Il primo tentativo serio mia moglie è rimasta subito incinta sebbene la gravidanza si sia "persa"
Buonasera,
ho 37 anni e mia moglie ne ha 41 anni. Premetto che lei non ha mai utilizzato anticoncezionali orali e che io non sono stato mai sottoposto a visita andrologica. Solo la scorsa estate abbiamo cominciato ad avere rapporti liberi nella speranza di avere un figlio. Siamo rimasti molto sorpresi quando dopo il primo tentativo serio mia moglie è rimasta subito incinta sebbene la gravidanza si sia "persa" molto presto (amenorrea dal 5 agosto e mestruazioni intervenute il giorno 19 settembre). Il giorno 13 settembre mia moglie si era sentita male (dolori al ventre, tensione al seno, piccole perdite marroncine) e da lì abbiamo avuto il sospetto che potesse essere incinta. Il giorno 15 settembre le Beta davano come risultato 340, ma la nostra felicità è terminata appunto il 19 settembre. Il ginecologo a cui si è affidata mia moglie ha verificato che si era trattata di una gravidanza "chimica" e probabilmente l'episodio del 13 settembre è stato quello con cui mia moglie ha espulso il relativo, passatemi il termine, "materiale biologico". Ad una successiva visita ecografica il medico ha detto che mia moglie sta bene ed è assolutamente sana da un punto di vista organico e che quindi potevamo ricominciare. Devo dire che da quel momento ho cominciato a sentirmi ansioso, come se comprendessi le difficoltà di avere un figlio a 41 anni solo dopo questa nostra prima fallita esperienza. Il medico è stato molto ottimista, dicendoci che dovevamo vedere l'aspetto positivo ovvero che al primo tentativo c'era stata subito una fecondazione per cui è stata certificata la nostra fertilità di coppia e che per quanto riguarda la ricognizione dell'utero e delle ovaie di mia moglie che il suo stato la mette nelle stesse condizioni di una donna più giovane. Da quel momento rifletto sulla questione anagrafica: dire che a 41 anni statisticamente c'é una bassa probabilità di mettere al mondo un figlio cosa significa esattamente? cioé, quali sono i termini medici-fisiologici che certificano queste difficoltà? Dipende soprattutto perché diventa molto difficile arrivare alla fecondazione (e quindi ha ragione il medico con cui abbiamo parlato) o la cosa ha a che fare altrettanto con la capacità di portare avanti la gravidanza? Cosa possiamo realmente sperare io e mia moglie? Grazie mille.
ho 37 anni e mia moglie ne ha 41 anni. Premetto che lei non ha mai utilizzato anticoncezionali orali e che io non sono stato mai sottoposto a visita andrologica. Solo la scorsa estate abbiamo cominciato ad avere rapporti liberi nella speranza di avere un figlio. Siamo rimasti molto sorpresi quando dopo il primo tentativo serio mia moglie è rimasta subito incinta sebbene la gravidanza si sia "persa" molto presto (amenorrea dal 5 agosto e mestruazioni intervenute il giorno 19 settembre). Il giorno 13 settembre mia moglie si era sentita male (dolori al ventre, tensione al seno, piccole perdite marroncine) e da lì abbiamo avuto il sospetto che potesse essere incinta. Il giorno 15 settembre le Beta davano come risultato 340, ma la nostra felicità è terminata appunto il 19 settembre. Il ginecologo a cui si è affidata mia moglie ha verificato che si era trattata di una gravidanza "chimica" e probabilmente l'episodio del 13 settembre è stato quello con cui mia moglie ha espulso il relativo, passatemi il termine, "materiale biologico". Ad una successiva visita ecografica il medico ha detto che mia moglie sta bene ed è assolutamente sana da un punto di vista organico e che quindi potevamo ricominciare. Devo dire che da quel momento ho cominciato a sentirmi ansioso, come se comprendessi le difficoltà di avere un figlio a 41 anni solo dopo questa nostra prima fallita esperienza. Il medico è stato molto ottimista, dicendoci che dovevamo vedere l'aspetto positivo ovvero che al primo tentativo c'era stata subito una fecondazione per cui è stata certificata la nostra fertilità di coppia e che per quanto riguarda la ricognizione dell'utero e delle ovaie di mia moglie che il suo stato la mette nelle stesse condizioni di una donna più giovane. Da quel momento rifletto sulla questione anagrafica: dire che a 41 anni statisticamente c'é una bassa probabilità di mettere al mondo un figlio cosa significa esattamente? cioé, quali sono i termini medici-fisiologici che certificano queste difficoltà? Dipende soprattutto perché diventa molto difficile arrivare alla fecondazione (e quindi ha ragione il medico con cui abbiamo parlato) o la cosa ha a che fare altrettanto con la capacità di portare avanti la gravidanza? Cosa possiamo realmente sperare io e mia moglie? Grazie mille.
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Il principale problema è rappresentato dalla qualità degli ovociti prodotti sopra i 40 anni (meno facilmente diventano embrioni e meno spesso si impiantano). Inoltre esiste un aumento dei problemi cromosomici del prodotto del concepimento che possono determinare aborti oppure le alterazioni cromosomiche diagnosticate con la diagnosi prenatale.
Prof. Simone Ferrero
www.simoneferrero.it
www.piazzadellavittoria14.it
[#2]
Utente
La ringrazio della sua risposta. Praticamente dovrei cambiare qualche gerarchia: la fecondazione diventa
la cosa più semplice di fronte ai problemi relativi alla qualità dell'ovocita da cui dipendono aborti precoci, chimici, alterazioni cromosomiche. Comunque mi sembra di capire che non ci stia dissuadendo dall'andare avanti. Saluti.
la cosa più semplice di fronte ai problemi relativi alla qualità dell'ovocita da cui dipendono aborti precoci, chimici, alterazioni cromosomiche. Comunque mi sembra di capire che non ci stia dissuadendo dall'andare avanti. Saluti.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 17k visite dal 15/10/2009.
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