Demenza vascolare madre anziana post-caduta

Buongiorno, scrivo per mia madre, 86 anni, ultima tac cerebrale presenta moderata atrofia cerebrale cerebellare, compatibile con l'età, moderata ipodensità dei centri semiovali su base vascolare ischemica cronica, recentemente è caduta e ha subito frattura branca ileo ed ischio pubica sinistra, attualmente è presso una RSA dove viene seguita, purtroppo ha avuto un contestuale scompenso cognitivo, per l'immobilità (passa da letto a sedia e viceversa) non è più autonoma con i propri bisogni.
Anche se negato dalla struttura dove è ospite a mio avviso viene sedata in quanto la vedo più assopita nel parlare, molto confusa e disorientata rispetto ai primi giorni post-caduta quando era ricoverata in ospedale dove era un pò più lucida e presente.

Segnalo inoltre che l'ultimo ECG presenta ritmo sinusale a fc 94 bpm, EA sinistro, non escludibile necrosi inferiore, transizione precoce nelle precordiali destre, non alterazioni significative del RV.

A livello cardiaco serve fare qualche ulteriore approfondimento?

C'è la possibilità che ritorni a camminare e recuperi un pò di autonomia?
Grazie
Saluti
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Dr. Anton Maria Mussini Pneumologo, Oncologo, Geriatra 71 2
è una situazione molto seria ma tutto può essere. l'anziano paga prezzi davvero alti per i traumi e per l'immobilizzazione obbligata e anche per il cambio di ambiente legato alla residenza attuale in RSA.
instaurare ilprima possibile una intensa riabilitazione e ripulire la terapia psicofarmacologica è fondamentale per una ripresa che sarebbe ancora più favorita da un ritorno a casa purchè la famiglia e la casa possano reggere un'assistenza che diventerebbe di elevata intensità.
non potendolo fare fate il possibile per garantirle la vostra presenza frequente in modo che abbia almeno un po' dei riferimenti abituali e affettivi della sua vita che vengono compromessi dal cambiare ambiente di vita.
per quanto riguarda il cuore potrebbe essere utile un ecocardiogramma a completamento per valutare l'efficienza della pompa cardiaca
buona serata

Dr. Anton Maria Mussini

[#2]
Utente
Utente
Buonasera,
Volevo aggiornarLa sullo stato di mia madre, in quanto a metà novembre ho deciso di trasferirla in altra RSA in quanto nella precedente non era seguita bene e adesso è più vicina a casa.
Alla fine sono riuscito ad appurare che la precedente RSA aveva fatto modifiche alla terapia preesistente ad esempio aumentando il trazodone passandolo da 30mg a 150 mg al giorno e aggiungendo 15 gocce di Talofen alla sera.
Preciso che già in precedenza assumeva e assume tutt'ora 75mg di sertralina e 1mg di xanax al giorno per sindrome ansioso-depressiva pregressa.
Purtroppo l'attuale RSA sta seguendo ancora in parte la terapia della precedente RSA e il disorientamento e confusione persistono, staremo a vedere nei prossimi giorni.
Attualmente presenta anche marcata inappetenza forse dovuta al cambio di struttura avvenuto a metà novembre e al mix di farmaci che assume quotidianamente.
Dal punto di vista motorio cammina ancora poco e passa dal letto alla carrozzina e viceversa, purtroppo l'incontinenza sembra definitiva.
In attesa di un Suo gradito parere porgo Cordiali Saluti.
[#3]
Dr.ssa Lucrezia Maggioni Geriatra 29
Buongiorno,
mi inserisco nella conversazione come specialista in Geriatria.

SICURAMENTE 150 mg di Trazodone NON sono la terapia corretta della mamma: il trazodone infatti è un farmaco molto particolare, indicato negli anziani (per l'ansia, per l'agitazione, oppure per l'insonnia) ma dosaggi CORRETTI:
-a 25 mg ha un effetto ansiolitico;
-a 25-50 mg ha un effetto ipnoinducente e può essere usato alla sera in chi soffre di insonnia (e sono molto meglio dello Xanax, che - da dati di letteratura - è associato a maggior rischio di caduta e confusione mentale....gli anziani prendono sempre questi farmaci, ci sono 'affezionati', "altrimenti non dormo": in realtà è una dipendenza psicologica, perchè dopo circa 1-2 mesi di assunzione di questo tipo di farmaco [categoria delle benzodiazepine] perdono l'effetto farmacologico, danno dipendenza fisica e mentale e il paziente tende a voler aumentare il dosaggio, quando invece dovrebbero essere sospesi];
-arrivando a 100 mg hanno un effetto antidepressivo, e NON sono indicati nell'anziano come farmaco di scelta per la depressione - non a caso la mamma prende la Sertalina, che è un antidepressivo che può andar bene nell'anziano - (pertanto dargli 150 mg di Trazodono non ha alcun senso, non fa altro che rallentarla e confonderla, come anche lei a constatato).

Se c'è una demenza sottostante esistono altri farmaci da poter inserire; tuttavia da quello che scrive non è il caso della mamma.
Il tempo di recupero motorio nell'anziano dopo una frattura è sicuramente molto più lungo che in una persona adulta di 40 anni: la massa e la forza muscolare sono minori (sarcopenia) pertanto anche l'equilibrio nei passaggi posturali e nel cammino sono più facilmente compromissibili; se poi viene 'imbottita' di farmaci che la rallentano, il recupero è praticamente impossibile.
Serve una fisioterapia (alcune RSA dispongono di un fisioterapista ad esempio) e sicuramente una rivalutazione della terapia.

Distinti saluti

Dott.ssa Lucrezia Maggioni
Specialista in Geriatria

[#4]
Utente
Utente
Buongiorno Dottoressa,
La ringrazio per la Sua cortese risposta.
Dopo mio sollecito il medico di base dell'RSA dove è ospite mia madre ha ridotto il Trittico ad una compressa 75mg alla sera lasciando comunque 75mg di sertralina e 1mg di xanax al giorno.
A mio avviso risulta ancora distaccata, apatica, e in confusione, e a questo proposito Le volevo chiedere se è il tipo di malattia a procedere cosi spedita oppure se vi sono altri fattori.
Tenga presente che nei primi giorni post caduta era si confusa ma molto più presente, inoltre fino a qualche mese fa era abbastanza autosufficiente (nell'ultima visita geriatrica di giugno aveva MMSE 21.4/30).
In RSA c'è il fisioterapista ma, a mio avviso, fa poco (qualche passo sulle parallele 2 volte alla settimana), per questo forse servirà molto tempo.
Grazie ancora per la Sua disponibilità, Cordiali Saluti.
[#5]
Utente
Utente
Buongiorno,
siccome non riesco ad avere risposte chiare dall'RSA (volutamente o non) chiedo gentilmente lumi in merito al decorso della demenza vascolare di cui soffre mia madre aggravatasi negli ultimi 2 mesi (post-caduta in poi).
E' possibile un aggravamento cosi repentino della malattia nel giro di 2 mesi?
Ieri ad esempio l'ho rivista molto confusa, diceva di aver parlato con gli zii e genitori defunti ormai da tempo. Dopo queste sue affermazioni ho chiesto chiarimenti all'infermeria e mi hanno confermato che la sera prima oltre al solita terapia avevano aggiunto anche 15-20 gocce di talofen in quanto era agitata.
Ora, non metto in dubbio la professionalità di queste strutture, ma non ho ancora avuto risposte chiare se questo peggioramento sia dovuto esclusivamente dalla malattia oppure accentuato dai farmaci che fino a pochi mesi fa non prendeva.
Grazie per il supporto, Cordiali Saluti.