Allergia, immunoterapia e gravidanza

Buongiorno,

scrivo per un problema di allergia ai pollini stagionali. Sono nata nel 1982, e fin da piccola ho avuto problemi di respirazione, con rinite e naso che gocciolava. Nel 1997 ho eseguito i test allergologici cutanei, che hanno evidenziato una forte sensibilizzazione (++++) alle graminacee, e una leggera sensibilizzazione ad altri pollini. Nel '97, '98 e '99 ho effettuato l'immunoterapia specifica per le graminacee dopodiché non ho più avuto forti sintomi fino all'estate del 2009, quando ho avuto grossi problemi di respirazione, forte lacrimazione agli occhi, naso completamente tappato con conseguente difficoltà a dormire la notte. A novembre 2009 ho rieseguito i prick test, che hanno evidenziato una forte allergia alle graminacee (++++) e alle betulacee (betulla ++, ontano ++, nocciolo ++++). L'allergologo ha consigliato la vaccinazione pre-stagionale (ormai, a partire da fine estate 2010) per graminacee e betulacee, dal momento che le betulacee potrebbero provocare con maggiore probabilità l'asma (di cui non ho mai sofferto).
Ora, io e il mio compagno vorremmo provare ad avere un bambino, solo che non sappiamo più come comportarci vista la ricomparsa di questa forte allergia (che comincia già a farsi sentire e che probabilmente è peggiorata dalla deviazione del setto). Escluderei l'uso di cortisonici e antistaminici durante gravidanza e allattamento (l'otorinolaringoiatra mi ha prescritto, per il momento, AVAMYS spray nasale e Telfast compresse), ma d'altra parte eviterei anche starnuti e cattiva respirazione. L'allergologo mi ha detto che non ci sarebbero problemi se rimanessi incinta nel corso dell'immunoterapia (una volta escluse reazioni alla vaccinazione), ma vorrei maggiori informazioni a riguardo. Inoltre, potrei effettuare la vaccinazione anche durante l'allattamento?

Ringrazio anticipatamente
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Biochimico clinico, Allergologo, Medico di laboratorio attivo dal 2006 al 2010
Biochimico clinico, Allergologo, Medico di laboratorio
La vaccinoterapia non interferisce con gravidanza e allattamento.

I farmaci, a meno di un uso strettamente locale ed esterno, potrebbero invece interferire passando nel circolo fetale e nel latte, ed e' effettivamente meglio minimizzarne l'uso.

Ci sarebbe anche l' Omalizumab (anticorpo anti IgE), il problema e' che esso sequestra si' le IgE circolanti ma non disinnesca i mastociti gia' sensibilizati con IgE, soprattutto non ci sono studi su donne in gravidanza e allattamento, per cui in concreto non e' una soluzione.

Le alternative in definitiva si riducono a due:

1) tentare la gravidanza nello stato in cui e', minimizzando il ricorso a farmaci per quanto possibile;

2) posporre la gravidanza a dopo avviata l'immunoterapia,
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Utente
Utente
Molte grazie per la risposta.

Quindi se decidessi di iniziare la vaccinazione potrei essere sicura che questa non interferirebbe in alcun modo con un'eventuale gravidanza? Questo perché l'allergene introdotto con la vaccinazione non può essere considerato un farmaco?

Ho anche sentito parlare di una terapia chiamata Beta Immunoterapia Sarm (Betaglucoronidase immunotherapy), che agirebbe con un meccanismo diverso dalla classica immunoterapia - mi potrebbe cortesemente dare qualche delucidazione in merito?

Grazie ancora.
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Biochimico clinico, Allergologo, Medico di laboratorio attivo dal 2006 al 2010
Biochimico clinico, Allergologo, Medico di laboratorio
Apprendo da lei esistere in roma una SARM "societa' antichi ritrovati medicinali" (pregevole nome). Purtroppo il firewall aziendale mi impedisce di accedere al sito della ditta, non conosco la beta immunoterapia e non posso discuterne.

Quanto all'innocuita' dell'immunoterapia, e' innocua perche' la sostanza iniettata si ferma nel sottocute della mamma e non passa nel circolo fetale.
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Utente
Utente
Molte grazie, un ultimo chiarimento: l'immunoterapia in forma di compresse orosolubili passerebbe quindi, al contrario della terapia iniettiva, nel circolo fetale?
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Biochimico clinico, Allergologo, Medico di laboratorio attivo dal 2006 al 2010
Biochimico clinico, Allergologo, Medico di laboratorio
No, nel circolo fetale ci passano, in varia misura, le molecole piccole in libera circolazione nel sangue, come quelle dei farmaci.

Gli antigeni usati a scopo vaccinale sono spesso macromolecole proteiche e sono studiate in modo (hint: "adiuvanti") da non circolare liberamente, ma da venir intercettati vicino alla sede di ingresso (sottocute o mucosa sublinguale) da apposite cellule ("cellule presentanti l'antigene") del sistema immune.

Al feto poi passeranno parte delle immunoglobuline che la madre avra' prodotto in risposta all'immunizzazione, e si ritiene che queste immunoglobuline abbiano una valenza utile, perche' proteggeranno il neonato dopo il parto.


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Utente
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Chiarissimo, grazie.
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