (metodo senz'altro più innovativo e conservativo), il dubbio si presenta essendo un'intervento "giovane" poco sperimentato e con possibilità (si legge) di rigetto, erosioni, recidive,
incontinenza ecc.ecc. (ipotesi tuttavia possibili anche sull'isterectomia), ovvero tutta una serie di strascichi che mettono in seria apprensione sul da farsi.
Ora mi spiace della lunghezza del messaggio, tuttavia prendo tempo per riflettere e credo che verrò a breve a chiederle eventuali altre spiegazioni.
Riceverò volentieri un suo parere su quanto sopra scritto.
Grazie infinite
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