Vulvite irrisolta
Gentili medici, da circa un anno sto tentando di risolvere una vulvite, di cui purtroppo non ho ancora capito la causa. Ho 30 anni e sono diabetica da 10; circa 1 anno fa iniziano dolori, prurito, soprattutto notturno, con formazione di crosticine nella zona vulvare, problemi inizialmente curati come candida, di cui avevo precedentemete sofferto. Non avendo avuto alcun beneficio, mi reco dalla mia ginecologa che, avendo riscontrato una forte infiammazione, decide di sottopormi ai seguenti esami, con rispettivi referti (pap test già negativo):
BIOPSIA VULVARE (area periclitoridea):lembo di cute con lieve ipercheratosi, lieve fibrosi, ectasia vascolare, depositi di emosiderina e flogosi cronica e granulocitaria dermica e periannessiale con focale esocitosi granulocitaria intrapiteliale.
TAMPONE VULVARE: positivo allo staphiloccoccus warneri
TAMPONE VAGINALE ed ESAME A FRESCO TRICHOMONAS/ALTRO: negativi
Eseguo dunque un primo ed un secondo ciclo di antibiotici (augmentin) più mecloderm crema, ma dopo un breve periodo di sollievo il problema torna con dolori, bruciori e secrezioni (credo esterne) che si calmano solo nei giorni del ciclo. Decido dunque di fare una visita dermatologica, nella quale si riscontra la presenza di grani in un quadro di infiammazione cronica, curata solo con integratori per rafforzare le difese immunitarie. Anche qui un lieve miglioramento solo nei primi giorni.
Mi reco dunque da un secondo ginecologo -la prima mi aveva ormai detto che avrei dovuto avere solo pazienza- che mi sottopone ai seguenti esami:
ESAME PARASSITOLOGICO DELLE FECI: negativo
PAP TEST: presenza di sangue, infiammazione
TAMPONE CERVICALE: positivo ureaplasma urealyticum c.b. inferiore a 10.000
Eseguo dunque una terapia antibiotica con josalide per 12 giorni.
A due settimane dalla fine della terapia, però, posso dire di non aver riscontrato alcun beneficio. Mi chiedo inoltre se l’ureaplasma possa provocare una così forte infiammazione vulvare. Continuano i dolori, il bruciore (non più prurito già dalla prima cura), le secrezioni e ultimamente anche gonfiore soprattutto nella zona periclitoridea, in particolare nella parte sinistra. Nessuno dei medici che mi ha visitato mi ha dato una risposta più o meno certa sulla causa del mio disturbo, che sta influenzando fortemente la qualità della mia vita.
Vi chiedo dunque se le (non) diagnosi dei medici consultati sono corrette, se c'è ancora qualche indagine che doveva essere fatta e non ho fatto o se c'è qualche altra strada da seguire. grazie in anticipo.
BIOPSIA VULVARE (area periclitoridea):lembo di cute con lieve ipercheratosi, lieve fibrosi, ectasia vascolare, depositi di emosiderina e flogosi cronica e granulocitaria dermica e periannessiale con focale esocitosi granulocitaria intrapiteliale.
TAMPONE VULVARE: positivo allo staphiloccoccus warneri
TAMPONE VAGINALE ed ESAME A FRESCO TRICHOMONAS/ALTRO: negativi
Eseguo dunque un primo ed un secondo ciclo di antibiotici (augmentin) più mecloderm crema, ma dopo un breve periodo di sollievo il problema torna con dolori, bruciori e secrezioni (credo esterne) che si calmano solo nei giorni del ciclo. Decido dunque di fare una visita dermatologica, nella quale si riscontra la presenza di grani in un quadro di infiammazione cronica, curata solo con integratori per rafforzare le difese immunitarie. Anche qui un lieve miglioramento solo nei primi giorni.
Mi reco dunque da un secondo ginecologo -la prima mi aveva ormai detto che avrei dovuto avere solo pazienza- che mi sottopone ai seguenti esami:
ESAME PARASSITOLOGICO DELLE FECI: negativo
PAP TEST: presenza di sangue, infiammazione
TAMPONE CERVICALE: positivo ureaplasma urealyticum c.b. inferiore a 10.000
Eseguo dunque una terapia antibiotica con josalide per 12 giorni.
A due settimane dalla fine della terapia, però, posso dire di non aver riscontrato alcun beneficio. Mi chiedo inoltre se l’ureaplasma possa provocare una così forte infiammazione vulvare. Continuano i dolori, il bruciore (non più prurito già dalla prima cura), le secrezioni e ultimamente anche gonfiore soprattutto nella zona periclitoridea, in particolare nella parte sinistra. Nessuno dei medici che mi ha visitato mi ha dato una risposta più o meno certa sulla causa del mio disturbo, che sta influenzando fortemente la qualità della mia vita.
Vi chiedo dunque se le (non) diagnosi dei medici consultati sono corrette, se c'è ancora qualche indagine che doveva essere fatta e non ho fatto o se c'è qualche altra strada da seguire. grazie in anticipo.
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L'esito dell'esame istologico non mi fa propendere per una vulvite di origine batterica o virale,ma verso una "DERMATOSI VULVARE" che richiederebbe dopo una accurata VULVOSCOPIA,una terapia cortisonica topica.
P.S.:La terapia va impostata se la diagnosi è confermata dal COLLEGA che la segue.
P.S.:La terapia va impostata se la diagnosi è confermata dal COLLEGA che la segue.
dott.Nicola Blasi
specialista in Ginecologia e Ostetricia. Patologia Cervico-vaginale e vulvare.
BARI
[#2]
Utente
Gentile dott. Blasi, la ringrazio per la sollecita risposta. Purtroppo l'ultimo ginecologo che mi ha seguito non ha dato alcuna importanza al problema vulvare, considerandolo una probabile (ma non certa) conseguenza della presenza dell'ureaplasma, non ha infatti nè eseguito un'attenta vulvoscopia, nè pensato ad una cura per alleviare i miei disturbi.Dovrò dunque rivolgermi ad un'altra struttura, o ad un altro medico. Inoltre, mi chiedo, e mi perdoni se sbaglio, mecloderm crema, utilizzato nella precedente terapia, non contiene già del cortisone? Forse la terapia andrebbe impostata diversamente?Grazie ancora per l'attenzione.
[#5]
Utente
Gentilissimo dott. Blasi, ho eseguito una ulteriore vulvoscopia presso un ambulatorio ospedaliero. Questo è quanto ha osservato il medico che l'ha eseguita: area biancastra, traslucida, commissura labiale sup con lesioni da grattamento ed essudato giallastro.
Questa descrizione mi ha spaventata, anche perchè l'ultimo ginecologo che mi ha visitata sembrava non aver notato nulla. Inoltre mi lasciano perplessa queste "lesioni da grattamento", perchè sono certa di non provare prurito, nemmeno notturno.
Per la diagnosi dovrò aspettare un mese, poichè, date le condizioni della pelle, si rende necessario "ripulirla" mediante l'uso esclusivo di acqua borica per i lavaggi, di una crema, credo, a base di zinco e di una pomata cortisonica.
A quanto ho potuto intuire, però, il dubbio del ginecologo è quello di un lichen; ma, mi chiedo, la biopsia, eseguita ormai 8 mesi fa, non avrebbe già dovuto chiarire questo dubbio?
In caso si trattasse di lichen, una diagnosi ritardata a quali conseguneze potrebbe portare? Inoltre, alla luce di questa vulvocopia, è ancora possibile la sua diagnosi di "dermatosi vulvare"?
Spero di aver intrapreso questa volta una giusta strada, anche se queste "non diagnosi" continuano a preoccuparmi e a farmi vivere in un "limbo" perenne.
Grazie in anticipo per l'attenzione.
Questa descrizione mi ha spaventata, anche perchè l'ultimo ginecologo che mi ha visitata sembrava non aver notato nulla. Inoltre mi lasciano perplessa queste "lesioni da grattamento", perchè sono certa di non provare prurito, nemmeno notturno.
Per la diagnosi dovrò aspettare un mese, poichè, date le condizioni della pelle, si rende necessario "ripulirla" mediante l'uso esclusivo di acqua borica per i lavaggi, di una crema, credo, a base di zinco e di una pomata cortisonica.
A quanto ho potuto intuire, però, il dubbio del ginecologo è quello di un lichen; ma, mi chiedo, la biopsia, eseguita ormai 8 mesi fa, non avrebbe già dovuto chiarire questo dubbio?
In caso si trattasse di lichen, una diagnosi ritardata a quali conseguneze potrebbe portare? Inoltre, alla luce di questa vulvocopia, è ancora possibile la sua diagnosi di "dermatosi vulvare"?
Spero di aver intrapreso questa volta una giusta strada, anche se queste "non diagnosi" continuano a preoccuparmi e a farmi vivere in un "limbo" perenne.
Grazie in anticipo per l'attenzione.
[#9]
Utente
Gentile dottor Blasi, mi perdoni se approffitto ancora un pò della sua disponibilità e competenza.
Ho iniziato la mia cura, ma, sa, sono ancora molti i dubbi che mi sono rimasti dall'ultima visita.
Come le dicevo, il medico che ha eseguito la vulvoscopia ("area biancastra, traslucida, commissura labiale sup con lesioni da grattamento ed essudato giallastro"), mi ha fatto capire di dubitare per un LICHEN; mi chiedevo, ma il lichen è una "dermatosi", vero? Leggevo che si tratta di una malattia autoimmune, dunque non esiste nessuna cura che potrà guarirlo definitivamente? Ma la cosa che mi sembra più strana è che la biopsia già eseguita ("lembo di cute con lieve ipercheratosi, lieve fibrosi, ectasia vascolare, depositi di emosiderina e flogosi cronica e granulocitaria dermica e periannessiale con focale esocitosi granulocitaria intrapiteliale") non abbia evidenziato la presenza di tale patologia, è possibile? Lei pensa potrebbero richiedermene un'altra, o questa è sufficiente?
Grazie ancora per il tempo dedicatomi.
Ho iniziato la mia cura, ma, sa, sono ancora molti i dubbi che mi sono rimasti dall'ultima visita.
Come le dicevo, il medico che ha eseguito la vulvoscopia ("area biancastra, traslucida, commissura labiale sup con lesioni da grattamento ed essudato giallastro"), mi ha fatto capire di dubitare per un LICHEN; mi chiedevo, ma il lichen è una "dermatosi", vero? Leggevo che si tratta di una malattia autoimmune, dunque non esiste nessuna cura che potrà guarirlo definitivamente? Ma la cosa che mi sembra più strana è che la biopsia già eseguita ("lembo di cute con lieve ipercheratosi, lieve fibrosi, ectasia vascolare, depositi di emosiderina e flogosi cronica e granulocitaria dermica e periannessiale con focale esocitosi granulocitaria intrapiteliale") non abbia evidenziato la presenza di tale patologia, è possibile? Lei pensa potrebbero richiedermene un'altra, o questa è sufficiente?
Grazie ancora per il tempo dedicatomi.
[#10]
Il LICHEN nella nuova classificazione della Società Internazionale di VULVOLOGIA è considerata una DERMATOSI.
Richiede una diagnosi CLINICA ed una conferma ISTOLOGICA(biopsia) si tratta secondo diversi schemi con un cortisonico ad uso topico(clobetasolo) con risposte cliniche eccellenti.
SALUTI
Richiede una diagnosi CLINICA ed una conferma ISTOLOGICA(biopsia) si tratta secondo diversi schemi con un cortisonico ad uso topico(clobetasolo) con risposte cliniche eccellenti.
SALUTI
[#13]
Utente
Gentile dott. Blasi, ci terrei ad informarla sugli sviluppi della mia storia e a conoscere il suo parere. Dopo un mese di cura (lavaggi con acqua borica, pomata allo zinco e per tre settimane pomata a base di betametasone) sono tornata dal ginecologo che aveva eseguito l'ultima vulvoscopia. Lui ha trovato la situazione migliorata (scomparsa della ipercheratosi e delle lesioni), anche se, devo ammettere, a questo non corrisponde affatto un miglioramento dei sintomi (dolore, bruciore, fastidiose secrezioni). La diagnosi è dunque quella di LICHEN SIMPLEX cronico, da curare ancora con applicazioni di cortisone, più diradate, e con un detergente molto idratante.
Sono presa ora, però, da molti dubbi.Una caratteristica di questa patologia è il prurito intenso, l'unica cosa che a me manca del tutto. Poi mi chiedo come possa avere dei benefici da una cura forse "blanda", per un problema che non accenna a migliorare da ormai più di un anno. Lei pensa possa trattarsi di lichen simplex, quali cure e quali tempi richiede la risoluzione di tale problema?
La rigrazio per la sua attenzione.
Sono presa ora, però, da molti dubbi.Una caratteristica di questa patologia è il prurito intenso, l'unica cosa che a me manca del tutto. Poi mi chiedo come possa avere dei benefici da una cura forse "blanda", per un problema che non accenna a migliorare da ormai più di un anno. Lei pensa possa trattarsi di lichen simplex, quali cure e quali tempi richiede la risoluzione di tale problema?
La rigrazio per la sua attenzione.
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Utente
Certo, dottor Blasi, cercherò di avere pazienza, anche se ho sempre paura, ogni volta che inizio una nuova cura, di illudermi troppo che possa essere quella giusta!
Le vorrei chiedere, intanto, un consiglio: quale prodotto (o tipo di prodotto) potrebbe essere adatto a "ripulire" la parte da questo essudato e dalle crosticine, senza traumatizzare la pelle? Ho paura di usare prodotti troppo aggressivi, ma è anche vero che è difficile effettuare una buona pulizia utilizzando solo acqua o acqua borica.
Grazie mille!
Le vorrei chiedere, intanto, un consiglio: quale prodotto (o tipo di prodotto) potrebbe essere adatto a "ripulire" la parte da questo essudato e dalle crosticine, senza traumatizzare la pelle? Ho paura di usare prodotti troppo aggressivi, ma è anche vero che è difficile effettuare una buona pulizia utilizzando solo acqua o acqua borica.
Grazie mille!
Questo consulto ha ricevuto 16 risposte e 9.5k visite dal 12/02/2010.
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