Pillola/ciclo mestruale doloroso/ vaginismo
Gentili dottori,sono una ragazza di 26 anni e ho sempre avuto una marea di problemi con ovaie/utero/vagina.ve ne sottopongo due in particolare,ho consultato davvero tanti medici ma con scarsi risultati:
1.ho sempre avuto un ciclo mestruale dolorosissimo e invalidante:mal di pancia e reni,vomito e perdita di coscienza.nulla ha potuto se non la pillola.La prima,estinette,ha cominciato dopo qualche anno a darmi problemi di ciclo scarso e irregolare(avevo perdite ematiche durante tutto il mese).La seconda,yaz,di recente mi ha procurato amenorrea.Per questo mese ho sospeso la pillola,ma ho troppa paura di stare male ancora e a dire il vero non so se questi episodi siano strettamente connessi alla pillola o legati ad altri fenomeni tipo lo stress.In ogni caso vorrei non arrivare a stare di nuovo male per riprendere la cura.Ma d'altro canto sono sempre ormoni che mi causano anche secchezza vaginale e indebolimento della circolazione.Ma le conseguenze fisiche e psicologiche del mio ciclo son devastanti.Insomma,delle due l'una:ciclo e analgesici o pillola.Cosa devo fare?
2.sono ancora vergine e non sono ancora riuscita ad avere un rapporto sessuale.Storia lunga.Primo ragazzo,cattolico convinto,mi ha respinto per anni.Con il secondo ci ho provato ma la paura del dolore era tale che l'irrigidimento impediva la penetrazione.In più mi lubrifico pochissimo.Persino per fare un tampone o inserire un assorbente interno i dolori sono atroci.Sono stata da due medici che hanno entrambi riscontrato vagina stretta e sintomi di vaginismo.entrambi hanno parlato di deflorazione e di terapia psicologica.Io mi sento una sfigata,penso che nessun uomo si avvicinerà a me una volta appurato che alla mia età non ho ancora avuto un rapporto sessuale completo.Ci ho provato,ci sto provando ed è una cosa che voglio fare,ma non riesco a capire se i sintomi siano organici,psicologici o entrambi.Mi fa male anche l'inserimento di un dito per provare ad allargare le pareti vaginali.Ma male davvero.Non so proprio come fare.Sto anche vedendo uno psicologo ma per il momento non ci sono progressi.avete qualche consiglio?se c'è altro che avete bisogno di sapere per il vostro consulto,scrivetemi pure.Grazie
1.ho sempre avuto un ciclo mestruale dolorosissimo e invalidante:mal di pancia e reni,vomito e perdita di coscienza.nulla ha potuto se non la pillola.La prima,estinette,ha cominciato dopo qualche anno a darmi problemi di ciclo scarso e irregolare(avevo perdite ematiche durante tutto il mese).La seconda,yaz,di recente mi ha procurato amenorrea.Per questo mese ho sospeso la pillola,ma ho troppa paura di stare male ancora e a dire il vero non so se questi episodi siano strettamente connessi alla pillola o legati ad altri fenomeni tipo lo stress.In ogni caso vorrei non arrivare a stare di nuovo male per riprendere la cura.Ma d'altro canto sono sempre ormoni che mi causano anche secchezza vaginale e indebolimento della circolazione.Ma le conseguenze fisiche e psicologiche del mio ciclo son devastanti.Insomma,delle due l'una:ciclo e analgesici o pillola.Cosa devo fare?
2.sono ancora vergine e non sono ancora riuscita ad avere un rapporto sessuale.Storia lunga.Primo ragazzo,cattolico convinto,mi ha respinto per anni.Con il secondo ci ho provato ma la paura del dolore era tale che l'irrigidimento impediva la penetrazione.In più mi lubrifico pochissimo.Persino per fare un tampone o inserire un assorbente interno i dolori sono atroci.Sono stata da due medici che hanno entrambi riscontrato vagina stretta e sintomi di vaginismo.entrambi hanno parlato di deflorazione e di terapia psicologica.Io mi sento una sfigata,penso che nessun uomo si avvicinerà a me una volta appurato che alla mia età non ho ancora avuto un rapporto sessuale completo.Ci ho provato,ci sto provando ed è una cosa che voglio fare,ma non riesco a capire se i sintomi siano organici,psicologici o entrambi.Mi fa male anche l'inserimento di un dito per provare ad allargare le pareti vaginali.Ma male davvero.Non so proprio come fare.Sto anche vedendo uno psicologo ma per il momento non ci sono progressi.avete qualche consiglio?se c'è altro che avete bisogno di sapere per il vostro consulto,scrivetemi pure.Grazie
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Gentili dottori,sono una ragazza di 26 anni e ho sempre avuto una marea di problemi con ovaie/utero/vagina....
Cara ragazza, non mi sembrano un mare di problemi ma solo...problemi anche abbastanza comuni.
Sento nelle tue parole una forte focalizzazione a livello genitale delle tue ansie e paure.
Devi dividere la tua dismenorrea ( dolori mestruali ) da quella che è la tua condizione psicologica.
Ma d'altro canto sono sempre ormoni che mi causano anche secchezza vaginale e indebolimento della circolazione.Ma le conseguenze fisiche e psicologiche del mio ciclo son devastanti.Insomma,delle due l'una:ciclo e analgesici o pillola.Cosa devo fare?
Non fare autodiagnosi, la secchezza vaginale è una condizione risolvibile anche con semplici lubrificanti.
Riferisci di essere ancora vergine e sembra che la colpa sia di un tuo precedente rapporto, leggo da altra parte che sei un'insegnante di aerobica...ritengo persona " viva e positiva".
Leggo ancora che comunque inserisci assorbenti interni...!! e fai tamnponi vaginali...per cosa?
A questo punto sarebbe interessante conoscere la tua sessualità intima, il tuo rapporto con la masturbazione e il desiderio.
Il vaginismo è un disturbo complesso che va curato e risolto con molta professionalità e comunque vanno escluse tutte le cause organiche e indispensabile è l'esame clinico. La vagina stretta anch'essa può essere una condizione anatomica abbastanza frequente, ma il dolore eccessivo che provi mi sembra esagerato probabile una tua minore tolleranza della soglia del dolore.
In questi casi sarebbe anche interessante conoscere i tuoi desideri erotici ( se sono presenti ).
***Con questo che ho scritto ho buttato un sasso nello stagno...e dovrebbe provocare cerchi...*** vediamo cosa aggiungi alla tua descrizione.
Cara ragazza, non mi sembrano un mare di problemi ma solo...problemi anche abbastanza comuni.
Sento nelle tue parole una forte focalizzazione a livello genitale delle tue ansie e paure.
Devi dividere la tua dismenorrea ( dolori mestruali ) da quella che è la tua condizione psicologica.
Ma d'altro canto sono sempre ormoni che mi causano anche secchezza vaginale e indebolimento della circolazione.Ma le conseguenze fisiche e psicologiche del mio ciclo son devastanti.Insomma,delle due l'una:ciclo e analgesici o pillola.Cosa devo fare?
Non fare autodiagnosi, la secchezza vaginale è una condizione risolvibile anche con semplici lubrificanti.
Riferisci di essere ancora vergine e sembra che la colpa sia di un tuo precedente rapporto, leggo da altra parte che sei un'insegnante di aerobica...ritengo persona " viva e positiva".
Leggo ancora che comunque inserisci assorbenti interni...!! e fai tamnponi vaginali...per cosa?
A questo punto sarebbe interessante conoscere la tua sessualità intima, il tuo rapporto con la masturbazione e il desiderio.
Il vaginismo è un disturbo complesso che va curato e risolto con molta professionalità e comunque vanno escluse tutte le cause organiche e indispensabile è l'esame clinico. La vagina stretta anch'essa può essere una condizione anatomica abbastanza frequente, ma il dolore eccessivo che provi mi sembra esagerato probabile una tua minore tolleranza della soglia del dolore.
In questi casi sarebbe anche interessante conoscere i tuoi desideri erotici ( se sono presenti ).
***Con questo che ho scritto ho buttato un sasso nello stagno...e dovrebbe provocare cerchi...*** vediamo cosa aggiungi alla tua descrizione.
Dott.Vincenzo Petrosino
[#2]
Ex utente
altro che sasso nello stagno! ha gettato un'intera montagna lei! guardi, io sono disposta a parlarle di tutto ciò che mi chiede. Forse ho le idee confuse come dice, ma le ripeto posso chiarirle ogni singolo aspetto. Posso farlo pubblicamente o ritiene più opportuno uno scambio privato?
[#5]
Gentile ragazza,
la terapia per il vaginismo, se la diagnosi è corretta, deve tenere conto contemporaneamente delle dimensioni educativa, mansionale e psicoterapeutica. Per ovvie ragioni non posso entrare nel merito della terapia che Lei ha già intrapreso, ma posso per chiarezza elencare alcuni punti fondamentali da un punto di vista psicoeducativo, sebbene Lei già ne sia a conoscenza:
- ogni donna deve scoprire il proprio modo personale di stimolare con piacere vulva e vagina
-la vagina non è perpendicolare al corpo, ed è utile conoscerne la direzione per orientare correttamente il pene al momento della penetrazione
- la vagina è un organo straordinariamente elastico; se sana e usata correttamente NON prodice mai dolore, nemmeno la prima volta.
-quando una donna NON è eccitata la sua vagina è simile a un sacchetto vuoto, non a un tubo come molte persone credono.
-l'ingrasso di un sacchetto vuoto non si presenta come un foro circolare delle dimensioni di un pene. Quindi chiaramente se si osserva con uno specchio può sembrare stretto ma non c'è ragione di preoccuparsi.
-l'imene non chiude l'ingresso della vagina, abitualmente lo circonda.
-Durante i primi tentativi di penetrazione, poichè l'imene è poco innervato e meno elastico della vagina
può sfrangiarsi sui bordi.
- il fastidio che potrebbe provocare non è ha niente a che fare con il dolore del vaginismo.
- il dolore del vaginismo è provocato dalla contrazione volontaria e spasmodica di un gruppo di muscoli che circonda la parte della vagina più vicina all'ingresso.
- questi muscoli sono volontari; quindi è possibile imparare ad usarli come si desidera.
Ovviamente, per la parte mansionale (che prevede mansioni a casa e un lavoro psicologico su tale esperienza) e psicoterapica dovrà rivolgersi al Suo terapeuta.
Saluti,
la terapia per il vaginismo, se la diagnosi è corretta, deve tenere conto contemporaneamente delle dimensioni educativa, mansionale e psicoterapeutica. Per ovvie ragioni non posso entrare nel merito della terapia che Lei ha già intrapreso, ma posso per chiarezza elencare alcuni punti fondamentali da un punto di vista psicoeducativo, sebbene Lei già ne sia a conoscenza:
- ogni donna deve scoprire il proprio modo personale di stimolare con piacere vulva e vagina
-la vagina non è perpendicolare al corpo, ed è utile conoscerne la direzione per orientare correttamente il pene al momento della penetrazione
- la vagina è un organo straordinariamente elastico; se sana e usata correttamente NON prodice mai dolore, nemmeno la prima volta.
-quando una donna NON è eccitata la sua vagina è simile a un sacchetto vuoto, non a un tubo come molte persone credono.
-l'ingrasso di un sacchetto vuoto non si presenta come un foro circolare delle dimensioni di un pene. Quindi chiaramente se si osserva con uno specchio può sembrare stretto ma non c'è ragione di preoccuparsi.
-l'imene non chiude l'ingresso della vagina, abitualmente lo circonda.
-Durante i primi tentativi di penetrazione, poichè l'imene è poco innervato e meno elastico della vagina
può sfrangiarsi sui bordi.
- il fastidio che potrebbe provocare non è ha niente a che fare con il dolore del vaginismo.
- il dolore del vaginismo è provocato dalla contrazione volontaria e spasmodica di un gruppo di muscoli che circonda la parte della vagina più vicina all'ingresso.
- questi muscoli sono volontari; quindi è possibile imparare ad usarli come si desidera.
Ovviamente, per la parte mansionale (che prevede mansioni a casa e un lavoro psicologico su tale esperienza) e psicoterapica dovrà rivolgersi al Suo terapeuta.
Saluti,
[#6]
Gentile Ragazza,
il vaginismo è una disfunzione sessuale complessa e dolente.
Nella mia esperienza clinica, l’anamnesi psico-sessuologica è un momento di grande rilevanza clinica e, spesso evidenzia storie di vita emotive e familiari ,molto particolari.
Le donne che soffrono di vaginismo solitamente, non conosco ovviamnete la sua storia, convivono con figure materne ingombranti sul piano psichico e spesso sostitutive dei reali bisogni fisici e psichici delle figlie.
Sin da piccole,nel tentativo di assecondare le richieste materne, hanno tolto il panno troppo precocemente,imparando così in maniera disfunzionale a contrarre l’ "elevatore dell’ano",un grosso muscolo che viene poi ad essere coinvolto inevitabilmente nel vaginismo.
La terapia è un percorso volto a lavorare su tre fronti contemporaneamente:
il CORPO,decondizionando lo spasmo vaginale , con mansioni di conoscenza e familiarità del proprio corpo; la PSICHE, lavorando in seduta sull’aspetto intrapsichico della donna,sull’immaginario e sulla fisicità in genere e,per ultimo,ma non per importanza,si lavora sulla RELAZIONE all’interno della quale si manifesta la disfunzione,investigando con la coppia le dinamiche che muovono il legame e che mantengono il talamo immodificato.
Auguri affettuosi
il vaginismo è una disfunzione sessuale complessa e dolente.
Nella mia esperienza clinica, l’anamnesi psico-sessuologica è un momento di grande rilevanza clinica e, spesso evidenzia storie di vita emotive e familiari ,molto particolari.
Le donne che soffrono di vaginismo solitamente, non conosco ovviamnete la sua storia, convivono con figure materne ingombranti sul piano psichico e spesso sostitutive dei reali bisogni fisici e psichici delle figlie.
Sin da piccole,nel tentativo di assecondare le richieste materne, hanno tolto il panno troppo precocemente,imparando così in maniera disfunzionale a contrarre l’ "elevatore dell’ano",un grosso muscolo che viene poi ad essere coinvolto inevitabilmente nel vaginismo.
La terapia è un percorso volto a lavorare su tre fronti contemporaneamente:
il CORPO,decondizionando lo spasmo vaginale , con mansioni di conoscenza e familiarità del proprio corpo; la PSICHE, lavorando in seduta sull’aspetto intrapsichico della donna,sull’immaginario e sulla fisicità in genere e,per ultimo,ma non per importanza,si lavora sulla RELAZIONE all’interno della quale si manifesta la disfunzione,investigando con la coppia le dinamiche che muovono il legame e che mantengono il talamo immodificato.
Auguri affettuosi
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#7]
Ex utente
non so come ringraziarvi. Mi avete dato dei consigli utilissimi. Soprattutto per quanto riguarda la figura materna, relazione ancora insoluta della mia vita.
Il mio psicologo sta provando a darmi degli esercizi di stimolazione, ma la verità è che io non riesco a farli. Non ha niente a che vedere con il tabù questa cosa, credo con una resistenza intrinseca a entrare così "dentro di me". c'è un modo per superare questo ostacolo?
E poi la verità è che sto attraversando un periodo troppo difficile e forse non ho la testa. Lascio a voi le diagnosi, ma non potrebbe dipendere anche dal fatto che io ho un rapporto pessimo col mio corpo? che in verità non mi sono mai voluta bene e quindi ho sempre trovato storie sbagliate?
Un'altra cosa: mi si scrive che i muscoli responsabili della contrazione tipica del vaginismo sono volontari. In che modo è possibile imparare a rilassarli?potete farmi qualche esempio di tecniche di rilassamento?
Il mio psicologo sta provando a darmi degli esercizi di stimolazione, ma la verità è che io non riesco a farli. Non ha niente a che vedere con il tabù questa cosa, credo con una resistenza intrinseca a entrare così "dentro di me". c'è un modo per superare questo ostacolo?
E poi la verità è che sto attraversando un periodo troppo difficile e forse non ho la testa. Lascio a voi le diagnosi, ma non potrebbe dipendere anche dal fatto che io ho un rapporto pessimo col mio corpo? che in verità non mi sono mai voluta bene e quindi ho sempre trovato storie sbagliate?
Un'altra cosa: mi si scrive che i muscoli responsabili della contrazione tipica del vaginismo sono volontari. In che modo è possibile imparare a rilassarli?potete farmi qualche esempio di tecniche di rilassamento?
[#8]
"ma non potrebbe dipendere anche dal fatto che io ho un rapporto pessimo col mio corpo?"
sì, è per questa ragione che lo specialista che tratta questi disturbi è lo psicoterapeuta, che potrà accuratamente raccogliere la Sua storia sessuale per capire meglio e, se dovuto, fare una diagnosi differenziale tra vaginismo, dispareunia o fobia per la penetrazione o patologia mista.
"In che modo è possibile imparare a rilassarli?potete farmi qualche esempio di tecniche di rilassamento?"
Con gli "Esercizi di kegel" per il controllo della muscolatura pelvico-perineale: giusto per individuare di quali muscoli parliamo può partire dal momento della minzione. Durante la minzione, può interrompere il flusso minzionale e si facilita il riconoscimento di muscoli interessati (in questo caso il muscolo pubococcigeo). Con la ripetizione immediata dello stesso lavoro muscolare, una volta svuotata la vescica, ha individuato quali sono questi muscoli e quindi ha appreso lo schema motorio da utilizzare.
Può, anzi deve, ripetere l'esercizio (a vescica vuota) durante la giornata, in modo da automatizzare l'utilizzo immediato della funzione muscolare desiderata.
sì, è per questa ragione che lo specialista che tratta questi disturbi è lo psicoterapeuta, che potrà accuratamente raccogliere la Sua storia sessuale per capire meglio e, se dovuto, fare una diagnosi differenziale tra vaginismo, dispareunia o fobia per la penetrazione o patologia mista.
"In che modo è possibile imparare a rilassarli?potete farmi qualche esempio di tecniche di rilassamento?"
Con gli "Esercizi di kegel" per il controllo della muscolatura pelvico-perineale: giusto per individuare di quali muscoli parliamo può partire dal momento della minzione. Durante la minzione, può interrompere il flusso minzionale e si facilita il riconoscimento di muscoli interessati (in questo caso il muscolo pubococcigeo). Con la ripetizione immediata dello stesso lavoro muscolare, una volta svuotata la vescica, ha individuato quali sono questi muscoli e quindi ha appreso lo schema motorio da utilizzare.
Può, anzi deve, ripetere l'esercizio (a vescica vuota) durante la giornata, in modo da automatizzare l'utilizzo immediato della funzione muscolare desiderata.
[#9]
Gentile Ragazza,
gli esercizi per rilassare la zona inquisita sono quelli dello" stetching dell'elevatore dell'ano", ma deve spiegarli bene il sessuologo, in funzione della diagnosi esatta.
Negli ambulatori per il dolore sessuale, gestiti dalla Professoressa Graziottin, esistono dei protocolli specifici in funzione della diagnosi sottostante, ma le linee guida parlano comunque di strechting, in modo da allantare la muscolatuta deputata alle contrazioni.
Auguri
gli esercizi per rilassare la zona inquisita sono quelli dello" stetching dell'elevatore dell'ano", ma deve spiegarli bene il sessuologo, in funzione della diagnosi esatta.
Negli ambulatori per il dolore sessuale, gestiti dalla Professoressa Graziottin, esistono dei protocolli specifici in funzione della diagnosi sottostante, ma le linee guida parlano comunque di strechting, in modo da allantare la muscolatuta deputata alle contrazioni.
Auguri
[#10]
Gentile Utente, solo per non crearLe confusione, preciso che in Italia la figura del sessuologo è una figura che non esiste, ovvero NON è legalmente riconosciuta dallo Stato; non vi è alcuna Legge attualmente che riconosca tale "professione". Al contrario, quella dello psicoterapeuta è riconosciuta dalla Legge n. 56/89.
Il termine quindi è improprio ed utilizzato da coloro che NON hanno una formazione clinica (medico o psicologo), ma ad es. da insegnanti, infermieri, ecc... che hanno frequentato corsi chiamati impropriamente "di sessuologia". Va da sè che un insegnante, pur con tutta la buona volontà, non potrà essere capace di trattare un disturbo sessuale, di nessuna entità. Gli insegnanti o gli infermieri che seguono corsi di "sessuologia" si occupano ad es di educazione sessuale.
E' anche vero che esistono soggetti privati, quali la FISS (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica), presso la quale io stessa mi sono formata, che stanno cercando di portare avanti un discorso attorno alla sessualità utilizzando un metodo scientifico. Diversamente anche un teologo parla di sessualità ma senza la pretesa di utilizzare lo stesso metodo scientifico.
Per poter trattare un disturbo come il Suo è necessario essere psicologi psicoterapeuti.
Le dirò di più: nel trattamento, ad es, di alcuni casi di vaginismo, laddove fosse necessario il ricorso a determinate manovre (es uso di dilatatore di Hegar), neppure lo psicoterapeuta può intervenire, bensì SOLO il ginecologo (lo psicologo psicoterapeuta NON può visitare il paziente).
Questo Le dovevo, per un corretto invio e informazioni scientifiche.
Per ulteriori informazioni o se avesse dubbi, non esisti a contattarmi.
Saluti,
Il termine quindi è improprio ed utilizzato da coloro che NON hanno una formazione clinica (medico o psicologo), ma ad es. da insegnanti, infermieri, ecc... che hanno frequentato corsi chiamati impropriamente "di sessuologia". Va da sè che un insegnante, pur con tutta la buona volontà, non potrà essere capace di trattare un disturbo sessuale, di nessuna entità. Gli insegnanti o gli infermieri che seguono corsi di "sessuologia" si occupano ad es di educazione sessuale.
E' anche vero che esistono soggetti privati, quali la FISS (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica), presso la quale io stessa mi sono formata, che stanno cercando di portare avanti un discorso attorno alla sessualità utilizzando un metodo scientifico. Diversamente anche un teologo parla di sessualità ma senza la pretesa di utilizzare lo stesso metodo scientifico.
Per poter trattare un disturbo come il Suo è necessario essere psicologi psicoterapeuti.
Le dirò di più: nel trattamento, ad es, di alcuni casi di vaginismo, laddove fosse necessario il ricorso a determinate manovre (es uso di dilatatore di Hegar), neppure lo psicoterapeuta può intervenire, bensì SOLO il ginecologo (lo psicologo psicoterapeuta NON può visitare il paziente).
Questo Le dovevo, per un corretto invio e informazioni scientifiche.
Per ulteriori informazioni o se avesse dubbi, non esisti a contattarmi.
Saluti,
[#11]
Vedo con molto piacere ed interesse che il mio sasso nello stagno, stimolato dalla sua domanda e dall'interesse della materia trattata ha prodotto e probabilmente produrra altri interessanti cerchi.
Da esperienze dirette è molto più semplice intervenire sulla sessualità maschile che su quella femminile,molto più complessa e misconosciuta.
Però devo anche ammettere che le donne le quali si rivolgono ad un medico per questo tipo di problema sono donne che soffrono molto e spesso sono molto recettive e adatte alla terapia.
Una delle mansioni principe dei problemi illustrati da lei è come diceva la psicologa...l'osservazione e la vera presa di conoscenza della propria intimità.
Deve osservare i suoi genitali, impararli a conoscere come conosce qualsiasi parte del suo corpo. Le piacciono i suoi genitali? hanno qualcosa che secondo lei non può piacere ad altri o li vede diversi da quelli della sua mica?
Anche le pratiche di dolce autoerotismo, possono giovare ma ... sottolineo che ogni caso va trattato e studiato secondo uno schema generalizzato, ma personalizzato in base alla singola paziente.Il medico che abbia competenza di donne innanzitutto e sessuologia in seconda battuta dovrebbe delicatamente entrare nella problematica della donna, guidarla e rassicurarla, la sessualità femminile è spesso uno scrigno che ha molti lucchetti e per aprirli è indispensabile un rapporto medico paziente che spesso deve essere di fiducia e oserei dire "amicizia!.
Le lascio aperta chiaramente la possibilità di rispondere attraverso questo forum e resto in attesa di conoscere i suoi fantasmi o fantasie erotiche ( se esistono ).
Spesso a mio personale giudizio il motivo per il quale una paziente decide di parlare di questi problemi è perchè ha raggiunto un fondo e "vuole" risolverli.Purtroppo in questi casi non esiste la" Pillola da prendere due volte al dì per una settimana e guarire". Però come mia abitudine bisogna cercare la soluzione più veloce per assicurare il benessere della paziente
e la risoluzione o miglioramento della sintmatologia .
Certamente ove esista un partner abituale è spesso la relazione tra i due e il dichiarare apertamente i problemi, la sensibilità del partner e il suo saper fare a offrire il 50 per cento della soluzione.
Da esperienze dirette è molto più semplice intervenire sulla sessualità maschile che su quella femminile,molto più complessa e misconosciuta.
Però devo anche ammettere che le donne le quali si rivolgono ad un medico per questo tipo di problema sono donne che soffrono molto e spesso sono molto recettive e adatte alla terapia.
Una delle mansioni principe dei problemi illustrati da lei è come diceva la psicologa...l'osservazione e la vera presa di conoscenza della propria intimità.
Deve osservare i suoi genitali, impararli a conoscere come conosce qualsiasi parte del suo corpo. Le piacciono i suoi genitali? hanno qualcosa che secondo lei non può piacere ad altri o li vede diversi da quelli della sua mica?
Anche le pratiche di dolce autoerotismo, possono giovare ma ... sottolineo che ogni caso va trattato e studiato secondo uno schema generalizzato, ma personalizzato in base alla singola paziente.Il medico che abbia competenza di donne innanzitutto e sessuologia in seconda battuta dovrebbe delicatamente entrare nella problematica della donna, guidarla e rassicurarla, la sessualità femminile è spesso uno scrigno che ha molti lucchetti e per aprirli è indispensabile un rapporto medico paziente che spesso deve essere di fiducia e oserei dire "amicizia!.
Le lascio aperta chiaramente la possibilità di rispondere attraverso questo forum e resto in attesa di conoscere i suoi fantasmi o fantasie erotiche ( se esistono ).
Spesso a mio personale giudizio il motivo per il quale una paziente decide di parlare di questi problemi è perchè ha raggiunto un fondo e "vuole" risolverli.Purtroppo in questi casi non esiste la" Pillola da prendere due volte al dì per una settimana e guarire". Però come mia abitudine bisogna cercare la soluzione più veloce per assicurare il benessere della paziente
e la risoluzione o miglioramento della sintmatologia .
Certamente ove esista un partner abituale è spesso la relazione tra i due e il dichiarare apertamente i problemi, la sensibilità del partner e il suo saper fare a offrire il 50 per cento della soluzione.
[#12]
Ex utente
Allora, lo psicologo che mi sta seguendo, è di scuola freudiana e, per quel poco che ho capito, ne sa abbastanza di queste cose. La verità è che il ginecologo e lo psicologo dovrebbero lavorare di concerto. Ma nessun ginecologo fino ad ora è riuscito ad aiutarmi.
La verità è anche che i miei problemi sono talmente profondi e radicati che probabilmente il vaginismo è solo la punta dell'iceberg.
Intanto vi ringrazio per tutte le delucidazioni.
1. metterò assolutamente in pratica i consigli che mi sono stati dati sul rilassamento. Per le altre manovre potrei informarmi meglio tramite il mio psicologo, in particolare per gli esercizi di stretching
2.con la mia sessualità ho sempre avuto un rapporto abbastanza altalenante. Non mi sono mai posta il problema se mi piacessero o meno i miei genitali e non ho mai notato qualcosa di diverso rispetto alle mie coetanee. Quello che so è che c'è sempre stato una sorta di velo di silenzio sul tema "sesso" a casa mia. Se ne parlava poco. L'educazione cattolica, che condannava anche il solo pensiero dell'autoerotismo, e il mio primo ragazzo, che per quattro anni e mezzo, dai 19 ai 24 anni, non ne ha mai voluto sapere, ufficialmente per fede, ma secondo me per immaturità, hanno fatto il resto.
Per un anno e mezzo ho sofferto di attacchi di panico e, ancora adesso, faccio fatica ad uscire la sera. Questo ostacola, di fatto, la mia vita di relazione. Ho pochissimi amici e uomini neanche a parlarne (ma sta paura dell'uscita serale si potrà risolvere?)
e' vero, sono arrivata ad un punto in cui la mia verginità è diventata un problema che voglio assolutamente risolvere. quello che so è che mi sto lentamente ma inesorabilmente avviando verso una spirale di depressione e disillusione. Non ho spinta,nè motivazione, mi sono chiusa in una solitudine senza uscita. E credo che la chiusura psicologica si ripercuota anche sul mio organismo.
Piano piano il vaso di Pandora si scoperchia. se non abuso troppo del vostro tempo, io non ho problemi ad entrare nei dettagli e a rispondere alle domande che vorrete pormi.
La verità è anche che i miei problemi sono talmente profondi e radicati che probabilmente il vaginismo è solo la punta dell'iceberg.
Intanto vi ringrazio per tutte le delucidazioni.
1. metterò assolutamente in pratica i consigli che mi sono stati dati sul rilassamento. Per le altre manovre potrei informarmi meglio tramite il mio psicologo, in particolare per gli esercizi di stretching
2.con la mia sessualità ho sempre avuto un rapporto abbastanza altalenante. Non mi sono mai posta il problema se mi piacessero o meno i miei genitali e non ho mai notato qualcosa di diverso rispetto alle mie coetanee. Quello che so è che c'è sempre stato una sorta di velo di silenzio sul tema "sesso" a casa mia. Se ne parlava poco. L'educazione cattolica, che condannava anche il solo pensiero dell'autoerotismo, e il mio primo ragazzo, che per quattro anni e mezzo, dai 19 ai 24 anni, non ne ha mai voluto sapere, ufficialmente per fede, ma secondo me per immaturità, hanno fatto il resto.
Per un anno e mezzo ho sofferto di attacchi di panico e, ancora adesso, faccio fatica ad uscire la sera. Questo ostacola, di fatto, la mia vita di relazione. Ho pochissimi amici e uomini neanche a parlarne (ma sta paura dell'uscita serale si potrà risolvere?)
e' vero, sono arrivata ad un punto in cui la mia verginità è diventata un problema che voglio assolutamente risolvere. quello che so è che mi sto lentamente ma inesorabilmente avviando verso una spirale di depressione e disillusione. Non ho spinta,nè motivazione, mi sono chiusa in una solitudine senza uscita. E credo che la chiusura psicologica si ripercuota anche sul mio organismo.
Piano piano il vaso di Pandora si scoperchia. se non abuso troppo del vostro tempo, io non ho problemi ad entrare nei dettagli e a rispondere alle domande che vorrete pormi.
[#13]
con la mia sessualità ho sempre avuto un rapporto abbastanza altalenante. Non mi sono mai posta il problema se mi piacessero o meno i miei genitali e non ho mai notato qualcosa di diverso rispetto alle mie coetanee. *************Quello che so è che c'è sempre stato una sorta di velo di silenzio sul tema "sesso" a casa mia. Se ne parlava poco. L'educazione cattolica, che condannava anche il solo pensiero dell'autoerotismo, e il mio primo ragazzo, che per quattro anni e mezzo, dai 19 ai 24 anni, non ne ha mai voluto sapere, ufficialmente per fede, ma secondo me per immaturità, hanno fatto il resto.
Per un anno e mezzo ho sofferto di attacchi di panico e, ancora adesso, faccio fatica ad uscire la sera. Questo ostacola, di fatto, la mia vita di relazione. Ho pochissimi amici e uomini neanche a parlarne (ma sta paura dell'uscita serale si potrà risolvere?)
e' vero, sono arrivata ad un punto in cui la mia verginità è diventata un problema che voglio assolutamente risolvere. quello che so è che mi sto lentamente ma inesorabilmente avviando verso una spirale di depressione e disillusione. Non ho spinta,nè motivazione, mi sono chiusa in una solitudine senza uscita******
Nessuna solitudine è senza uscita. La sua verginità non deve rappresentare un problema da risolvere assolutamente.
Sta venendo fuori un quadro complesso, parla di attacchi di panico...
**** La verità è che il ginecologo e lo psicologo dovrebbero lavorare di concerto. Ma nessun ginecologo fino ad ora è riuscito ad aiutarmi****
Alcuni esercizi mansionali ai quali lei sembra un pò riluttante devono essere praticati.
Il suo problema è multiforme e in effetti sembra essere necessario un approccio multidisciplinare che qui su questo sito può solo avere quale consiglio.
Nel suo caso chi decide di occuparsi del suo problema deve con un esame clinico prendere atto di alcune situazioni.
Possiamo parlarne in questa sede in qualsiasi momento anche per cultura degli altri utenti o donne con problemi simili, ma la invito a recarsi presso qualche struttura che le possa fornire appunto un approccio multidisciplinare-psicologico-medico.
Per un anno e mezzo ho sofferto di attacchi di panico e, ancora adesso, faccio fatica ad uscire la sera. Questo ostacola, di fatto, la mia vita di relazione. Ho pochissimi amici e uomini neanche a parlarne (ma sta paura dell'uscita serale si potrà risolvere?)
e' vero, sono arrivata ad un punto in cui la mia verginità è diventata un problema che voglio assolutamente risolvere. quello che so è che mi sto lentamente ma inesorabilmente avviando verso una spirale di depressione e disillusione. Non ho spinta,nè motivazione, mi sono chiusa in una solitudine senza uscita******
Nessuna solitudine è senza uscita. La sua verginità non deve rappresentare un problema da risolvere assolutamente.
Sta venendo fuori un quadro complesso, parla di attacchi di panico...
**** La verità è che il ginecologo e lo psicologo dovrebbero lavorare di concerto. Ma nessun ginecologo fino ad ora è riuscito ad aiutarmi****
Alcuni esercizi mansionali ai quali lei sembra un pò riluttante devono essere praticati.
Il suo problema è multiforme e in effetti sembra essere necessario un approccio multidisciplinare che qui su questo sito può solo avere quale consiglio.
Nel suo caso chi decide di occuparsi del suo problema deve con un esame clinico prendere atto di alcune situazioni.
Possiamo parlarne in questa sede in qualsiasi momento anche per cultura degli altri utenti o donne con problemi simili, ma la invito a recarsi presso qualche struttura che le possa fornire appunto un approccio multidisciplinare-psicologico-medico.
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Scusate l'intromissione, ma, con la speranza di dare un contributo al consulto, di permetto di segnalare il seguente MinForma sull'argomento:
https://www.medicitalia.it/minforma/ginecologia-e-ostetricia/21-vaginismo.html
https://www.medicitalia.it/minforma/ginecologia-e-ostetricia/21-vaginismo.html
Dr. Agostino Menditto
Specialista in Ginecologia e Ostetricia
Responsabile U.O. Ginecologia e Ostetricia
Clinica Mediterranea - Napoli
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 10.5k visite dal 11/08/2010.
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