Tos in menopausa precoce spontanea
sono in TOS da alcuni anni a causa di una menopausa precoce spontanea. Utilizzo da diversi anni la terapia ormonale transdermica applicando il cerotto sulla pancia ed alternativamente sui glutei. Da qualche mese pero' non riesco piu' ad applicarlo su queste zone a causa di un fastidioso eritema (causato dall'uso prolungato dei cerotti). Mi chiedo allora se esistono altre aree di applicazione in grado di garantire buoni risultati. Il foglietto illustrativo si limita a vietare ( giustamente) l'applicazione in prossimità del seno ma non cita altre aree se non quelle ( pancia prima di tutto ed eventualmente glutei) già da me lungamente utilizzate. Avevo pensato di applicare il cerotto sulle cosce ma non so se l'efficacia sarà la stessa. Mi piacerebbe conoscere il vostro parere.
[#1]
Lascio ad altri specialisti il compito di risponderLe sulla sede di applicazione dei cerotti....perchè ammetto la mia ignoranza, nel senso letterale che IGNORO- ma vorrei risponderLe sull'argomento di mia competenza riguardo alla Sua osservazione "il foglietto illustrativo si limita a vietare (giustamente !) l'applicazione in prossimità del seno".
Cosa intende dire ?
Il "giustamente" io lo condivido in linea generale per ragioni diverse da quelle che Lei ha fatto intendere.
Non entro in merito al caso Suo specifico ( sicuramente i Suoi curanti hanno valutato bene costi e benefici di tale terpia !) e voglio fare solo una considerazione di ordine generale.
Gli studi sulla terapia ormonale sostitutiva (TOS) in menopausa sono spesso riferiti come discordanti, nel senso che a fronte di studi che riscontrano un rischio di carcinoma della mammella, altri non trovano nessuna associazione, ma gli studi più attendibili sono i primi.
E Le risparmio le mie considerazioni sugli ENORMI INTERESSI economici che ruotano intorno a questa terapia così diffusa.
Basti pensare che alcuni studi addirittura hanno riscontrato una protezione della terapia ormonale sostitutiva in menopausa, talvolta tanto maggiore quanto la terapia è prolungata (sic!).
Non sto a raccontarLe perchè questi studi debbano essere considerati sbagliati e inattendibili, ma il risultato è che molti specialisti prescrivono la TOS a protezione della mammella (!) oltre che per prevenire altre malattie.
Poichè in questa sede non è semplice riassumere questo problema Le rammento semplicemente che :
una rianalisi congiunta di 51 studi epidemiologici sulla TOS (BASATA SU 50.000 CASI DI CARCINOMA DELLA MAMMELLA !) ha concluso che il rischio di carcinoma mammario AUMENTA DI 2,3% PER OGNI ANNO DI USO e PER UN USO DI OLTRE 5 ANNI IL RISCHIO E' AUMENTATO DEL 35% !!
Molte donne ricevono l'invito a proseguire la TOS......PER TUTTA LA VITA !!!
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
Cosa intende dire ?
Il "giustamente" io lo condivido in linea generale per ragioni diverse da quelle che Lei ha fatto intendere.
Non entro in merito al caso Suo specifico ( sicuramente i Suoi curanti hanno valutato bene costi e benefici di tale terpia !) e voglio fare solo una considerazione di ordine generale.
Gli studi sulla terapia ormonale sostitutiva (TOS) in menopausa sono spesso riferiti come discordanti, nel senso che a fronte di studi che riscontrano un rischio di carcinoma della mammella, altri non trovano nessuna associazione, ma gli studi più attendibili sono i primi.
E Le risparmio le mie considerazioni sugli ENORMI INTERESSI economici che ruotano intorno a questa terapia così diffusa.
Basti pensare che alcuni studi addirittura hanno riscontrato una protezione della terapia ormonale sostitutiva in menopausa, talvolta tanto maggiore quanto la terapia è prolungata (sic!).
Non sto a raccontarLe perchè questi studi debbano essere considerati sbagliati e inattendibili, ma il risultato è che molti specialisti prescrivono la TOS a protezione della mammella (!) oltre che per prevenire altre malattie.
Poichè in questa sede non è semplice riassumere questo problema Le rammento semplicemente che :
una rianalisi congiunta di 51 studi epidemiologici sulla TOS (BASATA SU 50.000 CASI DI CARCINOMA DELLA MAMMELLA !) ha concluso che il rischio di carcinoma mammario AUMENTA DI 2,3% PER OGNI ANNO DI USO e PER UN USO DI OLTRE 5 ANNI IL RISCHIO E' AUMENTATO DEL 35% !!
Molte donne ricevono l'invito a proseguire la TOS......PER TUTTA LA VITA !!!
Cordiali saluti
Salvo Catania
www.senosalvo.com
Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com
[#2]
cara signora,
essendo lei in menopausa precoce, la classica prescrizione "non più di cinque anni" non si applica al suo caso. Infatti l'aumento del rischio vale solo per chi già arriva a 50 anni avendo fatto i suoi ormoni, di cui lei invece è stata deprivata. Pertanto continui la terapia in tutta tranquillità, può applicare il cerotto anche sulle cosce, ma se dovesse avere eritemi anche in questa zona (che potrebbero essere legati a una intolleranza a un eccipiente del cerotto, cioè ad esempio alla colla), allora può considerare l'alternativa dell'estradiolo in gel o di una TOS per bocca.
essendo lei in menopausa precoce, la classica prescrizione "non più di cinque anni" non si applica al suo caso. Infatti l'aumento del rischio vale solo per chi già arriva a 50 anni avendo fatto i suoi ormoni, di cui lei invece è stata deprivata. Pertanto continui la terapia in tutta tranquillità, può applicare il cerotto anche sulle cosce, ma se dovesse avere eritemi anche in questa zona (che potrebbero essere legati a una intolleranza a un eccipiente del cerotto, cioè ad esempio alla colla), allora può considerare l'alternativa dell'estradiolo in gel o di una TOS per bocca.
Dr.ssa Valentina Pontello
Ginecologa Fitoterapeuta Counsellor Consulente in sessualità tipica e atipica
https://linktr.ee/vvpginecologa
[#3]
Infatti...avevo premesso che..."NON ENTRO NEL MERITO DEL SUO CASO SPECIFICO " .
Sulla tranquillità a proseguire la terapia in questo caso concordo con la collega.
Sulla "assoluta tranquillità" , ignorando la situazione di base clinico-strumentale della nostra utente e la presenza di eventuali fattori di rischio , credo se ne possa discutere nel forum dedicato ai medici del sito.
Sulla tranquillità a proseguire la terapia in questo caso concordo con la collega.
Sulla "assoluta tranquillità" , ignorando la situazione di base clinico-strumentale della nostra utente e la presenza di eventuali fattori di rischio , credo se ne possa discutere nel forum dedicato ai medici del sito.
[#4]
Davo per scontato che il medico che ha prescritto la terapia abbia valutato gli eventuali fattori di rischio e sia in possesso di tutti i dati strumentali (compresa mammografia) del caso. Una terapia a basso dosaggio con ormoni naturali (immagino che la paziente faccia il beta-estradiolo in cerotto) alla sua età non trova controindicazioni particolari. Diversamente sarebbe stato se avessero impostato una terapia di lunga durata con ormoni più potenti, tipo etinilestradiolo per os, che ha un impatto metabolico più significativo.
[#5]
Gradirei conoscere lo studio riportato dal Collega Catania sulle percentuali così allarmanti di incidenza del carcinoma della mammella in pazienti che utilizzano TOS (senza vena polemica, si badi bene).
Se gli studi cui si riferisce sono quelli ormai ben conosciuti effettuati negli USA negli anni a cavallo fra la fine degli anni'90 ed i primi del nuovo secolo, mi permetto di dissentire con le conclusioni allarmistiche sopra riportate.
Si tratta, non a parere del sottoscritto (me ne guarderei bene) ma a parere della comunità scientifica internazionale, di studi che ci si meraviglia di come siano potuti essere stati pubblicati, poichè includevano, quali soggetti trattati con TOS:
a) persone di 70 e più anni
b) persone già in climaterio da oltre 15 anni
c) persone con rapporto sfavorevole fra peso ed altezza ecc.ecc.
Insomma...un'assurdità!!!
Eppoi, vorrei richiedere al Collega Catania, una serena riflessione su di un punto:
se una donna in menopausa spontanea o precoce fa uso di ormoni del tutto simili a quelli naturali (esiste l'Estradiolo Beta-17 del tutto UGUALE a quello naturale, esiste il Progesterone micronizzato del tutto UGUALE a quello naturale) e si fa in modo che il livello di questi farmaci (come io sono solito fare), tramite dosaggi seriati e terapie di volta in volta "modulate" in termini di quantità di farmaco da utilizzare, sia compreso:
a) per l'Estradiolo plasmatico, fra i 40 ed i 100 pg/ml
b) per il Progesterone plasmatico, fra 0,5 ed 1,3 pg/ml
e cioè in intervalli perfettamente uguali a quelli di un ciclo ovarico NORMALE in fase follicolare precoce, dove STA IL RISCHIO?
In altre parole:
se una donna fa uso di TOS che le dà quantità di ormoni simili a quelli che avrebbe se avesse ancora il suo flusso, in un periodo appena terminato il ciclo mestruale, come fa ad essere a rischio, utilizzando rmoni del tutto UGUALI a quelli naturali?
A rigor di logica farmacologica, fisiologica e biochimica, tale terapia dovrebbe essere del tutto PRIVA di effetti collaterali di rilievo, così come propagandato da studi di settore molto più "intelligenti" di quelli cui si faceva prima riferimento, per un periodo di tempo non superiore ai primi 5 anni di utilizzo.
Chiedo solo un parere PERSONALE, ovvio, non di "parte".
Mi scuserà la gentile utente, ma noi ginecologi ci "scontriamo" quotidianamente con i Colleghi senologi su questo argomento notevolmente dibattuto.
Personalmente, quando faccio questa domanda ai senologi che conosco non ricevo che risposte sul piano eminentemente ufficiale (dove per ufficiale intendo il parere scaturito da studi di settore e basta); non è questo quello che voglio ma un discorso che parta da considerazioni di fisiologia, biochimica e fisiopatologia e che dimostri, dati biochimici, fisiologici e fisiopatologici alla mano, la pericolosità di una siffatta terapia...ma non trovo Collega che mi sappia rispondere sul piano puramente dottrinale, se non trincerandosi dietro statistiche, studi di settore o quant'altro.
Per finire, dico che concordo col Collega Catania: molti studi sono inficiati dagli enormi interessi che vi ruotano intorno. Questo può essere vero in entrambi i sensi.
Per quanto concerne la TOS, dopo il terrorismo psicologico evocato dagli studi di cui sopra, è stato tutto un fiorire di terapie con fito-ormoni.
Anche questo, tutto sommato, è stato ed è un business... basta dare un'occhiata ai banner del nostro stesso sito che reclamizzano di terapie con estratti fitologici per poterne essere ben certi.
C'è di che meditare...
Se gli studi cui si riferisce sono quelli ormai ben conosciuti effettuati negli USA negli anni a cavallo fra la fine degli anni'90 ed i primi del nuovo secolo, mi permetto di dissentire con le conclusioni allarmistiche sopra riportate.
Si tratta, non a parere del sottoscritto (me ne guarderei bene) ma a parere della comunità scientifica internazionale, di studi che ci si meraviglia di come siano potuti essere stati pubblicati, poichè includevano, quali soggetti trattati con TOS:
a) persone di 70 e più anni
b) persone già in climaterio da oltre 15 anni
c) persone con rapporto sfavorevole fra peso ed altezza ecc.ecc.
Insomma...un'assurdità!!!
Eppoi, vorrei richiedere al Collega Catania, una serena riflessione su di un punto:
se una donna in menopausa spontanea o precoce fa uso di ormoni del tutto simili a quelli naturali (esiste l'Estradiolo Beta-17 del tutto UGUALE a quello naturale, esiste il Progesterone micronizzato del tutto UGUALE a quello naturale) e si fa in modo che il livello di questi farmaci (come io sono solito fare), tramite dosaggi seriati e terapie di volta in volta "modulate" in termini di quantità di farmaco da utilizzare, sia compreso:
a) per l'Estradiolo plasmatico, fra i 40 ed i 100 pg/ml
b) per il Progesterone plasmatico, fra 0,5 ed 1,3 pg/ml
e cioè in intervalli perfettamente uguali a quelli di un ciclo ovarico NORMALE in fase follicolare precoce, dove STA IL RISCHIO?
In altre parole:
se una donna fa uso di TOS che le dà quantità di ormoni simili a quelli che avrebbe se avesse ancora il suo flusso, in un periodo appena terminato il ciclo mestruale, come fa ad essere a rischio, utilizzando rmoni del tutto UGUALI a quelli naturali?
A rigor di logica farmacologica, fisiologica e biochimica, tale terapia dovrebbe essere del tutto PRIVA di effetti collaterali di rilievo, così come propagandato da studi di settore molto più "intelligenti" di quelli cui si faceva prima riferimento, per un periodo di tempo non superiore ai primi 5 anni di utilizzo.
Chiedo solo un parere PERSONALE, ovvio, non di "parte".
Mi scuserà la gentile utente, ma noi ginecologi ci "scontriamo" quotidianamente con i Colleghi senologi su questo argomento notevolmente dibattuto.
Personalmente, quando faccio questa domanda ai senologi che conosco non ricevo che risposte sul piano eminentemente ufficiale (dove per ufficiale intendo il parere scaturito da studi di settore e basta); non è questo quello che voglio ma un discorso che parta da considerazioni di fisiologia, biochimica e fisiopatologia e che dimostri, dati biochimici, fisiologici e fisiopatologici alla mano, la pericolosità di una siffatta terapia...ma non trovo Collega che mi sappia rispondere sul piano puramente dottrinale, se non trincerandosi dietro statistiche, studi di settore o quant'altro.
Per finire, dico che concordo col Collega Catania: molti studi sono inficiati dagli enormi interessi che vi ruotano intorno. Questo può essere vero in entrambi i sensi.
Per quanto concerne la TOS, dopo il terrorismo psicologico evocato dagli studi di cui sopra, è stato tutto un fiorire di terapie con fito-ormoni.
Anche questo, tutto sommato, è stato ed è un business... basta dare un'occhiata ai banner del nostro stesso sito che reclamizzano di terapie con estratti fitologici per poterne essere ben certi.
C'è di che meditare...
Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli
[#6]
Condivido molte delle osservazioni espresse da Santoro e Pontello, ma devo ribadire che l'argomento per GLI INTERESSI ECONOMICI IN GIOCO che condizionano persino la ricerca scientifica, merita una discussione RISERVATA allo spazio medici.
Alla collega Pontello vorrei far osservare che nella pratica quotidiana clinica è tutt'altro che scontato che, prima di iniziare una terapia sostitutiva, siano stati valutati i fattori di rischio, nè tantomeno che siano stati fatti accertamenti strumentali di base come la mammografia.
La mia trentennale esperienza si riferisce a pazienti che provengono da TUTTE le regioni italiane, comprese quelle di provenienza dei colleghi. In tal senso va vista la mia replica su questo caso.
Alla collega Pontello vorrei far osservare che nella pratica quotidiana clinica è tutt'altro che scontato che, prima di iniziare una terapia sostitutiva, siano stati valutati i fattori di rischio, nè tantomeno che siano stati fatti accertamenti strumentali di base come la mammografia.
La mia trentennale esperienza si riferisce a pazienti che provengono da TUTTE le regioni italiane, comprese quelle di provenienza dei colleghi. In tal senso va vista la mia replica su questo caso.
[#7]
Sono comunque d'accordo con il collega Santoro,che leggo spesso e apprezzo per le Sue risposte, che c'è "di che meditare"
E senza entrare nel merito del dibattito scientifico che è opportuno rimandare ad altre sedi, vorrei proporre almeno "un oggetto di meditazione".
Ad esempio , poichè la stessa letteratura che si riferisce alla TOS, è a disposizione di tutti gli specialisti, non c'è da meditare sul fatto che da una parte gli oncologi e gran parte degli epidemiologi (-es. Berrino dell'Istituto dei Tumori di Milano- in SENOLOGIA ONCOLOGICA di U.Veronesi) siano inclini a sposare le conclusioni "terroristiche" degli studi sulla Tos, mentre dall'altra parte invece i prescrittori ginecologi della stessa tendano a ridimensionarne i rischi ?
Io non ho una risposta.
Forse perchè i primi sono influenzati dal pregiudizio di base che
QUASI TUTTI I FATTORI e/o INDICATORI DI RISCHIO NOTI DI CARCINOMA DELLA MAMMELLA AGISCONO ATTRAVERSO MECCANISMI ORMONALI O LA LORO ATTIVITA' NE E' MODIFICATA ?
Se poi si fa riferimento agli ENORMI INTERESSI ECONOMICI, bisogna almeno dar atto agli "oppositori della TOS" (termine sbagliato perchè non terrebbe conto dei benefici della stessa) di non essere considerati coinvolti in questo genere di sospetto.
E senza entrare nel merito del dibattito scientifico che è opportuno rimandare ad altre sedi, vorrei proporre almeno "un oggetto di meditazione".
Ad esempio , poichè la stessa letteratura che si riferisce alla TOS, è a disposizione di tutti gli specialisti, non c'è da meditare sul fatto che da una parte gli oncologi e gran parte degli epidemiologi (-es. Berrino dell'Istituto dei Tumori di Milano- in SENOLOGIA ONCOLOGICA di U.Veronesi) siano inclini a sposare le conclusioni "terroristiche" degli studi sulla Tos, mentre dall'altra parte invece i prescrittori ginecologi della stessa tendano a ridimensionarne i rischi ?
Io non ho una risposta.
Forse perchè i primi sono influenzati dal pregiudizio di base che
QUASI TUTTI I FATTORI e/o INDICATORI DI RISCHIO NOTI DI CARCINOMA DELLA MAMMELLA AGISCONO ATTRAVERSO MECCANISMI ORMONALI O LA LORO ATTIVITA' NE E' MODIFICATA ?
Se poi si fa riferimento agli ENORMI INTERESSI ECONOMICI, bisogna almeno dar atto agli "oppositori della TOS" (termine sbagliato perchè non terrebbe conto dei benefici della stessa) di non essere considerati coinvolti in questo genere di sospetto.
[#8]
Cari Colleghi,
leggo con piacere un dibattito che reputo costruttivo sull'impiego della terapia ormonale sostitutiva. Io credo che non ci sia una posizione netta da sposare. D'altra parte condivido la posizione del Collega Dr. Catania circa l'opportunità di selezionare e valutare il meglio possibile le pazienti alle quali viene precritta tale terapia; questo al di là del caso particolare che deve essere discusso (proprio perchè particolare) in separata sede. Mi scuso con la Signora che ha chiesto il consulto se mi sono dilungato in argomenti che non sono pertinenti.
Un caro saluto a tutti
Dr. Carlo Pastore
leggo con piacere un dibattito che reputo costruttivo sull'impiego della terapia ormonale sostitutiva. Io credo che non ci sia una posizione netta da sposare. D'altra parte condivido la posizione del Collega Dr. Catania circa l'opportunità di selezionare e valutare il meglio possibile le pazienti alle quali viene precritta tale terapia; questo al di là del caso particolare che deve essere discusso (proprio perchè particolare) in separata sede. Mi scuso con la Signora che ha chiesto il consulto se mi sono dilungato in argomenti che non sono pertinenti.
Un caro saluto a tutti
Dr. Carlo Pastore
Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 15k visite dal 01/07/2007.
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Approfondimento su Menopausa
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